Der Fliegende Hollaender (Wagner)

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Der Fliegende Hollaender (Wagner)

Messaggioda pbagnoli » mar 14 lug 2009, 8:22

Bayreuth 1985

Mi riferisco al video dello spettacolo di Kupfer; l'ho rivisto l'altra sera e l'ho trovato davvero emozionante.
Mi piace moltissimo lo spostamento della prospettiva dall'Olandese al rapporto fra Senta ( grandissima la Balslev! ) e il resto del popolo del borgo, che a me richiama tanto quello fra Peter Grimes e i suoi concittadini.
Non so, voi cosa ne pensate?
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Re: Hollander Bayreuth 1985

Messaggioda Maugham » mar 14 lug 2009, 11:40

pbagnoli ha scritto:Mi riferisco al video dello spettacolo di Kupfer; l'ho rivisto l'altra sera e l'ho trovato davvero emozionante.
Mi piace moltissimo lo spostamento della prospettiva dall'Olandese al rapporto fra Senta ( grandissima la Balslev! ) e il resto del popolo del borgo, che a me richiama tanto quello fra Peter Grimes e i suoi concittadini.
Non so, voi cosa ne pensate?


L'ho visto dal vivo nel 1979.
Ne ho un grande ricordo.
Soprattutto mi colpi l'idea di base dello spettacolo tutto costruito sul sogno/incubo di Senta.
L'entrata dell'Hollander poi, prima del duettone, rimane uno dei miei ricordi indelebili di spettatore.
Così come i cori del terzo, tutte proiezioni della mente di Senta, le sue nozze, i suoi sogni borghesi di stabilità...
Anche la direzione non è male, anche se, ricordo, venne massacrata dalla critica.
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Re: Hollander Bayreuth 1985

Messaggioda pbagnoli » mar 14 lug 2009, 14:43

A me la direzione piace molto: manca magari un po' di personalità, ma è precisa, pulita, forte (non come volume, ovviamente: come contenuto) e segue perfettamente i cantanti. Non fa una sbavatura che sia una, il che non è male in tutto quel romanticume.
La Balslev è a mio gusto straordinaria; ma Estes non è affatto male e non ha nulla a che vedere col disastro che verrà fuori da lì in avanti
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Hollander - Kusej - Negelstad - Uusitalo - Blu-Ray Opus Arte

Messaggioda Maugham » sab 11 giu 2011, 15:58

Der fliegende Holländer
Opus Arte Robert Lloyd Martin Kusej Hartmut Haenchen Marina Prudenskaja Oliver Ringelhahn Juha Uusitalo Catherine Naglestad Marco Jentzsch Netherlands Philharmonic Orchestra Chorus of De Nederlandse Opera.



Immagine


Questa volta Kusej tenta la carta della riscrittura drammaturgica. L'azione si svolge ai giorni nostri. L'Olandese è un pirata che ha fatto fortuna nella tratta dei clandestini. In cuor suo non è felice di questo stile di vita. Sebbene straricco si sente un emarginato e vorrebbe riscattarsi entrando a far parte di quel mondo civile che desidera e allo stesso tempo disprezza.
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L'occasione gli arriva da Daland, un ricco e azzimato capitano sulla settantina la cui nave (tipo Love Boat) è stata costretta ad un approdo di fortuna causa avaria. L'Olandese inquadra subito l'avidità di Daland e, mostrando rotoli di banconote per migliaia di euro, decide di usarlo per entrare nel bel mondo sposandone la figlia. Senta, la figlia di Daland, è esattamente speculare all'Olandese. La troviamo in una gigantesca beauty-farm circondata da signore mezze nude che si fanno i peli, si cospargono di creme e nuotano in piscina. Lei è un'isolata. Non solo è vestita di nero come l'Olandese (abbigliamento tipico da beauty-farm), ma siede ad un arcolaio (oggetto anche questo tipico di una beauty farm) e tiene in mano un dipinto ad olio con una marina (anche questo è un accessorio che tutte le signore si portano dietro quando vanno dall'estetista).
Immagine

