Les Dialogues des Carmelites (Poulenc)

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Re: Les Dialogues des Carmelites (Poulenc)

Messaggioda Riccardo » gio 30 set 2010, 12:12

Ho però trovato questa dichiarazione del 2008 della Dessay:
"The opera is so beautiful, so moving. The music's fantastic, the text is great. I’d want a director who speaks French. I’m going to try to interest some houses in this dream of mine."

Evidentemente questa volta a Nizza qualcosa non ha funzionato...
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Re: Les Dialogues des Carmelites (Poulenc)

Messaggioda Triboulet » gio 30 set 2010, 12:59

Grande Ric! bellissimo documento!!

Anche se l'aneddoto della Callas secondo me è una mezza bufala... lo stesso Del Monaco (che pure lui aveva manie da divo) lo racconta qui a Enzo Biagi in maniera un po' diversa:



ora, l'idea che la Callas volesse prendere gli applausi da sola è verosimile (anzi mi pare che si sia sempre fatto così, prima assieme, poi da soli, poi di nuovo assieme), la gara a chi teneva l'acuto più lungo mi pare improbabile, almeno non la Callas del 1956(parliamo di Norma presumo), che cominciò ad abborrire questo tipo di atteggiamento già dal 1953... a me pare tanto che era Del Monaco che rosicava! : Chessygrin :

Che poi Poulenc odiasse il divismo, o odiasse la Callas, beh... lo dice lui... (infatti Blanche alla Scala finì alla Zeani).
Certo povera Duval, non si sarà sentita un ripiego?!

A titolo di curiosità, l'ultima proposta in assoluto che la Callas ricevette (parliamo della fine del 1975!!) fu proprio di cantare Madame de Croissy al Metropolitan!! Ma figuriamoci se avrebbe accettato (per giunta un ruolo da non protagonista)... era così fuori, povera, che voleva fare ancora Traviata!
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Re: Les Dialogues des Carmelites (Poulenc)

Messaggioda Riccardo » gio 30 set 2010, 13:26

Triboulet ha scritto:A titolo di curiosità, l'ultima proposta in assoluto che la Callas ricevette (parliamo della fine del 1975!!) fu proprio di cantare Madame de Croissy al Metropolitan!! Ma figuriamoci se avrebbe accettato (per giunta un ruolo da non protagonista)... era così fuori, povera, che voleva fare ancora Traviata!

E invece immagini Trib potenzialmente che cosa sarebbe potuto saltar fuori? Tra l'altro la Croissy non sarà protagonista, ma il suo stramazzare dà il via all'opera mica male... Per la Callas sarebbe stato un addio degno del suo mito.

Comunque in buona parte la tua risposta conferma in qualche modo la tesi secondo cui la Duval è operisticamente morta insieme a Poulenc (lei oggi ancora vivente però!!), tant'è che ora siamo finiti qui a discutere della Callas, di Del Monaco, della Scala, Ghiringhelli e divismi vari...ma non della poveretta : Sig :

Io però insisto. Guardatela qui : Chessygrin :


La trovo irresistibile...proprio perché mi sembra un pupazzo telecomandato a breve distanza da Poulenc. Sento addirittura qualcosa di terribile in tutto questo. Lui poi non interviene solo come compositore e pianista esecutore, ma pure cantando!

Forse è proprio per questo che odiava il divismo... Come spesso capita in questi casi, era lui più diva di tutte e non avrebbe tollerato concorrenze ravvicinate. :D

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Re: Les Dialogues des Carmelites (Poulenc)

Messaggioda MatMarazzi » ven 01 ott 2010, 16:42

Caro Riccardo,
dire che la penso in modo molto diverso da te è, probabilmente, poco interessante.
Ognuno di noi è libero di coltivare i suoi gusti e di giudicare gli artisti a modo suo.
Io ho per Denise Duval un'ammirazione sconfinata e non mi riconosco affatto nel tuo giudizio, ma soprattutto non credo che la tua valutazione extra-musicale sia del tutto condivisibile.

Riccardo ha scritto:Denise Duval, cantante così vicina a Polulenc, da lui stimata, per cui ha scritto le sue tre opere.


