Don Carlos: interpreti

cantanti, direttori, registi, scenografi

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Messaggioda MatMarazzi » ven 15 feb 2008, 12:22

stecca ha scritto:Ma Kauffmann è il "bellone" che fece alcune recite di Traviata ?


Hai notato solo che è bello?
Però...

Saluti
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Messaggioda MatMarazzi » ven 15 feb 2008, 13:08

Teo ha scritto:Perdona Matt, ma non ho capito :? vuoi dire che il baritono verdiano non ha una tessitura estesa? se è questo il senso della tua affermazione sinceramente ho qualche dubbio...anzi più di uno...


Sì, infatti non hai capito! :) O forse mi sono spiegato male.
Io non ho detto che Germont (per esempio) è grave; ho detto che Filippo è acuto! :)
E che, in termini di estensione, c'è appena un mezzotono fra lui e i normali baritoni verdiani.
Fanno eccezione, ovviamente, i ruoli scritti per Maurel, che infatti si spingono fino al la, con mezzevoci anche ad alta quota.

A mio modesto avviso il problema non è tanto l'altezza delle note scritte in partitura per il ruolo di Filippo II (che ovviamente il basso in questione le deve saper eseguire), quanto più una questione di colore, timbro e spessore vocale.


E invece, caro Teo (come sai bene) secondo me non è mai questione di colore, timbro e spessore vocale.
Io credo che sia finito il tempo in cui si scelgono i cantanti sulla base del binomio colore-volume.
Come abbiamo già detto nel thread sulle scelte di repertorio, tanti mesi fa, questa abitudine è esplosa dopo la prima guerra mondiale: e secondo me ha portato danni incalcolabili.
Si sceglievano i cantanti per un ruolo sulla base del colore-volume, nel totale irrispetto delle caratteristiche stilistiche e tecniche della scrittura (vedi la Nilsson in Lady Macbeth o la Price in Elvira), dell'estensione (vedi i vari Otelli baritonali o le Tebaldi-Violette) e, naturalmente, in spregio della psicologia, per cui se anche sei placido e goffo andrai benissimo a fare la parte di un eroe guerriero in quanto "hai il colore giusto".

Io non credo sia così: il timbro è come la faccia; è unico.
La Silja ha vocina piccola e chiara eppure è terrorizzante come Kostelnicka; la Guleghina ha timbro scuro ma non farebbe paura nemmeno al suo gatto.
La Gencer ha voce piccola ma è fulminante come Lady Macbeth, la Cerquetti aveva voce grande e pastosa ma risultava languida e scultorea anche in Nabucco (era il suo pregio!).
La Olivero, all'arena di Verona, risultava trascinante come Minnie (pur avendo vocina chiara e piccola, forgiata alle Gilde e alle Liù) e si sentiva meglio, dall'alto degli spalti, del pachidermico Corelli che era al suo fianco (anche Celletti lo confermò).

Quindi lasciamo il timbro a ogni artista, e puntiamo sulle note. Sull'estensione.
Filippo II non ha nulla di diverso rispetto a Wotan o a Boris o a Barbablu.
Non solo l'estensione è simile, ma anche la tessitura.
L'ultimo grande Filippo II (Van Dam) aveva in repertorio anche Boccanegra, Attila e Falstaff, l'Olandese e Sachs, Don Giovanni e Leporello. Il mitico Wotan Hans Hotter alternava Filippo con Macbeth, Boccanegra, Falstaff.

In quanto ad un possibile interprete oggi del ruolo di Filippo II, beh, io Pape non lo vedo per niente male...
http://it.youtube.com/watch?v=QQTNdi-zX0g


Male nemmeno io. Pape è pur sempre Pape.
Lo sappiamo che è tanto bravo e ha una bellissima voce.
Ma il personaggio è troppo complesso e problematico, secondo me.
Meriterebbe orizzonti maggiori che non quelli di una bella voce tonda, nera e pastosa.