Una cosa è chiara: lei vorrebbe andarsene da questo mondo dove comanda l'edonismo, il denaro e la superficialità per seguire una vita più consapevole fatta di libertà e purezza. Le amiche ovviamente, si limano le unghie e la prendono per il culo.
Nel frattempo la nave dell'Olandese ha attraccato in città e il carico di clandestini immediatamente cerca di entrare dentro il lussuoso istituto di bellezza (tipico atteggiamento dei migranti quando sbarcano). Mentre Senta canta la ballata oltre la vetrata che separa la Spa dal resto del mondo avviene una carneficina. Alcuni sfortunati clandestini vengono massacrati tra schizzi di sangue e frattagliamenti vari dai vigilantes di Daland il cui capo è, ovviamente, Erik. Costui, smesso il tritacarne, come se niente fosse entra dentro l'istituto di bellezza con stivaloni e fucile senza che nessuna delle signore mezze nude si stupisca (anche questa tipica situazione da beauty-farm).
Immagine
Gli uomini che entrano dentro la SPA aumentano; arriva Daland che presenta l'Olandese a Senta. Scatta il colpo di fulmine. A Senta piace quest'omone così diverso dai damerini da Vanity Fair da cui è circondata e all'omone intriga questa femmina che è vestita come lui e sa anche lavorare all'arcolaio. Drammaturgicamente però la situazione è strana. Per come l'ha impostata Kusej, i due sono destinati a non capirsi: l'Olandese vuole entrare nella beauty-farm mentre Senta vuole uscirne. Panico. Il regista risolve alla maniera di Salomone: tutto il duetto si svolge con L'Olandese da una parte e Senta dall'altra per concludersi -tanto per non saper nè leggere nè scrivere- con un baciotto sulla bocca come da programma.
Festa sul molo. Dopo tutti i soldi spesi nella beauty-farm le signore vogliono farsi vedere e quindi entriamo un rave party organizzato sulla spiaggia dove questo edonisti gaudenti gozzovigliano senza curarsi di un gruppetto di uomini che stanno sulla riva con tanto di felpe dal cappuccio rialzato. Sono i clandestini dell'Olandese che fanno "Hoho hoej" con le mani acucchiaio attorno all bocca e mettono in fuga la combriccola dei festaioli. Arrivano, non si sa da dove, anche Senta, l'Olandese ed Erik, terzettano per un po' fermi come statue, poi Erik abbatte la coppia trasgressiva a fucilate.Sipario.
Non c'è nulla da aggiungere a questo noioso, prevedibile, infantile allestimento in cui la sermoneggiante moralina di Kusej sull'indifferenza della nostra società di fronte ai mali del mondo raggiunge vette di grottesco assoluto.
Fortuna vuole che a capo dell'operazione ci sia la Negelstad. La voce è usurata da una carriera massacrante fatta di Alcine, Turandot, Semiramidi, Brunnhildi e Tosche, ma il taglio del personaggio è suggestivo, il lavoro sulla parola emozionante, certe soluzioni timbriche davvero mozzafiato. Un'artista maiuscola.
Uusitalo è più convenzionale. Fisicamente un sosia del Vincent D'Onofrio di Full Metal Jacket,Immagine
il basso baritono finlandese disegna il solito Olandese tonitruante ed estroverso come ne abbiamo sentito migliaia. Purtroppo, quando la parte si fa scopertamente vocalistica (inizio del duetto) siamo a un pelo dallo scrocco. Comunque si guadagna la pagnotta senza infamia e senza lode.
Lloyd è Daland. Ha settant'anni e si sentono tutti in una voce che ha ormai perso qualsiasi risonanza. Però certe frasi hanno un'incisività, una pregnanza, un equilibrio da far dimenticare alcune fastidiose afonie.
Marco Jentzsch è Erik. Il peggiore del cast, in difficoltà nel tenere la linea vocale, dubbioso nell'intonazione.
Dirige Haenchen con mano pesante durante gli uragani e tempi larghi e sussurri estatici nel resto.
Qualità video e audio mozzafiato. Inutile making-of di venti minuti senza nemmeno un intervento del regista.
Alla larga.

