Cecilia Bartoli

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Re: Cecilia Bartoli

Messaggioda Teo » gio 06 nov 2008, 16:21

Orbazzano ha scritto:
Maugham ha scritto:La padronanza tecnico-vocale (di qualsiasi tipo essa sia e quindi specifica per ogni tipo di repertorio) è solo l'inizio. La conditio sine qua non per partire.
Da lì in avanti c'è il teatro.


Assolutamente d'accordo, non capisco però una cosa: quali sarebbero i diversi tipi di tecnica? :)


Beh, francamente non capisco la domanda...
Penso sia risaputo che dal seicento in poi, molti artisti (tra cui anche cantanti), si sono sbizzarriti nel redigere una lunga serie di trattati musicali sulla tecnica del canto e credimi, anche sui concetti di base ci sono delle posizioni del tutto discordanti.
Ad esempio sulla respirazione c'è chi sostiene che debba essere essenzialmente di tipo diaframmatica, c'è chi invece sostiene che debba essere mixata (mi si passi il termine per esemplificazione) con quella costale, per non parlare del sostegno (quali muscoli vanno in contrazione? e dove?) o del suono creato sulla laringe (posizione bassa, larga, verticale, bocca a uovo, bocca chiusa, ....), o dall'immascheramento (che per molti è dovuto solo tramite l'utilizzo dei risonatori dei seni paranasali, mentre per altri sono coinvolti pure quelli della nuca...), ecc...ecc...fino ad arrivare al suono parlato, ovvero articolato, che spesso cambia a seconda della pronuncia dettata dalla lingua in cui si canta.
Potrei anche citarti, per esperienza personale, innumerevoli pareri discordanti di vari maestri di canto (e ce ne sono anche di famosi e noti), e dirti che sovente, questi concetti basilari stanno agli antipodi tra loro, e così via...
E anche in merito al repertorio, ci sarebbe da dire molto sul concetto di "distinzione" tra un suono tecnicamente idoneo e uno che lo è meno.
Nello studio personale delle opere con le quali ho avuto a che fare e anche attraverso il confronto costruttivo di alcuni amici che frequentano questo forum, ho potuto constatare che davvero il risultato di quanto espresso a livello teatrale è spesso caratterizzato da un forte elemento soggettivo.
Faccio un esempio banale per essere compreso.
Molti di voi sanno che non sono affatto un estimatore di José Cura e che da sempre ho criticato il suo stile tecnico-vocale.
Eppure pensare che il tenore argentino non sia in possesso di tecnica è sbagliato (e questo con il tempo ho imparato a riconoscerlo).
Allo stesso modo però, se io dovessi prendere ad esempio la sua tecnica (soprattutto nella risoluzione dalla zona di passaggio verso l'acuto), sicuramente mi ingolferei dopo le prime due battute, ma questo non tanto perché la sua tecnica è errata (concettualmente parlando), ma perché lo sarebbe per me.
Allo stesso modo la Sutherland non può risolvere i recitativi (esempio ben espresso da Calaf) allo stesso modo della Callas.
Ma caspita, la Callas li risolve proprio grazie alla tecnica; tecnica prodigiosa che ben sapeva gestire e amministrare, tale da consentirle (fino ad un certo periodo) di poter spaziare in più repertori.
Ovviamente la Callas non avrebbe mai potuto sognarsi di utilizzare lo stesso suono del soprano australiano, e grazie al cielo che questa emulazione (nel caso ovviamente della Sutherland) non è avvenuta.
Nella sostanza, direi che la costruzione di un personaggio deve proprio risolversi sulla giusta scelta tecnica e vocale, e sopratutto questo deve avvenire in fase di studio, che dovrebbe (verbo spesso disatteso) essere quella si, la famosa conditio sine qua non.
Spero di aver reso comprensibile il concetto... :roll:
Salutissimi.

