Don Carlos: interpreti

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Re: Don Carlos: interpreti

Messaggioda elvino » lun 24 nov 2008, 23:06

Scusate l'off topic,a questo punto mi sorge spontanea la fatidica domanda quale secondo voi è il miglior Don Carlo dal punto di vista non solo vocale ma anche dal punto di vista interpretativo ? Saluti Gian Luigi
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Re: Don Carlos: interpreti

Messaggioda pbagnoli » mar 25 nov 2008, 17:29

elvino ha scritto:Scusate l'off topic,a questo punto mi sorge spontanea la fatidica domanda quale secondo voi è il miglior Don Carlo dal punto di vista non solo vocale ma anche dal punto di vista interpretativo ? Saluti Gian Luigi

Secondo me non c'è.
E' un'opera che non ha ancora trovato una sua dimensione definitiva, per cui è difficile trovare anche un pattern interpretativo ideale.
Diverse edizioni mi soddisfano per questo o quell'aspetto, ma nessuna completamente
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Re: Don Carlos: interpreti

Messaggioda Rodrigo » mar 25 nov 2008, 23:43

Amo molto il Don Carlo di Solti sia per la smagliante veste orchestrale, sia per il livello del cast.

Personalmente sono restato molto sorpreso dalla prestazione di Bergonzi. A me pare che la parte gli stia a pennello, più che altri ruoli in cui risulta molto più evidente lo svantaggio di mezzi vocali non certo privilegiati.
Per l'infante non c'è necessariamente bisogno di un colore sontuoso o di acuti al calor bianco, c'è invece bisogno estremo di un fraseggio abbastanza pregnante per rendere il lento soffocamento di cui è preda il personaggio, autentico vaso di coccio in mezzo a vasi di ferro. Paradossalmente un colore vocale un po' opaco fa il gioco dell'interprete.
Spronato come si deve dalla bacchetta di Solti, Bergonzi non solo canta "in maschera" con quella tecnica che a volte è una specie di idolo, ma fraseggia anche a dovere. Memorabili, secondo me, il canto di conversazione dell'atto di Fontainbleau e il duetto con il marchese di Posa. L'unico appunto che gli si può muovere è la mancanza di quell'inquietante carica di sensualità su cui scaltramente gioca Domingo nell'incisione EMI con Giulini.
Bergonzi vince il confronto sia con Filippeschi, non più che diligente nell'incisione di Santini (vers. 4 atti), sia con Picchi, diretto da Previtali in un'incisione Cetra. Quest'ultimo tenore è abbastanza interessante e curato, ma il timbro non è decisamente gran cosa e la parte lo sovrasta spesso. Semmai Ghiaurov, che pure mi piace molto, resta nella mia personalissima graduatoria meno intrigante di Christoff. Oggi sarà pure una scelta scontata e forse discutibile, ma - ammettiamolo - l'idea di "spostare" Filippo verso Boris all'epoca era da brividi!

Chiudo con una domanda: qualcuno conosce le danze previste per la versione francese? Come sono? Se posso esprimere un auspicio sarebbe interessantissimo un articolo dedicato ai ballabili scritti da Verdi.
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Re: Elisabetta

Messaggioda Rodrigo » mar 25 nov 2008, 23:47

MatMarazzi ha scritto:
VGobbi ha scritto:Pollice verso per la Brouwenstijn, si direbbe la percora nera di un'incisione giustamente entrata nella storia.


Strana cosa la varietà delle opinioni! :)
Pensa che io considero la Brouwenstijn, oltre che Vickers, l'unica cosa tollerabile di quel don Carlos londinese, in cui Christoff tromboneggia più del solito, Gobbi bercia in un modo semplicemente vergognoso e la Barbieri taglia gli acuti, agilità, pianissimi per sostituirli con urla da maniaca! :(
Mi ero sempre detto: grazie al Cielo che ci sono almeno due (Vickers e la Brouwenstijn) che sanno cantare, fraseggiare, interpretare .
La diversità delle opinioni è proprio il sale del mondo! :)

Salutoni,
Mat


Nell'incisione EMI con Santini Gobbi mi pare invece molto misurato nella linea di canto e timbricamente decisamente più morbido di quanto non abbia fatto sentire in altre più osannate (ma francamente stereotipate) interpretazioni.
MI chiedo se fosse merito di Santini o se il baritono abbia evitato certi birignao perché il personaggio, una volta tanto, non è il solito baritono cattivone. :lol: :lol: :lol:
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Re: Elisabetta

Messaggioda Alberich » mar 25 nov 2008, 23:59

Rodrigo ha scritto:
Nell'incisione EMI con Santini Gobbi mi pare invece molto misurato nella linea di canto e timbricamente decisamente più morbido di quanto non abbia fatto sentire in altre più osannate (ma francamente stereotipate) interpretazioni.
MI chiedo se fosse merito di Santini o se il baritono abbia evitato certi birignao perché il personaggio, una volta tanto, non è il solito baritono cattivone. :lol: :lol: :lol:

Secondo me è la seconda: Gobbi nelle parti che non sono il cattivo di turno fa cose meravigliose. Penso a Simone, Rodrigo, Nabucco e anche Figaro e Rigoletto. In queste cinque parti a me piace tantissimo, malgrado gli acuti tirati ecc ecc ecc. Quando deve fare il cattivone, invece, difficilmente mi convince (penso a Jago, Scarpia, ecc).
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Re: Elisabetta