WSM
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Re: Hollander - Kusej - Negelstad - Uusitalo - Blu-Ray Opus

Messaggioda pbagnoli » sab 11 giu 2011, 16:39

Ho anch'io il dvd, ma non sono ancora riuscito a vedermelo in tutto il suo splendore.
Non ho ancora un giudizio preciso su Kusej. Penso che sia uno tendenzialmente non banale che però, per voler dire troppo, finisce per diventare banale e conseguentemente irritante.
La Naglestad invece è una grande artista
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Re: Hollander - Kusej - Negelstad - Uusitalo - Blu-Ray Opus

Messaggioda mattioli » sab 11 giu 2011, 20:25

La mia copia è ancora incellofanata, quindi non so dire se sono d'accordo con il Divino o no (ma personalmente detesto Kusej).
Però una cosa è certa: il Divino scrive divinamente : Love : (quindi forse ha sbagliato mestiere...).
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Re: Hollander - Kusej - Negelstad - Uusitalo - Blu-Ray Opus

Messaggioda pbagnoli » dom 12 giu 2011, 18:02

mattioli ha scritto:
Però una cosa è certa: il Divino scrive divinamente : Love : (quindi forse ha sbagliato mestiere...).

Non direi.
Uno che si chiama William Somerset Maugham non può fare altro che scrivere divinamente, non credi? 8)
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Re: Der Fliegende Hollaender (Wagner)

Messaggioda DottorMalatesta » dom 20 gen 2013, 20:10

In questi giorni mi sto ripassando il Fliegende Holländer in attesa di sorbirmelo alla Scala con Terfel. : Thumbup :
Tra le edizioni video ho il formidabile e indispensabile DVD con la regia di Kupfer e il molto meno formidabile ed indispensabile (per usare un eufemismo) DVD della OPUS con la regia di Kusej : PirateCap : .
Non possiedo invece il video con la direzione di Sawallisch e la regia di Kaslik. Qualcuno lo conosce? Che mi sapete dire?
Ciao,
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Re: Der Fliegende Hollaender (Wagner)

Messaggioda Maugham » dom 20 gen 2013, 22:02

DottorMalatesta ha scritto:In questi giorni mi sto ripassando il Fliegende Holländer in attesa di sorbirmelo alla Scala con Terfel. : Thumbup :


Leggo sul sito della scala che L'Olandese avrà una durata di 3 ore e 35 minuti inclusi intervalli :shock: :shock: :shock:
Sono impazziti?
Cosa fanno, la versione in tre atti che stomacava Wagner già nel 1843? :D :D :D
Ne sapete qualcosa?
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Re: Der Fliegende Hollaender (Wagner)

Messaggioda DottorMalatesta » dom 20 gen 2013, 22:13

Maugham ha scritto:
DottorMalatesta ha scritto:In questi giorni mi sto ripassando il Fliegende Holländer in attesa di sorbirmelo alla Scala con Terfel. : Thumbup :


Leggo sul sito della scala che L'Olandese avrà una durata di 3 ore e 35 minuti inclusi intervalli :shock: :shock: :shock:
Sono impazziti?
Cosa fanno, la versione in tre atti che stomacava Wagner già nel 1843? :D :D :D
Ne sapete qualcosa?
WSN


Stai scherzando, vero?? :shock: :shock: :shock: :shock: :shock:
Se è così meglio davvero che chiudano bottega.
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Re: Der Fliegende Hollaender (Wagner)

Messaggioda beckmesser » ven 08 feb 2013, 10:33

Maugham ha scritto:Leggo sul sito della scala che L'Olandese avrà una durata di 3 ore e 35 minuti inclusi intervalli Sono impazziti?Cosa fanno, la versione in tre atti che stomacava Wagner già nel 1843? Ne sapete qualcosa?WSN


Nel sito della Scala hanno pubblicato un estratto del futuro programma di sala dell'Olandese con uno scritto del direttore d'orchestra, il quale dice che ad Amsterdam ha eseguito la versione senza intervalli (per quanto nella riscrittura del 1860), ma che alla Scala "a causa di regolamenti sindacali, e contro la volontà originaria di Wagner", ha dovuto inserire un intervallo dopo il primo atto. Senza parole... :shock: :shock: :shock:

In ogni caso, l'indicazione della durata resta insensata: nemmeno con due intervalli l'Olandese può arrivare a durare 3 ore e 35 minuti, men che meno con uno solo. Mah...

