La riforma di Otello

opere, compositori, librettisti e il loro mondo

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Messaggioda pbagnoli » ven 13 apr 2007, 17:51

MatMarazzi ha scritto: E dire che la prima volta che l'ho visto a teatro ero rimasto folgorato.
Era il 1991... in un freddo febbraio di Bruxelles...Be' il canadese allora mi sbalordì. Credo di non aver mai avuto, prima di allora, un'idea così evidente di cos'è lo splendore di un timbro privilegiato. Credetemi... solo chi l'ha sentito in quegli anni può capire che intendo (e mi smentiscano quanti lo ascoltarono - lo stesso anno - nei Meistersinger milanesi.)

PS... oddio, stiamo andando fuori tema? dobbiamo aprire un altro thread su Heppner! Porca miseria, non lo so fare il moderatore io!

Ma no, non stiamo andando fuori tema. E' naturale allargare un po' il discorso in queste situazioni!...
Quanto ai Meistersinger milanesi, cui io avevo assistito, confermo: era veramente una gioiosa macchina da guerra!
Voce onnipotente, presenza soggiogante: fu il vero protagonista della serata (nonostante ci fossero anche altri elementi di interesse: Weikl, Gustavson, Prey, Sawallish), concluso alla grande con un Preislied da incorniciare.
Un tenore così valeva tant'oro quanto pesava (e all'epoca pesava veramente tanto, forse non come Matteo, ma non poco davvero; adesso non so).
Poi, dopo tanto Wagner, altri ruoli, fra cui questo Otello.
Concordo: non mi convince. La sensazione è che - come tanti altri - faccia la voce più grossa di quanto già non abbia in forza delle doti di cui già dispone per grazia di Madre Natura.
Un po' lo stesso problema di Giacomini, no?...
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Messaggioda pbagnoli » dom 22 apr 2007, 19:05

A proposito di quest'argomento, segnalo che in home è comparsa la recensione del secondo Otello di Karajan. Buon divertimento!...
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Messaggioda VGobbi » mer 25 apr 2007, 11:47

Spinto dalla recensione di Pietro sull'Otello di Karajan II, l'ho voluto riascoltarmelo. Ecco le mie impressioni. Il direttore e' sicuramente il vincitore della serata, coadiuvato da un'orchestra ai massimi livelli ed un coro semplicemente straordinario, ricordando da vicino quello mitico della Scala. Una nitidezza di suono difficilmente riscontrabile, capacita' di mascherare le numerose falle dei cantanti, Vickers ed in misura ancor maggiore Glossop, un'orchestrazione lussureggiante al servizio del dramma. Insomma, capisaldo imprenscindibile di questo immenso capolavoro. Passiamo ai cantanti. Vickers, a 13 anni dal suo primo Otello discografico, si mostra vocalmente lacunoso come non mai (il suo "Ora e per sempre addio" e' invero imbarazzante, praticamente il direttore aspetta il tenore assai affaticato ed in palese difficolta' in questa pagina) ma interpretativamente ne tratteggia un Moro studiato, complesso, sviscerato in ogni piu' intima piega dell'anima, complice i due monologhi d'ineguagliabile bellezza interiore. Inoltre e' capace di inusitate dolcezze. Sentire cos'e' il suo duetto d'amore del primo atto con Desdemona. Insomma e' Otello! Lo Jago di Glossop e' ancor piu' orrido dal punto di vista vocale, eppure sa rendere uno Jago insinuante come pochi (sentire come sussurra la frase "Lo vidi in man di Cassio"), autentico veleno capace di scompaginare la mente sconvolta di Otello. Interprete singolarissimo, non c'e' che dire. Rimane la Desdemona della Freni, lei si forse incongrua per il suo canto lineare, perfetto, senza turbamenti, quasi un pesce fuor d'acqua di fronte a due personalita' cosi' catalizzatrici come Vickers e Glossop. Magari una Rysanek ci avrebbe dato una Desdemona meno vittima, meno "bambolotta", anche a costo di rimetterci qualcosa sul piano della vocalita'. Ottimi i comprimari, in primis il lussuoso Lodovico di van Dam.
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Messaggioda Luca » dom 15 lug 2007, 9:46

Io invece ho riascoltato l'edizione del 1960 di Otello con il trio Vickers, Rysanek, Gobbi: Bene Vickers, ma gli altri: mamma li turchi !!! La Rysanek bella voce come timbro, ma quante oscillazioni, dizione non perfetta, ma poi approccio duro al personaggio con una vocalità di marca tedesca. Di Gobbi si è detto praticamente tutto (in male e in bene), ma riesce persino a berciare il "No!" finale dopo il "Discolpati" di Otello. Ma con tante Desdemone in circolazione al tempo e con i tanti baritoni si poteva mettere qualcos'altro: una L. Price che l'anno prima aveva inciso Trovatore e un Sereni come Jago... Sicuramente avrebbero funzionato meglio....

