Macbeth (Verdi)

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Re: Macbeth (Verdi)

Messaggioda Tucidide » ven 12 dic 2008, 15:42

Non ho visto tutto questo Macbeth di Zurigo, ma mi sono concentrato sulla Lady della Marrocu, incuriosito dai lusinghieri giudizi di Pruun, palato finissimo.
Che dire? Una Lady scopertamente e torbidamente sensuale, proprio zoccolona, anche dall'abbigliamento generosamente scollacciato, che canta "La luce langue" mentre accarezza lasciva, col piedino e le mani, il "bencapitato" :mrgreen: Hampson... Lei non è una bellezza classica, ma ha un fascino fortissimo, conturbante e deciso, da donna che se ti prende a mano, ti spompa! Quindi, visivamente e scenicamente è strepitosa, direi perfetta.
Però però... vocalmente, non riesce a completare il quadro.
Canta molto meglio di quanto m'aspettassi, forza qua e là qualche acuto, s'impicca sul re bemolle finale del Sonnambulismo, ma nel complesso regge molto bene.
Però non riesce, secondo me, a rendere musicalmente, timbricamente e come fraseggio quell'idea di personaggio che scenicamente e visivamente realizza alla perfezione.
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Re: Macbeth (Verdi)

Messaggioda Maugham » ven 12 dic 2008, 18:06

Tucidide ha scritto:Non ho visto tutto questo Macbeth di Zurigo, ma mi sono concentrato sulla Lady della Marrocu, incuriosito dai lusinghieri giudizi di Pruun, palato finissimo.


Scusa, ma ti sei guardato quel capolavoro che è il Macbeth di Poutney saltabeccando di qua e di là? :shock:
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Re: Macbeth (Verdi)

Messaggioda Tucidide » ven 12 dic 2008, 18:31

Maugham ha scritto:
Tucidide ha scritto:Non ho visto tutto questo Macbeth di Zurigo, ma mi sono concentrato sulla Lady della Marrocu, incuriosito dai lusinghieri giudizi di Pruun, palato finissimo.


Scusa, ma ti sei guardato quel capolavoro che è il Macbeth di Poutney saltabeccando di qua e di là? :shock:
Non si fa cosi! :evil:
WSM

:oops: :oops: :oops:
Eh... ero stanco e ho fatto un po' di "zapping"... :mrgreen:
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Re: Macbeth (Verdi)

Messaggioda Pruun » ven 12 dic 2008, 22:46

Tucidide ha scritto:Non ho visto tutto questo Macbeth di Zurigo, ma mi sono concentrato sulla Lady della Marrocu, incuriosito dai lusinghieri giudizi di Pruun, palato finissimo.


Grazie del complimento... :oops: :oops: :oops:
Come mai non ti convince? Io, credimi, non sono un fan della Marrocu (anzi) eppure trovo che, tolto il Sonnambulismo dove non mi travolse come mi sarei aspettato, la sua Lady consegni un primo e secondo atto dove non saprei trovare difetti... (il duetto con Hampson a me pare un capolavoro!)
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Re: Macbeth (Verdi)

Messaggioda Tucidide » ven 12 dic 2008, 23:03

Pruun ha scritto:Come mai non ti convince? Io, credimi, non sono un fan della Marrocu (anzi) eppure trovo che, tolto il Sonnambulismo dove non mi travolse come mi sarei aspettato, la sua Lady consegni un primo e secondo atto dove non saprei trovare difetti... (il duetto con Hampson a me pare un capolavoro!)
La regia di Poutney, poi, è davvero affascinante!

Premetto che non ho visto tutta la sua parte, ma concentrandomi sui momenti solistici trovo un pochino carente di personalità l'aria d'entrata. Molto meglio "La luce langue", un vero momento di teatro, ed anche il duetto con Macbeth (che non ho visto nella sua interezza :oops: ) mi sembra ottimo. Condivido poi le tue perplessità sul Sonnabulismo.
Certo, poterla vedere la rende una Lady di fortissimo impatto.
Mi chiedevo solo se, chiudendo gli occhi, l'impatto sarebbe lo stesso così forte...

