La Forza del Destino (Verdi)

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La Forza del Destino (Verdi)

Messaggioda stecca » gio 31 gen 2008, 18:06

LFDD

Operona, anzi operonciona, piena di tutto e di più, la innominabile verdiana.
Raramente è dato di trovare un lavoro musicale così zeppo di meraviglie e di cadute, non mi sovvengono opere di Verdi con tali caratteristiche anche considerata l'epoca di composizione che la vede inserita tra due capolavori assoluti quali Ballo in maschera e Don carlo. Eppure è opera che sa esaltare come poche se degnamente eseguita e che mi parrebe sulla carta non dico difficile ma quasi impossibile oggidì presentarne una all'altezza, anche se ho letto che a Montecarlo, a differenza di Firenze, le cose sono andate molto bene.
La cosa più ardua è proprio tenere in piedi il tutto che rischia troppo spesso di squagliarsi, anche causa i momenti di pesante caduta ritmo che si susseguono tra un momento febbrile e l'altro, e persino, caso strano in Verdi, causa incomprensibile ripartizione degli atti, al punto che il penultimo si conclude in pieno duello che verrà ripreso nel suo epilogo solo dopo la grande aria di Leonora.
Inoltre è lunga, maledettamente lunga e infatti spesso sovvengono i tagli, e sfoggia per il mezzosoprano Preziosilla una tessitura pari solo alla sostenziale bruttezza dei brani a lei affidati, morale solo un mezzo fuori di zucca si sobbarca tale ruolo, ed anche il buffo Melitone (tolto il superbo Bruscantini in Scala) deve combattere con scene e scenette assai confuse e modeste, ricordo che anni fa alla Arena un mio amico mi disse mai visto una tale bruttura...
Eppure, si diceva, è opera che sa esaltare il più sfegatato dei verdiani e non solo, io stesso debuttai qui sopra proprio con un thread entusiasta dopo la visione Video della edizione scaligera del 1978 ed in ispecie dei due bellissimi duetti dei fenomenali Carreras-Cappuccilli che titolai "il cantar da macho" e che per tale titolo venni ripreso....
Quindi, dettone tutto il male possibile, rimane il fatto che in siffatto guazzabuglio, il genio di Verdi seppre creare alcune scene memorabili e quattro, diconsi quattro (!!!) ruoli canori in grado di fare decollare dall'oggi al domani la carriera di chi si ivi cimenta, perchè Leonora, Alvaro, Carlo e Padre Guardiano sono quattro parti davvero meravigliose come poche altre, fino a quel finale straordinario che lascia senza fiato gli spettatori e che è uno dei più bei fiali verdiani di sempre....
Edizioni memorabili dal cast stellare se ne ricordano alcune, dalla mitica Mitropulos a quella scaligera del bicentenario, ed anche in disco ce ne sono ben tre edizioni che sono straordinarie, e parlo della EMi Gardelli e delle due RCA sia quella di Schippers sia quella di Levine e tra le quali c'è solo l'imbarazzo della scelta, mentre sia Muti che Sinopoli hanno a mio parere, e soprattutto il secondo, lasciato due edizioni perdibili.
Però....sarò stato sfortunato io ma confesso che, on stage, io sono sempre incappato in edizioni che definire deludenti è puro eufemismo....tocca quindi ricorrere al disco ove non mancano, anzi, meraviglie assolute ivi trovando tutti o qualsi i grandi interpreti verdiani del dopoguerra tutti cimentatisi in questa operona, la più manzoniana di Verdi anche se fu commisionata dai russi...
Pensate che la discografia del dopoguerra ci sfodera quali Leonore in fila e senza soluzion edi continuo Callas, Tebaldi, Cerquetti e MIlanov ovvero la divina più le tre voci tardo-verdiane più sfavillanti e sontuose di sempre, e debbo dire che non essendo parte troppo acuta ma essendo invece parte molto aulica e verdianamente retorica la Tebaldi, con tutto il rispetto per le altre, le supera tutte mentre per le medesime e rovesciate ragioni la Callas arriverebbe ultima se non fosse che le condizioni vocali della MIlanov in disco erano nel 1958 semi-andate, se tuttavia si sente la MIlanov live nei suoi anni di regno al Met il discorso cambia e la Callas ritorna ultima.
Ma appena dopo arriva Leontyne Price ed è tombola....peccato per quell'osceno registro grave che nel Ballo e in Aida disturba meno che qui, ma la voce della prima edizione Schippers del 1964 è meraviglia verdiana allo stato puro, con la più sensazionale salita morbida all'acuto nei punti di commozione ove la voce deve espandersi, che sia dato di udire. Poi arrivano la sempre brava Arroyo (molto ma molto meno soggiogante della Price però), di nuovo la Price un tantinello affaticata ma sempre di grande eloquenza tranne che nel troppo tardivo DG ed infine la Caballé live del 1978 in Scala. Poi MC non ha più ripetuto quel miracolo ma il video di quella serata storica ci regala quella che è stata a mio parere l'ultima grande Leonora del dopoguerra e non certo per "la vergine degli angeli" e basta.

