Milano - Teatro alla Scala

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Messaggioda Alberich » dom 20 mag 2007, 0:32

Sull'Aida inaugurale mi permetto un'appunto. E' stata un'esecuzione veramente imbarazzante, a mio parere. Ma...ma secondo me il suo senso era proprio questo. Dopo anni di imperio mutiano, si è voluto dire "eccoci di nuovo". Senza raffinatezze, senza sperimentazioni, ma appellandosi alle viscere più profonde del pubblico scaligero. Io la ho apprezzata per questo, come segnale extra-teatrale.
Aspetto trepidante la prossima inaugurazione (a proposito, si sa chi sarà Tristano?) anche se spero di essere lontano dall'italia per quel momento.
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Messaggioda VGobbi » dom 20 mag 2007, 0:39

Alberich ha scritto:A proposito si sa chi sarà Tristano?) anche se spero di essere lontano dall'italia per quel momento.

Non vorrei dire stupidate, ma dovrebbe essere Ben Heppner con la Meier nei panni di Isolde.
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Messaggioda pbagnoli » dom 20 mag 2007, 10:14

Alberich ha scritto:Sull'Aida inaugurale mi permetto un'appunto. E' stata un'esecuzione veramente imbarazzante, a mio parere. Ma...ma secondo me il suo senso era proprio questo. Dopo anni di imperio mutiano, si è voluto dire "eccoci di nuovo". Senza raffinatezze, senza sperimentazioni, ma appellandosi alle viscere più profonde del pubblico scaligero

Queste sarebbero le viscere più profonde del pubblico scaligero?
Fraccaro con la manina rivolta verso il pubblico mentre compita Celeste Aida?
La Urmana che non ha la più pallida idea di quello che dice?
La non-regia di Zeffirelli?
Guelfi?! Guelfi dovrebbe essere parte delle viscere scaligere?!
E di Giuseppini vogliamo parlare?
Se questo fosse l'eccoci di nuovo, la mia risposta sarebbe "Tornatevene a casa".
Il problema - credo ben più profondo - è la totale mancanza di comprensione dell'estetica del grande repertorio italiano da parte dell'attuale sovrintendente, che credo abbia ben altri interessi culturali e che per lo spettacolo inaugurale ha scelto di mettere in campo tutto il ciarpame che di solito si collega con questo tipo di opere.
Se questa è la tendenza prossima ventura, verrebbe da dire "Aridatice Muti".
Satrapo insopportabile, è vero, ma dotato di personalità, il Cigno di Molfetta una roba del genere non ce l'ha mai propinata.
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Messaggioda VGobbi » dom 20 mag 2007, 11:50

Sull'Aida scaligera concordo con Pietro, anche se presentava un punto d'interesse non secondario : il Radames di Alagna. Purtroppo sappiamo tutti come e' andata a finire.
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Messaggioda beckmesser » lun 21 mag 2007, 9:32

Personalmente, voglio sperare che l’Aida inaugurale sia stata una sorta di prezzo che Lissner ha dovuto pagare per tenere buona una grossa fetta di pubblico che proprio quel genere di spettacolo si aspetta di vedere alla Scala. Non dimentichiamo che stiamo parlando di un teatro dove si considera rivoluzionario il modo di fare Mozart presentato da Harding-Bondy (che, al di là di come si voglia giudicare il risultato specifico, è un Mozart ormai abituale in tutti i teatri del mondo) e dove già si mugugna all’idea che ci si permetta di inaugurare una stagione col Tristano (basandosi sulla dotta motivazione che, accidenti a Wagner, il Tristano “è troppo lungo”…). Comunque, in fin dei conti l’Aida-monstre sono anche disposto a farla passare, se è il prezzo per avere uno Janacek all’anno e un Tristan al 7 dicembre (per inciso, non credo sia Heppner il protagonista: in un’intervista Lissner ne parlava per impegni successivi…).
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Messaggioda pbagnoli » mar 22 mag 2007, 9:13

beckmesser ha scritto: Non dimentichiamo che stiamo parlando di un teatro dove si considera rivoluzionario il modo di fare Mozart presentato da Harding-Bondy (che, al di là di come si voglia giudicare il risultato specifico, è un Mozart ormai abituale in tutti i teatri del mondo) e dove già si mugugna all’idea che ci si permetta di inaugurare una stagione col Tristano (basandosi sulla dotta motivazione che, accidenti a Wagner, il Tristano “è troppo lungo”…)