Saluti, Luca.
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Messaggioda VGobbi » dom 15 lug 2007, 10:42

Luca ha scritto:... e un Sereni come Jago ...

Beh, questo sarebbe stato sicuramente interessante. In qualunque cosa in cui abbia cantato questo baritono, non sono mai rimasto deluso. Magari esiste qualche incisione, forse live, in cui si cimenta in questo discusso ruolo.
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Il vero volto di Iago

Messaggioda Tucidide » mer 24 set 2008, 23:13

Mi accodo a questa discussione, per parlare del personaggio dell'alfiere.
IAGO

Secondo voi, qual è il vero carattere del personaggio?
Forse spinto dall'ascolto di Iago discografici insinuanti e sottilmente sinistri, quasi demoniaci, avevo l'idea che Iago fosse un vero e proprio figlio del demonio, una specie di creatura diabolica, soprannaturale.
Poi... ho guardato un Otello (di Shakespeare) in DVD - quello con Gassman del 1957 - dove Iago è interpretato da Salvo Randone, e mi ha lasciato sorpreso la sua visione "banale" di Iago.
Premetto che ho pochissima competenza (leggasi nessuna) di teatro di prosa, e quindi non so come sia la storia interpretativa dello Iago shakespeariano.
Solo mi chiedevo: Iago è un demonio, un principe del male? O è un personaggio banale, certamente gretto, ma anche umano, non necessariamente sempre sinistro, perfido e sussurrante, ma all'occorrenza anche istrione, cameratesco e caciarone? La grandezza dello Iago di Salvo Randone, da quel che ne capisco io, sta proprio nel mostrare uno Iago che sarebbe perfetto protagonista del libro di Hannah Arendt "La banalità del male", ossia un personaggio per niente demoniaco, ma umano, troppo umano. Un personaggio che non ci fa dormire sonni tranquilli, perché capiamo che non occorre essere incarnazioni del Maligno, esseri speciali per poter precipitare nell'abisso: pare ricordarci che il male alligna dentro di noi, in ogni uomo, il famoso "dark side" (o lato oscuro alla Lucarelli :mrgreen: ).

Che ne dite? Mi rivolgo anche ai forumisti che hanno conoscenze di teatro di prosa. :D

Saluti
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Re: Il vero volto di Iago

Messaggioda MatMarazzi » ven 26 set 2008, 22:08

Tucidide ha scritto:Iago è un demonio, un principe del male? O è un personaggio banale, certamente gretto, ma anche umano, non necessariamente sempre sinistro, perfido e sussurrante, ma all'occorrenza anche istrione, cameratesco e caciarone?


Caro Tuc,
credo che quella da te identificata sia la vera differenza fra lo Jago di Shakespeare e quello di Boito.
Il fine di Shakespeare era quello di sottolineare il "razzismo" di Otello. Il suo razzismo verso se stesso: è la consapevolezza della propria diversità che lo trascina alla rovina.
Tutto il gioco di Shakespeare si fonda sul fatto che Iago non è affatto un genio del male. E' solo colui che offre l'occasione a Otello per scatenare la propria autodistruzione.
Qual'è la sua raffinatissima rete di inganni? Un fazzoletto condito di indizi che non avrebbero persuaso neanche un bambino.
Il vero Iago, in Shakespeare, è dentro Otello.

Con Boito tutto cambia.
Un esperto boitiano con cui conversavo alcuni anni fa mi ha dimostrato che l'elemento ricorrente nella poetica di Boito è il "demonio". Tutte le sue opere ne sono piene.
Da esperto di occulto ed esoterismo, Boito sente il bisogno di materializzare e descrivere il male assoluto.
Per questo di Iago fa un demone che grida a Dio la propria bestemmia: è quasi inutile specificare che le parole del mostruoso "Credo" di Boito non sono tratte da Shakespeare.

Salutoni,
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Re: La riforma di Otello

Messaggioda Teo » lun 29 set 2008, 11:42

Tempo fa ebbi modo di discutere con l'espertologo boitiano citato dall'amico Marazzo.
Ricordo che fu una discussione (in altro sito...) davvero interessante dove emersero, a mio avviso in maniera ben delineata, i personaggi principali dell'Otello Verdi-Boito (tra cui per l'appunto il famigerato Jago).

