Líncisione operistica "perfetta"

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Líncisione operistica "perfetta"

Messaggioda DottorMalatesta » lun 27 ago 2012, 9:51

Quale potrebbe essere l´incisione operistica meglio riuscita dell´intera storia del disco (cantanti, direzione, orchestra, realizzazione tecnica)?

P.S.: ahimè, è possibile una e una sola risposta!!
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Re: Líncisione operistica "perfetta"

Messaggioda Triboulet » lun 27 ago 2012, 15:45

Doc i tuoi sondaggi sono sempre più impossibili! :shock: tra un po' ci domanderai qual'è l'opera più bella di tutti i tempi : Chessygrin :

Scherzi a parte, questa è davvero terribile, dato che come sai c'è sempre "qualcosa che non quadra" nelle incisioni, nonostante alcuni popolarissimi titoli siano stati incisi decine di volte nella storia. Mi serbo di risponderti con più cognizione in futuro (se mi verrà in testa qualcosa che vi si avvicina). Io personalmente distinguo le incisioni "equilibrate" dove l'insieme dà un'idea efficace della partitura, e le incisioni dove spicca un solo elemento ma in maniera eccezionale (una direzione travolgente, piuttosto che un interprete di riferimento storico). Tempo fa recensii un Rigoletto di Solti che spesso passa inosservato, quella per me era una registrazione equilibrata, niente faceva gridare al miracolo ma tutto andava più o meno al suo posto. Giulini o Kubelik sono sicuramente direttori più introspettivi/analitici di Solti, ma a volte mancano di un certo ritmo drammatico e, soprattutto, sono accompagnati da cast a tratti meravigliosi quanto inefficienti. Per lo stesso motivo, mi convince di più "nel complesso" la Tosca di Pappano che quella di Sinopoli, anche se può apparire un paradosso.
Se vuoi una risposta a bruciapelo ti direi la Butterfly della mia adorata Maria (con Gedda e Karajan). Che poi non si dica che sono anti-Karajan!! :mrgreen:
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Re: Líncisione operistica "perfetta"

Messaggioda VGobbi » lun 27 ago 2012, 23:19

A bruciapelo la Tosca di De Sabata con il trio delle meraviglie Callas-Di Stefano-Gobbi. 30 anni sono passati quasi dal mio primo ascolto ... ed il giudizio e' sempre di altissimo livello.
Nemmeno noi siamo d'accordo con il gobbo, ma il gobbo è essenziale! Guai se non ci fosse!
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Re: Líncisione operistica "perfetta"

Messaggioda Luca » mar 28 ago 2012, 7:15

Molti considerano (e io sono abbastanza d'accordo) che l'incisione operistica al top sia la puccinianaTurandot Sutherland-Mehta della DECCA (anche per il cast impiegato). A me personalmente piace moltissimo e la trovo molto rifinita e tecnicamente ottima (pensiamo anche all'epoca, ma la DECCA è stata sempre notoriamente all'avanguardia).
Accanto a questa però ci metterei anche il Rigoletto DGG diretto da Kubelik.

Saluti. Luca.
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Re: Líncisione operistica "perfetta"

Messaggioda DottorMalatesta » mar 28 ago 2012, 14:05

La mia proposta di indicare una possibile incisione operistica perfetta é volutamente provocatoria ;-). Ma in fondo é un motivo di discussione, no?
Solo che pensavo alla morte di Armstrong, e al fatto che da qualche parte nell´universo dovrebbe esserci un´incisione della nona di Beethoven diretta da Karajan che viaggia verso mondi ignoti e che dovrebbe rappresentare il nostro „biglietto da visita“ presso marziani ed extraterrestri vari. Mi sento rispecchiato nella nona di Karajan? Mah….
E allora, quale incisione operistica é perfetta perchè rispecchia piú di altre il secolo appena trascorso? Quale incisione é emblematica del 900?