Parole sante, accidenti...
Devo dire che Beckmesser ha sintetizzato il problema alla perfezione
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Scala: stagione 2007-2008

Messaggioda pbagnoli » sab 02 giu 2007, 11:05

http://www.teatroallascala.org/public/LaScala/IT/stagioni/stagione2/opera-e-balletto/index.html

La prossima stagione d'opera scaligera è finalmente stata pubblicata.
Cosa ne pensate?
Qualche perplessità ce l'avrei:
- Storey non mi sembra tenore da inaugurazione, ma la coppia Chèreau-Peduzzi è la Storia del teatro
- il Macbeth di Vick era oggettivamente un brutto spettacolo e la Urmana non mi sembra una scelta particolarmente coraggiosa come Lady
- della Bohème di Zeffirelli ne ho strapiene le palle
- troppi tenori nei concerti di canto ( ma c'è la Gruby... )
Altre idee?
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Messaggioda Alberich » sab 02 giu 2007, 12:09

Storey lascia molto, molto perplesso anche me. Tuttavia mi consolo vedendo Salminen, magra consolazione, ma tant'è. In ogni caso, il Ring di Chereau aveva un cast imbarazzante eppure è uno degli spettacoli più incredibili che abbia mai visto.
Sul Macbeth non concordo: secondo me era uno spettacolo bellissimo.
Sui concerti di canto ho pensato lo stesso, ma mi sono già abbonato... :D Furlanetto, la Von Otter (di cui parlavate pochi giorni fa), Bostridge e la Gruberova secondo me meritano di essere visti (invece la Kozena la conosco solo di nome).
Aggiungerei che mi sembra tutto sommato una stagione ben pensata, varia e piena di spunti interessanti. Lissner ha fatto quello che non è riuscito al duo Muti-Fontana, ossia tentare di mettere in scena qualche opera del novecento italiano (oltre Puccini, intendo) e questo è un suo grande merito, a mio avviso. Rimangono delle perplessità sulla scelta di alcuni cantanti (oltre ai già citati Storey e Urmana), ma vedremo. Io sono soddisfatto, anche per i cambiamenti organizzativi fatti: aver separato la stagione di opera da quella di balletto è una cosa che andava fatta tanti, tanti anni fa. Aver pensato ad abbonamenti per ragazzi a prezzi veramente concorrenziali è un'altro ottimo risultato, secondo me.
un saluto
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Messaggioda VGobbi » dom 03 giu 2007, 11:52

Per la prima volta ho acquistato l'abbonamento alla Scala, turno A.

Penso che la stagione vada classificata in due modi : proposta delle opere e scelta del cast.

Nel primo caso, mi ritengo personalmente soddisfatto, almeno per quanto riguarda i miei gusti musicali. Certo che chi ama un Rossini o l'opera barocca, molto probabilmente ne sara' scontento. Personalmente, se devo fare un appunto, avrei preferito che il ciclo Janacek fosse proseguito, invece di fermarsi dopo solo due opere. Inoltre, avrei gradito che le operette fossero destinate all'Arcimboldi, classica cattedrale del deserto e di cui ancora non si hanno sfruttato le enormi potenzialita'.

In merito ai cast, ci sono sorprese (la Antonacci, cantante che ascoltero' per la prima volta), certezze (Nucci nel Macbeth ma avrei gradito altro interprete, Meier come Isolde), vecchie glorie (Domingo, Bruson, Pons, Tocziska), i cantanti che vanno per la maggiore (Alvarez, Cedolins, Frittoli e la Herlitzius), oltre a diverse incognite (su tutti il Wozzeck di Georg Nigl).

Interessantissimo per quanto riguarda il recital dedicato ai cantanti : Gruberova, von Otter, Furlanetto e Florez su tutti.

