Joan Sutherland

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Joan Sutherland

Messaggioda Pruun » sab 22 set 2007, 0:17

Joan è stata un'IMMENSA artista che io, personalmente, adoro anche come interprete: il suo belcanto e il suo repertorio francese sono da manuale.

Tanto per non citare le solite Lucia, Elvira e via querimoniando mi risentivo proprio ieri Le Roi de Lahore: beh, avete presente l'aria del IV atto? Chi altri potrebbe mettere tutta quella sensualità sfinita (molto fin de siècle, tra l'altro) nell'aria prima di esplodere, letteralmente, con un "jamais Sita, non , jamais ne sera reine" che a me da sempre i brividi per l'emotività che trasmette?

Fredda la Sutherland... mah, io non l'ho mai pensato.
...magari si poteva rispasrmiare la Lecouvreur e l'Ernani... ma solo quelli eh... e comunque io la difenderò sempre e comunque anche lì!!!!!!!!! Sono un pò acritico con lei, lo ammetto 8)
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Messaggioda Luca » sab 22 set 2007, 0:25

Gabriel, ben detto quanto si vede nel tuo intervento. Però per essere oggettivi,accanto alla Lecouvreur e all'Ernani ci metterei anche la Suor Angelica: poteva risparmiarsela, in teatro come in disco. Per il resto ti dò ragione al 100%: ho avuto la fortuna di udire Dame Joan nel '79 in Lucrezia Borgia qui a Roma ed è stata un'esperienza davvero mitica, (cosa che - per la cronaca - invece non è stata con la Caballé qualche anno prima). Altro che fredda macchina di acuti o interprete impersonale !!!! Non nascondo che la pongo in cima alla mia graduatoria personale accanto alla Callas. Due profili interpretativi e vocali a mio avviso complementari ma egaulmente splendidi.

Saluti, Luca.
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Messaggioda giulia grisi » sab 22 set 2007, 11:14

Quando i suoi amici-ammiratori le chiedevano: ma Joan, perchè te ne freghi della dizione? ma Joan, la parola.....
La signora rispondeva SOUND, il suono: la cosa più importante è il suono, la sua qualità.

IL suono perfetto può bastare al belcanto? detto così si direbbe di no, ma sentendo lei si direbbe di si..
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Messaggioda Pruun » sab 22 set 2007, 15:34

Belcantismo ha scritto:
giulia grisi ha scritto:Quando i suoi amici-ammiratori le chiedevano: ma Joan, perchè te ne freghi della dizione? ma Joan, la parola.....
La signora rispondeva SOUND, il suono: la cosa più importante è il suono, la sua qualità.


Ecco spiegato l'immane abisso che corre tra la sua concezione belcantistica e quella della Callas... :wink:


Non sono d'accordo: per me non c'è affatto un abisso... anzi. Senza la Callas la Sutherland non sarebbe mai stata quello che è stata e non solo perché la Callas ha aperto la via del recupero allo stile belcantistico, ma anche in molti spunti di fraseggio e di interpretazione.
La prima volta che sentii la Traviata DECCA con Pavarotti (la seconda incisione, per intenderci) mi parve di riconoscere, in quell'interpretazione sfumata, decadente, molti spunti già presenti nella Callas londinese del 1958.
Spunti che poi portano a un personaggio diverso, ma che ci sono, specialmente nel II atto.

Poi ho visto che molti la pensavano come me (molti amici miei, mica cito Elvio Giudici con cui non sono d'accordo 8 volte su 10, anche se pure lui ha questa impressione) ma non ritengo il loro belcantismo agli antipodi: è diverso il tipo di personaggio che ne vien fuori ma la base di partenza è la stessa come, presumo, dovette essere la stessa, che so, per la Pasta o la Grisi.

Spero di essermi spiegato (e il tutto IMHO, ovviamente)
G.
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Messaggioda giulia grisi » sab 22 set 2007, 16:40

Beh.............non sono d'accordo che le due concezioni siano agli antipodi e magari entro domani scriverò con calma..............

...........pensiamo che alcune opere fondamentali dame Joan le ha studiate con lo stesso Serafin che le aveva insegnate anche alla Callas.........o la considerazione che la CAllas stessa mostrò per la Sutherland.