Salutoni,
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Ultima modifica di MatMarazzi il ven 15 feb 2008, 15:31, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda MatMarazzi » ven 15 feb 2008, 13:20

Tucidide ha scritto:Come Infante, vedrei bene Alagna... Il suo Carlos nel DVD è eccellente, e se cantasse senza spingere, risulterebbe meglio qui che in Aida. Ma questa è fantascienza, perché alla Scala non canterà mai più.


La vera fantascienza, Tuci, è sperare che Alagna non spinga.
E' troppo sciocchino...
Come ho già detto varie volte, ti confermo che vidi Alagna al suo debutto in Radames a Copenhagen.
Cantò tutto leggero, lirico, sfumato; era finalmente il condottiero adolescente e ingenuo; smorzava i si bemolle a regola d'arte.
Fu semplicemente il Radames ideale, che avrebbe - forse - conquistato anche il becero pubblico milanese.
E invece alla Scala si è presentato ...sospettosamente gonfio come un cocomero, con i pugni stretti e la mascella dura, a spingere come un ossesso per dimostrare che ...in fondo tra lui e Caruso non c'è poi tutta questa differenza.
La catastrofe è inevitabile, quando si vuole violentare la propria natura umana e fisica.

Oltre a questo, anche io amo molto quel Don Carlos parigino, ma (siamo onesti) basta uno scambio di sguardi con artisti "veri" (la Mattila, la Meier anche in difficoltà, Van Dam, lo stesso Hampson) per rendersi conto che Alagna a questa categoria non appartiene.
Allora era il Don Carlos migliore immaginabile, ma oggi... secondo me, c'è di meglio.
Io, fra l'altro, ho assistito personalmente al debutto nel ruolo di Villazon ad Amsterdam, anche lui mi parve molto più impressionante di Alagna.
Io insisto che Kauffman sia il meglio oggi auspicabile.

Filianoti?
Assurdo...
Io sono un suo grande ammiratore, canta benissimo e ha splendida voce.
Però è placido e sornione, è il tenore da melodrammi aulici e deliziosamente démodé.
Bisognerebbe fragli fare l'Africaine, gli Ugonotti, la Muta di Portici e (magari) Oberon, La Battaglia di Legnano, l'Agnese di Hohenstaufen...
Don Carlos è un caocervo di nevrosi e di fragilità... Non lo vedo per niente adatto, ma è solo un mio gusto.

Salutoni,
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Re: Don Carlos

Messaggioda tatiana » ven 15 feb 2008, 15:11

MatMarazzi ha scritto:
Il fatto è che non riesco a decidermi se ti preferirei come Elisabeth o come Eboli! :)
Seriamente, tu a quale dei due ruoli ti sentiresti più vicina?
E la tua scelta dipenderebbe da questioni vocali o psicologiche?

Bacioni,
Mat


Matteo, meno male che dopo ti sei messo a fare altri discorsi più seri sugli eventuali cast... Lo sai che io sono messa fuori gioco per diversi motivi.
Ma ti ringrazio molto di quello che hai scritto sopra.
Sui due ruoli ti rispondo subito. Mi sento più vicina a Elisabetta per questioni psicologiche - io sono un carattere molto simile. Ma essendo una voce ibrida con un passaggio a metà fra soprano e mezzosoprano forse vocalmente sarebbe meglio Eboli.

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Messaggioda MatMarazzi » ven 15 feb 2008, 15:29

walpurgys ha scritto:Ho ascoltato Kaufmann nell'aria del fiore della "Carmen" e (a parte qualche effetto sbadiglio) mi ha molto toccato sia per l'interpretazione sia per il timbro ambrato e morbido sia per la sicurezza.


Be' Kaufmann non è tecnicamente un wagneriano (in senso declamatorio). La sua formazione è molto vocalistica.
Quanto alla Stemme, bisogna osservare che Elisabetta ha caratteristiche (canto lineare e maestoso, baricentro grave per un soprano, assoluta assenza di virtuosismo) che si prestano a una voce come la sua.
Fra l'altro canta spesso il Verdi maturo (Aida, Ballo in Maschera, fra poco Forza del Destino, in cui la sentirò a Vienna). E' chiaro che lo canta un po' in stile Rysanek, ma che male c'è? :)
Alla Rysanek fecero persino inaugurare la Scala come Desdemona, in anni (1959) in cui si aveva meno paura a mettere a confronto le scuole di canto.

