Giuseppe Sinopoli

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Giuseppe Sinopoli

Messaggioda DottorMalatesta » mer 03 ott 2012, 11:06

Sinopoli è stato un direttore intellettuale (i detrattori direbbero “cerebrale”) come pochi altri. E con questo non mi riferisco alla laurea in medicina, alla specialità in psichiatria, all’accostamento alle culture antiche. Mi riferisco all’approccio estremamente analitico delle opere di Strauss e Puccini, tratteggiati con la linea incisiva e graffiante di uno Schiele (vedeva nel giusto Giudici), proiettati in un Novecento angosciante.
Verdi, a prima vista, parrebbe un’eccezione. E’ stato sottolineato come il Verdi di Sinopoli sia bandistico. E in effetti la sottolineatura ritmica (quei zum-pa-pa bene in evidenza) è in assoluto rilievo (esemplare il suo Nabucco), a tratti persino eccessiva. Basta, questo, per rendere ipso facto il Verdi di Sinopoli pesante e gigione? Di certo il Verdi di Sinopoli è agli antipodi da chi lo interpreta con le sonorità più affini al repertorio sinfonico tedesco o da chi ne sottolinea l’afflato ideale accostando l’arte verdiana alla poetica manzoniana. Sinopoli vede in Verdi l’esponente massimo di una cultura popolare, quella italiana dell’ottocento, impregnata di superstizione e di sentimenti primordiali vissuti all’estremo (l’odio, l’amore, la vedetta) che trovano la loro massima espressione nel melodramma. Melodramma che quindi non si propone di nobilitare, nascondendo o (per utilizzare un termine caro al Sinopoli esperto di psicoanalisi) rimuovendo gli eccessi che ne costituiscono l’identità profonda, seppellendoli sotto una sovrastruttura estetica/morale/interpretativa che ne altererebbe la fisionomia originaria. Sinopoli ci fa vedere l'uomo qual è, nelle sue pulsioni primitive ed ancestrali, estreme, violente... melodrammatiche!! ;-) Quando penso a Sinopoli interprete di Verdi mi torna in mente il Pasolini insuperato fotografo della civiltà pre-capitalistica, ancestrale e primitiva delle realtà contadine o dei sobborghi romani. Nessun tentativo di interpretare, di rileggere la realtà in chiave morale od estetica, ma solo il desiderio di trasmettere con la forza (e la violenza) delle immagini la crudeltà, l’intensità, la verità. Qui sta la forza di Sinopoli interprete di Verdi, qui il suo limite, nel volere svolgere una tesi, nel voler dimostrare un assunto senza se e senza ma, anche a scapito del senso del teatro e del dramma (che spesso nelle sue interpretazioni verdiane latita alquanto).



Tutto questo, IMHO!!!

;-)

Ciao,
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Re: Giuseppe Sinopoli

Messaggioda vivelaboheme » gio 04 ott 2012, 18:40

D'accordo sul concetto di fondo. Ricordo un Requiem verdiano a Parma diretto (meglio: interpretato. Lui era un vero, grande INTERPRETE) magistralmente da Sinopoli, nel quale il dato caratteristico era (perfino lì, nel Requiem) il carattere ruspante. Può sembra blasfemo dire che si trattasse d'un Requiem "contadino", profumato al Lambrusco, ma era esattamente così, e per questo unico e affascinante.
Quanto al senso del dramma, invece, non concordo completamente: Nabucco by Sinopoli è teatralissimo, idem il suo (magari discutibile, ma travolgente) Trovatore di Monaco (sentito dal vivo).

Più in generale, colgo l'occasione dei due post recenti su Muti e Sinopoli per rinnovare un mio personale rimpianto, che resterà purtroppo tale. E' un "buco" storico irrimediabile, da parte del Teatro alla Scala, averci ammanito una modesta, raffazzonata, mezza scenica mezza no, Tetralogia affidata a Muti, vivente Sinopoli. Che la Scala non abbia colto la necessità storica di allestire, per e con Sinopoli, il ciclo wagneriano resterà un motivo di rimpianto per coloro (io sono fra quelli) che hanno apprezzato la straordinaria intelligenza e cultura e sensibilità d'interprete di Giuseppe Sinopoli.

marco vizzardelli
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Re: Giuseppe Sinopoli

Messaggioda DottorMalatesta » gio 04 ott 2012, 19:13

Sulla scarsa teatralitá pensavo soprattutto a Forza del Destino, Macbeth e Rigoletto.

D´accordissimo con te sulla scelta empia di affidare Wagner a Muti :mrgreen: avendo a disposizione Sinopoli!!!

;-)

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