Saluti,

Beck
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Re: Der Fliegende Hollaender (Wagner)

Messaggioda DottorMalatesta » ven 08 feb 2013, 12:43

beckmesser ha scritto:In ogni caso, l'indicazione della durata resta insensata: nemmeno con due intervalli l'Olandese può arrivare a durare 3 ore e 35 minuti, men che meno con uno solo.


E' sempre possibile che, per motivi sindacali, l'unico intervallo sia lungo un'ora e mezzo : PirateCap :
Vergognoso!
Ciao!
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Re: Der Fliegende Hollaender (Wagner)

Messaggioda VGobbi » dom 28 apr 2013, 10:33

Riapro questo thread, perche' ho appena visionato "L'Olandese Volante" con la regia di Kusej, che il divino Wsm ha gia' splendidamente recensito.

Dicevo ... vedere ed ascoltare i dvd, in questo momento ... e' assai piu' facile per me che sentire i cd, aiutato anche dai sottotitoli che mi permettono di non perdere l'azione.

Intanto, il blu-ray di questo Olandese e' davvero fantastico, sia come qualita' video che qualita' audio. Uno vero spettacolo per gli occhi.

Sulla regia di Kusej, si in effetti vi sono non poche incongruenze (dove Wsm non si lascia sfuggire una che sia una), eppero' a me lo spettacolo non mi e' affatto dispiaciuto, anche grazie ad una linea registica di per se' interessante e non priva di sbocchi. Diciamo, per essere pignoli, che Kusej poteva darci dentro e lavorarci meglio, ma ripeto nel complesso un ottimo spettacolo.

Ottimo spettacolo, anche perche' e' uno che sa come far "muovere" le masse (non e' merito da poco) e sa far recitare gli artisti (altro merito non da poco).

Sulla prova vocale, i miei giudizi sono piu' o meno simili a quelli di WSM.

Uusitalo e' un Olandese di grande spicco, declamatore nel vero senso del termine (bravissimo nell'incipit del monologo). Certo e' che nei non pochi passaggi vocalistici (gia' a partire all'interno dello stesso monologo iniziale) mostra la corda ed un'inadeguatezza dei fiati, non poche volte spezzati. Non rientrera' probabilmente tra gli Olandese storici, ma e' sicuramente uno dei migliori che offre il panorama odierno, in riferimento alle mie limitate conoscenze musicali.

La Neglestad, artista per me totalmente sconosciuta, mi e' garbata tantissimo, sicuramente la migliore in campo. Visivamente sembra la sosia "povera" della ben piu' famosa Waltraud Meier. Ci avete fatto caso?
A parte questa piccola quanto inutile considerazione, vocalmente io l'ho trovato mai sforzata (rarissimamente mi e' capitato di sentire la Senta che non faticasse od urlasse), con un canto sicuro, convincente, tratteggiandosi una Senta innamorata ma non sprovveduta. Insomma, una delle migliori Sente che abbia mai ascoltato e la voglia di ascoltarla in altre sue incisioni.

Marco Jentzsch nei panni di Erik non l'ho trovato insufficiente. Un Erik un po' "tamarro" ma lirico e passionale. Un bravo anche a lui.

Quanto al Daland di Robert Lloyd, in effetti e' "andato" e parecchio anche ... eppure come sa accentare lui, lo sanno fare in pochi ... e poi ha l'innatata capacita' di stare in scena, senza essere ridicolo. Questo artista lo amo troppo ed in questo frangente l'ho apprezzato nuovamente.

Restano i comprimari, invero questi si pessimi, in particolare il capitano.

Direzione classica, imponente, senza inutili sbavature di un solido professionista qual'e' Haenchen.

Morale della favola, francamente ho fatto bene a non stare alla larga, come invece consigliava Wsm. Sempre condito da un umile quanto necessario imho!
Nemmeno noi siamo d'accordo con il gobbo, ma il gobbo è essenziale! Guai se non ci fosse!
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Re: Der Fliegende Hollaender (Wagner)

Messaggioda DottorMalatesta » gio 07 nov 2013, 18:37

Interessante ascolto. Non avevo mai ascoltato la Joan in questo brano.

Che dire? La pronuncia è imbarazzante, i gravi inesistenti.

