Mirella Freni

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Re: Freni... prima e dopo...

Messaggioda pbagnoli » dom 13 mag 2007, 16:59

Luca ha scritto: sul piano interpretativo - a differenza di una Callas, di un Sutherland e di una Scotto - nei suoi remakes (Bohème, Tosca, Butterfly, tanto per restare in Puccini) non è che la Freni abbia modificato molto.
Non so cosa pensi su ciò. Mi sbaglio ?

Salutoni, Luca.

Dici?
Può darsi. Però mi piacerebbe poter quantificare anche l'evoluzione delle altre nei remakes che hanno fatto.
Stiamo parlando - ovviamente - di incisioni in studio, perché i live da questo punto di vista non fanno testo.
Per la Freni, poi, questo discorso ha maggior valenza perché Tosca e Butterfly non mi risulta che le abbia mai portate in scena
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Freni e ... altre

Messaggioda Luca » dom 13 mag 2007, 17:24

Tutto giusto quello che scrivi Pietro. Effettivamente Tosca e Butterfly la Freni non le ha mai cantate in scena (pubblicamente nell'incontro al quale ho assistito lo scorso anno, ha detto che la seconda non l'avrebbe retta per l'emozione!).

Circa la quantificazione dei remakes credo sia una questione di attento ascolto: di alcune opere però è abbastanza agevole. Cito, a mò di esempio, due titoli: uno per la Callas e uno per la Scotto. Per la Callas GIOCONDA I e II, per la Scotto BUTTERFLY I e II. Fra l'altro sono due cantanti che hanno in comune una particolarità: sanno piegare a fini espressivi (specie la Callas) i limiti vocali dovuti al declino.

Salutoni.
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Messaggioda beckmesser » lun 14 mag 2007, 15:25

A mio parere, sempre lì si cade: una volta assodata la perfezione del canto (che, peraltro, è più l’eccezione che la regola), l’apprezzamento dell’interpretazione è questione di gusti. Ad ogni modo, quanto alla sensualità del canto della Freni, noto solo due cose: 1) anche due modi antitetici di esprimersi possono essere, seppure in modo diverso, sensuali: sensuale era di certo, tanto per dire, Rita Hayworth, ma altrettanto (e per me anche di più…) l’algida Grace Kelly in certi film di Hitchcock; 2) certo, Bumbry, L. Price, ecc. sono voci cui più naturalmente si pensa, ma io mi riferivo specificamente a Desdemona: chi, più della Freni, è riuscita a rendere vivo, umano e reale questo personaggio? E non mi riferisco ad alcuni singoli aspetti: certi fraseggi della Jones, certi incisi della Scotto, certe cavate della Tebaldi possono di certo essere più interessanti, se presi di per sé, ma se nel calderone si buttano tutti gli elementi che formano un’esecuzione/interpretazione (voce, tecnica, stile, carattere, …), non saprei proprio chi, complessivamente, potrei preferirle. Personalmente (ma qui si cade veramente nei gusti individuali) mi ricordo di essere riuscito a venire a patti col ruolo di Desdemona (che non mi ha mai esaltato, né in Shakespeare né in Verdi) dopo aver letto un’intervista della Freni in cui diceva che (cito a memoria), dopo che Karajan le aveva proposto quel ruolo era stata presa dallo sconforto perché non sapeva come rendere un personaggio che, apparentemente, brillava solo per non capire nulla di quanto le accadeva intorno (il marito quasi la mena e lei continua col suo “perdona Cassio”), e di esservi riuscita solo dopo aver capito che esistono persone che, semplicemente, non sanno vedere il male, nemmeno quando si presenta loro davanti agli occhi. Ecco, la Desdemona della Freni a me sembra questo: una donna vera che non sa o non vuole vedere il male. Del resto, se Desdemona capisse quanto sta avvenendo, si siederebbe ad un tavolo con Otello e si spiegherebbe tutto: ed avremmo il sublime finale lieto dell’Otello di Rossini…
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Messaggioda MatMarazzi » lun 14 mag 2007, 23:52