Teo
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Re: Cecilia Bartoli

Messaggioda pbagnoli » gio 06 nov 2008, 16:24

Orbazzano ha scritto:
Assolutamente d'accordo, non capisco però una cosa: quali sarebbero i diversi tipi di tecnica? :)

Allo scopo di non ricominciare tutta una serie di considerazioni su questo argomento, se vuoi, se ti fa piacere, potresti fare una piccola ricerca e vedrai che di questo argomento abbiamo abbondantemente parlato in altri thread.
E' interessante, ma dopotutto non fondamentale: come dice WSM, da qui in avanti incomincia il teatro.
Ciao!
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Re: Cecilia Bartoli

Messaggioda MatMarazzi » ven 07 nov 2008, 13:57

Orbazzano ha scritto:Archviare Joan Sutherland e la sua Sonnambula dicendo "aveva tanti suoni molto più carini di quelli della Callas" mi sembra un tantino azzardato.


Tu sai bene, Orbazzano, che questo non l'ho fatto.
Ho detto che il confronto fra le risorse tecniche della Australiana rispetto a quelle della Callas non si può circoscrivere alla maggiore o minore piacevolezza dei suoni: solo in questo caso la superiorità dell'Australiana balza agli occhi e sarà indiscutibile.

Potresti spiegarmi cosa intendi tu quando parli di tecnica e di vocalità?

Molto volentieri! :)
La definizione più banale e omincomprensiva di tecnica vocale è la capacità di produrre "dati suoni".
Ovviamente - se parliamo di un genere di musica ben precisa - questi suoni devono avvere certe caratteristiche, o per lo meno rispondere a certe convenzioni.
Anche all'interno delle convenzioni, le possibilità sono amplissime. La vastità di suoni prodotti anche solo dai cantanti d'opera (per non parlare delle diecimila tradizioni canore extra-operistiche) è incredibile.
E non è statica: ma si arricchisce vieppiù di nuovi contributi.
La Sutherland non esaurisce proprio per niente queste sconfinate possibilità: anzi, a costo di stordirti, :) la sua tecnica è piuttosto limitata (cosa che giustifica il senso di monotonia che molti associano alle sue esecuzioni).
L'usignolo australiano ha scelto di concentrarsi su un certo tipo di tecnica, per ottenere alcune cose.
In queste cose si è spinta a livelli - hai ragione - stratosferici.
Però ci sono tantissime cose che - ovviamente - ha dovuto mettere da parte, perchè nessuna tecnica permette tutto.

In primo luogo, vi è in lei l'incapacità assoluta di variare i colori, di articolare le vocali.
E anche questo è canto! Anche questa è tecnica!
Sui colori si costruiscono frasi stupende (la Callas ne è un esempio).
Se confrontiamo la Sutherland alla Bartoli (da questo unico punto di vista!!!!!) dobbiamo riconoscere che l'italiana ha una tavolozza di fronte alla quale l'australiana è ben limitata.

Sempre nella Sutherland si può riscontare una certa povertà di dinamica che, per quanto varia ed efficiente, non è affatto spettacolare: il passaggio dal fortissimo al più etereo filo di voce è assai meno vistoso in lei che in tante sue colleghe (e anche la dinamica si ottiene con la tecnica, anche la dinamica è canto).

Vi sono aree della voce che evidentemente le interessavano di meno, e aveva perfettamente ragione (se non le interessavano): resta il fatto che non ha mai imparato a dominarle!
E' un fatto che quando si avventurava nel registro di petto era una scolaretta: nessun controllo dinamico, nessun controllo cromatico, un tentativo di copertura "intubato" che avrebbe inorridito non pochi maestri di canto.
Nessun problema: il registro di petto non le interessava! ok. Però ci sono state artiste (come la Callas) che lo dominavano alla perferzione e che - da questo versante - ne sapevano ben più di lei.

Un'altra cosa che la Sutherland, maestra di legato, faticava a realizzare era lo slancio di sonorità "sparate", e questo benché la sua voce fosse luminosissima in alto. Ok, ok... lo so che Celletti le diceva "brava, proprio perché non spara mai, tranne nei sopracuti", ma molto spesso il suo canto di forza suonava blando e molle, non in termini di volume, ma proprio di qualità del suono.