Quanto alla Sutherland, non sempre i problemi di dizione coincidono con l'assenza di accento, anzi.
A seguire..........
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Messaggioda Luca » sab 22 set 2007, 22:06

Resta ineguagliata la Sutherland in tutti quesi personaggi barocchi o preromantici nei quali prevale la stilizzazione. Su questa strada si è mossa in modo complementare alla Callas la quale sottolineava gli aspetti più terrestri delle creature, spesso dilaniate da dolori e difficoltà. Per la Sutherland le stesse caratteristiche esistenziali erano espresse con il suo particolare modo di porgere la parola (che non si può solo ridurre alla semplicistica "dizione confusa"). Potremmo dire che mentre la Callas esteriorizzava (ma non al modo verista, pensiamo ad una Bruna Rasa), la Sutherland interiorizzava facendo comprendere come questi affetti nascono all'interno della persona dove il tutto non si può dire, né è comprensibile con la parola parlata. In tale senso, ad esempio, Norma è un personaggio vincente per entrambe perché entrambe ne fanno, in simbiosi, il ritratto completo: donna tradita e terrenamente appassionata, ma anche donna che appartiene al mistero e alla sacralità. Le accogliamo entrambe con la dovuta reverenza e rispetto. Ma con un balzo di oltre un secolo si potrebbe fare un analogo discorso con Turandot: così dilaniata e prigioniera della trappola che si è costruita con la sua crudeltà e dialetticamente vincente in Maria Callas (ricordiamo solo la frase "l'aspro dominio tu rivivi in me") e altrettanto bloccata in un soliloquio astrale e malinconico in Joan Sutherland (ricordiamo anche qui la frase "O principi che a lunghe carovane").
Un rammarico tra i tanti ? Pensare ad una Sutherland del periodo aureo cimentarsi con Armida di Rossini.

Saluti, Luca.
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Messaggioda MatMarazzi » dom 23 set 2007, 1:39

Sarà, ma qualsiasi parvenza di verosimiglianza perde significato con quella dizione.

Dipende....
ci sono certi ruoli che risultano tanto più convincenti quanto più sono lontani dalla verosimiglianza.
I suoni poco verisimili della sutherland (indipendentemente dalla dizione) mi sembrano perfetti in quei personaggi che si sostanziano proprio nell'inverosimiglianza.
Fai della regina della notte un personaggio realistico e la distruggerai! :) da grande simbolo del male e dell'irrazionale, diventerà una massaia frustrata e isterica.
...Hai mai sentito la regina della notte della Sutherland? :)

Non mi sembra che tutti i personaggi vadano "interiorizzati" al modo della Sutherland.

Bravo! non tutti... proprio così!
Infatti non sono poi tanti i personaggi in cui dame Joan mi convince (io sono MOLTO più critico verso di lei del caro amico Luca).
Ma quelli in cui mi convince... bastano a metterla molto in alto nelle mie personali classifiche! :)

Ne' mi pare che la Callas "esteriorizzasse" più del dovuto

Anche questo è verissimo!!!
La Callas seppe diventare, col tempo, una colorista fantastica e rivoluzionaria (come dimostrano i suoi verdi e puccini discografici).
Ma quando voleva essere "epica" (i ruoli Pasta, Turandot, i personaggi neo-classici) ritrovava quella omogeneità di colori, quella mastosa "strumentalità" del fraseggio che la aureolava di mistero, magia, sovrannaturalità.
Credo che la Callas abbia mutuato questo segreto dalla Ponselle e successivamente - per certi versi - lo abbia passato alla Sutherland e alla Caballè.
Io poi sono d'accordo con te che la Callas sapeva fare anche altre mille cose (mentre la Sutherland sapeva fare solo questo), ma alla fine contano i risultati.
Ci sono personaggi (Marguerite di Valois, Semiramide, Lakmè, Donna Anna, Beatrice di Tenda, Turandot, Alcina) in cui i vertici toccati dalla Sutherland sono tali - almeno per me - da rappresentare pagine capitali nel grande libro dell'interpretazione operistica.

Salutoni
Mat
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Messaggioda VGobbi » dom 23 set 2007, 9:19

Luca ha scritto:In tale senso, ad esempio, Norma è un personaggio vincente per entrambe perché entrambe ne fanno, in simbiosi, il ritratto completo: donna tradita e terrenamente appassionata, ma anche donna che appartiene al mistero e alla sacralità.

Quante discussioni ho avuto sulla Sutherland, in particolari per quella splendida opera che e' Norma. Per i vecchi iscritti la sanno come la penso, per questo mi rivolgo ai nuovi. :mrgreen:

Sulle qualita' vocali e sulla personalita' della cantante australiana non l'ho MAI messa in dubbio. Costituisce pilastro fondamentale dell'opera lirica, una cantante decisamente storica.