Comunque, riascolterò e ridirò anche degli altri.
Per quel po' che ho sentito, Hampson si conferma baritono verdiano notevolissimo: peccato che in questi giorni stia propinando agli americani un Athanael vociferato e volgarissimo, che ha suscitato perplessità anche ai suoi fan abituali :shock: : forse è la frustrazione di sentirsi in un one-woman show (parecchio pacchiano, lo confesso :mrgreen: ).
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Re: Macbeth (Verdi)

Messaggioda Maugham » sab 13 dic 2008, 8:52

Tucidide ha scritto: Mi chiedevo solo se, chiudendo gli occhi, l'impatto sarebbe lo stesso così forte...


Ma perchè mai dovresti chiudere gli occhi?
L'opera è teatro, no?
Purtroppo la gran parte degli attuali appassionati è cresciuta col solo audio.
Sono convinto che se il video ci fosse stato dagli anni Cinquanta in poi i nostri giudizi e i nostri gusti in fatto d'Opera sarebbero radicalmente diversi.
Non trovi?
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Re: Macbeth (Verdi)

Messaggioda VGobbi » sab 13 dic 2008, 13:19

Maugham ha scritto:
Tucidide ha scritto: Mi chiedevo solo se, chiudendo gli occhi, l'impatto sarebbe lo stesso così forte...


Ma perchè mai dovresti chiudere gli occhi?
L'opera è teatro, no?
Purtroppo la gran parte degli attuali appassionati è cresciuta col solo audio.
Sono convinto che se il video ci fosse stato dagli anni Cinquanta in poi i nostri giudizi e i nostri gusti in fatto d'Opera sarebbero radicalmente diversi.
Non trovi?

Temo che hai assolutamente ragione WSM. Sara' un caso che preferisco acquistare cd piuttosto che dvd. Il motivo, potrebbe essere, aver piu' possibilita' di scelta nel reparto audio, con la presenza di miti che nel video non ci sono.
Nemmeno noi siamo d'accordo con il gobbo, ma il gobbo è essenziale! Guai se non ci fosse!
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Re: Macbeth (Verdi)

Messaggioda Tucidide » sab 13 dic 2008, 13:43

Maugham ha scritto:Ma perchè mai dovresti chiudere gli occhi?
L'opera è teatro, no?

Ma certamente! :)
Purtroppo la gran parte degli attuali appassionati è cresciuta col solo audio.
Sono convinto che se il video ci fosse stato dagli anni Cinquanta in poi i nostri giudizi e i nostri gusti in fatto d'Opera sarebbero radicalmente diversi.
Non trovi?

Anche in questo caso, hai ragione, Maugham. Magari, alcuni nostri miti discografici sarebbero stati a mal partito in contesti visivi, e cantanti di cui ora poco o nulla ci cale sarebbero considerati degli dei dell'interpretazione.
Infatti penso ad una cosa: nel passato come nel presente, ci sono cantanti che quasi solo con il canto (bello o brutto, corretto o scorretto, non importa) riescono a veicolare, a trasmettere un'idea, un personaggio, una personalità. Non parlo di emozione, ché quella è sempre soggettiva. Parlo di dati voclai ed interpretativi, di capacità di catalizzare l'attenzione, di informare la linea vocale di qualità sue proprie, personali, che ti facciano "vedere" il personaggio attraverso la musica.
Di altri cantanti invece si dice che bisogna vederli in scena e valutarli nel complesso.
Mesi fa parlai con Mat della Netrebko, dicendo che a mio avviso non presentava caratteristiche vocali e musicali tali da renderla una grande, e lui obiettò dicendo che, a vederla in scena, è una torcia, che calamita su di sé l'attenzione.
Va bene, posso crederlo, però mi chiedo: come mai della Callas non abbiamo bisogno di video per capirne le interpretazioni?
Mi si dirà che la Callas è un genio, e ce n'è stata una.
Allora prendiamo la Tebaldi, di cui c'è qualche video: eppure, possiamo comunque accontentarci del solo audio, visto che quello che fa a livello scenico è ribadito punto su punto nella linea vocale.
Gobbi: piaccia o non piaccia, riesce a dare a livello musicale e vocale un'impronta precisa ai suoi personaggi, e le testimonianze video non fanno altro che ribadire per immagini quello che il suo canto comunica.
E gli esempi sarebbero molteplici. Anche la grande Jessye Norman, quando la sentii la prima volta in disco (Nozze con Davis e la Freni), non sapevo come fosse d'aspetto, eppure sentii un personaggio perfettamente realizzato già dopo quattro note di "Porgi amor".
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Re: Macbeth (Verdi)

Messaggioda MatMarazzi » sab 13 dic 2008, 14:53

Tucidide ha scritto:Di altri cantanti invece si dice che bisogna vederli in scena e valutarli nel complesso.
Mesi fa parlai con Mat della Netrebko, dicendo che a mio avviso non presentava caratteristiche vocali e musicali tali da renderla una grande, e lui obiettò dicendo che, a vederla in scena, è una torcia, che calamita su di sé l'attenzione.