Rigoletto di Kubelik, Madama e Tosca con la Callas, Turandot di Mehta. Edizioni eccellenti, di assoluto riferimento, certo.
Peró forse il vero dato di novitá apportato dal Novevento é stato non tanto l´interpretazione verdiana e pucciniana (che continuano la tradizione ottocentesca) quanto piuttosto, a mio modo di vedere, 1. la riscoperta del bel canto e 2. la rinascita del barocco. Mentre la seconda in parte si sta verificando anche in questi anni (e forse potremmo additarla come una conquista almeno in parte del XXI secolo), la prima risale sicuramente al secolo scorso e si condensa intorno alle figure paradigmatiche di alcuni cantanti d´eccezione: Callas, Sutherland, Horne.
Il fatto che attorno alla Callas il vuoto o quasi (si potrebbe considerare edizione perfetta forse la sola incisione di Norma con Corelli e la Ludwig?). Per i dioscuri Sutherloand-Horne: Semiramide (ma attorno a loro il nulla!!!), Norma (idem!). E allora? Puritani con Sutherland e Pavarotti? Mah…

A mio modo di vedere un´altra rivoluzione ha segnato il modo di intendere l´opera nel secolo scorso: quella realizzata da Karajan in Wagner. E allora, se con un fucile puntato, fossi costretto ad indicare una e una sola incisione „perfetta“, rappresentativa della sensibilitá del secolo trascorso forse indicherei il Ring di Karajan.

All is IMHO!!!!!

;-)
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Re: Líncisione operistica "perfetta"

Messaggioda Maugham » mer 29 ago 2012, 11:53

DottorMalatesta ha scritto:La mia proposta di indicare una possibile incisione operistica perfetta é volutamente provocatoria ;-). Ma in fondo é un motivo di discussione, no?