A tale proposito, l'espertologo succitato ci introdusse nella figura di Jago attraverso le note prese dalle Disposizioni sceniche dell'Otello, compilate da Verdi-Boito-Ricordi.
Jago è l'Invidia. Jago è uno scellerato. Jago è un critico. Shakespeare nella lista dei Personaggi lo caratterizza così: Jago, uno scellerato, e non aggiunge una parola di più. Jago sulla piazza di Cipro si definisce così: I am nothing if non critical. Io non sono che un critico. È un critico astioso e malevolo, vede il male negli uomini, in sé stesso: Son scellerato perché son uomo, vede il male nella natura, in Dio. Fa il male per il male. È un artista della frode. La causa del suo odio contro Otello non è molto grave se si bada alle vendette ch'egli ne trae. Otello ha eletto capitano Cassio in vece sua. Ma questa causa gli basta; se fosse più grave la scelleraggine sarebbe minore, questa causa gli basta per odiare il Moro e per invidiare Cassio e per agire come fa. - Jago è il vero autore del dramma, egli ne crea le fila, le raccoglie, le combina, le intreccia.


Alle note di cui sopra aggiunse anche questo
Prendiamo "Notre-Dame de Paris": Frollo, Esmeralda, Phebus, Quasimodo... Frollo è un personaggio enormemente stilizzato nel segno del male, ma se si pone a confronto coi "supercattivi" boitiani sfigura. Sì, sfigura. Perché i malvagi al cubo di Boito non conoscono ombra di pentimento o dubbio (Frollo invece si tormenta...): Ariofarne, Zoroastro, Simon Mago, Barnaba, Jago, Pier Luigi Farnese, sono tutti dei blocchi granitici di cattiveria stratosferica. Per di più, tra questi il nostro Jago è l'unico che sembra avere un movente, ma... attenzione!! quando palesa, nel libretto, questo movente? Parlando con Roderigo. Sì, ma è una vera confessione? Se quello che vuole è diventare "capitano" in luogo di Cassio, perché non architetta le sue strategie per questo fine e basta? Sappiamo bene che Otello ad un certo punto gli dice "Mio capitano t'eleggo", ma Jago non è contento. No... Cassio un momento dopo è eletto successore di Otello nella guida di Cipro. Ecco qui che ci risiamo... E il motore è solo uno: l'invidia. Jago non si cura del fatto che la moglie sia andata a letto col Moro: è una "schiava impura" e deve assecondarlo: la minaccia è funzionale: "Se parli, dico a Desdemona che te la sei fatta con suo marito!" Altro che ancella fedele... Ogni cosa esce dalla bocca di Jago è parte del suo meccanismo di distruzione. Non si tratta di rilievi morali sui generis, ma di strumenti di azione malvagia. Non bisogna dare loro un peso che non hanno: Jago è uno spaventoso cinico. Tutto è male ai suoi occhi: persino “il giusto è un istrion beffardo”. Figuriamoci se gli interessa che la moglie lo ha tradito, o se si fa un motivo di ripulsa il fatto che il suo superiore gli ha preferito un altro... Lui vuole fare il male! Punto. È uno scellerato: "Ti guida il tuo dimone, e il tuo dimon son io, e me trascina il mio...". Il male non ha ragion di essere, è e basta. Questa è la grandezza terribile della visione boitiana: la sua stilizzazione è tremenda proprio perché per la prima volta consegna alla dimensione drammatica figure che, precedentemente, sarebbero state bene solo in un teatrino dei burattini di stampo grandguignolesco. E sì, perché di fatto questa "condensazione" è capace di conservare la scorza umana a queste figure inumane... Ed è tutto dire.


Se penso poi alle Disposizioni che gli stessi Verdi-Boito-Ricordi, ci hanno lasciato in merito all'interpretazione del ruolo di Jago, paragonandole con quelle testimoniate dai vari baritoni che nel corso della storia dell'opera (quella ovviamente conosciuta) ci hanno lasciato sinceramente rimango "perplesso".
Questo infatti dovrebbe essere il personaggio di Jago (secondo appunto le disposizione di cui sopra).
Il più grossolano errore, l'errore più volgare nel quale possa incorrere un artista che s'attenta d'interpretare codesto personaggio è di rappresentarlo come una specie di uomo-dèmone! è di mettergli in faccia il ghigno mefistofelico, è di fargli fare gli occhiacci satanici. Codesto artista mostrerebbe di non aver capito Shakespeare, né l'opera intorno alla quale c'intratteniamo.
Ogni parola di Jago è da uomo, da uomo scellerato, ma da uomo. Deve essere giovane e bello, Shakespeare gli dà 28 anni. Cinzio Giraldi, l'autore della novella da dove Shakespeare trasse il suo capolavoro, dice di Jago: un alfiero di bellissima presenza, ma della più scellerata natura che mai fosse uomo del mondo.
Dev'esser bello ed apparir gioviale e schietto e quasi bonario; è creduto onesto da tutti tranne che da sua moglie, che lo conosce bene. Se in lui non ci fosse un grande fascino di piacevolezza nella persona e d'apparente onestà, non potrebbe diventare nell'inganno così potente come è.
Una delle sue arti è la facoltà ch'egli possiede di mutar aspetto a seconda delle persone colle quali si trova per meglio ingannarle o dominarle.
Spigliato e gioviale con Cassio; con Roderigo, ironico; con Otello apparisce bonario, riguardoso, devotamente sommesso; con Emilia brutale e minaccioso; ossequioso con Desdemona e con Lodovico. Ecco il fondo, ecco la parvenza, ecco i vari aspetti di quest'uomo.