Per la precisioni, non mi pare che Poulenc abbia scritto le Mammelle di Tiresia per la Duval, anche se è vero che fu lei a crearla.
Lui scelse la Duval solo dopo che l'opera era stata scritta.
Pare anzi che non riuscisse a trovare un'interprete disposta ad affrontare (e capace di affrontare) un personaggio tanto audace, difficile, pazzo e provocatorio.
Nella Duval, che nemmeno conosceva, trovò finalmente un'artista talmente matta, originale, giovane e fantasiosa da poter incarnare all'Opera (ed eravamo nel 1947!!) una suffragetta androgina che si trasforma da femminista furiosa in ...maschio a tutti gli effetti... e che sa ridere come in una soirée "noire" al caffé chantant!
Prova a chiederlo alla Callas tutto questo! :roll:

Cantante tanto famosa per questo, quanto direi piuttosto ininfluente come interprete di altra musica.


Ma questo non è vero...
All'Opèra e all'Opéra Comique la Duval fu una leggenda; certo, era legata a quei teatri da un vetusto contratto di esclusiva (tipico di Parigi) che la costringeva a spostarsi poco per i grandi teatri, a differenza di quel che accadeva nel resto del mondo, dove i cantanti erano solo "ospiti" e quindi liberi di spostarsi una volta terminata la produzione; questo e, ovviamente, la raffinatezza sofisticata del repertorio impedirono alla Duval di diventare famosa come la Callas e la Tebaldi, nè lo avrebbe voluto, dato che incarnava una sensibilità nuova, cinica ed esistenzialistica, più vicina alle inquietudini della Beat Generation che al Melodramma in abito lungo.
E poi comunque in Francia e negli ambienti più attratti dalla "modernità" il suo nome era famosissimo.
(Per inciso, alla Scala chiamarono la Zeani solo perché lei si rifiutò di cantare la parte in italiano).

Tecnicamente il canto della Duval mescolava le conquiste della scuola novecentesca con le sonorità chansonnières da Folies Bérgéres.
Il suo repertorio era vasto ma raffinato... snobbava un po' le opere "romantiche" e se doveva cimentarvisi stava attenta a scegliere personaggi instabili (Tosca), ribelli (Salome dell'Herodiade o Musetta) o in crisi psicologica (la sua Thais era considerata storica proprio a Parigi; la invitarono in questo ruolo persino in America, nel nuovissio Teatro di Dallas - quello di Rescigno e della Callas - per una produzione famosa con Zeffirelli del 1961).
A parte questo, erano celebri la sua Melisande (portata nientemeno che al festival di Glyndebourne), la sua Rosenn (Le Roi d'Ys), la sua Concepcion (L'ora spagnola, che giunse in studio con Cluytens), la sua Principessa del Marouf.
Di Raynaldo Hann cantò Porzia del Mercante di venezia e soprattutto creò "Le Oui des jeunes filles".
Un'altra opera composta per lei fu "Fatti diversi" di Zbinden, nel 1964 a Ginevra.

Non mi sembra che questa sia la carriera di una che si annulla su Poulenc.
Certo, senza Poulenc la sua storia e la sua fama futura sarebbero state diverse; ma questo vale anche per Giuditta Pasta se non avesse incontrato Bellini e persino per la Colbran (se Rossini non fosse andato a Napoli, parleremo così tanto di lei?).
In fondo che male c'è?
Non mi sembrano Bellini e Rossini tipi da cercare interpreti "pupazzo" o "insignificanti". Prima di eleggere qualcuno a propria musa, ci avranno pensato.
D'altronde lo stesso faremmo noi, se fossimo compositori, e sicuramente lo stesso fece Poulenc.
Non dimentichiamo che ne sarà voluto a rinunciare a una Maria Callas per la creazione della propria "Voce Umana" (sai cosa avrebbe significato, in termini di vendite, se l'incisione EMI del 59 avesse avuto la Callas? E in termini di riprese dell'opera nel mondo?)

E' un fatto che la Callas non sarebbe mai stata accettabile in quell'opera... temo che sarebbe stata lei ad apparire un po' "insulsa!"
Era tecnicamente e culturalmente lontanissima da tutto ciò che Poulenc inseguiva.
Al contrario la Duval rifiutava - anche tecnicamente - il sentimento grandioso e melodrammatico che non solo la Callas (anzi lei meno delle altre), ma tutti i soprani operistici dell'epoca avevano.
La sua tecnica, scolpita coloristicamente e leggerissimamente sulle parole, brillante, ironica, anti-retorica e con sfumature "pop", era quella che ci voleva per la poetica di Poulenc (che infatti in tutta la sua gioventù aveva rifiutato di scrivere per l'opera, forse perché non amava il canto operistico tradizionale e cercava qualcosa di più spoglio e anti-retorico).


Ti chiedo scusa se quoto quello che avevo scritto diverso tempo fa su Operadisc a proposito della Voix Humaine della Migenes.
Penso che possa essere in tema.