Struckmann è attualmente uno dei miei Wotan preferiti e non ce lo vedo molto in Filippo II ...qualcosa mi dice che con Verdi non funzionerebbe a dovere.


Be'... :) e invece a me qualcosa dice il contrario! :)
Come la mettiamo?
In tutti i casi sono davvero convinto che andrebbe meglio lui di Pape e Furlanetto (specie quest'ultimo, che oggi è divenuto un declamatore più legnoso di tutti i Wagneriani esistenti).

Ma preferisco sinceramente voci più sontuose come quelle che ho scritto.


De gustibus...
Sarà che a me la voce sontuosa, se svincolata da un forte progetto drammatico, non comunica nulla.
Ho sentito la Urmana quale Eboli in un magnifico Don Carlos ad Amsterdam. Mi parve la più prevedibile e noiosa del cast, nonostante la voce sontuosa. Stessa malinconica impressione ho avuto con la sua Kundry, la sua lady macbeth, la sua Ifigenia.
Sarà che quando si sentono voci grosse da trent'anni, cominci a renderti conto che in fondo non sono di per sè così interessanti.

Tomlinson ascoltato come Hagen, Olandese e Gurnemanz di recente è effettivamente indurito, affaticato sopratutto quando sale, ma caspita che carisma, che accento, che autorità però anche per la sua scelta sarei perplesso.


Mi spiace! :)
Io invece sono stufo di bassi tonanti e cattivoni.
L'inquisitore è un personaggio sottile, che richiede interpreti sottili.
Il potere non lo esercita muggendo, ma confessando nell'ombra, sibilando nelle orecchie dei potenti, tramando nei corridoi delle cattedrali.

Nel secondo cast c'era René Pape e commosse praticamente la platea con la sua interpretazione elegante, dolente e problematica di Filippo II per questo sono convinto che ne farebbe una punta di diamante!


Opinioni!
Io credo esattamente il contrario! :)
Però, ne sono certo, farebbe tante belle note tonde e morbide, è vero!

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Re: Don Carlos

Messaggioda MatMarazzi » ven 15 feb 2008, 15:37

tatiana ha scritto:Matteo, meno male che dopo ti sei messo a fare altri discorsi più seri sugli eventuali cast...


Puoi star certo che ero serissimo! Tu hai una voce adattissima a entrambi i ruoli, però in effetti anche io ti vedo meglio come Elisabetta.
C'è una nobiltà contenuta nel tuo canto, una fierezza altera! :)
Elisabetta (come Aida, anzi di più) è il personaggio più solo e dignitoso dell'universo verdiano. Tu l'hai mai cantata?

Ma essendo una voce ibrida con un passaggio a metà fra soprano e mezzosoprano forse vocalmente sarebbe meglio Eboli.


E precisamente, posso chiederti dove "passi"?
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Messaggioda Luca » ven 15 feb 2008, 16:40

L'inquisitore è un personaggio sottile, che richiede interpreti sottili.
Il potere non lo esercita muggendo, ma confessando nell'ombra, sibilando nelle orecchie dei potenti, tramando nei corridoi delle cattedrali.
=============================================
Non solo ! Ma in senso lato, il male (e il personaggio cattivo) nel genere operistico non grida mai ! Quello che hai detto circa l'Inquisitore, caro Matteo, puoi estenderlo anche a Marcovaldo (Battaglia di Legnano: primo Verdi) e a Jago (Otello: ultimo Verdi): tutto deve essere insinuazione con volto e voce angelica o comunque suadente nei modi e nel timbro. Altrimenti il cattivo non fa effetto e la trama risulta ancor più incredibile di quello che a volte è....