Io trovai tutto questo esaustivo e illuminante...

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Re: La riforma di Otello

Messaggioda Rodrigo » mar 07 ott 2008, 21:30

A costo di spararle grosse...
che ne dite di John Osborn come Otello (magari fra qualche anno)?
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Re: La riforma di Otello

Messaggioda pbagnoli » mer 08 ott 2008, 8:16

Rodrigo ha scritto:A costo di spararle grosse...
che ne dite di John Osborn come Otello (magari fra qualche anno)?

Non so, non lo conosco per adesso. Non mi sembra di averlo mai sentito
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
(Arturo Toscanini, ai musicisti della NBC Orchestra)
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Re: La riforma di Otello

Messaggioda Teo » mer 08 ott 2008, 12:55

Rodrigo ha scritto:A costo di spararle grosse...
che ne dite di John Osborn come Otello (magari fra qualche anno)?


Beh, sarebbe innanzitutto interessante capire perché hai ipotizzato (fra qualche anno?) Osborn nel ruolo di Otello, visto e considerato che il tenore statunitense fino ad oggi ha affrontato tutt'altro repertorio (per Pietro: è il tenore del famoso e discusso Guglielmo Tell Romano).
Mai dire mai...però... :?

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Re: La riforma di Otello

Messaggioda Orbazzano » gio 09 ott 2008, 1:44

bigandalu ha scritto: o alla Freni di essere espressiva come attrice... :twisted: :twisted: :twisted: :twisted:
Sergio


:evil: :evil: :evil:







:mrgreen:
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Re: La riforma di Otello

Messaggioda Alberich » gio 09 ott 2008, 17:25

bigandalu ha scritto:Beh, è ufficiale. Tra le prossime acquisizioni di nuovi ruoli, Herr Kauffman ha preannunciato Otello. Ed una sfilza di parti wagneriane.
Fine del bel tenebrosone romantico ? Per adesso ha appena inciso una Butterfly per la Emi con Madame Gheorghiu e Pappano.
Chi vivrà, ascolterà...

:shock: Già? Non rischia di sfasciarsi la voce? Speriamo in bene...
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Re: La riforma di Otello

Messaggioda Tucidide » gio 09 ott 2008, 22:44

Beh, mi pare che Kaufmann viaggi verso i quaranta... Domingo era persino più giovane (forse :lol: ) quando cantò il suo primo Otello.
Il fatto è che è esploso tardi, o meglio, ha fatto una lunga gavetta prima di diventare famoso, ma non si può dire che sia di primo pelo.
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Re: La riforma di Otello

Messaggioda Teo » ven 10 ott 2008, 9:22

Tucidide ha scritto:ma non si può dire che sia di primo pelo.


Effettivamente caro Tuc, il tenore tedesco ormai è da circa 15 anni che bazzica nei teatri d'opera, quindi, tutto si può dire fuorché sia uno scolaretto di primo pelo.
Il dilemma a mio avviso non sta tanto nell'esperienza o nella maturità della voce, anche se sappiamo tutti che Otello non è certo il giovane Amleto, ma per certi versi quello che poco mi convince è la sua innata propensione ai ruoli romantici (Faust, Rodolfo, Des Grieux, Don Josè, Alfredo, Duca di Mantova, Werther, ecc...), ruoli che a mio modesto avviso poco hanno a che vedere con Otello.
Se è vero poi che uno dei temi cardini in Otello è la gelosia e che quindi, caratteristiche come ira, veemenza, follia...debbono sicuramente emergere da questo personaggio, pensando a Kaufmann qualche serio dubbio l'avrei...
Certo, in quanto a personalità, Jonas potrebbe essere una scommessa interessante, rivelandosi forse una sorpresa positiva, se non altro rispetto ai vari mori da me uditi in questi ultimi anni... :(
A priori quindi dico: perché no?

Salutissimi

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