Insomma... se la prima parte di "In mia man alfin tu sei" o lo stesso monologo dei figli (e cito un'opera in cui adoro Dame Joan) risultano così fiacchi è proprio per limiti tecnici!
E non c'è trillo che, in questi momenti, possa aiutarla.

Potremmo andare avanti, ma possiamo fermarci qui, anche perchè NON VORREI CHE QUALCUNO DEDUCESSE DALLE MIE PAROLE CHE RITENGO MODESTA LA TECNICA DELLA SUTHERLAND.
Non è affatto così: semplicemente come ogni tecnica, la sua permetteva alcune cose e non altre.
Certo! In quelle che le permetteva, la Sutherland era la prima della classe. Punto e basta.
Basta un suo trillo, un suo legato e si ha la sensazione che - su questi specifici fronti - sia molto difficile andare oltre.

Ma se confrontiamo le pur straordinarie capacità della Sutheralnd a ciò che la Callas sapeva trarre dalla sua vociaccia in termini di colori, dinamica, chiaroscuri, tensione della linea, articolazione sillabica, ecc... be' allora, mi spiace Orbazzano, ma è semplicemente un abisso quello che io sento.

E' pur vero - l'ho detto mille volte, ma lo ripeto - che le peculiarità della tecnica della Sutherland trovavano la loro più straordinaria applicazione proprio nei ruoli Pasta.
In tutto il '900, non riesco a pensare - in questa serie di personaggi - un'interprete più interessante di lei, ovviamente esclusa la Callas.
E questo - come ha detto la Bartoli e tempo fa la stessa Giulia Grisi, proprio su questo forum :D :D :D :D :D :D :D - a dispetto del fatto che la voce della Sutherland fosse in teoria un po' troppo acuta.
Ma, come dicevo a Tucidide in altro thread, vi sono "sottotesti" che vanno oltre le stesse note.

Spero di essere riuscito a spiegare il mio pensiero.
Salutoni,
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Re: Cecilia Bartoli

Messaggioda MatMarazzi » ven 07 nov 2008, 14:03

Tucidide ha scritto:Lei ha cantato Amina in forma di concerto a Baden Baden: credi che là, in un teatro, abbia cantato come in disco (per intenderci, nella nuova edizione è ancora più "leggera" che nel disco "Maria")? In teatro si sarebbe sentita, cantando così? Io credo di no. Se ha voluto risultare almeno udibile, deve aver cantato molto più "in voce". Allora, mi e ti chiedo, cosa mi rappresenta questa Amina? Non è l'Amina della Bartoli. E' un prodotto di laboratorio, che sa di formalina, e in cui sento mancanza di realtà teatrale.


:) Ma questa è una verità che scende dal Cielo o sei stato a Baden Baden?
Te lo dico perché io ho sentito spesso la Bartoli dal vivo e ti assicuro che quel modo di cantare è lo stesso che le ho sentito fare a teatro.
A teatro si ha chiara la sensazione della "piccolezza" di quei suoni, ma ti assicuro che:
1) si sentono benissimo
2) sono esattamente gli stessi che esibisce nei dischi e il pubblico impazzisce immancabilmente

Io non amo follemente la Bartoli, si può discutere sulle sue scelte, alle volte mi fa sganasciare dal ridere, ma vivaddio è una vera personalità, una che non ha paura di rischiare e di sperimentare...
Come ogni sperimentatrice può anche sbagliare alle volte, ma se la storia del canto si arricchisce di nuove suggestioni non è certo per merito di chi ha come unico obbiettivo di dare al pubblico ciò che il pubblico si aspetta.

Salutoni,
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Re: Cecilia Bartoli

Messaggioda MatMarazzi » ven 07 nov 2008, 14:54

Teo ha scritto:
E anche in merito al repertorio, ci sarebbe da dire molto sul concetto di "distinzione" tra un suono tecnicamente idoneo e uno che lo è meno.
...
ho potuto constatare che davvero il risultato di quanto espresso a livello teatrale è spesso caratterizzato da un forte elemento soggettivo.


:) assolutamente e ciecamente d'accordo!!!
Come su tutto il resto del tuo post.