Eppure, cio' non mi permette di criticare la Sutherland proprio in Norma, visto che non pochi melomani la definiscono una delle sue migliori interpretazioni da essere paragonata a quella di una Callas. Ho postato il pensiero di Luca, sottolineando particolarmente una frase : donna tradita e terrenamente appassionata. Un importante aspetto del ruolo tutt'altro che esaminato dalla Joan. Lei campione del sublime, dell'astratto, si rende ridicola nel tentativo di rendere vendicativo e terreno il personaggio della sacerdotessa. La Norma della Sutherland e' buona, ottima per meta' (il suo "Casta diva" ma in misura ancor maggiore la cabaletta successiva), resta pero' non credibile nei molti recitativi di cui e' costellata la parte ("Dormono entrambi" in bocca alla Sutherland e' decisamente un pesce fuor d'acqua, per non parlare del suo "Sediziose voci").

Confesso, non riesco a capacitarmi come possa essere considerata fondamente la Norma della Joan, quando lei stessa valorizza alcuni aspetti del personaggio, trascurando altri decisamente importanti. In questo senso, la Callas e' il compendio di cio' che dovrebbe essere il ruolo tratteggiato da Bellini oltre che impietosa pietra di paragone per la Sutherland e molte altre cantanti che hanno affrontato l'improbo ruolo.
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Messaggioda MatMarazzi » dom 23 set 2007, 17:51

VGobbi ha scritto:Confesso, non riesco a capacitarmi come possa essere considerata fondamentale la Norma della Joan, quando lei stessa valorizza alcuni aspetti del personaggio, trascurando altri decisamente importanti. In questo senso, la Callas e' il compendio di cio' che dovrebbe essere il ruolo tratteggiato da Bellini oltre che impietosa pietra di paragone per la Sutherland e molte altre cantanti che hanno affrontato l'improbo ruolo.


Se posso confortarti, Vittorio, io sono (come sai) un ammiratore della Sutherland e un grande difensore della sua Norma, che reputo una della più singolari e suggestive del '900.
Ma non mi sognerei mai di paragonarla alla Callas in questo ruolo: c'è un abisso non solo poetico e drammaturgico, ma anche tecnico e persino vocale.
Ci sono poi dei momenti (il "dormono entrambi" da te citato) in cui non solo la Callas ma diverse altre interpreti danno la polvere alla Sutherland, la cui tecnica (notevolissima in certe direzioni, deficitaria in altre) la lascia a corto di colori (e idee) fin dalle prime battute.
Dando però una valutazione complessiva del personaggio e mettendo sul piatto della bilancia i pregi e i difetti, vien fuori, a mio giudizio, qualcosa di grande.

Comunque eccovi i link di alcuni dibattiti che hanno riguardato la Sutherland.

viewtopic.php?t=102
qui il dibattito prendeva le mosse da un confronto Sills/Sutherland. Io ero pro Sutherland e Ric pro Silss! :) Sono interessanti - in questa sede - solo i primi post, prima della "deriva estetologica" :) successivamente inforcata.

viewtopic.php?t=206&postdays=0&postorder=asc&start=0
Questo thread "mimesi e artificio" (in questioni generali) partiva da un problema astratto (il ruolo della personalità di un interprete nella creazione di un personaggio), ma poi si focalizzò proprio sulla Sutherland come esempio: ne sono venute fuori cose interessanti.

Un salutone,
Mat
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Dame Joan

Messaggioda pbagnoli » dom 21 ott 2007, 0:53

E' una beniamina di questo sito, tanto che le abbiamo dedicato uno dei primi profili di cantanti storici: lo fece Emanuele d'Angelo, bellissimo (il profilo, non Emanuele); poi scomparve (stavolta Emanuele).
A parte gli scherzi, cantante che noi tutti (o quasi) adoriamo.
Adesso la sto ascoltando in brani haendeliani, ed è splendida.
E' chiaro che non concorderò mai con il giudizio di Giulia Grisi e coll: per me la Sutherland, in questo repertorio, è splendida e meravigliosa, ma non la cambierei mai per una Joyce DiDonato dell'attualità, e questo perché sono convinto che in questo repertorio abbiamo fortunatamente fatto passi da gigante.
Detto questo, è proprio di una bellezza stupefacente: vuoi per l'aplomb stilistico, vuoi per la bellezza della voce, vuoi per la precisione del canto di sbalzo.
Che grande cantante! Viva Dame Joan!