La tua domanda non è per nulla provocatoria, anzi, molto interessante.
A patto che -per valutare- si prendano in considerazione elementi oggettivi. Nel limite del possibile, è ovvio.
Io darei la palma della vittoria al "Ring" di Solti edito dalla Decca.
Non è la registrazione operistica "che mi piace di più", intendiamoci. Anzi, per certi aspetti è ormai superata. E' quella però che, a mio parere, oggettivamente incarna l'idea di "perfezione" per quanto attiene alle pubblicazioni operistiche.
Ecco i criteri.
Editoriale: nessuno mette in discussione l'importanza di questa pubblicazione. Il primo Ring in studio nella storia del disco venne realizzato in quattro tappe. Rheingold - 1959, Siegfried - 1961, Gotterdammerung 1962, Walkure 1965. La cofana di 22 LP (19 le quattro opere + una guida all'ascolto di 3) fu pubblicata nel 1968 in occasione dei dieci anni dal Rheingold.
Eccola
Immagine
Nessuno aveva mai tentato -prima della Decca- un'impresa del genere. Tra l'altro quasi tutti i capisaldi del grande repertorio erano già stati registrati. Mancava un Ring completo in studio. Per la Decca fu un salto nel buio. La Emi di Legge aveva ipotizzato un Ring completo con Furtwangler di cui resta solo Walkiria. Aveva abbandonato il l'impresa sia per la morte di Furtwangler che per la scarsa risposta del mercato.
Tecnica: penso che anche sotto il profilo tecnico i dubbi possano essere pochi. Il "sonicstage" inventato e brevettato dai tecnici Decca è, tutt'ora, spettacolare. Senza dubbio, come sistema di microfonazione e resa sonora è ampiamente superato. Così come, in ambito cinematografico è superato il "technicolor" di Via col vento o il Todd-a-o di Cleopatra. Ciò non toglie che all'epoca questo sistema di ripresa del suono abbia fissato uno standard (nel bene o nel male, a seconda dei gusti) da cui nessuna casa di produzione operistica poteva prescindere. Piaccia o meno, dopo il sonicstage non potevi più tornare indietro. Perfino Karajan (uomo di punta della Emi di Legge) abbandonò la casa inglese per registrare con questo sistema Otello, Carmen, Aida, Tosca. L'unica che ne fece a meno fu ovviamente la Emi di Legge che continuò imperterrita a sfornare dischi (splendidi) ma realizzati con criteri tecnici, per l'epoca, superati. Il successo commerciale di questo Ring nonchè quello di altre opere registrate con questo sistema fu una della cause -se non la principale- della crisi profonda in cui cadde la Emi negli anni Sessanta e che portò all'allontanamento di Legge dal timone del settore classico.
Commerciale Sono del parere che anche il successo commerciale contribuisca non poco a fissare i criteri di "perfezione" (uso un tuo termine) di un cofanetto d'opera. Il Ring di Solti è uno dei pochi dischi a non essere mai uscito di catalogo nell'arco di mezzo secolo. Mentre è l'unico caso di una registrazione d'opera che non sia stata mai pubblicata in edizione economica. Ancora oggi l'edizione su CD è ad alto prezzo. Magari si trova scontata in qualche piega del web. Ma il prezzo di listino non è cambiato. Quando usci il successo commerciale fu enorme. Immenso se rapportato all'epoca e al costo dell'oggetto. Nel 1974 la cofana soltiana costava 90.000 lire (fonte un vecchio catalogo Decca/Telefunken in mio possesso con prezzi), quando una 500 FIAT ne costava 450.000. Fate le proporzioni.
Riconoscimenti Lo ammetto, questo può voler dire tutto e niente. Sta di fatto però che la lista dei premi conferiti a questo Ring, degli awards, dei dischi d'oro e di platino, delle varie palme di questa o quella rivista superano di gran lunga la trentina.
Team artistico Su questo possiamo aprire le discussioni. Però, piaccia o meno, gli artisti coninvolti in questo Ring rappresentano per molti la sintesi di un'età dell'oro (quello che Mat chiama il Wagner internazionale e io da esportazione) rimpianta da molti. Secondo me la visione soltiana, così esplosiva , evidente, spettacolare, così "bigger-than-life", così da fantasia epica alla Conan, ha fatto il suo tempo. E mette in luce solo alcuni aspetti della poetica wagneriana (tra l'altro i meno interessanti sebbene suggestivi). Oggettivamente però sono convinto che la prima edizione assoluta del Ring dovesse avere questi criteri, come dire, divulgativi. Non poteva essere altro che così. Tra l'altro Solti, per l'epoca, davvero rappresentava il "nuovo" e il "giovane". Con i Wiener fu un rapporto turbolento. Il suo Wagner così esplosivo, dal passo teatrale implacabile, così definito nei contrasti, micidiale nella ritmica, aspro nei contrasti, spigoloso nelle dinamiche era quanto di più lontano dalla sacrale e immensa cavata dei wagneriani di tradizione dove anche i piagnistei di Mime e le moine delle Rheintochter diventavano qualcosa di runico, inciso nella pietra, con fastidiosi connotati rituali. Giova ricordare che all'epoca le registrazioni live non erano state ancora pubblicate e, ad esempio, del Ring di Karajan i discofili disponevano solo di un terz'atto di Walkiria registrato da Legge (in mono ovviamente) dal vivo a Bayreuth.
Quello che rende Solti ancora ascoltabile ai giorni nostri è l'assoluta mancanza di retorica, che invece affligge molti wagneriani a noi contemporanei. Il suo Ring potrà essere eccessivo, oleografico, forse anche banale; ma non è mai retorico. Difficilmente Solti si dirige addosso.

Come ho detto, non è la mia registrazione d'opera preferita ma ritengo che, nella somma dei criteri, possa essere definita "perfetta".

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Re: Líncisione operistica "perfetta"

Messaggioda Alberich » mer 29 ago 2012, 12:01

Dimentichi un punto fondamentale: canta Hans Hotter : Love :

Usando criteri oggettivi, anche se non è un'opera in senso stretto, penso che pure i Carmina Burana di Jochum abbiano qualche punto a loro favore: non ricordo scaffale di dischi che non ne abbia una copia, magari unico disco di "classica" della collezione.
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Re: Líncisione operistica "perfetta"

Messaggioda Maugham » mer 29 ago 2012, 12:26

Alberich ha scritto:Dimentichi un punto fondamentale: canta Hans Hotter : Love :