Caro Beckmesser, le tue considerazioni sono tutte molto stimolanti.
Sono assolutamente d'accordo sul fatto che l'apprezzamento sia questione di gusti.
Tutt'al più aggiungerei, ma è una mia visione del problema, che esistono certe "convenzioni" che ci aiutano a non gettare tutto in braccio alla soggettività.
Il concetto di "sensualità" in arte ad esempio non è del tutto soggettivo: ci sono certi elementi (non solo fisico-vocali) che lo descrivono.
E' indubbio che la sensualità possa essere espressa in diversi modi, hai ragione; resta da vedere se la Freni fosse davvero il corrispettivo operistico di Grace Kelly (che io vedrei più in Lisa della Casa, ad esempio, algida, aristocratica, troppo perfetta, un filino spocchiosa, ma terribilmente eccitante).


beckmesser ha scritto:chi, più della Freni, è riuscita a rendere vivo, umano e reale questo personaggio?…


Dai nomi che hai citato si capisce che ti riferisci alla Desdemone discografiche: concordo su tale scelta, se non altro perché siamo su un sito discografico come operadisc.

Come ho detto, a me piacciono La Tebaldi (abbastanza), la Rysanek (molto) e la de los Angeles (moltissimo).
E' chiaro: come abbiamo già detto, loro rappresentavano il tipo di Desdemona che si poteva e voleva fare negli anni 50: il ruolo si "monumentalizzava", per diventare simbolo di una purezza più che umana: paradisiaca.
Oggi non tollereremmo più una simile visione del problema, questo non toglie che, collocate ai loro anni, a me paiano efficaci.

Se passiamo alle Desdemone più recenti, trovo che la Jones (sia pure con la sua solita tendenza a fidarsi del suo istinto e a rimanere in superficie) abbia qualcosa di moderno, di (lei sì) sensuale e ribelle, che mi piace.
La Scotto invece (e qui temo che non saremo d'accordo e che Luca mi fulminerà!) mi irrita un po' in questi personaggi: la trovo artefatta e magniloquente, come sempre quando posa a grande artista tragica.
Di solito la preferisco in ruoli che siano già di per sè "artefatti e magniloquenti"! :) La sua Lady Macbeth, ad esempio, mi piace moltissimo.

la mia Desdemona preferita degli anni 70-80 è però Margareth Price, che considero tanto (ma tanto) più convincente della Freni.
E' vero che anche lei si ispira alle Desdemone-Madonne dei decenni precedenti, ma c'è qualcosa nell'umanità del suo accento, nella grana del suo legato, che mi risulta più credibile e profondo.


solo dopo aver capito che esistono persone che, semplicemente, non sanno vedere il male, nemmeno quando si presenta loro davanti agli occhi. Ecco, la Desdemona della Freni a me sembra questo: una donna vera che non sa o non vuole vedere il male.


Questo è molto interessante e ti ringrazio di aver citato l'intervista.
Ma, sinceramente, secondo te esistono davvero le persone che non vedono il male?
E Desdemona è davvero così secondo te?
A me pare che Desdemona il male lo veda fin troppo bene, che lo guardi dritto negli occhi, fino ad avvertire lungo la schiena il brivido della paura e a presagire con la massima evidenza la propria morte.
Non ha vie di fuga contro la follia del marito... nè il sentimento, nè la ragione può salvarla. Vede il baratro e lo affronta.

Comunque, lo so, sono troppo cattivo con Mirella! :)
Però non è così buona neanche lei!
Sapessi cosa dice della Gheorghiou! eheheh...

Un affettuoso saluto e grazie di tutti questi bellissimi spunti
Matteo
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Freni Desdemona

Messaggioda Luca » mar 15 mag 2007, 12:47

1. La Scotto invece (e qui temo che non saremo d'accordo e che Luca mi fulminerà!) mi irrita un po' in questi personaggi: la trovo artefatta e magniloquente, come sempre quando posa a grande artista tragica.

Di solito la preferisco in ruoli che siano già di per sè "artefatti e magniloquenti"! La sua Lady Macbeth, ad esempio, mi piace moltissimo.

