Milano - Teatro alla Scala

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Messaggioda MatMarazzi » mar 01 mag 2007, 8:58

Lor30 ha scritto:Ci dovrebbe essere Andrea Chenier (Oren/Alvarez/Cedolins/Nucci).


mmmmm... che malinconia!
Grazie comunque dell'informazione, Lor30.
E WELCOME!
:-)

Matteo
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non sopporto i palchi della Scala

Messaggioda MatMarazzi » mar 01 mag 2007, 9:10

Tipica dell'Italia la tendenza a buttare il bambino con l'acqua sporca.
Come sempre accade in questi casi, per vent'anni tutti sono stati proni a leccare la mano del Maestro Muti, permettendogli di affossare la Scala per questioni di vanità personale.
Poi, quando è caduto, tutti gli si sono rivoltati contro come belve, dimenticando anche ciò che di buono o di buonissimo aveva fatto.

Non so se questa sia una caratteristica più italiana o più milanese, ma di fatto è così.

Io, però, rimpiango terribilmente gli Arcimboldi.
Erano brutti, freddi, fuori dal mondo... ok, ok! ma si potevano trovare tanti posti senza passare per i bagarini o i ricatti delle agenzie! Si poteva parcheggiare la macchina o il pullmann proprio lì! Si poteva andare anche in ultima categoria e vedere tutto senza problemi.
Francamente odio la Scala: la trovo fatta malissimo, scomodissima, con i tre quarti dei posti con visibilità che va dal dubbio al pessimo.
Persino la platea fa schifo: spendi un capitale e devi pregare la Madonna di avere un nano davanti a te.

Voi cosa ne dite?

Salutoni
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La Figlia del Reggimento di Pelly

Messaggioda MatMarazzi » mar 01 mag 2007, 9:22

Come alcuni di voi sanno, io organizzo i viaggi musicali dell'associazione Wanderer Club.

Quest'anno, ovviamente, ho mandato tanti soci a Vienna per la Fille du Regiment con la Dessay, Florez e la regia di Pelly.
Ho dovuto mandarli in date diverse perché (accidenti a Lissner!!!) mi ero fidato del fatto che la Scala allestisse lo stesso spettacolo, come da mesi e mesi si diceva.
E purtroppo, quando è esplosa la bomba della cancellazione della regia di Pelly (e conseguente-sacrosante cancellazione della Dessay), era tardi per acquistare i quaranta posti a Vienna, indispensabili per organizzare una gita di gruppo.

Così ho preso biglietti singoli per diverse recite e ci ho mandato alcuni soci fortunati. Purtroppo non io.
Le reazioni che ho raccolto - attraverso i racconti - sono state incredibili.
Non aveva ancora visto i miei soci (gente piuttosto sobria e, modestamente, abituata a vedere cose di un certo livello) arrivare a livelli di simile isterismo!
Commozione, occhi lucidi, racconti scomposti di quaranta minuti di delirio al termine dello spettacolo, urla da stadio, centinaia di persone ammassate all'uscita artisti...

A detta di tutti la Dessay è un mostro: lo è sempre stata, ma in questo ruolo pare abbia tirato fuori cose - vocalmente e scenicamente - che non sarebbero venute mai in mente nemmeno a Donizetti.
Florez è bravissimo come Tonio e questa è l'unica cosa in comune con l'Italia.
La regia pare essere stata - in perfetto stile Pelly - un concentrato di umorismo devastante e di Teatro con la T maiuscola.
Quanto alla Caballé, pare che tutta Vienna le si sia inchinata.

Bene!
A questo punto, mi rivolgo direttamente al signor Lissner.

Caro direttore,
mi dica, ma mi raccomando: sia sincero...
si sente intelligente?
Si?

