Il discorso sulle diverse tecniche è stato spesso usato, qui su OD, per spiegare trionfi e rovesci più o meno celebri dei cantanti, grandi medi o piccoli che siano, alle prese con i diversi ruoli.
Soprattutto i grandi fiaschi fanno mormorare il pubblico, e a mio avviso uno dei motivi per cui si levano spesso alti lai sulle grandi voci che non ci sono più e sui grandi cantanti che non ci sono più è proprio la frequenza con cui si verificano insuccessi anche macroscopici, e talvolta facilmente prevedibili.
Ora, io non so se in passato episodi di scritture palesemente sbagliate fossero frequenti come adesso, ma è un fatto che oggi come oggi si assiste ad un buon numero di errori di distribuzione. La responsabilità dei direttori artistici è innegabile, ma anche l'artista è colpevole.
Perché Paoletta Marrocu, capace di buone prove nel Verismo e nel repertorio del '900, strilla Paolina?
Perché Fabio Armiliato, che non è un fenomeno ma almeno arriva alla fine di Fanciulla del West, Aida e Forza del destino senza troppi patemi, va a cadere su Arrigo?
Perché Daniela Dessì, pregevole Tosca, Francesca da Rimini e Minnie, si imbarca come Duchessa Elena?
Perché Anna Netrebko, convincente Manon, Juliette e Violetta, naufraga come Lucia e Elvira?
Perché Patricia Petibon, brava nel barocco francese e in Lulu, scimmiotta con esiti modestissimi la Dessay come Morgana?
Perché la predetta Dessay, capace come nessuna di scavare il senso delle parole, canta ancora ruoli belcantistici dove, prevedibilmente, una parte del pubblico griderà che è distrutta, che deve ritirarsi e quant'altro?
Perché Renée Fleming, ancora in grado di ammaliare in Strauss e Dvorak, farfuglia le agilità di Lucrezia e Armida (e prossimamente Rodelinda)?
Insomma... ma un po' di prudenza no?
Qualche esempio del passato? A me viene in mente, su tutti, la Callas che oramai molto provata si incaponiva su Tosca e Norma e riservava alla sola sala d'incisione una Carmen straordinaria.
Altri esempi del passato e del presente?