2. la mia Desdemona preferita degli anni 70-80 è però Margareth Price, che considero tanto (ma tanto) più convincente della Freni.
=============================================
Tutt'altro che fulminarti sulla Scotto, caro Mateo, anzi ti dò ragione: la Scotto si sente una sorta di Re Mida per tutto ciò che fa (es. anche Nedda diventa una sorta di Adriana Lecouvreur).

2. Anche a me piace la Price: voce a torto snobbata in Italia. E aggiungo: peccato che non abbiamo testimonianze integrali della Price nera. Che ne pensi ?

Saliti, Luca.
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Messaggioda VGobbi » mer 16 mag 2007, 23:49

Tre pagine per parlare di Mirella Freni? Non vi sembra di esagerare un po'? :twisted:

A parte gli scherzi, credo che avrete gia' capito che l'artista non rientra tra le mie preferenze. Eppure certe sue interpretazioni attendono ancora d'esser, se non superate, almeno eguagliate. Qualche ruolo? Naturalmente Mimi', Tatiana (Eugene Onegin) e Adriana Lecouvreur (capace di oltrepassare il modello insuperabile lasciatoci dalla Olivero). Ecco, questi i tre ruoli in cui m'identifico con il belcanto della cantante emiliana.

Ma nessuno ha risposto alla mia provocazione in merito alla possibile Kostelnicka della Freni? Magari sarebbe riuscita a darci una suocera meno petulenta e vocalmente vocalistica, tralasciando il declamato di una Varnay o di una Silja.
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Messaggioda pbagnoli » gio 17 mag 2007, 8:15

VGobbi ha scritto:Tre pagine per parlare di Mirella Freni? Non vi sembra di esagerare un po'? :twisted:

Santa pace, no!
E' uno dei mostri sacri del nostro patrimonio, gliene vorrei dedicare almeno altre trenta!

VGobbi ha scritto:A parte gli scherzi, credo che avrete gia' capito che l'artista non rientra tra le mie preferenze. Eppure certe sue interpretazioni attendono ancora d'esser, se non superate, almeno eguagliate. Qualche ruolo? Naturalmente Mimi', Tatiana (Eugene Onegin) e Adriana Lecouvreur (capace di oltrepassare il modello insuperabile lasciatoci dalla Olivero). Ecco, questi i tre ruoli in cui m'identifico con il belcanto della cantante emiliana.

Be', su Tat'jana pesa come un macigno l'interpretazione della giovane Rysanek, che può guardare la Freni nelle palle degli occhi senza arrossire.
Per quanto riguarda Mimì, è un ruolo talmente frequentato che è veramente difficile indicare un riferimento assoluto; tu dici Mirella, e fai bene, ma se ti rispondo a botte di Cotrubas o Stratas penso di citare almeno due modelli di riferimento lontani dalla visione angelicata eppure non meno interessanti, in particolare la Stratas

VGobbi ha scritto:Ma nessuno ha risposto alla mia provocazione in merito alla possibile Kostelnicka della Freni? Magari sarebbe riuscita a darci una suocera meno petulenta e vocalmente vocalistica, tralasciando il declamato di una Varnay o di una Silja.

No, perché questa provocazione ha lo stesso significato di "cosa ne direste se facessimo fare Scarpia a Claudio Baglioni e Cavaradossi a Charles Aznavour?".
Il declamato in questo ruolo non è un vezzo delle interpreti, ma è una richiesta ben precisa della scrittura musicale.
Poi: cosa intendi per "petulenta": una vecchia zitella inacidita che pianta i pugni nei gomiti rompendo le biglie a tutti? Se pensi così, temo che tu sia piuttosto lontano dalla comprensione di questo monumentale personanaggio...
Non è che la provocazione sia una specie di gara a chi le spara più grosse: ci deve essere un razionale sotto. Pensare che la Freni possa essere una Kostelnicka credibile non è diverso da proporre Carmelo Zappulla come Raoul degli Ugonotti
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Messaggioda VGobbi » gio 17 mag 2007, 19:06

pbagnoli ha scritto:Be', su Tat'jana pesa come un macigno l'interpretazione della giovane Rysanek, che può guardare la Freni nelle palle degli occhi senza arrossire.