Tenore lirico-spinto con necessità di eroico squillo sulla carta sarebbe invece lo scalpitante e davvero sfortunato Alvaro ma se il Tucker EMI sfoggia il solito accento verdiano doc etc. etc. sarà lo stlista Bergonzi a fare centro pieno nel ruolo ad onta della assenza dei summezionati requisiti, e quindi, nonostante la imparagonabilità naturale della sua voce con quella dei Del Monaco, Di Stefano e Corelli che lo precedettero, è suo, a mio parere, l'Alvaro più riuscito di tutti. Poi Carreras azzeccò pure lui la serata memorabilia ma onestamente di Alvaro, come si sente nel successivo disco DG di Sinopoli, aveva poco o punto, ma ancora una volta se i requisiti assistevano sulla carta il molto più squillante Giacomini (DG) è il meno squillante ma straordinariamente intenso Domingo a lasciarci un Alvaro da fiaba nella edizione RCA di Levine.
Ricordo tuttavia un notevolissimo Giacomini in un nastro live di Roma con la Dimitrova vociferante ma ricca Leonora.

Tagliabue, Bastianini, Warren e Merrill ci si parano davanti quali primi Carli del dopoguerra in disco, con l'aggiunta del valido ma certo meno talentuoso Protti, gran voci insomma per un ruolo pesante e di effetto fino al Cappuccilli che prima nel CD EMI con Gardelli e quindi nella fin troppe volte citata serata scaligera firma uno dei suoi capolavori assoluti che lo inserisce di imperio tra i grandi baritoni verdiani del dopoguerra e non solo.
Poi le voci di Carlo da grandissime si riducono, e seguono dunque anche loro la evoluzione generale delle voci che si assottiliano, e così dopo quelle ugole baritonali iper-sonore troviamo le meno possenti voci dei vari Milnes, Nucci, Bruson, Zancanaro etc. etc.
Merita di essere segnalato, non ci crederete, un giovane Carroli annata 1982 a Orange dove risulta il migliore in campo di tutti Montserrat compresa, ma i grandi Carli intendiamoci sono altra cosa...

Infine Padre Guardiano, ove la pastosa e calda voce di basso di Ghaiurov a me continua a fare venire la pelle d'oca anche quando, vd. scala 1978, i suoni appena sopra il centro risultano urlacci inverecondi.
Ma a parte il Ghiaurov (imperdonabilmente escluso dalle sale di registrazione nei suoi anni d'oro) non mancano i grandissimi, tipo il Pasero addirittura del 1941 nella edizione Cetra diretta da Marinuzzi, il Siepi d'annata vera e lo straordinario Christoff che tuttavia non ripete in Padre Guardiano il miracolo del suo Filippo II. L'ultimo grande Guardiano è il sottovalutato Giaiotti, sentire per credere quanto sia bello il suo Guardiano sia della edizione RCA che DG con Levine.
Poi andiamo un pò male perchè Raimondi era troppo giovane nella edizione di Gardelli e quindi arrivano i vari Burchuladze, Plishka etc. etc. che saranno ottimi professionisti nulla da dire (il che neppure è sempre vero...) ma che rispetto ai citati davvero perdono il confronto e di vari punti.

