Opera Disc

Ho cercato qua e là per vedere se ne avevate già parlato (della Butterfly prima versione intendo) e ho trovato uno splendido (ma davvero ben fatto!) editoriale di Pietro (al quale faccio i miei più vivi complimenti) che mi ha aperto un mondo... e soprattutto mi ha messo una curiosità enorme addosso di ascoltare quella versione! Hai ragione quando dici "Puccini si era evoluto come linguaggio musicale e come psicologia dei personaggi più rapidamente del gusto del pubblico".
L'analisi di questa Butterfly lo conferma (ma pure le successive esperienze novecentesche).
Sono in OT mostruoso, perdonatemi.

Alludi forse a questo?
Ti ringrazio dell'apprezzamento: mi era costato un bel po' di fatica, ma mi aveva dato molta soddisfazione perché mi aveva permesso di gettare uno sguardo più profondo in un'opera che tanto spesso è un po' negletta, e invece contiene un sacco di indicazioni importanti per la comprensione non solo dell'universo creativo pucciniano, ma del teatro d'opera italiano di quel periodo (e oltre)

Luca ha scritto:Io ho quella edita dalla Naxos nel '97 e ben diretta da Neuhold. Gli artisti sono fuori dai soliti elenchi di big (pressoché ignoti e molti del Nord Europa). La sto ascoltando ed ha ragione Pietro, anche se - almeno per il I atto - è un pò troppo descrittiva rispetto alla versione che poi si è imposta. Inoltre Pinkerton emerge piuttosto razzista rispetto a quanto si sente di solito.

Saluti, Luca.

Ecco qualcosa che non sapevo!
Esiste un'altra incisione della versione di Milano?
Me la recensisci, per favore? La home ti sta aspettando!

Devo finire l'ascolto di quella della Callas-Karajan e poi completare l'ascolto di questa che ti ho menzionato. Quindi ci vuole un pochino. Mi pare che siamo io e tu soltanto a scrivere su dischi o sbaglio?

Salutoni, Luca.

Non sbagli, purtroppo. L'ultima recensione di Matteo è ancora dei tempi in cui entrambi portavamo i calzoncini corti.
D'altra parte non gliene posso fare una colpa: è sempre così impegnato, poveretto!

Per i collezionisti più romantici: ecco il link all'ultima recensione discografica di Matteo Marazzi: era il 27/10/2007. Non male, eh?