Permetti, Tuc: forse non mi ero spiegato bene allora e provo a farlo meglio adesso.
Se ho affermato che la Netrebko è una torcia in scena (e che dispone di una considerevole forza interpretativa) non era per replicare alle tue "critiche" vocali e musicali su di lei.
A quelle avevo già replicato - contestandole - sul terreno della vocalità e musicalità.
Una volta chiarito che dal mio punto di vista la Netrebko è un splendida cantante e musicista (specie nel suo repertorio d'elezione) ho aggiunto che è anche una domintarice della scena.
Credimi, Tuc! Dopo trent'anni di ascolti in disco e dal vivo, si impara per forza a capire se un'interprete è valida (muscialmente e vocalmente) indipendentemente dal fatto che sia una bella donna! :)

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Re: Macbeth (Verdi)

Messaggioda Tucidide » sab 13 dic 2008, 19:27

MatMarazzi ha scritto:Se ho affermato che la Netrebko è una torcia in scena (e che dispone di una considerevole forza interpretativa) non era per replicare alle tue "critiche" vocali e musicali su di lei.
A quelle avevo già replicato - contestandole - sul terreno della vocalità e musicalità.
Una volta chiarito che dal mio punto di vista la Netrebko è un splendida cantante e musicista (specie nel suo repertorio d'elezione) ho aggiunto che è anche una domintarice della scena.

Sicuramente è come dici tu, ma evidentemente i pregi di carattere musicale non mi devono aver convinto molto... :mrgreen:
Del resto, io resto dell'idea che anche il dato musicale si presti ad una forte soggettività, come dice spesso il nostro dottorcajus.
Credimi, Tuc! Dopo trent'anni di ascolti in disco e dal vivo, si impara per forza a capire se un'interprete è valida (muscialmente e vocalmente) indipendentemente dal fatto che sia una bella donna! :)

Non ho mai dubitato delle tue competenze, Mat, e lo sai bene. :D
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Re: Macbeth (Verdi)

Messaggioda Maugham » sab 13 dic 2008, 20:12

Tucidide ha scritto: Magari, alcuni nostri miti discografici sarebbero stati a mal partito in contesti visivi, e cantanti di cui ora poco o nulla ci cale sarebbero considerati degli dei dell'interpretazione.
Infatti penso ad una cosa: nel passato come nel presente, ci sono cantanti che quasi solo con il canto (bello o brutto, corretto o scorretto, non importa) riescono a veicolare, a trasmettere un'idea, un personaggio, una personalità.


