La tinca è un pesce con molte lische e poca carne; di conseguenza la fatica che si fa a pulirlo non è ricompensata dal gusto che si prova a mangiarlo. Nel gergo della prosa con il termine "tinca" (o addirittura "tincone") si indicano quei ruoli che, pur richiedendo all'artista uno sforzo considerevole, a conti fatti non riscuotono un successo proporzionale alla fatica. Il teatro abbonda di questi personaggi che, seppur bellissimi e senza dubbio primari, vengono evitati dai grossi nomi perchè ritenuti "di scarsa soddisfazione". Pensiamo al Domenico Soriano di De Filippo che, pur sempre in scena,si fa rubare la ribalta da Filumena; oppure al Capocomico dei Sei Personaggi di Pirandello che rimane sempre in secondo piano rispetto alla Figliastra e al Padre; o ad Antonio, nominalmente protagonista del Mercante di Venezia (è lui Il Mercante) ma che scompare di fronte all'immensità di un ruolo gigantesco come quello di Shylock.
Nell'opera la situazione delle tinche è leggermente sfumata. La divisione delle parti in registri vocali obbliga il compositore a distribuire con equilibrio i carichi di lavoro consentendo anche ad una potenziale tinca un giusto rapporto tra spine e carne. Nella Tosca di Sardou Cavaradossi è un perfetto esempio di tinca; In quella di Puccini assolutamente no. Stessa cosa per Maurizio di Sassonia, tincone in Scribe e invece fulgido tenore in Cilea.
Ci sono però eccezioni.
Una di questa è Venus nel Tannhauser. Esempio perfetto di tinca. Canta come una forsennata, a conti fatti più di Elisabeth, deve pazientare in camerino per tutta l'opera nell'attesa delle quattro note nel finale (faticosissime) per poi starsene da parte mentre il soprano riceve gli onori della serata. In disco ci se ne rende conto meno; dal vivo, la cosa è impressionante. Ero a Zurigo per il Tannhauser e la Kasarova debuttava in Venere; strepitosa, non vi dico altro. Eppure alla fine è uscita prima di Wolfram (Volle), si è presa due o tre ovazioni e poi si è messa in riga a fare clap-clap ai colleghi che uscivano dopo di lei. Certo, Elisabeth era la Stemme -e quindi parliamo di un'Elisabeth storica- però lo stesso la Kasarova mi è sembrata quasi marginale, come messa da parte. Del resto lo stesso Wagner se ne era reso conto e lavorò sul ruolo di Venere fino allo sfinimento per poi rimanere con un punto di domanda. (A tal proposito vi consiglio il saggio bellissimo di Maurizio Giani apparso sul libretto di sala del Comunale di Bologna sulla genesi e le varie versioni dell'opera.)
Altra tincona mi è sempre parsa Suzuki.
E finisco con la tinca per eccellenza; Oktavian del Rosenkavalier. Schiacciato tra le finezze della Marescialla e le berlusconate di Ochs, il giovane rampollo -in prima battuta- non viene mai ricordato. E dire che è il protagonista. Pensateci. Se dite il Cavaliere della Rosa della Ludwig, o della Jones a quale vi riferite?
Lo ammetto, io prenderei un aereo per una "sola" marescialla epocale, ma non lo fare mai per Oktavian.
Forza, vi vengono in mente altri esempi di tinche nell'Opera?
WSM