La Donna del lago (Rossini)

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Messaggioda dottorcajus » lun 15 ott 2007, 14:55

Carlettobergonzi ha scritto:Pur con una protagonista di scarso peso e un po' spaurita (seppure corretta e tutto sommato abbastanza gradevole) come Brigite Hahn, se il disco avesse dovuto fotografare un'esecuzione recente, allora sarebbe stata una benedizione celeste la pubblicazione in cd della Donna del Lago eseguita in forma di concerto a Montpellier, con un Kunde che, con qualche sforzo, metteva decentemente insieme i resti di una voce molto provata, uscendone con molta dignità, ma soprattutto con Florez e la Barcellona che diedero vita a due tra i loro maggiori capolavori esecutivi.
Il colto e preparatissimo pubblico del Festival di Radio France andò pressoché in delirio al termine delle due arie di Giacomo V e Malcom.
Ascoltare Juan Diego Florez in "O fiamma soave" è qualcosa di unico: l'esecuzione dal vivo è perfettamente sovrapponibile a quella (grandiosa) del recital Decca. Ricordo un'altra recita in forma di concerto a Genova, dove il non piccolo teatro Carlo Felice ascoltò in apnea tutta l'esecuzione dell'aria, per poi espolodere in uno dei più travolgenti applausi di cui abbia memoria.


C'ero anche io a Genova ma non rimasi così colpito dall'interprete Florez. L'aria fu mirabilmente eseguita, la voce arrivò in ogni dove, ma l'interprete, come al solito, latitò e nessun momento mi stupì particolarmente. Come previsto, ascoltai esattamente quello che mi aspettavo e cioè maestria tecnica senza alcun improvviso sussulto abbinata ad un fraseggio monocolore.
Roberto
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Messaggioda tebaldiano » lun 15 ott 2007, 15:57

Avrai sussultato almeno quando la solida creazione d Aldo Rossi ha rischiato di crollare per il boato del pubblico.

A mio avviso l'aria era interpretata in maniera perfetta, secondo lo stile rossiniano. Non capisco di qale sussulto parli o a quale diversa esecuzione tu possa fare riferimento. Solo il Blake migliore potrebbe avvicinarsi a tanto.
Forse preferisci Bonisolli?
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Messaggioda MatMarazzi » lun 15 ott 2007, 16:53

Carlettobergonzi ha scritto:Avrai sussultato almeno quando la solida creazione d Aldo Rossi ha rischiato di crollare per il boato del pubblico.

A mio avviso l'aria era interpretata in maniera perfetta, secondo lo stile rossiniano. Non capisco di qale sussulto parli o a quale diversa esecuzione tu possa fare riferimento. Solo il Blake migliore potrebbe avvicinarsi a tanto.
Forse preferisci Bonisolli?


Per me è impensabile anche confrontare il Blake "peggiore" al pur bravino Florez, che non andò male ma - concordo con Roberto - in questi ruoli non riesco a sentirlo autuentico...
Ma di questo abbiamo ASSAI lungamente discusso.

A proposito. A genova c'ero anche io.
E anche a Pesaro.

Salutoni
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Messaggioda pbagnoli » lun 15 ott 2007, 17:58

MatMarazzi ha scritto: Per me è impensabile anche confrontare il Blake "peggiore" al pur bravino Florez, che non andò male ma - concordo con Roberto - in questi ruoli non riesco a sentirlo autuentico...
Ma di questo abbiamo ASSAI lungamente discusso.

...e conseguentemente chiederemmo - nell'eventualità di dover aggiungere qualche commento ulteriore al tema - di progredire sui thread già aperti rintracciabili con la comoda funzione "cerca" che vedete su in alto
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Messaggioda Rossiniano » lun 15 ott 2007, 21:57

Io dimenticherei l'infelice edizione di Montpellier 2002, edizione innanzitutto senza Elena e poi con un Malcolm poco belcantista (che non significa solo eseguire le agilità, ma si parla anche di emissione, che non può essere di gola e sgraziata), in più un Rodrigo mediocre e infine Florez come Giacomo V, il migliore del cast ma dubito fortemente che sia il migliore interprete del ruolo (i fedeli del culto floreziano mi perdonino).

La migliore edizione, nel complesso, per me resta quella di Radio France 1986, con una bravissima Lella Cuberli, sicura nel gestire la grave tessitura di Elena, distillatrice di virtuosismi impeccabili e ligia allo stile della sua mitica parte, con un Blake più che in forma capace di gestire con irrisoria facilità tutta la parte (non solo dunque Oh fiamma soave, ça va sans dire) e un Merritt nel pieno delle sue forze alle prese con uno dei ruoli che meglio ha caratterizzato. Questo terzetto è esecutore di quella che reputo la migliore sfida della Donna del lago, che posterò con piacere. Ultimo ma non ultimo il Malcolm di Lucia Valentini-Terrani, non più freschissima, con molti difetti certamente ma bravissima nel rendere il personaggio drammaticamente, senza contare che portava in dote al personaggio la sua bellissima voce, una fra le più preziose che l'Italia abbia avuto.