Detto che Bruscantini è stato di gran lunga il miglior Melitone della storia va anche ricordato che ad onta della bruttezza della parte (le due arrie sono orrende) il meglio del meglio in versante mezzosopranil-verdiano si è cimentato in Preziosilla, giacchè scorrono i nomi di Stignani, Nicolai, Simionato, Verrett e...Cossotto per mio conto quest'ultima, come spesso nel tardo-Verdi, la migliore fino alla tonitruante Dzajic.

Opera ardua cmq...molto ardua, e tanto di cappello alla coppia Dessì-Armiliato per l'entusiasmo che ha saputo creare a Montecarlo, esaltare il pubblico con questa opera è obiettivo che riesce solo ai grandi cantanti. quando però ci riescono esce fuori la serata memorabile....
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Messaggioda pbagnoli » gio 31 gen 2008, 22:09

Per me la recita delle recite, l'edizione da portare dappertutto, è quella di Colonia 1957: Gencer, Di Stefano, Protti, Siepi; dirige splendidamente quel grandissimo professionista che fu Antonino Votto.
La Gencer è la più incredibile Leonora di Vargas della Storia del canto: nessuna le è mai stata alla pari, nessuna sarà mai più come lei.
Su questo ruolo in particolare, se volete possiamo chiudere la discussione anche qui 8) ... alla faccia di Stecca!!!
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Messaggioda teo.emme » gio 31 gen 2008, 22:50

Con tutto il rispetto per la Gencer.....ma pure io sono "innamorato" della Leonora di Leontyne Price...per me la più grande in assoluto! :wink:
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Messaggioda Tucidide » ven 01 feb 2008, 1:55

Amo molto la registrazione di Colonia, dove fra l'altro Di Stefano è in forma soprendente (di solito lo amo poco, ma qui mi convince davvero), ma in effetti anch'io mi dichiaro vinto dall'amore per la Leonora di Leontyne Price (RCA 64), pur confessando un altro debole per quella (definita, a mio avviso ingiustamente, inerte) di Martina Arroyo.
Per quel che riguarda la direzione, direi che vince a man bassa Mitropoulos a Firenze nel 53: lugubre, tetro, rabbrividente fin dalla Sinfonia, per toccare l'apice con la Vestizione di Leonora, dove non ho mai sentito gli archi guizzare con tanta precisione (peccato per il suono infame).
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
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Messaggioda stecca » ven 01 feb 2008, 11:24

pbagnoli ha scritto:Per me la recita delle recite, l'edizione da portare dappertutto, è quella di Colonia 1957: Gencer, Di Stefano, Protti, Siepi; dirige splendidamente quel grandissimo professionista che fu Antonino Votto.
La Gencer è la più incredibile Leonora di Vargas della Storia del canto: nessuna le è mai stata alla pari, nessuna sarà mai più come lei.
Su questo ruolo in particolare, se volete possiamo chiudere la discussione anche qui 8) ... alla faccia di Stecca!!!


Non so se sei più fan poco obiettivo tu con la gencer o io con la montse....di sicuro è una bella gara, salutoni
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Messaggioda pbagnoli » ven 01 feb 2008, 12:03

Stecchino, credimi: non c'è gara!...
Se c'è una cosa che non sono è "poco obbiettivo", cosa che davvero non si può dire di te.
Inoltre sono dotato di un robusto sense of humour, altra dote di cui tu non sembri particolarmente brillare.
Infine, io ho altri interessi nel campo dell'opera; tu, se ne hai, sinora non ce ne hai parlato, avendo solo e sempre UN argomento che entra sistematicamente in ogni tuo post
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Messaggioda tatiana » ven 01 feb 2008, 15:47

Scusate, ma qualcuno mi sa spiegare perchè La Forza del Destino (io la nomino) in Italia non si può nominare? Da dove si prende questa leggenda? All'estero la si nomina tranquillamente, almeno così so io.