Insomma, non mi lamento. Vedremo se all'atto pratico, manteranno le attese.
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Messaggioda dottorcajus » dom 03 giu 2007, 12:45

Trovo grande interesse per Cyrano, Wozzeck e Chenier. La prima mi interessa in quanto titolo desueto e la vorrei vedere anche se purtroppo troverò Domingo, cantante che artisticamente ammiro ma che non mi è mai piaciuto più di tanto, neanche venti anni fa. Wozzeck è un titolo che quando l'ho visto in teatro ha suscitato in me il desiderio di rivederlo quanto prima e, purtroppo, sono passati vari anni. Lo Chenier mi incuriosisce perchè sarebbe la mia prima volta in teatro con Alvarez e Cedolins. Ovviamente ho delle perplessità su Alvarez/Chenier dato che ritengo il suo Ballo in Maschera londinese una prova limite per quella che all'epoca appariva essere la sua vocalità. Poi è arrivato il Trovatore che ha evidenziato il superamento di questi limiti con un risultato molto meno brillante di altri. Mi rendo conto che quanto arriverà lo Chenier, la voce del tenore potrebbe essere maturata quello che vorrei verificare è se tale maturazione è frutto di un percorso naturale e di studio o se frutto di trucchi. Cosa ho notato nel suo Manrico è la pericolosa tendenza a lasciar troppo spazio alla facile comunicativa a scapito di un fraseggio più articolato.
Il Macbeth è opera che amo ma, senza alcuna vergogna, non amo Nucci nè amo il modello di baritono che rappresenta.
Maria Stuarda ha punti favorevoli nella grande curiosità di riascoltare in teatro, a distanza di venti anni, la Antonacci e nella Devia, pur con le consuete riserve sul personaggio. Il negativo è la possibile presenza del solito insopportabile micro-tenore (es.Bros) che purtroppo spesso si incontra in questo repertorio. Se la scelta del tenore sarà adeguata allora la Stuarda sarà spettacolo da vedere.
Il Trittico, di cui amo particolarmente il Tabarro e non amo assolutamente la Suor Angelica, non ha un cast interessante e quindi non mi interessa.
Boheme, titolo bellissimo ma alquanto inflazionato presenta un cast con un tenore, Valenti, che se non si è trasformato dagli ascolti radiofonici, ha voce poco significativa. Il resto, per quel che conosco, mi sembra valido.
Resta il dittico che vedrei volentieri ma qui a Pisa. Non mi interessa così tanto da venira a Milano.
Non mi esprimo su direttori e regie componenti importantissime ma che a mio parere, specie in alcune opere, restano in secondo piano rispetto ai cantanti.
Roberto
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Messaggioda beckmesser » lun 04 giu 2007, 12:28

Tralasciando i commenti sul valore artistico della stagione proposta (che mi sembra, in genere, di medio livello), vorrei porre un quesito, sperando che qualcuno riesca a darmi una spiegazione ragionevole. Perché la Scala sembra essere l’unico teatro al mondo ad aver programmaticamente bandito le recite pomeridiane? Se si eccettuano due recite di Tristan la domenica pomeriggio, per il resto NIENTE! Nemmeno una! In tutti i teatri di un certo rilievo sembra ormai prassi acquisita che le recite di sabato si fanno verso le 18 e quelle di domenica verso le 15: alla Scala niente, ore 20 e basta. Credo che anche questo sia un sintomo grave della mancanza di quello che in termini di marketing si definirebbe “orientamento al cliente”. Credo che molti “clienti” di un teatro che (almeno spero) dovrebbe avere una vocazione ormai extra-meneghina preferirebbero venire ad una recita pomeridiana, magari in treno, anziché farsi centinaia di chilometri, in piena notte, magari con nebbia e neve… Credo che anche questo elemento denoti una spiacevole mentalità del teatro milanese: i teatri di Parigi, Londra, New York (tanto per citare solo quelli con cui, forse, la Scala accetterebbe di essere paragonata) si sono sforzati di essere teatri in cui è piacevole (anche per ragioni extra-artistici) andare. La Scala no: sembra faccia un favore ad allestire spettacoli per assistere ai quali lo spettatore deve essere disposto ad accettare tutto, orari impossibili, prezzi da rapina per posti da cui non si vede nulla, vendita dei biglietti prima di rendere noti i cast, ecc… Il problema è che questa mentalità causa una conseguenza inevitabile: quei teatri riescono ad essere pieni (o quasi) anche con titoli a rischio, mentre al Scala resta mezza vuota con Jenufa (e sono curioso di vedere cosa avverrà con Lady Macbeth o Candide…).
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Messaggioda MatMarazzi » lun 04 giu 2007, 15:10

PBagnoli ha scritto:Storey non mi sembra tenore da inaugurazione, ma la coppia Chèreau-Peduzzi è la Storia del teatro


Sono appena tornato da Amsterdam dove ho ascoltato Da una Casa di Morti di Janacek, proprio con la coppia Chéreau-Peduzzi (però dirigeva Boulez: quella sì sarebbe stata una scelta forte per il Tristano inaugurale!)