Anche in termini strettamente vocali si avverte l’esigenza di un’energia giovane e febbrile: la scrittura è basata su un declamato “di conversazione”, frenetico e turbinoso, impreziosito da delicatezze e smarrimenti romantici e culminante su acuti “pericolosi” (fino al do sopracuto).
Non è un caso che la prima interprete fosse quella stessa Denise Duval per cui Blanche dei Dialoghi delle Carmelitane era stata pensata.
La Duval, che nel 59 aveva 38 anni, esprimeva proprio quella fragilità fervorosa, quel non aver ancora appreso a confrontarsi alla vita, che tanto aveva colpito la fantasia di Poulenc, suo grandissimo amico e ammiratore.
Sentendo la Duval nella miracolosa incisione per la EMI del ’59 (già diretta da Pretre) tutto diventa chiaro: sensuale ma immatura, instabile ma combattiva, per nulla attenta alla propria dignità, ma sensibilissima al proprio orgoglio la donna della Voix Humaine è semplicemente vera; a ferirla, più ancora dell’essere tradita, è la distanza incolmabile che si è aperta fra lei e l’amante, a offenderla è la galanteria raffreddata di lui, le premure ormai praticate solo per senso del dovere.

Considerato quanto il ruolo era stato concepito su di lei, si può capire come non sia stato facile trovare successivamente altre cantanti in grado di porsi sul tracciato fissato dalla Duval, la cui tecnica vocale era anche allora molto particolare: piccola e tagliente, la sua voce si muoveva con destrezza da “dicitrice” in un declamato leggero e penetrante, molto asciutto nel gusto, variegato nei colori e ben poco “operistico” (anzi arricchito da una sfumatura “chansonnière” graditissima a Poulenc).
Persino in Francia, i soprani cimentatisi con la parte (la Sarroca, la Rodhes, per finire con la Pollet) non seppero emanciparsi da un canto “fraseggiato” in modo tradizionale e ostile alla distillazione coloristica. Quanto alle interpreti di repertorio italiano (come la Kabaywanska o la Scotto) o tedesco (come la Jones) o liederistico (come la Normann) l’inadeguatezza della loro tecnica è palese dalle prime note.


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Re: Les Dialogues des Carmelites (Poulenc)

Messaggioda Riccardo » mar 05 ott 2010, 0:22

MatMarazzi ha scritto: E' un fatto che la Callas non sarebbe mai stata accettabile in quell'opera... temo che sarebbe stata lei ad apparire un po' "insulsa!"
Era tecnicamente e culturalmente lontanissima da tutto ciò che Poulenc inseguiva.


Ma infatti non ho mai detto che la Duval sia insulsa nella musica di Poulenc!!
Anzi trovo sia naturalmente straordinaria! Vi sguazza come il mio avatar nelle monete.

Dicevo solamente che è la negazione della classica cantante d'opera, è un'artista che un compositore conservatore (come a volte viene accusato di essere Poulenc, solo perché non era vicino alle avanguardie) non avrebbe invece mai potuto trovare interessante.


MatMarazzi ha scritto:Io ho per Denise Duval un'ammirazione sconfinata e non mi riconosco affatto nel tuo giudizio, ma soprattutto non credo che la tua valutazione extra-musicale sia del tutto condivisibile.


Insomma, la pensiamo in realtà allo stesso modo, anche se prima di leggerti ero un po' incerto sulla vera dimensione della carriera della Duval a parte Poulenc.

Per quanto riguarda la valutazione extra-musicale, nulla toglie alla sua grandezza né tantomento a quella di Poulenc. E le analogie con Colbran o Pasta ci sono eccome.
Anzi, ci sono - in questo senso - più che con la Callas, che non mi risulta sia mai stata musa di alcun compositore.

Quello che mi entusiasma della Duval è poter toccare da vicino il lavoro del compositore su una determinata e particolare personalità vocale che con esso ha finito per identificarsi.
Per Rossini e Bellini non lo possiamo fare, se non attraverso le partiture e le interpreti successive.
Altre creatrici che possiamo sentire, come la Sutherland o la Fleming, le decifriamo più facilmente per la loro carriera di..."cover" in opere non pensate per loro.

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Re: Les Dialogues des Carmelites (Poulenc)

Messaggioda MatMarazzi » gio 07 ott 2010, 10:08

Riccardo ha scritto:
Quello che mi entusiasma della Duval è poter toccare da vicino il lavoro del compositore su una determinata e particolare personalità vocale che con esso ha finito per identificarsi.
Per Rossini e Bellini non lo possiamo fare, se non attraverso le partiture e le interpreti successive.
Altre creatrici che possiamo sentire, come la Sutherland o la Fleming, le decifriamo più facilmente per la loro carriera di..."cover" in opere non pensate per loro.