Poi rispondo ad un altra questione che è venuta fuori: ho fatto un cast non italiano, è vero. Ma in Italia chi abbiamo (specie fra le donne) che sfoderi fraseggi, intenzioni ed espressività fuori dal comune specialmente in Don Carlo: opera complessissima e ricca di lieviti psicologici ? Artisti buoni ce ne possono anche essere ma, scusate, mi paiono risaputi... I nomi li avete elencati anche voi nei cast proposti.
Inoltre aggiungo: in anni in cui vigeva il repertorio italiano eseguito alla maniera nazional-popolare (anni 30 e 40: cf. Gigli, Caniglia & company) andatevi a riascoltare cosa sapevano fare i cantanti d'oltralpe specialmente in Verdi e Puccini (esistono le registrazioni !!!). Non è che per caso oggi si assiste ad un fenomeno analogo ?

Saluti, Luca.
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Messaggioda walpurgys » sab 16 feb 2008, 23:45

Non credo perchè cantanti italiani che si cimentano in maniera eccelsa in opere "straniere" e cantanti "stranieri" che cantano in opere italiane in maniera eccelsa ci sono da sempre e non è che poichè "stranieri" hanno la marcia in più poichè dotati di "fraseggi, intenzioni ed espressività fuori dal comune specialmente in Don Carlo opera complessissima e ricca di lieviti psicologici".
E poi ammesso che negli anni 40 si faceva opera nazional popolare Gigli-Caniglia & Friends sapevano cantare e fraseggiare con tecnica e stile idolatrati in Italia e all'estero.
E stesso discorso si può fare sui cantanti "stranieri" di quel periodo!
Cantanti come Cedolins, Armiliato, D'intino, Ganassi, Fantini, Nucci, Scandiuzzi, Furlanetto, Frontali, Frittoli non sono sicuramente da meno dei loro colleghi d'oltralpe tanto che i loro nomi brillano nei cartelloni internazionali assieme a quelli di quotati cantanti di ogni nazionalità.
Quindi viva cast eterogenei, ma anche un pò di sano campanilismo per i nostri orticelli fa anche bene! :wink: :D :)
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Messaggioda MatMarazzi » dom 17 feb 2008, 3:53

Luca ha scritto:Inoltre aggiungo: in anni in cui vigeva il repertorio italiano eseguito alla maniera nazional-popolare (anni 30 e 40: cf. Gigli, Caniglia & company) andatevi a riascoltare cosa sapevano fare i cantanti d'oltralpe specialmente in Verdi e Puccini (esistono le registrazioni !!!). Non è che per caso oggi si assiste ad un fenomeno analogo ?
.


Hai perfettamente ragione, Luca. Però, grazie a Dio, non c'erano solo Gigli e la Caniglia negli anni 30.
Schipa, Pertile, Merli (per fare tre piccoli esempi) erano a ben altri livelli.
Certo, confrontare i cantanti del Tabarro di Crauss con i pucciniani latini dell'epoca è sconcertante. Sembra ci sia un secolo di civiltà canora lì in mezzo. Così come paragonare la Klose e la Stignani in Amneris. Si resta allibiti.
Però è anche vero che Zanelli (ok, ok, di origini cilene, ma di formazione italiana) in Wagner mi pare ben più sottile, profondo e incisivo di Melchior (perdono, Tucidide)... ;)

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Messaggioda Tucidide » dom 17 feb 2008, 13:20

MatMarazzi ha scritto:Però è anche vero che Zanelli (ok, ok, di origini cilene, ma di formazione italiana) in Wagner mi pare ben più sottile, profondo e incisivo di Melchior (perdono, Tucidide)... ;)

Salutoni,
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Perdono concesso :twisted:
Confesso di non conoscere Zanelli, ma tengo a precisare che dal mio punto di vista la grandezza di Melchior non risiede in una specifica introspezione psicologica dei vari personaggi, ma nel naturale carisma che la sua voce sprigiona quando è alle prese con il declamato wagneriano, nonché nella capacità di sfumare e cantare con sicurezza.
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
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Messaggioda MatMarazzi » dom 17 feb 2008, 14:52

Tucidide ha scritto:dal mio punto di vista la grandezza di Melchior non risiede in una specifica introspezione psicologica dei vari personaggi, ma nel naturale carisma che la sua voce sprigiona quando è alle prese con il declamato wagneriano, nonché nella capacità di sfumare e cantare con sicurezza.


Tutto condivisibile e tutto vero! :)
Questi sono infatti gli "atout" di Melchior, incostestabili anche da chi non ha un debole per lui!