Sarei assai curioso sentirla. Presumo che canti in tedesco? Allora non fa testo, altrimenti potrebbe davvero essere una superlativa Tatjana.

pbagnoli ha scritto:Per quanto riguarda Mimì, è un ruolo talmente frequentato che è veramente difficile indicare un riferimento assoluto ...

Su questo punto hai assolutamente ragione. Diciamo che la Freni rientra nel novero di una delle piu' grandi Mimi'.

pbagnoli ha scritto:... ma se ti rispondo a botte di Cotrubas o Stratas penso di citare almeno due modelli di riferimento lontani dalla visione angelicata eppure non meno interessanti, in particolare la Stratas.

Posso concordare sulla Cotrubas, interprete che mi sorprese assai nella sua Violetta diretta da Kleiber. Qualche dubbio sulla Stratas, dove per la sua innata personalita', trovo il ruolo di Mimi' assai stretto per lei.

pbagnoli ha scritto:Il declamato in questo ruolo non è un vezzo delle interpreti, ma è una richiesta ben precisa della scrittura musicale.

Ma io avrei voluto proprio smentire questa tesi. Avrei voluto sentire questo ruolo, per curiosita' e se effettivamente era possibile renderlo, in modo vocalistico, utilizzando il termine tanto caro al Marazzi. Per questo sarebbe stato interessante, seppur interprete non proprio innovativa, cosa sarebbe riuscita a fare la Freni.

pbagnoli ha scritto:Poi: cosa intendi per "petulenta": una vecchia zitella inacidita che pianta i pugni nei gomiti rompendo le biglie a tutti? Se pensi così, temo che tu sia piuttosto lontano dalla comprensione di questo monumentale personaggio...

Eh che cavolo Pietro, mi controlli anche i puntini sulle i?
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Messaggioda pbagnoli » sab 19 mag 2007, 11:56

VGobbi ha scritto:
pbagnoli ha scritto:Il declamato in questo ruolo non è un vezzo delle interpreti, ma è una richiesta ben precisa della scrittura musicale.

Ma io avrei voluto proprio smentire questa tesi. Avrei voluto sentire questo ruolo, per curiosita' e se effettivamente era possibile renderlo, in modo vocalistico, utilizzando il termine tanto caro al Marazzi. Per questo sarebbe stato interessante, seppur interprete non proprio innovativa, cosa sarebbe riuscita a fare la Freni.

Vedo che non riesco a spiegarmi, Vittorio.
E' vero che ci sono alcune situazioni in cui tutti noi auspicheremmo maggior audacia negli interpreti del nostro cuore. Il nostro Moderatore Matteo è uno di coloro che spingerebbe i cantanti a osare sempre di più e mi piacerebbe vedere cosa riuscirebbe a combinare se gli dessero la possibilità di gestire direttamente un teatro.
Ma a tutto c'è un limite e questo lo dobbiamo tener sempre presente.
Pensare che una cantante orgogliosamente di vecchia scuola italiana, soprano lirico di nobile formazione, possa padroneggiare il declamato non è diverso che pensare che Albano Carrisi possa entrare agevolmente in una produzione di Siegfried: un nonsense.
Non è che Mirella sia stata un'interprete poco innovativa: nel suo genere è stata anzi molto innovativa. Ci ha sommersi di Mimì, è vero: ma ha fatto anche le Lise e le Tat'jane. Tra l'altro, le volte che ha cercato di buttarla sul declamato (Adriana Lecouvreur) i risultati sono stati pessimi.
Quindi, perché cercarsi le rogne con un ruolo così lontano dalla propria sensibilità umana ed artistica oltre che dalle proprie capacità tecniche?
Per quanto riguarda il tuo quesito su: rendere in modo vocalistico una scrittura declamata, è un nonsense. Chi dovrebbe farlo? Un soprano leggero coloratura? Un lirico? E come? Adattando la scrittura musicale? Facendosi scrivere variazioni sul tema? Secondo te la scrittura del monologo del secondo atto potrebbe diventare un'aria di furore in stile Barocco o Neoclassico? E i quattro do finali potrebbero essere fatti "picchettati"?
L'ho già detto e lo ripeto: questa non è una gara a chi le spara più grosse!
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Messaggioda VGobbi » sab 19 mag 2007, 18:35

pbagnoli ha scritto:Tra l'altro, le volte che ha cercato di buttarla sul declamato (Adriana Lecouvreur) i risultati sono stati pessimi.