Su Peduzzi il tempo è trascorso, impietosamente: le sue scenografie sono vecchie, ancora appesantite da un'estetica disperatamente anni '70-'80.
Temevo la stessa cosa per Chéreau: non avevo più visto un suo spettacolo d'opera dal famoso Don Giovanni.
I miei timori erano acuiti anche da una certa mia diffidenza verso lo Chéreau regista d'opera.
Sono convinto che sia assurto (giustamente) a rango di mito - fra gli anni 70 e 80 - più per il suo spirito innovativo e "impegnato" che per reale eccezionalità tecnica.
Sinceramente persino i suoi storici Ring e Lulu a me sono sempre parsi tecnicamente piuttosto rudimentali.

Invece la regia della Casa di Morti mi ha fatto piacevolmente ricredere. La polvere vetero-ideologica c'è ancora, evidentemente, ma viene presto spolverata via da una vitalità narrativa da primo della classe. Lo spettacolo è stato un concentrato di straordinarie intuizioni emozionali e psicologiche; i cantanti (pur senza essere quelli fantastici di Abbado) hanno rcitato benissimo e soprattutto il montaggio (in un'opera che praticamente non ha un filum a cui aggrapparsi) era da grandissimo regista.
E poi c'era Boulez... e qui ogni commento è superfluo.
MacKerras e Abbado sono stati letteralmente spazzati via: ogni volta che sento Boulez dal vivo (finora ho avuto questa fortuna nel Rossignol, l'uccello di fuoco, il pierrot lunaire, il Retablo de Mese Pedro, il Castello di Barbablu - due volte - e Dafne e Cloe) ho la sensazione di un gigante che svetta su tutti gli altri con una semplicità e una grandezza senza confronti possibili.

Tornando al topic, sono anche io - a questo punto - curioso di vedere il Tristano di Chéreau; meno di sentire la direzione di Baremboim, che ho già sentito due volte in Tristano... sì, d'accordo, bella, grande, enfatica, struggente; ma insomma non è il tipo di Wagner che piace a me.
Dal vivo in quest'opera ho sentito anche Rattle (Amsterdam 2001) e Salonen (Parigi 2005) e vi assicuro che - almeno a mio personalissimo gusto - non c'è paragone.

Venendo alla stagione scaligera, me la sono letta e riletta, non solo in funzione di qualche mia sortita a milano, ma soprattutto pensando a qualche gita di gruppo del mio club.
Devo ammettere che mi sono cascate le braccia.
Non c'è un solo spettacolo che, già sulla carta, ti faccia saltare sulla sedia.
Ce ne sono solo tre che potrebbero interessare per alcuni versi, ma poi decadono sugli altri fronti.
Alla fine, più per inerzia che per altro, penso che andrò a sentire solo il Tristano, il Cirano e il Giocatore.

Per il Tristano, tutto l'interesse è puntato sulla nuova regia. Il direttore a me personalmente interessa meno (in quest'opera!).
Il cast non mi interessa affatto. Come diceva Rossini, il bello non è nuovo (anzi diciamolo, è vecchio, stravisto, strasentito) e il nuovo non è bello.

Il Giocatore, opera che amo follemente, poteva essere il punto forte della stagione. Anche perché in questo caso e in questo repertorio la presenza di Baremboim (questa sì che è una grande idea, altro che Tristano) poteva essere eccitantissima.
Peccato il cast: considerata la scarsa dimestichezza del pubblico italiano per questo titolo, si doveva puntare a nomi forti, di impatto fragoroso.
Gli estremi c'erano: come Paolina si poteva rincorrere una Netrebko, una Stemme, una Johanson, come Babulenka (visto che ne abbiamo parlato altrove) una Baltsa o una Silja.
Ma sono anni ormai che noto che il problema della Staatsoper Unter den Linden è proprio quello di sbagliare i cast. L'inverno scorso ho visto naufragare un bellissimo Dottor Faust (bellissimo per Baremboim e Mussbach) nel disastro di un cast da filodrammatica di paese.

