Carissima Maria Chiara,
purtroppo sono in ufficio stritolato dalle cose da fare (e stasera sono fuori) per cui non posso rispondere con la dovuta calma ai tuoi argomenti.
Mi riprometto di farlo in tutta tranquillità nei prossimi giorni.
Però di fronte alla serie di illazioni che ci esibisci
, a una davvero non posso stare zitto. Per cui butto giù qualche riga lo stesso.
Ebestignani ha scritto: Poi,la faccenda del Conte ventenne. Suppongo tu ti riferisca ai "tre lustri" che separavano la scena attuale dalla scomparsa del principino e di cui proprio il Conte parla quando interroga Azucena.
Pero' siamo giusti,io credo che se lo sia inventato Cammarano - che secondo me era capace di tutto- per motivi metrici.
E il bello è che scrivi pure "siamo giusti"
E ti pare essere giusti pretendere che un librettista del livello di CAmmarano (senza contare il silenzio/assenso del revisore, Badare, e dello stesso Verdi, che pure cambiava quel che voleva e che in questo caso cambiò moltissimo) abbia scritto "tre lustri" solo per questioni metriche, sperando evidentemente che il pubblico capisse che in verità egli intendeva almeno "cinque o sei lustri"?
Mettiamo che tu sia una librettista. Decidi di creare un personaggio per lo meno quarantenne...
Ovviamente hai a cuore che il pubblico lo capisca... e cosa fai?
Gli fai parlare della sua infanzia come di 15 anni prima!
Uno che si comportasse così, Maria Chiara, solleverebbe dubbi non solo in quanto drammaturgo, ma anche in quanto persona di buon senso!
Se Cammarano (tanto per accontentare gli amanti di Warren) avesse deciso di invecchiare di almeno vent'anni il vero Conte di Luna, non ci sarebbe nulla da obbiettare... ma quel che tu sostieni è che, invece di farci capire l'età che secondo lui il personaggio dovrebbe avere, egli ci squaderni un dato anagrafico tanto netto quanto incoerente (e che nessuno gli aveva richiesto... )... sperando che il pubblico (e Verdi...) pensassero... "sì, ok, ha detto 15 anni, ma in realtà ne intende 20 o 30... è solo una questione metrica!"
Solo io trovo che tutto questo sia poco credibile?
Chiediamo comunque aiuto alla Storia.
Ok è vero... il librettisti non sono tenuti ad essere schiavi del dato storico e spesso non lo fanno
Non di meno è una vicenda storica quella che che Gutierrez e Cammarano ci raccontano, con coordinate spazio-temporali inconfutabili; se non altro la storia la conoscevano bene e ben sapevano qual'era l'età dei loro personaggi.
Bene, la Storia ci dimostra che, se "abuso" c'è stato, fu -lievemente- di segno opposto.
Infatti all'epoca dell'insurrezione di Urgel, durante la quale si svolge la nostra vicenda (1413), il Conte di Luna (per la precisione Federico de Luna, figlio di Martino il Giovane) aveva appena 13 anni (e il suo fratellastro Garcia o Martino, morto in giovanissima età, era di cinque anni più giovane).
Federico de Luna, il nostro Conte, era cresciuto nella convinzione di ereditare il trono d'aragona e di sicilia, essendo nipote diretto (figlio del figlio) di Martino il Vecchio, ultimo sovrano di Aragona.
Purtroppo per lui era nato illegittimo (al contrario legittimo sarebbe stato il fratellino, nato da un successivo matrimonio del padre con la celebre Bianca di Navarra).
La morte "In culla" del piccolo Garcia è quindi tornata utile (da qui forse l'idea di Gutierrez), rendendo di fatto unico erede il più grandicello "bastardo".
Occorreva però formalizzare la sua "legittimità", cosa tentata per ben due volte ma regolarmente fallita a causa della morte prima del padre (Martino il giovane), poi del nonno.
Così, dopo l'Interregno causato dal caos dinastico (risolto col famoso Compromesso di Caspe), il nostro ragazzo de Luna dovette accontentarsi di diventare vassallo dei nuovi Re di Aragona, che furono Ferdinando I (il "prence" a cui si fa riferimento nel IV atto) e sua moglie Eleonora d'Albuquerque (la "regal donna" di cui parla Ines), di cui Leonora è dama di compagnia. Tutto ciò avveniva nel 1412: De Luna aveva allora dodici anni.
Un altro pretendente al trono deluso, e con ragione, fu Giacomo II di Urgel (presso le cui truppe si arruolò, nella vicenda di Gutierrez, il giovanissimo Manrico) il quale nel 1413 si armò contro i nuovi sovrani dell'Aragona rivendicando i suoi diritti.
Vari vassalli si schierarono contro l'insorto, tra cui - ovviamente - il nostro benedetto De Luna, all'epoca tredicenne.
Ricapitolando;
1) Gutierrez e Cammarano (e Badare e Verdi) non sono degli sciocchi. Conoscono la Storia e se decidono di modificarla lo fanno in modo coerente e consapevole, non per ragioni metriche.
2) Se Gutierrez forza il dato storico è semmai "aumentando" leggermente l'età dei personaggi, giusto per renderli capaci di intendere e di volere: praticamente invecchia di un 5-6 anni sia il conte, sia suo fratello, avendo però cura di lasciare entrambi in una fase di primissima gioventù.
La specificazione dei "tre lustri" ad opera di Cammarano (non corretta da Badare, né da Verdi) non è affatto né sbagliata, né gratuita: è una chiara presa di posizione rispoetto agli informati di Storia ("sì lo so che sarebbero solo 8 anni, ma io dico 15 perché voglio che i "miei" personaggi siano quasi-uomini, e non già bambini come in realtà sarebbero).
3) la giovanissima età di De Luna è comunque sottolineata nel libretto anche dai moti impulsivi, passionali, strafottenti, scalpitanti, irosi e persino scandalosi del personaggio!
La sua insolenza nell' "abusare quel potere che pieno in lui commise il prence" si spiega con la convinzione - da poco delusa - di essere l'erede di Spagna, convinzione che - come abbiamo detto - era stata da poco contraddetta dal compromesso di Caspe.
E' ridotto a vassallo, ok, ma mantiene i modi spavaldi e irruenti di chi, con la bocca ancora sporca di latte, è stato cresciuto nella convinzione di diventare re.
Certo... se il problema è quello di negare a qualsiasi costo che Bechi e i nostri cari, vecchi "baritononi-verdiani-di-una-volta-che-oggi-non-ci-sono-più" ci hanno propinato per decenni un'impostura drammaturgica (poi parleremo anche dell'impostura tecnico-musicale) allora ok!
Mi va bene... Perché no?
Possiamo anche affermare che il Conte di Luna ha cinquant'anni, che Cammarano lo sapeva benissimo (e scrive "tre lustri" solo per far tornare un verso), che Verdi voleva un bel vocione quasi da basso(per questo gli chiese di sussurrare un sol acuto ...e, suvvia, non stiamo a cavillare su
dolcissimo e
pianissimo... andiamo!
) e che sulla Luna (quella nel cielo) ci sono gli omini verdi.
Ma non credo che tutto questo ci aiuti a capire cosa sia veramente il baritono verdiano... che era la ragione del nostro discutere.
A proposito... Baucardé non ha assolutamente eseguito il do della pira! Alcuni dicono sia stato Tamberlick, successivamente, nella prima a Londra, ma lui sicuramente no.
SAluti e un abbraccione a tutti gli appassionati d'opera canadesi!
Mat