Però è davvero interessante vedere come questo brano viene risolto da una vocalista

Utile il confronto con la sempre-immensa Stemme



Continuo di gran lunga a preferire la ballata eseguita da soprani declamatori, eppure la Sutherland qui mi fa venire qualche dubbio…
Non ho mai capito che razza di vocalitá potesse avere Wilhelmine Schröder-Devrient, la celeberrima cantante per cui Wagner scrisse il ruolo di Senta. Certo è che aveva in repertorio Zauberflöte (aveva esordito come Pamina a 17 anni), Fidelio (verosimilmente interpretato in modo diverso da come siamo abituati a sentirlo cantare dopo la rivoluzione stilistica di Wagner) e Romeo (Bellini, ruolo in cui Wagner ebbe occasione di ascoltarla a Lipsia nel 1834 e Magdeburgo nel 1835). Questo mi fa pensare (e anche gli abbellimenti, la tessitura, e le note tenute della ballata di Senta) che fosse una cantante di formazione vocalista (forse il primo vero cantante ad assimilare in pieno il nuovo stile “wagneriano” e a rimetterci le penne :mrgreen: fu Ludwig Schnorr von Carolsfeld), ancorchè dotata di una presenza scenica di fortissimo impatto e straordinaria novitá e probabilmente di un “senso della parola” allora innovativo.
Voi che idea vi siete fatti?
Qual è la "vocalità" più appropriata per Senta?

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Re: Der Fliegende Hollaender (Wagner)

Messaggioda reysfilip » gio 14 ago 2014, 22:46

Negli ultimi giorni, in preda a una voglia spasmodica di Olandese Volante, mi sono visto il video di quello di Kupfer a Bayreuth e quello di Kusej a Amsterdam, seguendo in pratica i "consigli" di questo topic.
Gli esiti di queste due produzioni non potrebbero essere più differenti: una lettura storica e magistrale la prima, mentre la seconda si è confermata come l'ennesima prova deludente di un regista che ormai conosciamo solo per quello.
L'Olandese della Sacra Collina offre una regia da manuale: l'interpretazione di Kupfer come un sogno allucinato di Senta ci presenta una serie di visioni, che sono capolavori di scenotecnica. Due momenti topici su tutti sono l'apparizione dell'Olandese e i cori all'inizio del terzo atto (che non è terzo atto perché viene scelta la versione senza intervalli, ma insomma sono i cori prima dell'ultimo intervento solistico Erik-Senta-Hollander) gestiti in un ritmo impeccabile.
Il cast è più che soddisfacente, con la Blaslev svettante sopra gli altri. Forse la direzione è un po' troppo pesante, ma alla fine sopportabile.
Al contrario quello di Amsterdam 2010 è un disastro. Rilettura di Kusej che fa acqua già dopo la prima parte (la scena delle donne nella beauty-farm è agghiacciante!), una gestione degli interpreti pressoché inesistente, e un cast deludente se si eccettua la prova maiuscola della Naglestad. Ok, dopo aver visto Kupfer e dopo aver letto cosa ne aveva scritto il Divino, non mi aspettavo certo l'Olandese capolavoro; ma non mi immaginavo si fosse a tali livelli di noia e pochezza. Ho provato anche a dargli qualche altra interpretazione che trascendesse dal "realismo" schietto che le scenografie in molti momenti suggerivano, ma gli interrogativi stagnavano e stagnano tuttora. Ripeto, la scena nella beauty-farm è roba veramente da gelo per le incongruenze teatrali che la stessa rilettura porta con sé.
Il cast non è un granché e non è neanche aiutato dalla regia. Lo Steuermann è da dimenticare dopo tre note, Jentzsch tremendo, e Lloyd non più che corretto. Uusitalo tonante e traballante come sempre. Non riesco a farmelo piacere e l'ho anche visto due volte dal vivo, dimenticandomene puntualmente il giorno dopo. Per fortuna c'è la Naglestad che ti fa respirare un vero personaggio wagneriano e tenta di dar vita a questo piattume imperante. La sua ballata è da manuale, vissuta fino in fondo, con una proprietà della parola veramente bruciante. Brava brava brava! Piccola perla: come Mary c'è una Prudenskaja assai bella (brava un po' meno). Chi si sarebbe aspettato un suo trionfo in Ljubasa con Cerniakov alla Scala pochi anni dopo?
Scusate l'irritazione da Kusej.

Filippo
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