Sto pensando se valga la pena di ascoltare Domingo ultra-settantenne (ammesso e non concesso che si presenti) nel Cyrano.
Certo: mi attira anche la regia della Zambello (ZAMBELLO, porcaccia la miseria, NON ZIMBELLO come quei minus habentes della Scala hanno scritto sul sito!!! Ma possibile che dobbiamo farci sempre ridere dietro dal mondo???).
A parte Domingo il cast è un po' domenicale: la stessa Rodvanovsky - che ho appena sentito nello Stiffelio a Londra - è bravina, ma non geniale.

Possibile che per il ritorno di Domingo alla Scala non si potesse trovare un titolo più indicato? Oltre a non avere più l'età per la parte, il tenore spagnolo non ha nemmeno più la voce: ormai è baritonale e senile. L'ultimo Siegmund di Londra (2005) è stato malinconico.
Non era meglio allestire un Billy Budd (che alla scala non credo si sia mai visto) con un suo debutto come Capitano Vere?
E se non si volevano spendere i soldi di una nuova produzione, perché non far venire Domingo con qualcuno dei nuovi personaggi studiati per l'America?
Ad esempio far venire dal Met il "Primo Imperatore" (di Tan Dum) o il "Nicola e Alessandra" di Drattel da Los Angeles, opera in cui Domingo ha interpretato per la prima volta nella sua carriera un ruolo assolutamente torbido come Rasputin, dicono splendidamente?

Per la Meier si può fare lo stesso discorso che per Domingo; è una cantante straordinaria: fra l'altro l'ho appena applaudita come fantasmagorica Ortrud a Parigi. Però, ad esempio, per i soci del Wanderer Club (e non credo solo per loro) sarebbe la quarta volta che la vediamo in Isolde, senza contare cd e dvd.
Era giusto farla approdare alla Scala in questo ruolo, ma chiamarla adesso - dopo che per lustri l'ha fatta ovunque- fa passare la Scala per una periferia del mondo: come per la Sacrestana della Silja.

Sinceramente avrei preferito sentire la Meier alla Scala in qualche debutto autorevole e più adatto all'età già matura: tanto per restare nei titoli della stagione, avrei preferito sentirla come Judith del Barbablù o come Madre del Prigioniero, magari entrambi i ruoli nella stessa sera (come tempi e fatica sarebbe stato meno della sola Isolde). E invece dovremo sorbirci la solita Herlitiuz (brava, ma certamente meno carismatica della Meier), per non parlare di quella vera e propria assurdità della Marrocu come Madre nel Prigioniero.
Ok... facciamoci del male!

E visto che siamo arrivati a parlare del dittico Bartok/Dallapiccola, questo poteva essere un altro titolo interessante per me e per il Wanderer, se non fosse per il cast vocale infimo.
Per lanciare l'operazione, mi sarei aspettato non solo un direttore e un regista famosi (benché su di loro io nutra fortissimi dubbi) ma soprattutto un cast di nomi grossi: quanto meno un Thomas Hamspon come prigioniero (o Gunn, Schovus), un Rene Pape come Barbablu, un Langridge come carceriere (o Workmann o Kuebler).


pBagnoli ha scritto:della Bohème di Zeffirelli ne ho strapiene le palle


me too.
Ma meno ancora ho voglia di sciropparmi una vedova allegra con Pizzi e la Westbroek o un Trittico dove il meglio che ci si possa aspettare è la Lipovsek in Principessa (o Madonnina!)
Quanto a Nucci, lo lascio tutto ai suoi estimatori e io mi tengo Terfel! :) Anche perché già non reggo Nucci quando si atteggia ad attore tragico... figuriamoci quando fa lo spiritoso!


il Macbeth di Vick era oggettivamente un brutto spettacolo e la Urmana non mi sembra una scelta particolarmente coraggiosa come Lady


La Urmana è già stata ascoltata dal Wanderer a Londra, al suo debutto come Lady: sicuramente meglio lì che in Aida; ha un bel vocione e un naturale piglio "cattivo".
Però non mi dice niente e questo lo dico avendola sentita in tutte le salse (da Kundry a Judith, da Eboli a Iphigenie).

Nemmeno la Maria Stuarda mi interessa.
Per la semplice ragione che non si fa Maria Stuarda senza Maria Stuarda.
Mi sono già sciroppato la Devia in questo ruolo a Roma: non mi fregano un'altra volta! :)
Mi spiacerà perdermi l'Elisabetta della Antonacci (che sarà favolosa), in compenso sono sollevato di non dover subire un'altra pizza di Pizzi.