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Messaggioda pbagnoli » ven 01 feb 2008, 16:38

Perché sembra che porti sfortuna. Diversi aneddoti in diverse rappresentazioni sembrerebbero confermare questa storia, tipo la morte di Mitropoulos e altre cose del genere.
Ma se tu - cantante professionista - dici che non è così, siamo disposti a chiamarla col suo nome senza paura e superstizioni:
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Messaggioda tatiana » ven 01 feb 2008, 17:01

pbagnoli ha scritto:Perché sembra che porti sfortuna. Diversi aneddoti in diverse rappresentazioni sembrerebbero confermare questa storia, tipo la morte di Mitropoulos e altre cose del genere.
Ma se tu - cantante professionista - dici che non è così, siamo disposti a chiamarla col suo nome senza paura e superstizioni:
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Vediamo un po'... Ho vinto parecchi concorsi cantando Madre pietosa vergine ed è l'unica opera che ho cantato alla Scala anche se un'unica recita. Non considero colpa dell'opera il fatto che non siamo andati d'accordo con Muti, perchè non lo eravamo già stati anche in altre occasioni. Dunque io la nomino :wink:

Tatiana

P.S. Dimenticavo, ho una mia esecuzione di Pace mio Dio sul mio sito tratta da quella recita. Non dirige Muti però.
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Messaggioda pbagnoli » ven 01 feb 2008, 17:32

tatiana ha scritto: [P.S. Dimenticavo, ho una mia esecuzione di Pace mio Dio sul mio sito tratta da quella recita. Non dirige Muti però.

Lo so, la conosco bene... 8)
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Messaggioda Tucidide » ven 01 feb 2008, 19:06

tatiana ha scritto:Non considero colpa dell'opera il fatto che non siamo andati d'accordo con Muti, perchè non lo eravamo già stati anche in altre occasioni. Dunque io la nomino :wink:

Credo che tu non sia la sola... :D
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
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Messaggioda tatiana » sab 02 feb 2008, 12:32

Tucidide ha scritto:
tatiana ha scritto:Non considero colpa dell'opera il fatto che non siamo andati d'accordo con Muti, perchè non lo eravamo già stati anche in altre occasioni. Dunque io la nomino :wink:

Credo che tu non sia la sola... :D


Vero, non sono la sola, siamo in tanti :(

A me piace tantissimo la Leontyne Price come Leonora, forse è la mia preferita. La registrazione di Colonia e molto bella, è vero. La Caballe non scherza neanche lei. E della Tebaldi cosa dite?

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Messaggioda pbagnoli » sab 02 feb 2008, 13:33

Adoro la Tebaldi.
La adoro in particolare in quest'opera: l'attacco de "La Vergine degli Angeli" come lo realizza lei, è una di quelle cose che mi strappa la carne di dosso.
E tuttavia, pur non avendo una voce così bella come quella della Renata, la Gencer in quest'opera ha qualcosa di febbrile, un'ansia di vivere nonostante tutto e tutti, che mi commuove.
E poi: messe di voci, smorzature celestiali, pianissimi a profusione pieni, corposi, carnosi. La voce della Price è forse più idiomatica, ma la cantante non mette in campo tutte quelle meraviglie che fa la Gencer.
Certo, anche la Caballé le fa; a mio gusto, non mi sembra così piena e voluttuosa
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Messaggioda VGobbi » sab 02 feb 2008, 15:10

A questo punto voglio proprio sentire la Forza di Colonia con il duo Gencer/Di Stefano. Purtroppo su OS non ho trovato nulla ...

In compenso, ultimo mio acquisto della Forza, mi son procurato qualche mesetto fa una recita live del '53 con Tebaldi - Di Stefano - Guelfi - Neri - Barbieri - Luise. Capperi, che forza!!!

Sulla Leonora della Tebaldi si e' detto tutto e poco c'è da aggiungere sulla sua linea vocale immacolata. Solidissimo il Don Carlo di Guelfi, caricando molto il lato vendicativo del personaggio. La Barbieri avrà anche gusti plateali, ma che carisma e voce. Piacevolissima sorpresa e' stato poi l'Alvaro di Di Stefano. Non l'avrei immaginato cosi' a suo agio in un ruolo che esula dalla sua vocalità'. Un Alvaro trascinante, di rarissima bellezza con un "O tu che in seno negli angeli" da strappa-applausi! Forse poco Verdi nel suo canto, ma emozioni a gogo'. Infine, il mio punto di maggior interesse era il Padre Guardiano di Neri. E di lui son sempre rimasto favorevolmente impressionato dal suo organo vocale monstre. Si e' vero che alla lunga risulta noioso, stucchevole in quel suo canto da orco maligno che poco si confà' alla natura sacerdotale del personaggio, eppure questo Neri mi ha conquistato pure in quest'occasione e non solo nel suo Mefistofele boitiano, oppure nel suo Baldassarre (Favorita).
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Messaggioda stecca » mar 05 feb 2008, 12:10