Un altro caso interessantissimo e documentato dal disco è quello di Jennipher Vyvyan e Benjamin Britten.
Purtroppo ci mancano alcune creazioni fondamentali (prima fra tutte Penelope Rich); ci restano in compenso la Governante del Turn of the Screw, The Little Sweep, Owen Wingrave (persino in video) e le riscritture britteniane pensate per lei (come Jenny Diver nel Beggar's Opera).

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Re: Les Dialogues des Carmelites (Poulenc)

Messaggioda Riccardo » sab 09 ott 2010, 11:11

MatMarazzi ha scritto:Un altro caso interessantissimo e documentato dal disco è quello di Jennipher Vyvyan e Benjamin Britten.

E sempre con Britten c'è anche Joan Cross per la quale ha scritto grandi cose... Mi piacerebbe un sacco vedere in teatro Gloriana.

Potresti aprire un thread e raccontarci un po' di queste due dame britteniane, che ne dici? : Captain :

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Duetto Panni-Kraus Dialoghi delle Carmelitane

Messaggioda pbagnoli » dom 10 ott 2010, 15:07

E' da quando il Grasso Messere mi trascinò a vedere la produzione dei Dialogues des Carmelites diretti da Muti e con la regia di Carsen che io mi sono innamorato di questo capolavoro. Non solo: ho rivisto la stessa produzione qualche anno dopo, questa volta con Anja Silja come Croissy al posto della bravissima Felicity Palmer.
Mi riterrei quindi molto fortunato nei confronti di questo titolo, se non fosse che in nessuno dei due spettacoli c'era una Blanche all'altezza della situazione. Ascoltando poi altre registrazioni di questo capolavoro, mi sono reso conto di quanto sia difficile trovare una protagonista in cui si fonda alla perfezione il misticismo esasperato con la paura che, progressivamente, trascolora nella sublimazione del sacrificio; la bellezza di una gioventù inesausta con una fermezza quasi adulta. Persino la Duval, per cui Poulenc immaginò il ruolo di Blanche, pur bravissima, non riesce a trasmettermi tutto questo. Ho detto difficile, non impossibile: la Zeani della prima mondiale alla Scala, per esempio, ci riusciva.
Devo dire invece che sono rimasto molto colpito da Nicoletta Panni, cantante che ho conosciuto solo grazie a uno dei siti di Roberto Scandurra, e che potete ascoltare QUI nel duetto del secondo atto col fratello, in questo caso Alfredo Kraus.
Nata a Roma, ha debuttato nel 1953 ed è rimasta in attività per una ventina d'anni. Bella voce di soprano lirico, si è mossa attraverso un repertorio intrigante che ha compreso oltre ai soliti ruoli dei "lirici italiani", anche opere come i già citati Dialoghi, i Cavalieri di Ekebù, Pelleas et Melisande, La fanciulla di Pskov, Ifigenia di Pizzetti e il Principe Igor: decisamente una bella varietà, non c'è che dire.
Ascoltatela in questo brano: io la trovo di fraseggio molto più moderno e nervoso rispetto al pur augusto e celebre collega. La linea di canto è di notevole bellezza e dipinge un personaggio forte e volitivo.

Approfitto dell'occasione per ringraziare la Signora Panni per aver gentilmente concesso la pubblicazione di questo brano sul nostro sito e, ovviamente, Roberto per aver fatto da intermediario!
NB: le foto che seguono sono tratte sempre dal sito di Roberto
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"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
(Arturo Toscanini, ai musicisti della NBC Orchestra)
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Re: Duetto Panni-Kraus Dialoghi delle Carmelitane

Messaggioda MatMarazzi » dom 10 ott 2010, 17:19

Non so come ringraziare Scandurra per questo ascolto esaltante.
Mi lascia basito soprattutto Kraus, che distilla i versi del cavaliere con una chiarezza e un'emozione che mi lasciano a bocca spalancata.
E' non solo bravissimo: è anche emozionante, per l'eleganza malinconica, il profumo decadente, da aristocratico decaduto ma ancora giovane, pure, virile.
Molto brava anche la Panni, cantante che non conosco affatto, ma - rispetto a Kraus - forse meno rivelatrice, più simile alle interpreti dell'epoca.
Però bella voce anche lei, omogenea e luminosa.