Vedi, forse mi sono spiegato male, ma volevo esprimere un concetto diverso.
Quello che dici sulla Callas e le altre è talmente vero da sembrare ovvio.
Con la voce si può far teatro. L'analisi di Matteo sulle due Lady lo dimostra in maniera puntigliosa e impeccabile.
Io mi limitavo solo a riflettere sul fatto che una frase come la tua: "Mi chiedevo solo se, chiudendo gli occhi, l'impatto sarebbe lo stesso così forte..." nell'Ottocento e anche dopo sarebbe stata incomprensibile. O meglio, addirittura impensabile.
"perchè mai devi chiudere gli occhi?" ti avrebbero chiesto. :) Sei a teatro. :shock:
E me lo sono chiesto anch'io. Simpaticamente intendo. :wink:
"Perchè mai avrà sentito il bisogno di chiudere gli occhi per valutare la Marrocu?"
Forse perchè la mimica, l'espressività, il saper stare sulla scena, sono accessori fuorvianti?
O meglio, perchè sono mezzi per distogliere l'attenzione da eventuali falle vocali?
Io penso che invece siano doti o demeriti (a seconda del caso) ugualmente importanti quanto quelli vocali; e in quanto tali, inseparabili.
E' ovvio che, di certi interpreti di cui non abbiamo nessuna documentazione video, ne dobbiamo per forza fare a meno e fondarci su altro.
Ma questo è un altro discorso.
Per restare in tema ho allargato il mio pensiero al disco.
Che senza dubbio ci ha reso più eruditi (non sempre più colti) dei nostri avi privi di mezzi tecnici sofisticati, ma che, come contropartita, ci ha anche dato una percezione a volte riduttiva del teatro d'opera.
Soprattutto nel caso in cui l'ascolto domestico abbia superato di gran lunga, per ovvie ragioni, quello dal vivo.
Tutti concentrati a decifrare il dato sonoro e in alcuni casi a valutare un interprete solo attraverso questo, abbiamo a volte lasciato perdere l'aspetto, altrettanto importante, della simbiosi tra scena e musica.
Adesso che possiamo valutare un interprete nella sua totalità alcuni sono però talmente assuefatti a questa analisi meramente sonora da non essere in grado di fare un discorso complessivo.
C'è sempre questa tendenza a separare l'arte vocale dall'arte scenica -quest'ultima in posizione di sudditanza- non capendo di quanto siano sempre state, dai primordi dell'opera, strettamente connesse.
Trovo ad esempio divertente che adesso si valuti, come fanno alcuni simpaticissimi ortodossi vocalisti di mia conoscenza, il teatro di Verdi solo sulla base di quantizzazioni tecnico-vocali.
E' curioso perchè Verdi non ha mai cercato bei suoni. Cercava, guarda un po', la parola scenica.
Adesso, in tempi brevissimi, con il sorpasso delle uscite su DvD rispetto al solo audio, le cose stanno cambiando in maniera elettrizzante e vertiginosa.
I cantanti sono sempre più attenti ai valori espressivi e teatrali dello spartito e gli appassionati di vecchia data scoprono nuovi terreni mai prima esplorati...
Insomma, trovo sia giunto il momento di fare questo: se chiudiamo gli occhi per la Marrocu o per la Michael o Kaufmann, guardando un video della Caballè o della Freni o anche del mio amatissimo Bergonzi, dovremmo provare a tapparci...le orecchie. :) Almeno per equità di giudizio, no? :)
Paradossi a parte, penso che riguardo alla Marrocu e a Poutney ci sia una simbiosi tra i due così assoluta da rendere pressocchè inutile qualunque separazione tra quanto si sente e quanto si vede.
Ciao
WSM
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Re: Macbeth (Verdi)

Messaggioda Tucidide » dom 14 dic 2008, 0:42