Eviterò anche quella malinconica ripresa del Wozzeck: lo so che quando si impegna Gatti è bravino, e probabilmente farà anche un Wozzeck carino, ma se la Scala non riesce a trovare un direttore più interessante in un'opera del genere c'è da restare depressi.
Il cast ancora una volta non presenta un nome di rilievo, a meno che non si debba andare in solluchero per Wottrich in Tamburmaggiore o per la solita Herlitiuz in Marie... io no.

Quanto all'Andrea Chenier, mi spiace ma il cast è un concentrato di quel che non voglio nè vedere, nè sentire in questa bellissima opera, a partire dal direttore fino ai singoli interpreti.

Sospirando amaramente, un salutone a tutti.
Matteo Marazzi

Lissner! Lissner! Per quanti anni ancora dovremmo darti fiducia??
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Messaggioda VGobbi » lun 04 giu 2007, 15:46

Davvero implacabile il tuo parere, Matteo. Vedo che cominci a perdere fiducia in Lissner, invece se mi permetti non sono d'accordo con te. Qualche merito, e tra l'altro tutt'altro che indifferente, ce l'ha. Ci ha fatto conoscere la Kostelnicka della Silja, ci fara' conoscere l'Isolde della Meier. Per noi poveri milanesi, non ci era stato ancor modo di sentirle. Ti pare un merito da poco? Se ci fosse ancora Muti, dici che avremmo avuto modo di sentire la Silja in qualche suo grande ruolo, oppure gli avrebbero affibbiato un ruolo non suo (come e' capitato nei "Dialoghi delle Carmelitane" di Poulenc). Poi sugli altri punti, sono anche d'accordo, in primis l'ennesimo Macbeth di Nucci (a me non entusiasma molto) o la bella statuina Devia nei panni di Maria Stuarda. Ecco, in questo avrebbe dovuto rischiare di piu' o per lo meno proporre nomi piu' interessanti ed innovativi. Ma se mi permetti, io per Lissner pazienterei ancora ... Per il momento mi accontento e credimi non e' affatto poco!
Ultima modifica di VGobbi il lun 18 giu 2007, 10:27, modificato 2 volte in totale.
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Messaggioda MatMarazzi » lun 04 giu 2007, 17:58

DA ALTRO THREAD

VGobbi ha scritto:Se ci fosse ancora Muti, avremmo avuto modo di sentire la Silja in qualche suo grande ruolo come Kostelnicka della "Jenufa"?
Oppure gli avrebbero affibbiato un ruolo non suo (come e' capitato nei "Dialoghi delle Carmelitane" di Poulenc).



Mi spiace, ma di tante critiche a Muti questa è la meno condivisibile.
L'idea di chiamare la Silja per un grande debutto è stata da vero teatro internazionale.
Fra l'altro la Silja è stata secondo me una delle più grandi Croissy immaginabili oggi... altro che "ruolo non suo"; e il fatto che sia nata alla Scala è un vanto per tutti noi.
Quanto alla Meier, se c'è una cantante che Muti ha valorizzato in tutti i modi è stata proprio lei: le fece fare persino Santuzza a Ravenna.
Alla Scala l'abbiamo sentita in Kundry (e negli anni buoni... non a fine corsa). Nell'era di Muti la Meier ha collezionato ben tre sant'Ambrogio!
Per una cantante non italiana e di repertorio tedesco è un vero record.

Con questo non voglio dire che i cast di Muti fossero interessanti: spessissimo non lo erano.
Ma ora non dobbiamo essere tanto ciechi nel voler esaltare Lissner a tutti i costi fino ad attribuirgli il merito di averci fatto "finalmente" sentire la Meier e la Silja!
Dobbiamo essere onesti, vivaddio.
I cast di Muti erano spesso modesti, ma quelli di Lissner sono peggio, senza ombra di dubbio.

Ma se mi permetti, io per Lissner pazenterei ancora ...

:) Ci mancherebbe che non dovessi permetterlo.
Solo mi piacerebbe sapere per quanto tempo dobbiamo ancora pazientare... Tre stagioni non sono già abbastanza?
La vecchia balla del "sapeste che condizioni ho trovato" non regge più.
Con tre anni di anticipo si sarebbero potuti scritturare tutti i Rattle, Boulez, Harnoncourt del mondo; avremmo potuto avere tutti i Terfel, le Netrebko, gli Streit, le Denoke dell'universo.
E invece... siamo ridotti al punto di leccarci i baffi per la millesima Jenufa della Silja e cinquecentesima Isolde della Meier...