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Messaggioda Luca » dom 17 feb 2008, 18:17

Schipa, Pertile, Merli (per fare tre piccoli esempi) erano a ben altri livelli.
===============================================
Verissimo, Matteo e a questi aggiungerei Lauri-Volpi. Però non è tanto il numero di cantanti, ma la preparazione e il 'sensus interpretationis' con i quali si affrontava una data opera ! Faccio un paio di esempi: il Gigli che cantava nell'Andrea Chenier la frase "Con la mia voce ho cantato la patria" esaltava il pubblico, però mi chiedo succedeva la stessa cosa quando Pertile intonava "Mercé cigno gentil" ? Ancora: la discografia (giacché il nostro sito ad essa prevalentemente guarda) non è stata cassa di risonanza di quest'atmosfera così poco innovativa, lungimirante e, diciamo anche, provinciale. Si sono incise Madama Butterfly (Dal Monte-Gigli) Andrea Chenier (Gigli-Caniglia), Aida (Caniglia-Gigli) mentre NON è stato inciso un Lohengrin (poniamo con Pertile, Pampanini, Galeffi, Pasero, Stignani, guidati magari da un Marinuzzi), mentre i nostri amici d'oltralpe hanno messo in giro il Tabarro con Anders, la Turandot con la Cebotari e altri titoli....

Come si spiega tutto questo ?

Saluti, Luca.
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Re: Don Carlos: interpreti

Messaggioda Tucidide » gio 30 ott 2008, 12:40

Dal sito della Scala, ecco il cast con tanto di secondi.

Direttore Daniele Gatti
Regia e scene Stéphane Braunschweig
Scenografo collaboratore Alexandre de Dardel
Costumi Thibault van Craenenbroeck
Luci Marion Hewlett

Filippo II Ferruccio Furlanetto / Matti Salminen
Don Carlo Giuseppe Filianoti / Stuart Neill
Un frate Gabor Bretz / Petri Lindroos / Diogenes Randes
Rodrigo Dalibor Jenis / Thomas Johannes Mayer
Il grande inquisitore Matti Salminen / Anatolij Kotscherga
Elisabetta di Valois Fiorenza Cedolins / Micaela Carosi
La principessa d'Eboli Dolora Zajick / Anna Smirnova
Tebaldo Carla Di Censo / Roberta Canzian
Conte di Lerma Cristiano Cremonini / Ki Hyun Kim
Araldo reale Carlo Bosi / Ki Hyun Kim
Voce dal cielo Julia Borchert / Irena Bespalovaite
Sei deputati fiamminghi Filippo Bettoschi - Davide Pelissero - Ernesto Panariello - Chae Jun Lim - Alessandro Spina - Luciano Montanaro

Commenti?
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Re:

Messaggioda Riccardo » gio 30 ott 2008, 13:15

MatMarazzi ha scritto:In tutti i casi sono davvero convinto che andrebbe meglio lui di Pape e Furlanetto (specie quest'ultimo, che oggi è divenuto un declamatore più legnoso di tutti i Wagneriani esistenti).

Furlanetto però è un declamatore di lusso per Filippo II... A Parigi lo scorso luglio la Bastille gli ha regalato un'ovazione incredibile. Impressionante.
Sconsiglierei invece di sentire Salminen, che in questa parte gigioneggia oltremisura e non ne viene fuori con onore.

Speriamo che Braunschweig combini qualcosa di degno. Mi aspetto molto da Gatti.
Ich habe eine italienische Technik von meiner Mutter bekommen.
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Re: Don Carlos: interpreti

Messaggioda Maugham » gio 30 ott 2008, 13:19

Tucidide ha scritto: Dal sito della Scala, ecco il cast con tanto di secondi.
Rodrigo Dalibor Jenis


http://it.youtube.com/watch?v=FVjHOmLvgO0

Mimica tremenda :lol: :lol: ma vociona da tirare giù i loggioni.
Mi lego a Riccardo aggiungendo che sarei inoltre curioso di vedere cosa farà Braunschweig per trasferire una regia cucita su Furlanetto addosso a Salminen.
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