Maugham, dici cose giustissime: anch'io credo che l'attuale mercato del DVD stia spostando nuovamente l'attenzione del pubblico "domestico", ossia di chi ascolta musica a casa, sui valori autenticamente teatrali dell'opera, facendo riscoprire quella che ne dovrebbe costituire l'essenza. Questo, dal mio punto di vista costituisce un bene, un ritorno alle origini, visto che, a leggere recensioni di spettacoli dei primi del novecento, prima cioè dell'esplosione del disco, si scopre che gli artisti erano valutati anche più di adesso per la loro capacità di stare sul palcoscenico.
E' però senz'altro vero che proprio il disco, se da un lato ha spostato l'attenzione del pubblico sul fattore meramente vocale, probabilmente traviando per un certo periodo la critica e il pubblico, dall'altro ha mostrato, se mai ce ne fosse bisogno, che un'interpretazione si può valutare anche dalla sola linea vocale. Del resto, se l'opera non fosse fruibile anche tramite la sola parte sonora, non l'avrebbero nemmeno mai usato, il disco. :D
Questo non significa, logicamente, che un cantante può permettersi di piazzarsi sul pacoscenico con le mani sulla pancia, e limitarsi a fraseggiare ispirato. Ma certo, se l'inteprete è sensibile, deve riuscire, anche solo con l'audio, a far afferrare all'ascoltatore almeno parte della sua idea del personaggio. Diciamo che in un certo senso devi riuscire, tu ascoltatore, ad immaginare il personaggio in una foggia che assomigli a quello che è sulla scena. Non è un fatto di voler chiudere gli occhi: se li chiudessi con la Marrocu, oltretutto, sarei pure cretino... :mrgreen: Si tratta di vedere se in effetti quello che si sente si attagli o meno con quello che si vede.
Se tu prendi i portamentoni di Corelli, i singulti, le smorzature chilometriche, gli acuti potentissimi, le corone piazzate dove capita, tutto in lui ti mostra un certo tipo di personaggio, quello che poi lui rappresentava in scena. Di certo non puoi immaginare un personaggio incipriato, damerino e cicisbeo, ascoltando il canto di Corelli. :D Prendi Del Monaco: gli occhi pallati e la fronte corrugata te li immagini anche senza vederli, quando senti quell'"Esultate", quelle note bronzee, quel suono sparato al massimo, quella scansione martellante.
Nella fattispecie di questo Macbeth, dal mio punto di vista quello che la Marrocu fa vedere va in una direzione ben precisa, perfettamente ispirata dal regista, mentre quello che fa udire resta un tantino neutro. Non si tratta, ripeto, di falle vocali e di credere che il gioco scenico e l'aspetto fisico siano specchietti per le allodole. :)
Non dico: adesso chiudo gli occhi, così questa moracciona non mi frega con le sue scollature e il suo piedino malizioso, e mi limito ad ascoltare come canta e basta. :D Semplicemente, ascoltando il suo canto, trovo che non esprima tutto quello che esprime invece il suo talento scenico. Esprime belle cose anche con la voce, certo: ma meno di quello che riesce a fare scenicamante.
Forse, a ben vedere, la mia frase sugli occhi chiusi è stata infelice: non intendevo dire che occorra valutare con gli occhi chiusi, ma che non avverto, in questo caso, una pregnanza sonora altrettanto forte di quella visiva. Ma gli occhi li tengo bene aperti, sia chiaro, e sono contento di farlo, perché questa è sicuramente una grande Lady. :D :D
Da quello che ho visto (oggi ho visto altri pezzi) Hampson riesce invece, secondo me, a coniugare in modo perfetto la parte scenica a quella musicale e vocale.
Opinioni mie, eh, sia chiaro. :wink:
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DVD "Macbeth" di Verdi (Scala 1975, Abbado, Cappuccilli)