Grazie, Teo

Mat
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Re: Cecilia Bartoli

Messaggioda Tucidide » ven 07 nov 2008, 15:27

MatMarazzi ha scritto:Te lo dico perché io ho sentito spesso la Bartoli dal vivo e ti assicuro che quel modo di cantare è lo stesso che le ho sentito fare a teatro.
A teatro si ha chiara la sensazione della "piccolezza" di quei suoni, ma ti assicuro che:
1) si sentono benissimo
2) sono esattamente gli stessi che esibisce nei dischi e il pubblico impazzisce immancabilmente

Non discuto la grande fantasia e voglia di sperimentare della Bartoli, ma almeno io sento una differenza notevole fra gli effetti dinamici dei primi dischi, anzi, direi di tutte le sue incisioni fino a tre-quattro anni fa, e le ultimissime prove, come "Maria" e questa Sonnambula.
A me sembra che la Bartoli, in disco, stia giungendo a stili di emissione quasi da crossover. I pianissimi del disco vivaldiano, per non parlare delle incisioni rossiniane, sono "veri", reali, teatrali: saranno stati piccoli, ma hanno una specifica sonorità "lirica". Ultimamente io avverto una differenza notevole, di impostazione. Si è resa conto che con il microfono anche un soffio passa l'orchestra, e allora ha adottato tutta una serie di sonorità che prima non adottava.
Che ciò significhi voglia di sperimentare, non lo metto in dubbio: ma che sia efficace, non mi sentirei di dirlo.
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Re: Cecilia Bartoli

Messaggioda Bertarido » gio 18 feb 2010, 14:24

Ma avete per caso letto le recensioni del Giulio Cesare andato in scena alla Salle Pleyel con la nostra Cecilia Bartoli? deve essere stato qualcosa, come dicono i nostri cugini, di "époustouflant": qualcuno ha visto la spettacolo o sapete se sarà trasmesso per qualche mezzo?

saltui Bert
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Re: Cecilia Bartoli

Messaggioda marco » gio 18 feb 2010, 18:46

Bertarido ha scritto:Ma avete per caso letto le recensioni del Giulio Cesare andato in scena alla Salle Pleyel con la nostra Cecilia Bartoli? deve essere stato qualcosa, come dicono i nostri cugini, di "époustouflant": qualcuno ha visto la spettacolo o sapete se sarà trasmesso per qualche mezzo?

saltui Bert

cito qui quello che ho scritto in altra sede a proposito del Giulio Cesare al quale ho assistito lo scorso 9 febbraio

che dire, a me è sempre piaciuta molto e forse rende + dal vivo dove si astiene o rendo meno evidenti manierismi e leziosità, legato, musicalità, controllo tutto perfetto, certo certe arie (Se pietà o il Piangerò) le abbiamo sentite anche da voci più sontuose, però le prime arie quelle cantate come Lidia sono splendide anche come porgere, civettuola, spiritosa anche nei recitativi e per finire un vorticoso Da tempeste ha fatto venir giù la sala
intelligentemente si è circondata da controtenori, tutti molto bravi nel loro genere, in particolare segnalo il giovane Jarousski che in Francia è una star e ha una voce molto chiara, dolce e faceva la parte di Sesto

aggiungo che sembra che dovesse esserci una registrazione live ma pare sia saltata per mancati accordi fra l'entourage della primadonna e l'orchestra coinvolta Les Art Florissant di William Christie
Marco
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Re: Cecilia Bartoli

Messaggioda Milady » ven 19 feb 2010, 0:20

Amici ca4rissimi,
ho ascoltato Cecilia Bartoli agli inizi di carriera nel "Così fan tutte ": nulla di speciale.
Mi colpì invece molto favorevolmente in un concerto successivo : voce piccola ( e molto fonogenica), un bel suono brunito ( non come in disco), grandissima musicalità , agilità precise e sgranate con notevole prcisione e velocità,interprete intelligentissima.
Come Amina non mi è piaciuta : ho avuto anche io la fondata impressione di un grande lavoro alla consolle e di troppe variazioni discutibili che nuocciono alla purezza della linea musicale .
La Callas e la Sutherland appartengono ad un altro pianeta cui l'astronave mediatica della Bartoli non fgiungerà mai.
Come persona, almeno da quanto appare nelle interviste,mi pare molto gasata e piena di sé: Sacrifitium docet.
Buona notte a tutti
Con simpatia
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Re: Cecilia Bartoli

Messaggioda Tucidide » ven 05 nov 2010, 1:03

Norma...