La recensione in Home page della edizione diretta da Sinopoli

Ricordo benissimo l'uscita di quel cofanetto che ovviamente acquistai (fanatico verdiano quale sono) e ricordo pure che come osserva giustamente il recensore la di poco precedente uscita del Muti/EMi aveva lasciato alquanto a desiderare nel suo complesso.
Però la edizione citata in realtà fu peggio....nel senso che ha il non pregevole merito di dividere con il pessimo Trovatore DG di Giulini la palma di una delle peggiori edizioni in disco di un 'opera del sommo bussetano, con riferimento ovviamente a quegli anni che dopo sia arrivato anche di peggio a quei tempi non era dato di divinare....
L'unica cosa che si lascia apprezzare (allora come oggi, il mio giudizio no è cambiato con gli anni e gli ascolti) ne convengo è la interessante direzione di Sinopoli anche se nè il coro nè l'orchestra in questa edizione brillano in mood particolare. Ma come osserva all'inizio il recensore era proprio in radice il destinato esito semi-fallimentare della edizione de quo giacchè il cast vocale, già di suo opinabile sulla carta, si rivelò a conti fatti persino peggio del previsto ma contrariamente a quanto assume il recensore (opinion epersonale ovviamente sia chiaro) non soltanto nel versante maschile, anzi...
E' vero che Carreras era ormai l'ombra di quel generoso Alvaro della edzione scaligera del bicentenario e che Bruson fosse per abituale inerzia interpretativa assai lontano dalla giusta corda di Don Carlo cosiccome Burchuladze fosse sì voce di suo importante ma talmente male usata da risultare più una caricatura slaveggiante del basso russo che un Guardiano nobile ed autorevole, ma almeno Bruson aveva i requisiti del baritono verdiano, la voce di Carreras aveva ancora in alcuni punti (centrali) tratti fascinosi ed il basso giorgiano un certo quale accento serioso.
Le due donne invece erano a mio parere del tutto fuori parte ma se tutto sommato Preziosilla è ruolo talmente poco ispirato che persino gente come Stignani, Cossotto e Verrett più che tanto non riuscirono a valorizzare (figurarsi quel gigantesco bluff verdiano della Baltsa, Dio l'abbia in gloria) è proprio la lodata Plowright a costituire la palla al piede di quella edizione.
Che tale cantante (che ricordo di una certa qauae avvenenza) abbia poi trovato il suo habitat in altro repertorio mi rallegra per lei ma di certo il repertorio italiano di tradizione proprio nonle si confaceva affatto come dimostrò la pessima Suor Angelica scaligera del 1983 diretta da gavazzeni che rivelò una preoccupante ed inibente assenza quasi totale di legato...
Difetto che si ripete anche nella Leonora di Vargas di questa edizione che se non raggiunge le vette disastrose dell'altra Leonora del Trovatore di Giulini è solo perchè la tessitura di questa Leonora è un tantino diversa ed anche l'epoca di composizione del Trovatore rispetto alla Forza che prevede un soprano più spinto e meno belcantista. Certo non si può negare che il regsitro medio abbia un suo colore naturale interessante ma è proprio tutta la emissione e lo stile di canto della Plowright a rappresnetare la negazione del canto verdiano, ragion per cui se è pur vero che Mirella Freni era del tutto inadatta a Leonora (che non è nè Amelia Grimaldi, nè Elisabetta e tantomeno Desdemona, ruoli in cui la Freni è stata eccelsa) rispetto a questa Leonora si nota la solita ed insuperabile differenza ovvero quella tra un soprano fuori parte che tuttavia canta bene ed un soprano magari in parte che tuttavia canta...male. Ognuno poi come è giusto che sia sceglie come crede, personalmente dato che le buone edizioni (talune persino meravigliose) di quest'opera non mancano, scelsi allora di non più attingere nè all'una nè all'altra.
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