A quale edizione fai riferimento? Io l'ho vista/ascoltata nel dvd scaligero con un passionalissimo Dvorsky, e ti confesso che la sua Adriana mi era piaciuta un sacco. Tra l'altro in quel frangente non mi pare che tentasse di affrontare il personaggio con stile declamatorio, se si eccettuano i passi in cui Adriana e' costretta a recitare, come il monologo di Fedra del terzo atto, tra l'altro con convinzione e giusta proprieta' di linguaggio.

pbagnoli ha scritto:Per quanto riguarda il tuo quesito su: rendere in modo vocalistico una scrittura declamata, è un nonsense. Chi dovrebbe farlo?

Olivero l'ha tentato ed e' rimasta scottata, anche se sarebbe onesto e giusto, per aver un maggior quadro e poterla giudicare meglio, sentirla in tutta la parte e non solo nel monologo proposto da te nella sezione audio (mi riferisco naturalmente alla Kostelnicka). E se ci ha provato lei, perche' non la Freni?
Se poi nella mia proposta, la vedi pressoche' indifendibile, roba che non sta' in cielo ne' in terra, non mi strappero' certo i capelli.
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Messaggioda MatMarazzi » mer 23 mag 2007, 12:25

VGobbi ha scritto:Olivero l'ha tentato ed e' rimasta scottata, anche se sarebbe onesto e giusto, per aver un maggior quadro e poterla giudicare meglio, sentirla in tutta la parte e non solo nel monologo proposto da te nella sezione audio (mi riferisco naturalmente alla Kostelnicka). E se ci ha provato lei, perche' non la Freni?
Se poi nella mia proposta, la vedi pressoche' indifendibile, roba che non sta' in cielo ne' in terra, non mi strappero' certo i capelli.


Ti sei già risposto da solo, quindi non ho nulla da aggiungere! :)
Perché fantasticare se un esempio ce l'abbiamo già?
La Olivero era una vocalista... la Kabaywanska era una vocalista.
L'una e l'altra hanno fallito miseramente.

Aggiungo però (perché hai ragione a sottolinearlo) che in vari momenti la Olivero si difende da par suo.
E la stoffa della vocalista salta fuori: ad esempio, l'increscioso la naturale acuto tenuto che chiude la confessione del terzo atto e mette in crisi TUTTE (persino, ahimè, la mia amata Silja), la Olivero te lo risolve addirittura con un filato paradisiaco.
E poi, vivvaddio, MAGDA OLIVERO E' SEMPRE MAGDA OLIVERO.
Il che significa che anche quando fa male è sempre una delle più possenti personalità del canto italiano.
Di quella Jenufa bastano le fotografie per rendersi conto che la sua Kostelnicka non possa essere liquidata in due e due quattro.

Ciò non toglie che la fatica, il disagio, l'artefazione si sentano in tutta la sua Kostelnicka. Non c'è nulla da fare: le manca la tecnica.

Allo stesso modo, non nego che sia interessante sentire la Silja nella Tosca o nella Regina di Saba : un'artista della sua stoffa ha pur sempre qualcosa da dire.
E nonostante questo si sente che arranca, per limitazioni tecniche (in quel caso per scarso vocalismo): alla fine è tutt'al più una sufficienza che strapperà.
E allora io mi domando: sono la Silja e la Olivero due cantanti da "sufficienza" risicata? Non è uno spreco vederle affannarsi in personaggi che richiedono altra vocalità e altre disposizioni tecniche?