Ad accompagnare tale quartetto c'è Henry Lewis, che non si limita a battere la solfa come qualche frizzante direttore moderno, ma capace di accompagnare i cantanti in modo più che sicuro e di rendere anche la particolare atmosfera che la partitura propone.

Ci sono molte altre edizioni bellissime di ques'opera, ma nella mia opinione questa più di altre è omogenea nei grandi risultati di ogni esecutore.
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Messaggioda marco » mar 16 ott 2007, 8:32

battere la solfa


questa espressione l'ho già sentita, ma dove :?: ... :P
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Messaggioda pbagnoli » mar 16 ott 2007, 8:43

Rossiniano ha scritto: Questo terzetto è esecutore di quella che reputo la migliore sfida della Donna del lago, che posterò con piacere

Ci chiediamo solo perché tu non l'abbia ancora fatto...:mrgreen:
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Forse la perla non è ancor trovata

Messaggioda melomane » mer 16 gen 2008, 13:35

Carissimi,

desidero solo riportare gli ascolti più emozionanti che mi è capitato di effettuare:
- il duetto Blake-Anderson "Cielo! in qual estasi" dell'edizione 1992 di Muti: concordo che il tenore non era al meglio, ritengo che il pathos della Anderson in questa pagina non trovi riscontro nel finale, esecuzione vocalmente più "leggera",
- la lettura di "Tanti affetti" di Marilyn Horne, corretta per peso e ritmo, nella direzione di Henry Lewis nel disco di arie rossiniane già menzionato su questo forum e nel bel profilo dedicato all'artista statunitense,
- il finale ("rielaborato") della prima ripresa del 1958 a Maggio Musicale Fiorentino con Rosanna Carteri (Elena), Cesare Valletti, Paolo Washington, Irene Companeez e la direzione di Tullio Serafin. La Carteri si mette in luce per buona aderenza alla partitura e - pioniera, in assenza di termini di paragone - interprete credibile e attenta.

L'approccio teatrale di Rossini era "interattivo", i tanti messaggi di felicità, la ricorrenza di termini come palpiti e affetti erano volti a trasmettere emozioni che il pubblico in vario modo restituiva, battendo le mani, ripetendo i refrain quando previsto dalla recita, manifestando espliciti curiosità e divertimento per le turqueries.
Ricordo al proposito la regia de "L'italiana in Algeri" ad opera di Dario Fo, all'insegna del coinvolgimento del pubblico come ispirazione delle prime rappresentazioni storiche, frizzanti e fantasiose.
Non credo che si possa, in ragione di ciò, individuare un unico canone rappresentativo.

Un caro saluto

Francesco
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La donna del Lago: Abbado, Muti e il Rossini serio e buffo

Messaggioda Rodrigo » lun 15 dic 2008, 22:08

In edicola ho visto in vendita a prezzi stracciatissimi (meno di 13 eur, mi pare) la registrazione della Donna del Lago scaligera del 92.
Ho sentito pareri poco incoraggianti sulla qualità audio di questa incisione, è davvero così scadente?
Riflettevo inoltre sul fatto che Abbado, restauratore del Rossini buffo, si è tenuto alla larga dalle opere serie mentre Muti, nonostante la conclamata passione per il Settecento Napoletano e per la trilogia Mozart-Da Ponte, non mi risulta sia particolarmente interessato alle partiture comiche rossiniane. Viceversa ha diretto, oltre alla Donna del Lago, anche Moise e il Tell.
Secondo voi le riproposte di Muti sono paragonabili, se è lecito il confronto, per importanza e qualità dell'interpretazioni a quanto fatto da Abbado sull'"altro versante"?
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Re: La donna del Lago: Abbado, Muti e il Rossini serio e buffo

Messaggioda marco » mar 16 dic 2008, 11:51

l'incisione Philips, per chi ha avuto la fortuna di vedere lo spettacolo live o per chi possiede la registrazione radiofonica della prima è assolutamente scadente sembra la registrazione di un altro spettacolo
per quanto riguarda Muti e Abbado c'è da dire che le prime esecuzioni di A. risalgono a più di 20 anni prima quelle di M. (a parte il Tell) quando la Rossini renaissance era agli albori e furono tra le prime ad usare le edizioni critiche, suscitando anche solo per questo tantissimo interesse
quando A. venne a Pesaro a dirigere il Viaggio a Reims credo che diede un occhiata alla partitura di Ermione mostrandosene ammirato e molto interessato, anche se un progetto concreto di una esecuzione non credo ci fu
inoltre ricordo che in quegli anni (metà anni '80) ci fu un concerto televisivo da Versailles dove A. diresse brani dal Rossini serio (Tell, Semiramide, credo anche Tancredi)con Horne e Caballè
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