Salutoni,
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Messaggioda pbagnoli » mar 01 mag 2007, 11:50

...e torniamo così al solito, trito problema: l'opera italiana agli italiani o agli stranieri?
Uno dei più importanti motivi di interesse di questa stagione sarebbe stata la Marie della Dessay che, ovviamente, ha dato picche quando Pelly è stato sostituito dalla vecchia produzione di Zeffirelli.
L'opera italiana sta vivendo una crisi in Italia: questo è ciò di cui bisogna rendersi conto.
Non vorrei sembrare insistente, ma l'Aida inaugurale della Scala è stato uno spettacolo offensivo per l'intelligenza degli spettatori, per tutti quei motivi che abbiamo già esaminato.
Cambiamo registro. Ma, per fare ciò, bisogna che anche gli spettatori italiani cambino mentalità. E soprattutto che vadano all'estero, per renderso conto di cosa si fa veramente (a tale scopo, grazie per quello che fai con la tua associazione per far conoscere e divulgare l'opera eseguita ad alto livello). La Dessay non c'ha messo né uno né due a mandare a quel paese una produzione che non le era gradita; e la Scala non è stata in grado di far venire nemmeno la Ciofi!
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Messaggioda pbagnoli » mar 01 mag 2007, 12:02

Completamente d'accordo.
Il Piermarini avrà il suo fascino, ma gli Arci erano estremamente più pratici, comodi da raggiungere e, soprattutto, permettevano a chiunque di godersi lo spettacolo da qualunque posizione.
Fu un grande lavoro: ne dobbiamo dare atto a Muti e a chi collaborò al progetto.

Adesso, diciamocelo onestamente, lasciar andare quel lavoro al suo destino rinunciando ad utilizzarlo per grandi produzioni che richiederebbero spazi più ampi, o per traslare spettacoli dopo il "battesimo" al Piermarini (per poter dare più ampia visibilità a tutti e, conseguentemente, incrementare i guadagni), magari anche con le seconde compagnie, è una stupidaggine.
Se io fossi un investitore lo acquisterei per dar luogo al secondo grande teatro d'opera di Milano; e invece, purtroppo, andrà a farsi benedire...
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Messaggioda Teo » mar 01 mag 2007, 12:30

Beh, sinceramente per la mia esperienza (per quanto valga), i teatri di tradizione non credo siano "tanto diversi" dalla Scala...certo logisticamente non sono il massimo però La Fenice non è messa meglio, il Regio di Torino nemmeno, il Carlo Felice, il Massimo, il Bellini, il Regio di Parma, il comunale di Firenze e perfino il mio Donizetti, non mi sembrano tanto più comodi...
Sul concetto di quello e quanto si riesca a vedere, beh, anche questo francamente è un problema di dove ti trovi e comunque è un problema che generalmente accomune quasi tutti i teatri di tradizione (nemmeno il massimo che è forse il più grande si risparmia in questo).
E poi scusate, ma da qui a rimpiangere gli Arcimboldi...ce ne passa.
Acustica pessima
Climax per certe opere troppo dispersivo
Palco esageratamente grande
Vero che i posti si trovavano sempre ma i costi non erano "tanto inferiori" a quelli proposti dalla Scala (che comunque a mio avviso andrebbero sempre confrontati con altri teatri che hanno la stessa nomea tipo Royal, Operà, Staatsoper, ecc...).
Io francamente mi lamento caso mai per il numero di repliche che a mio avviso dovrebbe essere più elevato e per il discorso degli abbonamenti che viene gestito malissimo. Forse ci vorrebbero anche parcheggi convenzionati o strutture limitrofi di ricezione pulmann e piccoli bus navetta per il trasporto...boh non so queste le prime cose che mi vengono in mente, ma da qui a rimpiangere gli Arci per la Scala...non sono dell'idea.
Certo il teatro degli Arcimboldi dovrebbe essere un punto di riferimento anche per grandi eventi artistici (per es. musical, grandi concerti, balletti, ecc..) e comunque dovrebbe rimanere giustamente quale altro grande teatro milanese di riferimento...ma questa è politica.

Salutissimi.