Messaggioda stecca » gio 03 giu 2010, 13:39

DVD "Macbeth" di Verdi (Scala 1975, Abbado, Cappuccilli)

Continuando, e sempre grazie ai benedetti DVD di house of opera, nel recupero visivo degli spettacoli verdiani mito degli anni settanta alla Scala che mi sono perso, dopo il memorabile Otello del 1976 diretto da Kleiber, ho ieri proiettato su schermo gigante l’altrettanto celeberrimo Macbeth dell’anno prima frutto della irripetibile accoppiata Abbado-Strehler, ed anche in questo secondo caso, lo dico subito, il suo alone di leggenda si è confermato a distanza di 35 anni più che meritato.
Non riesco ad immaginare una stile di direzione più diverso di quello di Carlos Kleiber e di Claudio Abbado a cominciare dal “gesto”, eppure entrambi pervengono per strade diverse a quella che potremmo definire la assoluta perfezione verdiana nel riuscire a fare emergere come pochi altri il genio più maturo del bussetano, al punto che, come nel caso dell’Otello di Kleiber, riesce difficile ipotizzare un Macbeth superiore a quello di Claudio Abbado sia in ogni singolo dettaglio (incredibile la valorizzazione di pezzi musicalmente discontinui quali la ballata delle streghe o gran parte del terzo atto) sia nei miracolosi pezzi di insieme (i due concertati finali dei primi due atti sono leggendari).
A ciò si aggiunga la ancora oggi superba regia di Strehler che pare studiata proprio per quella direzione e viceversa.
E se coro ed orchestra trattandosi dell’anno prima ripetono il buon esito di Otello, il protagonista di questo Macbeth eguaglia per straordinaria eccellenza il protagonista di quell’Otello, al punto che Piero Cappuccilli firma qui quello che a mio parere deve ancora oggi essere ritenuto a pieno titolo uno dei capolavori assoluti della storia della interpretazione verdiana.
Come nel caso di Otello peraltro, dove come ebbi a dire firmava uno Jago sensazionale, la ripresa video ne valorizza la intensità del volto e delle gesta, con la differenza che la particolare scrittura drammaturgico-vocale di Macbeth gli richiede rispetto ad Otello un ben maggiore sforzo di sfumature e di fantasia, e trovo davvero ingeneroso che ancora oggi i soliti luoghi comuni del baritono da scuola del muggito impediscano a molti di rivalutare questa straordinaria prova di questo sommo Artista colto all'apice della sua forma, ed il fatto che la voce fosse naturalmente torrenziale e dispensata a pieno regime, non fa certo venire meno la meraviglia di alcuni suoi momenti davvero straordinari dal grande duetto del primo atto alla scena delle visioni fino alla celebre aria chiusa che forse non avrà la morbidezza di un Bruson, ma in compenso trasuda Verdi vero autentico e sentito in ogni sua nota.
Il Banco di Ghiaurov poi sin dalla prima frase “né tanto glorioso” passando per il “o quale orrenda notte” fino alla memorabile aria chiusa scandita da uno dei più suggestivi e fluviali timbri di basso mai apparsi in scena, si conferma di meritare un solenne posto al sole anche comparandolo a tutti i vari bassi cimentatisi in tale importante ruolo sia prima che dopo.
Lusso di altri tempi poi quello di potere disporre nella piccola parte di Mcduff di un tenore magari non un mostro di personalità e di stile ma dalla voce così perfettamente proiettata in avanti e squillante come Lucchetti che valorizza la parte come pochi altri e non a caso si narra che Muti lo imponesse sempre ad ogni suo Macbeth dissanguando le casse dei vari Teatri, ed infine discorso a parte merita la protagonista che ai tempi fu un po’ un azzardo giacchè si trattava del mezzo-soprano ibrido Shirley Verret che sostanzialmente veniva alla Scala dopo la…Callas della memorabile inaugurazione con De Sabata.
Io che anni dopo vidi quel Macbeth con la mia amica nonché amatissima Dimitrova (dalla voce onnipotente) debbo riconoscere che quella sera Shirley Verret fece una Lady da leggenda ed anche qui il video le restituisce quella grandezza che il solo audio talvolta riduce.
La compenetrazione totale nel personaggio della Verrett dal viso ai più remoti accenti è davvero incredibile e basterebbe quel suo straordinario modo di ricomparire in scena con “le mani ho lorde anch’io” ma anche dal punto di vista prettamente vocale va detto che domina con grande classe una delle scritture da soprano più impervie che siano mai state vergate su rigo, al punto che non essendoci ahimè il video della Callas, non esito a definirla la più grande Lady Macbeth che abbia mai veduto e sentito con buona pace di tutte le altre altolocate cantanti.
Il pubblico ovviamente dispensa esaltato ovazioni ad ogni spazio concesso, ma oggi, a distanza di 35 anni e con quel che passa spesso il convento, viene quasi da pensare che quella sera il sipario avrebbe dovuto calare non prima del mattino inoltrato, insomma uno spettacolo in tutto e per tutto veramente memorabile ed ancora migliore se possibile dell’Otello dell’anno dopo considerato che come opera in se, pur nella sua straordinarietà, Macbeth rispetto ad Otello continuo a ritenerla opera di gradino musicale leggermente inferiore.
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Tcherniakov a Parigi (2009). DVD

Messaggioda MatMarazzi » dom 15 mag 2011, 23:22

Ho visto il DVD del recentissimo Macbeth a Parigi alla fine dell'era Mortier (2009)
A me era arrivata l'eco di uno spettacolo contestatissimo, anzi uno scandalo di portata tale che le dimissioni di Mortier sono arrivate poco dopo.
E invece consiglio a tutti di vederlo, perché diversi sono gli spunti interessanti.

Tcherniakov realizza uno spettacolo alterno (almeno a mio gusto) e probabilmente non all'altezza di altre sue produzioni (il Don Giovanni, i Dialoghi delle Carmelitane...)
L'idea di fondo funziona (la storia diventa il crollo di un politico improvvisato, che da eroe di guerra che ha sposato una ricca di città, diventa prima assassino poi folle dittatore: ogni retaggio soprannaturale è bandito. Grandi protagonisti dello spettacolo sono la piazza - che assorbe streghe, sicari e apparizioni - e il palazzo), e tuttavia non si può certo dire che si tratti di un'idea originale.
La costruzione dei personaggi passa da intuizioni molto felici ad altre troppo caricaturali. Alcune scene (l'arrivo di Duncan, il festino "elettorale", l'apparizione dello spettro, il sonnambulismo) sono potentissime e degne di un immenso regista musicale. Nel complesso però anche io sarei uscito da teatro con diverse perplessità.