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Messaggioda Orbazzano » mer 05 set 2007, 2:56

Salve a tutti, sono nuovo in questo forum e ho deciso di intervenire sul 3d dedicato alla mia cantante preferita: Mirella Freni

Ho letto con grande dispiacere i commenti precednti, dove una delle più grandi cantanti di sempre viene fatta passare come una brava ragazza, come il trionfo della normalità...beh stilizzare il canto e la cifra artistica di questa somma cantante con questi appellativi poco simpatici mi pare a dir poco offensivo. Mi permetto ora di dfendere questa grandissima artista, che stimo e adoro profondamente; dunque ci troviamo di fronte ad una delle più belle voci mai sentite, timbro e colore splendidi, omogeneità di registri e sicurezza in tutta la gamma dai gravi (naturalmente quelli che possono essere i gravi di un soprano lirico e non certamente quelli di un contralto) ai centri, agli acuti corposi e sicuri, controllo perfetto dell'emissione e della respirazione (che le ha permesso, oltre alla sempre oculata scelta dei ruoli, una carriera cinquantennale) che le permetteva sicurezza nel canto sfumato (piani, pianissimi, filati e mezze voci sempre avanti e perfettamente agganciati al diaframma, mai sbiancati o falsetteggianti)...come dicevo ci troviamo dunque di fronte ad una delle più belle voci di sempre, oltre che ad una delle più perfette tecniche di sempre...e credo, sinceramente, che su questo nessuno possa smentirmi...per quanto riguarda l'approccio interpretativo ai propri ruoli la Freni ha sempre evitato sia gridacci e caccole veristeggianti (tipici certe volte di certe cantanti della generazione subito precedente la sua...) sia al loro opposto affetazioni stucchevoli e manierismi (dove, invece, spesso indugiava la pur grandissima Scotto), al contrario il canto della Freni era sempre basato sul gusto della parola scenica, sul gusto dell'accento (tanto nell'opera buffa, e penso soprattutto a tre suoi grandissimi ruoli Susanna, Zerlina, e Marie, quanto nell'opera seria), mai esagerati o manierai, ma sempre ritenuti e spontanei (la Freni ha sempre detto di aver voluto allontanare da se gli eccessi, e di aver sempre scelto un canto dal fraseggio spontaneo, per così dire simile alla parola "parlata"), e sulle indicazioni prescritte dall'autore sullo spartito. Su questi principi, condivisibili o meno, è stata basata una lunghissima carriera durata la bellezza di cinquant'anni, attraverso i ruoli e i periodi più svariati, ricordiamo, infatti, che per quanto la Freni possa essere "La Prudentissima", così la nominò Aldo Nicastro, ha avuto un repertorio che spaziava dal Barocco di Handel, Scarlatti e Pergolesi al '900 di Richard Strauss, De Falla e Poulenc, passando per Mozart, Bellini, Donizzetti, Verdi e Puccini fino agli autori della scuole Francese, Russa e della giovane scuola Italiana, riscuotendo dal lontano 3 febbraio del 1955 ad oggi grandissimi e meritatissimi successi senza l'onta di buchi nell'acqua o passi falsi.

Concludendo ci troviamo, a mio modesto parere, davanti ad uno dei grandi Mostri Sacri del nostro beneamato teatro d'pera, e voler etichettare questa somma artista con definizioni del tipo Miss Brava Ragazza o ancora peggio il trionfo della normalità mi pare irrispettoso e quanto mai ingiusto; spero di non aver turbato gli animi di nessuno e di non essermi attirato troppe inimicizie, con questo, vista l'ora, vi auguro una Buonanotte.
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Messaggioda MatMarazzi » mer 05 set 2007, 8:59

Orbazzano ha scritto:Salve a tutti


"Voi pur salvete, nobilissimo signore!" :)
E bevenuto nella nostra piccola comunità di appassionati d'opera.

Sulla Freni ho poco da aggiungere a quanto scritto in passato: ho già espresso ampiamente le mie personali perplessità su di lei, ma sono ugualmente lieto di leggere la tua difesa. :)

Piuttosto volevo chiederti:
al '900 di Richard Strauss, De Falla e Poulenc,


??? cosa avrebbe cantato di questi tre autori?
Non ne ero a conoscenza!


voler etichettare questa somma artista con definizioni del tipo Miss Brava Ragazza o ancora peggio il trionfo della normalità mi pare irrispettoso e quanto mai ingiusto
.