Vero. Favoloso nel Siegfried. Purtroppo a fine corsa in Walkiria.
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Re: Líncisione operistica "perfetta"

Messaggioda DottorMalatesta » mer 29 ago 2012, 13:10

Ciao Maugham,
tutto quello che hai scritto é perfettamente condivisibile.
Solo mi permetto di dire che l´interpretazione di Solti non é cosí rivoluzionaria come quella di Karajan o di Krauss (del quale resta peró solo un´incisione dal vivo, quindi tecnicamente assolutamente non paragonabile alle edizioni in studio). A mio modo di vedere, a differenza del ben piú convenzionale Solti, Krauss e Karajan hanno davvero offerto una visione nuova del Ring. Ecco perchè continuo a considerare il Ring di Karajan l´incisione piú emblematica della storia dell´interpretazione operistica del secolo scorso.
Che dici?
Ciao!
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Re: Líncisione operistica "perfetta"

Messaggioda mattioli » mer 29 ago 2012, 14:32

Mamma mia,

addirittura l'ur-Ring di Solti in ellepì!
Se fossimo nel Don Pasquale, divino Maugham (DG, SSL, : Love : , : King : , : Love 2 : ), saresti definito "babbione"...

AM
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Re: Líncisione operistica "perfetta"

Messaggioda Alberich » mer 29 ago 2012, 14:49

DottorMalatesta ha scritto:Ciao Maugham,
tutto quello che hai scritto é perfettamente condivisibile.
Solo mi permetto di dire che l´interpretazione di Solti non é cosí rivoluzionaria come quella di Karajan o di Krauss (del quale resta peró solo un´incisione dal vivo, quindi tecnicamente assolutamente non paragonabile alle edizioni in studio). A mio modo di vedere, a differenza del ben piú convenzionale Solti, Krauss e Karajan hanno davvero offerto una visione nuova del Ring. Ecco perchè continuo a considerare il Ring di Karajan l´incisione piú emblematica della storia dell´interpretazione operistica del secolo scorso.
Che dici?
Ciao!
Francesco


Pur non essendo un particolare estimatore di Solti come direttore del RIng, a me sembra che sia rivoluzionario eccome. Il passo teatrale, la cura dei dettagli e il rigore che mette Solti non erano merce comune. Per essere il "gold standard", peraltro, devi essere fatto d'oro, non di più pregiato platino: i rivoluzionari difficilmente raggiungono la "perfezione".
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Re: Líncisione operistica "perfetta"

Messaggioda Maugham » mer 29 ago 2012, 14:54

mattioli ha scritto:Mamma mia,

addirittura l'ur-Ring di Solti in ellepì!
Se fossimo nel Don Pasquale, divino Maugham (DG, SSL, : Love : , : King : , : Love 2 : ), saresti definito "babbione"...

AM


:D :D :D
Sono un babbione.
Per fortuna che ci sono i giovani come te che stravedono per il Wagner "nuovo" e "moderno" di Thielemann o di Gatti :lol: :lol: :lol: :lol: : Love :
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Re: Líncisione operistica "perfetta"

Messaggioda Triboulet » mer 29 ago 2012, 14:55

Maugham ha scritto:Nel 1974 la cofana soltiana costava 90.000 lire (fonte un vecchio catalogo Decca/Telefunken in mio possesso con prezzi), quando una 500 FIAT ne costava 450.000. Fate le proporzioni.


Cioè 2000 euro di oggi?! :shock: ma diciamo pure 1000... è una cifra esageratissima! come mai?

Maugham ha scritto:Quello che rende Solti ancora ascoltabile ai giorni nostri è l'assoluta mancanza di retorica, che invece affligge molti wagneriani a noi contemporanei. Il suo Ring potrà essere eccessivo, oleografico, forse anche banale; ma non è mai retorico. Difficilmente Solti si dirige addosso.