Bah...
salutoni
Matteo
Ultima modifica di MatMarazzi il dom 14 ott 2007, 15:06, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda VGobbi » mar 05 giu 2007, 10:12

MatMarazzi ha scritto:
Se ci fosse ancora Muti, dici che avremmo avuto modo di sentire la Silja in qualche suo grande ruolo, oppure gli avrebbero affibbiato un ruolo non suo (come e' capitato nei "Dialoghi delle Carmelitane" di Poulenc).

Mi spiace, ma di tante critiche a Muti questa è la meno condivisibile.

Scusa, ma guarda che sei stato tu a lamentarti del fatto che avessero chiamato la Silja per interpretare il ruolo della Croissy. Che poi l'esito e' stato da par suo trionfale o meno, e' un altro paio di maniche.

MatMarazzi ha scritto:L'idea di chiamare la Silja per un grande debutto è stata da vero teatro internazionale.

Secondo me sarebbe stato da vero teatro internazionale, chiamare la Silja nel ruolo di Ortrud, o quelli recenti nei panni della Contessa (Dama di Picche) ma in misura ancor maggiore in quella della Strega (Haensel e Gretel di Humperdinck).

MatMarazzi ha scritto:Quanto alla Meier, se c'è una cantante che Muti ha valorizzato in tutti i modi è stata proprio lei: le fece fare persino Santuzza a Ravenna.

A parte che sto' parlando di Milano, con tutto il rispetto per l'orticello Ravenna.

MatMarazzi ha scritto:Alla Scala l'abbiamo sentita in Kundry (e negli anni buoni... non a fine corsa). Nell'era di Muti la Meier ha collezionato ben tre sant'Ambrogio!
Per una cantante non italiana e di repertorio tedesco è un vero record.

E pure sentita nel ruolo di Fidelio, dove ha mostrato magagne vocali non indifferenti. E la sua Isolde, nel pieno del suo fulgore, e' mai stata chiamata? Chi ci ha pensato a rimediare?

MatMarazzi ha scritto:Con questo non voglio dire che i cast di Muti fossero interessanti: spessissimo non lo erano. Ma ora non dobbiamo essere tanto ciechi nel voler esaltare Lissner a tutti i costi fino ad attribuirgli il merito di averci fatto "finalmente" sentire la Meier e la Silja!

Per tu che te li sei sorbiti in ogni salsa ed in ogni teatro d'Europa no, ma per me provetto decisamente si. Ti ripeto che l'aver ascoltata la Silja nel ruolo di Kostelnicka, seppur alla veneranda eta' di 67 anni, e' stata una delle piu' belle esperienze che ho vissuto a teatro. Come non potrei essere riconoscente a Lissner?

MatMarazzi ha scritto:Dobbiamo essere onesti, vivaddio. I cast di Muti erano spesso modesti, ma quelli di Lissner sono peggio, senza ombra di dubbio.

Guarda mi piacerebbe davvero, se fosse possibile, dare una scorsa ai cast proposti da Muti confrontandoli con quelli di Lissner. Avremmo un riscontro piu' diretto e sincero. Ed allora potremo eventualmente giudicare e caso mai preferire l'uno o l'altro.

MatMarazzi ha scritto:
Ma se mi permetti, io per Lissner pazenterei ancora ...

:) Ci mancherebbe che non dovessi permetterlo.
Solo mi piacerebbe sapere per quanto tempo dobbiamo ancora pazientare... Tre stagioni non sono già abbastanza?
La vecchia balla del "sapeste che condizioni ho trovato" non regge più.

E chi lo dice? Tu? Cosa ne sai in che condizioni Lissner ha trovato il teatro? Intanto un risultato l'ha gia' ottenuto. Il bilancio sempre in continuo aumento e con il segno positivo. Ed in un periodo di vacche magre per tutti, non mi sembra un dato da valutare. Poi e' logico che con un portafoglio migliore, si potra' programmare anche stagioni piu' interessanti. Io per adesso mi accontento.

MatMarazzi ha scritto:E invece... siamo ridotti al punto di leccarci i baffi per la millesima Jenufa della Silja e cinquecentesima Isolde della Meier...

Come si suol dire, meglio tardi che mai!
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