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Re: La Figlia del Reggimento di Pelly

Messaggioda Teo » mar 01 mag 2007, 12:55

MatMarazzi ha scritto:A detta di tutti la Dessay è un mostro: lo è sempre stata, ma in questo ruolo pare abbia tirato fuori cose - vocalmente e scenicamente - che non sarebbero venute mai in mente nemmeno a Donizetti.

Ho sentito gli stessi commenti entusiastici di amici che hanno assistito alla sua Marie in quel di Vienna...praticamente un fenomeno.
Canta in piedi, distesa, raggomitolata, storta, obliqua, e perfino a testa in giù e il tutto con un coinvolgimento da funambolismo vero..il tutto condito da una regia strepitosa un cast di alto livello e una direzione d'orchestra ottima...insomma uno spettacolo a diri poco "entusiasmante" mentre a noi ci hanno propinato come spesso accade, la solita minestrina riscaldate...siamo malati!!! :mrgreen:

Salutissimi

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Messaggioda VGobbi » mar 01 mag 2007, 13:00

Mi piacerebbe ancora capire come mai e' stato sostituito il previsto allestimento di Pelly con quello ammuffito di Zeffirelli!!!
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Messaggioda MatMarazzi » mar 01 mag 2007, 16:31

Teo ha scritto:Beh, sinceramente per la mia esperienza (per quanto valga), i teatri di tradizione non credo siano "tanto diversi" dalla Scala......Vero che i posti si trovavano sempre ma i costi non erano "tanto inferiori" a quelli proposti dalla Scala (che comunque a mio avviso andrebbero sempre confrontati con altri teatri che hanno la stessa nomea tipo Royal, Operà, Staatsoper, ecc...).
o



Eh, no! Teo, non puoi paragonare la Scala a Bergamo... a Bergamo ci vanno solo i bergamaschi, spendono due lire per la platea e si vedono un bello spettacolino periferico. Nessuno andrà mai in seconda fila nei palchi.

Per andare alla SCala, che volente o nolente è il teatro più ricco di Italia (leggi, con più sovvenzioni pubbliche), puoi fare anche 500 km... e vivaddio vuoi vedere bene.

Inoltre è troppo comodo dire che i teatri di tradizione sono così.
Sono così se li lasci andare, se non li ammoderni, se non sai renderli funzionali.
Anche Vienna era un teatro antico, anche l'Opéra di Parigi, anche il Covent Garden...
sono stati ricostruiti con criteri rigorosissimi che ne salvaguardassero l'estetica ma che ne migliorassero al contempo la comodità.

E' vero che i prezzi di prima categoria a Parigi, Londra, Salisburgo sono cari come e più di quelli della Scala (e vorrei vedere...! c'è pure un abisso nella qualità).
In compenso, in quei teatri puoi star certo che se spendi ottanta euro vedrai benissimo... come è giusto che veda uno che spende 80 euro.
a Milano con ottanta euro ti rifilano un posto dietro di un palco laterale di quart'ordine, dove non vedi nemmeno se stai in piedi; per un posto così a Londra, Parigi, Vienna, Zurigo di euro ne spenderesti 15.

Una volta al Liceu di Barcellona sono finito in un posto così: ero in palco laterale ed ero dietro; ... non vedevo nulla.
Proprio come alla Scala.
La differenza?
Anzitutto avevo a disposizione un monitor dove, oltre ai sottotitoli, vedevo in diretta la ripresa dell'opera.
La seconda differenza è che per quel posto avevo pagato dieci euro.

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Messaggioda VGobbi » mar 01 mag 2007, 17:20

MatMarazzi ha scritto:Una volta al Liceu di Barcellona sono finito in un posto così: ero in palco laterale ed ero dietro; ... non vedevo nulla.
Proprio come alla Scala.
La differenza?
Anzitutto avevo a disposizione un monitor dove, oltre ai sottotitoli, vedevo in diretta la ripresa dell'opera.
La seconda differenza è che per quel posto avevo pagato dieci euro.