Ehm, la mia ignoranza wagneriana (ammetto vergognosa :oops: ) non mi permette di esprimere un'opinione nello specifico, ma spezzo anch'io una lancia a favore di questo direttore che potrà non essere nell'olimpo dei grandissimi in quanto a profondità ma ha anche dalla sua alcune caratteristiche che spesso non gli vengono neanche riconosciute, a causa di un giudizio forse troppo frettoloso.
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Re: Líncisione operistica "perfetta"

Messaggioda Tucidide » mer 29 ago 2012, 16:10

Che meraviglia quel cofanone! :shock: :shock: :shock: A parte il fatto che a occhio e croce tiene il posto di un'enciclopedia Treccani, è spettacolare fin nel design.
Comunque, l'edizione che possiedo io (14 CD contenuti in bustine, divisi in quattro cofanetti a loro volta inseriti in uno scrigno), per il periodo in cui fu in commercio era disponibile a medio prezzo. : Sailor : Sennò non l'avrei comprata. :mrgreen:
Eccola a giocare il ruolo del lillipuziano al cospetto della cofana LP e di un'altra ristampa (presumo in MC).
Immagine

Una curiosità: in che cosa consistevano i 3 LP di guida all'ascolto?

Quanto al sondaggio, io mi trovo in imbarazzo perché le incisioni "perfette" secondo me sono più di una, e doverne scegliere una sola mi mette in crisi... Ci penserò...
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
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Re: Líncisione operistica "perfetta"

Messaggioda Maugham » mer 29 ago 2012, 16:25

Rispondo a tutti

DottorMalatesta ha scritto:Solo mi permetto di dire che l´interpretazione di Solti non é cosí rivoluzionaria come quella di Karajan o di Krauss (del quale resta peró solo un´incisione dal vivo, quindi tecnicamente assolutamente non paragonabile alle edizioni in studio). A mio modo di vedere, a differenza del ben piú convenzionale Solti, Krauss e Karajan hanno davvero offerto una visione nuova del Ring. Ecco perchè continuo a considerare il Ring di Karajan l´incisione piú emblematica della storia dell´interpretazione operistica del secolo scorso.


Forse non ci siamo capiti sul senso delle parole. O sono io che non l'ho capito. :(
Si parlava di incisione "perfetta". Non "emblematica" o "rivoluzionaria".
Ho cercato quindi di mettere in fila alcuni requisiti più o meno "oggettivi".
Che sia ben diretta, ben cantata, ben suonata, ben registrata, ben accolta da pubblico e critica, intelligente sotto il profilo editoriale e vincente sotto quello commerciale in un arco di tempo ragionevolmente lungo.
Secondo me il Ring di Solti rispetta questi parametri.
Tutto qui.

Alberich ha scritto:Pur non essendo un particolare estimatore di Solti come direttore del RIng, a me sembra che sia rivoluzionario eccome. Il passo teatrale, la cura dei dettagli e il rigore che mette Solti non erano merce comune.


E' proprio questo il punto. Sono del parere che per valutare oggettivamente (non dico farsela piacere a tutti i costi) un registrazione occorre contestualizzarla. E' facile adesso che abbiamo nelle orecchie il Wagner di Karajan, di Boulez, di Rattle e di Salonen e di Sinopoli dire che Solti non è innovativo. Per l'epoca -come ho scritto sopra- Solti e Culshaw erano il nuovo sia sotto il profilo artistico che sotto quello tecnico. Per quanto io nutra una simpatia immensa per Knappertsbusch, se lo confronto a Solti mi sembra davvero che tra i due ci sia un era geologica. E' sorprendente che la stessa cosa mi capiti quando ascolto Thielemann e Barenboim in Wagner. Ma lì alla rovescia. Il "moderno" diventa Solti. :shock:

Triboulet ha scritto:Cioè 2000 euro di oggi?! ma diciamo pure 1000... è una cifra esageratissima! come mai?


Non ti so dire perchè nei primi anni settanta ero un bimbetto delle elementari. Questi sono i dati a catalogo. Presumo che ciò derivasse dal fatto che i dischi Decca di classica venivano prodotti all'estero e importati (a differenza dell'Rca italiana che stampava a Roma) e quindi venduti con la conversione del cambio sterlina-lira (all'epoca folle) più i vari dazi doganali. Era roba d'importazione. Costosissima.

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