Questo non è corretto.
Non c'è niente di ingiusto o di irrispettoso, solo l'espressione di un sentire diverso dal tuo.

Un salutone e ancora benvenuto.
Matteo
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Messaggioda Orbazzano » mer 05 set 2007, 11:14

MatMarazzi ha scritto:
??? cosa avrebbe cantato di questi tre autori?
Non ne ero a conoscenza!


Di Strauss ha cantato gli ultimi 4 lieder (li consiglio caldamente perchè, per quanto possano essere molto "italiani" sul piano dello stile, lo sono anche sul piano del canto e non presentano quelle fissità di suono tipiche di certe grandissime cantanti di scuola tedesca, e, di conseguenza, le ampie arcate di suono diventano un balsamo per le orecchie!) di de Falla ha cantato diversi lieder e di Poulenc oltre a diverse arie da camera ha cantato la Messa di Gloria, storica l'esecuzione con Pretre sul podio a Notre Dame de Paris.

Questo non è corretto.
Non c'è niente di ingiusto o di irrispettoso, solo l'espressione di un sentire diverso dal tuo.

Un salutone e ancora benvenuto.
Matteo


Indubbiamente, e aggiungo per fortuna, non tutti abbiamo le stesse idee, però la grandezza del canto di Mirella Freni non è cosa nuova, non me la sono inventata io e credo sia piuttosto innegabile...posso capire se uno dice a me Mirella Freni non piace, però voler etichettare una grande artista che ha reso grande il nostro teatro d'opera in quei modi molto poco simpatici mi sembra, perdonami se lo dico, un po' ingiusto; è come se io volessi dire di Maria Callas (cantante che, ebbene sì, a me non piace) che era una gallina stridula stonata e oscillante che si dimenava per il palcoscenico, però non mi permetterei mai, non per lo stupido buonismo che ormai sta dilagando inebetendo i cervlli di molti pronti ad applaudire e ad acclamare come grande cantante chiunque si presenti su un palco, ma perchè riconosco a Maria Callas di aver innovato il modo di cantare e di approcciarsi al personaggio, le riconosco il fatto che pur nonostante i suoi limiti vocali riuscisse, e riesce ancora a quasi 60 anni didistanza, ad emozionare.

La ringrazio per il benvenuto e ricambio il salutone.
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Messaggioda pbagnoli » mer 05 set 2007, 21:50

Un saluto anche da parte mia a Orbazzano.
Mi sono riletto il thread e, devo dire, non emerge nessuna cattiveria nei confronti della Mirella.
Il titolo del thread è: "Ripensare Mirella Freni". Questo vuol dire cercare di guardare alla carriera di una delle canti più importanti che l'Italia abbia prodotto negli ultimi decenni con rispetto, affetto, ma anche con un occhio un po' diverso.
Probabilmente alla fine arriveremo alle stesse conclusioni di tutti gli altri, ma non credo che faremmo un lavoro molto utile se ripetessimo cose già dette da tutti gli altri.

Guarda, Orbazzano: ho aperto qualche tempo fa un thread sulla Callas che non ha raccolto quasi per niente adesioni. Questo vuol dire che è un argomento sul quale è già stato detto di tutto e di più e che nessuno ritiene di dover dire altre cose che portino elementi di novità.
Se vedi lo standard dei messaggi di questo forum, potrai vedere che qui si cerca di dire qualcosa di diverso rispetto alla media.
E non per partito preso: negli ultimi anni la critica musicale italiana ha seguito una sola traccia. Il risultato? Semplice: un allineamento bulgaro che non ammette evasioni dalla linea di pensiero.
Questo non vuol dire che ci metteremo aprioristicamente a dire che la Callas era una gallina berciante, ma semplicemente che cercheremo di esplorare aspetti non ancora sviscerati appieno.
E lo stesso per la nostra adorata Mirella, infaticabile dispensatrice di gioie: il fatto di volerle bene non ci esime dal cercare nuovi orizzonti.
Anche nelle cause di beatificazione esiste l'avvocato del diavolo, no?...
Comunque grazie di aver voluto partecipare alle nostre discussioni!
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