: Blink :

Se non sono invornito, non ho letto qui alcun commneto sulle recite in forma di concerto di Norma date a Dortmund la scorsa estate.
Su YouTube stanno uscendo i primi estratti. Ho sentito dire che verrà pubblicata.
Dopo la "Casta diva" cantata nel disco "Maria", la Bartoli conferma la sua visione "minimalista" del ruolo. A me non piace, anzi la trovo grottesca.
Voi che dite?
Ecco alcuni estratti:








A voler essere buoni, alcuni spunti sono carini, direi soprattutto nei momenti di maggior "umanità" del personaggio: "Dormono entrambi"; "Deh, non volerli vittime"...
Ma davvero mi pare che non ci siamo... :roll:
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Re: Cecilia Bartoli

Messaggioda Enrico » ven 05 nov 2010, 1:21

Avrebbe più senso se si trattasse di un vero spettacolo teatrale e non del solito concerto finalizzato alla pubblicazione di un disco.
L'idea di una Norma mezzosoprano non è nuova:

Giulietta Simionato:


Ebe Stignani
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Re: Cecilia Bartoli

Messaggioda pbagnoli » sab 08 gen 2011, 17:37

Scusate, ma non mi ricordo se ne avevamo già parlato:
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
(Arturo Toscanini, ai musicisti della NBC Orchestra)
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Re: Cecilia Bartoli

Messaggioda Luca » lun 17 gen 2011, 16:41

Ho ascoltato solo l' "In mia man alfin tu sei": altro che minimalista! La Bartoli pare Cenerentola che si è messa il vestito di Norma! Ed hanno coraggio di pubblicare questa Norma? :shock: Ma con quale rispetto delle passate generazioni canore? :roll:

Saluti, Luca.
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Re: Cecilia Bartoli

Messaggioda Tucidide » mer 19 gen 2011, 23:50

Se la Bartoli vuol dimostrare urbi et orbi che per Norma è necessaria una voce di baricentro più basso rispetto a quella dei soprani che di norma (scusate il gioco di parole :mrgreen: ) la cantano, la sua operazione può avere un senso. Proprio oggi riascoltavo la Verrett e la Bumbry, e mi dicevo che, sì, ci sono dei passi in cui una voce mediosopranile passeggia sulla tessitura più comodamente di un soprano. Ma appunto, parliamo di due mezzosoprani! :D La Bartoli, checché se ne dica, per me è SEMPRE stata un soprano leggero che ha cantato (talora benissimo, talaltra meno bene) da mezzo.
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Re: Cecilia Bartoli

Messaggioda Luca » mer 22 giu 2011, 19:38

Mi è stato donato il cd della Bartoli relativo alla Malibran. Non l'avrei comprato per tutto l'oro del mondo, trovo il cd piuttosto anonimo. Ho trovato la Casta Diva e le arie di Bellini molto deludenti specie vocalmente, l'accento può essere anche giusto, ma sempre sul livello del gemito-sospiretto. Ma quello che mi ha infastidito di più è la supponenza del cantare di tutto e di più ed in modo fra l'altro errato. Se si voleva fare una 'cosa nuova' (sempre se poi essa riesca realmente), perché non si è proceduto fino in fondo? Cantare "Casta diva" senza recitativo e cabaletta (con da capo come le belcantiste ci hanno abituato: dalla Sutherland alla Gruberova e tante altre, difetto ricorrente in questo cd) mi pare antistorico. Si taccia poi dell'aura sacrale che manca completamente.
Avevo una buona stima della Bartoli, ma ora mi è divenuta persino antipatica....

Saluti, Luca.
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