Messaggioda Maugham » mer 26 nov 2008, 0:24

Rodrigo ha scritto:Nell'incisione EMI con Santini Gobbi mi pare invece molto misurato nella linea di canto e timbricamente decisamente più morbido di quanto non abbia fatto sentire in altre più osannate (ma francamente stereotipate) interpretazioni.
MI chiedo se fosse merito di Santini o se il baritono abbia evitato certi birignao perché il personaggio, una volta tanto, non è il solito baritono cattivone. :lol: :lol: :lol:


Hai ragione. Però quello che mi stona in Gobbi (soprattutto in Verdi, ma anche ad esempio nel suo per certi versi interessantissimo Luigi del Tabarro) è il costante desiderio di essere un baritono "aulico" nelle intenzioni. Ovvero Gobbi prova a sfumare, tenta le mezzevoci, prova a fare il baritono del passato, ma poi crolla miseramente per mancanze tecniche così evidenti da essere palesi anche agli ascoltatori occasionali.
Se invece avesse lavorato di più sull'accento, sul chiaroscuro (dove -vedi Tabarro- era un maestro), se si fosse concesso maggiormente allo sperimentalismo... forse avremmo un grande baritono senza se e senza ma.
Hai mai sentito il suo Wozzeck?
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Re: Elisabetta

Messaggioda VGobbi » mer 26 nov 2008, 21:39

Maugham ha scritto:
Rodrigo ha scritto:... forse avremmo un grande baritono senza se e senza ma.

:shock:
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Re: Don Carlos: interpreti

Messaggioda elvino » dom 30 nov 2008, 23:34

Secondo me non c'è.
E' un'opera che non ha ancora trovato una sua dimensione definitiva, per cui è difficile trovare anche un pattern interpretativo ideale.
Diverse edizioni mi soddisfano per questo o quell'aspetto, ma nessuna completamente

Grazie x la tua risposta,tu quale mi consiglieresti fra quelle da te preferite,e dell'edizione in francese quale secondo voi è la migliore Grazie Gian Luigi
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Re: Don Carlos: interpreti

Messaggioda VGobbi » dom 14 dic 2008, 10:33

Ultimamente mi sto rimpinzando di Don Carlo.

E cosi' che voglio condividere e possibilmente confrontare con voi, il live londinese che tanti pareri contrastanti suscito' su questo forum. In particolare, vorrei soffermarmi sue due artisti, Gobbi e Brouwenstijn.

Fermo restando che :

- la direzione di Giulini sembra immergere la sceneggiatura musicale in un dipinto di Goya.
- Vickers tratteggia il protagonista con una nevrosi eccessiva, ma centrata anche grazie ad una ricchezza di colori, sfumature che lasciano allibiti, nonostante una dizione imprecisa.
- Barbieri ci dona una un'Eboli di prorompente forza vocale.
- un Filippo II con due facce. Autoritario in veste ufficiale, quanto fragile ed umano in veste privata, ma il miglior Christoff lo si ascoltera' sotto l'egida Emi.

Ora restano gli altri due protagonisti, o forse sarebbe piu' giusto scrivere "deuteragonisti". Gobbi tratteggia, a mio modo di vedere, un Rodrigo innovativo, che sembra anticipare Fischer-Dieskau (edizione Decca diretta da Solti). Basti pensare a come "esala" nella scena del carcere. Tengo a mente due cose. L'artista, in quest'occasione, sembra smentire chi sosteneva la sua incapacita' di smorzare i suoni (vero Maugham?). Seconda cosa, il personaggio di Rodrigo e' positivo, niente a che fare con il truce (a detta dei non pochi detrattori esistenti su questo forum) Scarpia, Jago od Enrico. Il consiglio, ogni tanto, di riacoltare le incisioni, cercando di scrostare le vecchie opinioni che si sono formate nel corso degli anni. Credetemi, si troveranno piacevoli sorprese.

Ora parliamo della Brouwenstjin. Vi assicuro che ho cercato di avvicinarmi all'ascolto, sgombro dei miei pareri tutt'altro che positivi verso questa cantante olandese. Ebbene, rimangono ancora negativi. La sua linea di canto (e non sono un cellettiano, o per lo meno uno che giudica l'interprete solo ed esclusivamente sul canto) e' assai frastagliata, con scomposte grida nel settore acuto, che sfiorano la stonatura. Lo si percepisce gia' nella sua entrata al primo atto, impossibile non notarlo. In fatto di legato, che in Verdi e' essenziale come il pane, siamo lontani mille miglia (sentire il duetto con Vickers, prima dell'entrata di Filippo II). Mi meraviglio che si possano notare diseguaglianze nel registro alto di Gobbi, mentre si soprassiede su quella del soprano!!! Mi sembra una forzatua bella e buona.

Vorrei tentar di capire, se possibile, con esempli semplificativi, in quali frangenti e quali sono le motivazioni per cui vi convince la Brouwentsjin nell'Elisabetta verdiana.

Grazie mille!
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Re: Don Carlos: interpreti

Messaggioda VGobbi » mer 24 dic 2008, 21:32

Allora? Nessuno che si prende la briga di ascoltare questo Don Carlo londinese?

Mi sembra che di tempo ne sia trascorso anche troppo, no?
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Re: Don Carlos: interpreti

Messaggioda pbagnoli » mer 24 dic 2008, 22:23

Io ne ho riascoltato un po'.
A me la Brouwenstijn piace molto; del resto, non a caso fu scelta come sostituta della prevista Maria Callas.
Anzi, ti dirò di più: col tempo la sto adorando anche come Eva nei Meistersinger!

In effetti, in quel DC ci sono solo due cantanti che non mi piacciono, una delle quali è la Barbieri, ma l'altro non ti dico chi è perché stanotte è Natale e siamo tutti più buoni! :D
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