Grazie di cuore.
Matteo

PS: a proposito di rarità... mi rivolgo implorante a Scandurra. Solo tu puoi aiutarci.
Nel 1958 fecero i Dialoghi delle Carmelitane a Roma. So che è stata fatta una registrazione (e tempo fa la ascoltai presso un collezionista).
La cosa fondamentale era che cantava - nella parte di Madre Maria dell'Incarnazione - Magda Olivero. Non esistono altre registrazioni sue di questo ruolo (che io ritengo uno dei maggiori della sua carriera).
Nessuno ce l'ha... Tu non hai modo di procurarla????
Grazie in anticipo.
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Re: Duetto Panni-Kraus Dialoghi delle Carmelitane

Messaggioda Rodrigo » dom 10 ott 2010, 18:45

pbagnoli ha scritto:E
Devo dire invece che sono rimasto molto colpito da Nicoletta Panni, cantante che ho conosciuto solo grazie a uno dei siti di Roberto Scandurra, e che potete ascoltare QUI nel duetto del secondo atto col fratello, in questo caso Alfredo Kraus.
Nata a Roma, ha debuttato nel 1953 ed è rimasta in attività per una ventina d'anni. Bella voce di soprano lirico, si è mossa attraverso un repertorio intrigante che ha compreso oltre ai soliti ruoli dei "lirici italiani", anche opere come i già citati Dialoghi, i Cavalieri di Ekebù, Pelleas et Melisande, La fanciulla di Pskov, Ifigenia di Pizzetti e il Principe Igor: decisamente una bella varietà, non c'è che dire.


Nicoletta Panni partecipa nel ruolo di Maria Maddalena anche all'incisione della Risurrezione di Cristo di L. Perosi, lo storico è Giuseppe Campora dirige Carlo Felice Cillario. Mi pare si disipegni molto bene, anche nell'ispida scala cromatica dell'arioso Rabbunì. Certo, e condivido quanto scritto in questo post, l'approccio risente dell'epoca per certi aspetti.
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Denise Scharley

Messaggioda Riccardo » mar 19 ott 2010, 17:50

Vorrei sottoporvi due ascolti di quest'artista che è stata la creatrice di Madame de Croissy.

Sentite che razza di declamatrice era!
Mi piace veramente un sacco.
Sentite come attacca "Amour", come soppesa ogni singola sillaba.


Dalila


Hérodiade


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Messaggioda Riccardo » gio 24 feb 2011, 1:22

Ma solo io la trovo una cantante straordinaria? Purtroppo non c'è moltissimo su Youtube...




Qui è più avanti negli anni, ma come scolpisce il testo è da brivido per me. E non conoscevo questo Sigurd di Reyer prima di questo pezzo... Qualcuno ne sa qualcosa?



Non so, mi sembra una grandissima. Non mi spiego la scarsa notorietà...
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Re: Denise Scharley

Messaggioda Teo » gio 24 feb 2011, 11:57

Riccardo ha scritto:Ma solo io la trovo una cantante straordinaria? Purtroppo non c'è moltissimo su Youtube...


Qui altri due brani classici della sua Carmen






Non la conoscevo affatto e non sono in grado di darne una valutazione complessiva però come Carmen mi sembra davvero interessante...

Bella scoperta Ric. : Thumbup :

Salutissimi.

Teo
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Re: Les Dialogues des Carmelites (Poulenc)

Messaggioda Luca » gio 24 feb 2011, 16:28

Davvero una cantante interessante che non conoscevo, la Scharley mostra un timbro notturno e sensuale anche se non precisissima in quanto a esattezza ritmica. Sarebbeinteressante sapere se ha cantato Wagner (penso ad Ortrud o Kundry): con simile strumento poteva sortire effetti utilissimi al personaggio.

Saluti, Luca.
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Re: Les Dialogues des Carmelites (Poulenc)

Messaggioda Valentina » dom 27 apr 2014, 18:45

Ho appena finito di vedere quella con la regia di Tcherniakov... spettacolare!
potente, con un fortissimo impatto emotivo nel finale... struggente la voce che si eleva dalla casa ormai distrutta, che si eleva sopra la cattiveria umana, che sembra quasi assolverla... una voce che ha trovato la sua forza, il suo posto, la sua dimensione...
veramente bella... leggiucchiando qua è là ho trovato che questa "versione" è destrutturata rispetto all' "originale" ma è stata stupenda... veramente una piccola visuale sul microcosmo che esiste nella "casetta" ... illuminata come a dire che la vita è dentro mentre fuori, al buio, c'è solo desolazione e dolore...
sono ancora emozionata e commossa... davvero davvero bella...
Dilegua, o notte!… Tramontate, stelle!… All’alba vincerò!…
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