:shock: Pero' ... Son rimasto basito, e' proprio vero che in Italia siamo proprio indietro.
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Messaggioda VGobbi » gio 17 mag 2007, 19:07

Beh, ma con Lissner non c'e' speranza che le cose possano cambiare almeno alla Scala?
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Messaggioda pbagnoli » gio 17 mag 2007, 19:34

VGobbi ha scritto:Beh, ma con Lissner non c'e' speranza che le cose possano cambiare almeno alla Scala?

Evidentemente non subito. Direi che ci sono precise regole di mercato che dovrebbero farci supporre il contrario.
Ripensa all'orrida Aida inaugurale: quello che sostengo io è che uno spettatore medio dovrebbe sentirsi insultato da uno spettacolo del genere, chiaramente pensato sulla base di quello che un francese si immagina che un italiano debba aspettarsi da un'Aida.
Poste queste premesse - chiaramente frutto di un ragionamento di mercato (vendere uno spettacolo) - è ovvio che le sperimentazioni si manterranno al di sotto del livello di guardia. L'altra sera eravamo insieme alla Scala: hai visto i vuoti spaventosi che c'erano in platea e nei palchi? Ti sembra che la gente abbia fatto la fila per vedere la Silja in uno dei suoi ruoli più importanti, uno di quelli in cui ha fatto la storia? E quindi riesci ad immaginarti la stessa gente che fa la fila per vedere il debutto della stessa nel ruolo della Strega Marzapane? Nella migliore delle ipotesi, potrebbero venire le stesse persone. Nella peggiore, anche meno. Quindi lo spettacolo non venderebbe un piffero. E una delle più importanti artiste dei nostri tempi, acclamata in tutto il mondo, finirebbe per guardare i vuoti davanti a sé
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Messaggioda VGobbi » gio 17 mag 2007, 19:51

Una piccola precisazione. In merito ai tanti vuoti, per la Scala erano posti venduti, quelli destinati agli abbonati e che han deciso di rimanere a casa, nonostante un bellissimo capolavoro come la Jenufa e la presenza di una fuoriclasse che risponde al nome della Silja.

A parte questo, cio' non toglie un grammo di quanto hai giustamente scritto. Non sarebbe pero' il caso che la Scala cominciasse a rischiare? Se davvero dovesse fare gli spettacoli come si attenderebbe il pubblico scaligero, tanto e' meglio che sarebbe rimasto Muti, non credi?
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Messaggioda pbagnoli » gio 17 mag 2007, 20:05

VGobbi ha scritto: Non sarebbe pero' il caso che la Scala cominciasse a rischiare? Se davvero dovesse fare gli spettacoli come si attenderebbe il pubblico scaligero, tanto e' meglio che sarebbe rimasto Muti, non credi?

Il punto è: il pubblico scaligero desidera veramente questi spettacoli?
E, di conseguenza: chi glielo fa fare alla Scala di rischiare?
In una cinica logica di mercato, vende di più un'Aida da figurine Liebig o la Silja?
La risposta - temo inevitabile - è che in Italia vende di più la baracconata.
E i conti si fanno con i biglietti venduti, non con i vuoti in platea.
L'amara conseguenza di tutto ciò è che in Italia questi spettacoli non s'hanno da fare; e si ritorna a quello che diceva Matteo sulla maturazione del pubblico cui gli spettacoli si indirizzano
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Messaggioda VGobbi » sab 19 mag 2007, 18:42

pbagnoli ha scritto:L'amara conseguenza di tutto ciò è che in Italia questi spettacoli non s'hanno da fare; e si ritorna a quello che diceva Matteo sulla maturazione del pubblico cui gli spettacoli si indirizzano

Lissner e' qui da poco e nutro immense speranze nel tentativo di darci delle stagioni operistiche degne di tal nome, a partire da quella dell'anno prossimo ...
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