La direzione di Teodor Currentzis va sentita assolutamente.
Nessuno oggi, se non un russo e per giunta giovane (o un americano vecchio) potrebbe affrontare questa partitura con un simile abbandono romantico; a volte fa persino un po' tenerezza... E tuttavia l'impatto è grandioso, emotivamente e narrativamente.
Il cast è dominato, per me, dal sorprendente baritono Dimitris Tiliakos, che compone un Macbeth da tenere a mente, anche se la sua voce (nei momenti di tensione) sviluppa sonorità sospette e imprecisione di intonazione. Nulla di particolarmente grave, in considerazione dell'ottima dinamica, pregevole legato e suggestive mezzevoci. Come attore è semplicemente perfetto.
La Urmana, gran diva della serata, sconta vocalmente il fatto di non avere nè l'estensione di Lady, nè la giusta formazione tecnica. Quando deve limitarsi a sparare le sue note è comunque impressionante: al sonnambulismo riesce a muoversi persino con leggerezza (ma il re bemolle - urlato alla finale primo - non è all'appuntamento).
Quel che sorprende, tuttavia, è l'adesione convinta ed entusiasta al lavoro di Tcherniakov, che riesce a strapparle una delle intepretazioni più accurate e sorprendenti della sua carriera.
Secco è poco più che accettabile, mentre Furlanetto è obbiettivamente impresentabile.

Altri hanno visto il dvd?
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Re: Tcherniakov a Parigi (2009). DVD

Messaggioda Maugham » lun 16 mag 2011, 9:58

MatMarazzi ha scritto:Altri hanno visto il dvd?
Salutoni,
Mat


Io l'ho visto :wink: e ho pochissimo da aggiungere alla tua bellissima scheda.
Si tratta è vero di uno spettacolo alterno sia musicalmente che teatralmente.
Inviterei però tutti a vederlo perchè rappresenta, almeno per me, un sintesi chiara di quello che intendo per teatro di regia nell'opera. Quasi un manifesto di tecnica registica. Il che non significa che si tratti di uno spettacolo "perfetto".
Vi faccio un esempio extramusicale. Non so se l'abbiate visto, ma prendete il primo film della Trilogia di Jackson sui romanzi di Tolkien. Circa a metà del film c'è una scena in cui Arwen decide di portare in salvo Frodo ferito. Lo carica a cavallo e parte alla volta di Rivendell. Durante la cavalcata compaio i Cavalieri Neri che la inseguono anche loro a cavallo. Ebbene, quella scena, per ritmo, montaggio, effetti sonori, musica, fotografia è l'emblema perfetto di quello che significa narrare per immagini. In quella breve scena è come sintetizzato l'enorme potenziale del cinema (e la sua forza) che gli ha consentito di arrivare in pochi anni al vertice tra le forme d'intrattenimento sbaragliando tutte le altre. Questa scena dovrebbe essere studiata in tutte le scuole di cinema. Poi, è ovvio, questo non significa assolutamente che il film in questione non abbia tempi morti, ingenuità e retoriche.
Così questo Macbeth.
In alcuni punti -in questo ha ragione Mat- la tensione cala e il soufflé rischia di sedersi. Inoltre certi momenti soffrono di eccessiva sottolineatura nei temi e nelle emozioni trattate. Però, se si smontano certe scene (i primi due assoli della Lady trasformati in scene a due con una puntigliosa osservanza delle parole del libretto e della musica nel trascolorare di accenti, movimenti, inflessioni tra l'altro con una cantante solitamente monolitica come l'Urmana) siamo di fronte a un grande, a volte grandissimo spettacolo.
Ovviamente qualcuno di voi mi dirà: "Bella forza, se prendi a esempio questo o quel momento qualcosa di buono lo trovi in qualunque spettacolo... :D "
E' vero, però qui è diverso. Non parlo di momenti più o meno riusciti. Parlo di momenti riusciti perchè... costruiti secondo un determinato pensiero, una determinata ottica teatrale, una tecnica particolare che è solo dei grandissimi (Jones, Guth e MacVicar).
Musicalmente rincaro le lodi per Currentzis. Imbevuto degli approcci verdiani di Sinopoli (ritmiche contrastate, archi senza vibrato, sottolineature delle modulazioni armoniche strane) Currentzis impagina un Macbeth fiammeggiante. A volte - come con Tcherniakov- il risultato è entusiasmante a volte siamo dalle parte del compito del primo della classe.
Tiliakos è molto bravo anche per me. Ovviamente non potrà piacere ai cappuccillisti e ai brusioniani. L'aria finale (seppur una zeppa nella versione parigina) è emozionante.

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