Ho deciso che posto una sua celebre immagine nei panni di Rodelinda, soprattutto per la gioia di Vittorio Gobbi! 8)
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Dame Joan

Messaggioda Luca » dom 21 ott 2007, 8:55

E' un monumento canoro, interpretativo (a suo modo) e fisico: ho avuto la fortuna di udirla dal vivo e di parlarci. Un donnone imponente, ma sprigionante quella simpatia e quel "sense of humour", tipicamente british. E' una immensa cantante che ha avuto la fortuna di avere un direttore (oltre che marito) con il quale ha scritto ulteriori pagine di storia musicale ed esecutiva. Ha tentato alcune strade con riuscite ottime (Turandot), meno buone (Sr. Angelica) e francamente discutibili (Adriana). Però ciò non inficia la storicità di questa cantante che si è mossa - rispetto ad una Callas - su un altro pianeta per cui ogni confronto è, a tratti, relativo. Molto ha studiato, molto ha cantato e molto ha reso in termini anche di longevità vocale. Che dire.... Sarò forse di parte (perché è la mia cantante preferita), sarà che non ci si annoia mai ad ascoltarla: il suo "In questa reggia" è sbalorditivo non tanto per gli acuti, ma per i fiati, le legature, i passaggi in una tessitura astrale. Non perde mai un colpo e conserva una luminosità davvero strabiliante e consona al personaggio.
Insomma è un punto fermo della storia della musica.

Saluti, domenicali.
Luca.
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Messaggioda teo.emme » dom 21 ott 2007, 20:34

Già..cantante superlativa, per cui ogni confronto è impossibile. Per me ha incarnato il meglio che si possa immaginare dal canto e dal Belcanto. Inutile elogiarla ancora. E già nella storia, anzi è già la Storia! Tuttavia sarebbe opportuno meditare sul barocco della Sutherland, sul suo Handel o il suo Arne. E confrontarlo con quello dei tanti sopranini con voce querula, sbiancata, secca e inespressiva che infestano quel repertorio. Davvero si è perso molto. Penso l'arricchimento critico e filologico non si sia riverberato a livello esecutivo, che anzi, si è impoverito sino alla negazione stessa della bellezza del canto. Basta ascoltare la sua Alcina, o le altre incisoni barocche (a proposito, mi auguro in una ristampa di questo patrimonio)... :D
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Messaggioda pbagnoli » dom 21 ott 2007, 21:38

teo.emme ha scritto: Tuttavia sarebbe opportuno meditare sul barocco della Sutherland, sul suo Handel o il suo Arne. E confrontarlo con quello dei tanti sopranini con voce querula, sbiancata, secca e inespressiva che infestano quel repertorio

Teo, non ho aperto questo thread per scatenare l'ennesima polemica.
Adoro Dame Joan, ma ritengo che si siano fattipassi da gigante nel repertorio barocco.
Infatti ho appena messo una recensione di una bella incisione barocca contemporanea, tanto per mettere bene in chiaro come il sito la vede sull'argomento... :D
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Messaggioda Alberich » dom 21 ott 2007, 22:57

Per me la Sutherland è un monumento, vocale ed interpretativo. Una delle voci che più mi spiace essermi perso dal vivo, dove doveva apparire ancora più fantasmagorica che in disco.
Grandissima!
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Messaggioda teo.emme » lun 22 ott 2007, 0:12

pbagnoli ha scritto: Teo, non ho aperto questo thread per scatenare l'ennesima polemica.
Adoro Dame Joan, ma ritengo che si siano fatti passi da gigante nel repertorio barocco.
Infatti ho appena messo una recensione di una bella incisione barocca contemporanea, tanto per mettere bene in chiaro come il sito la vede sull'argomento... :D


Beh..nessuna polemica certo. Premetto, anzi, che l'incisione che hai appena recensito mi piace molto (come tutte quelle del ciclo vivaldiano della Opus III). Sui passi da gigante farei delle distinzioni: vero che oggi il progresso è innegabile per ciò che riguarda la completezza dei testi, la ricerca filologica, lo studio della prassi esecutiva; vero anche che si sta correndo ai ripari per correggere i tanti eccessi dei "baroccari" vecchio stile; ma è vero anche che l'universo del canto barocco è vario, e si passa da ottimi cantanti a cantanti pessimi (anche se entrambi i generi, ahimè, incidono per case discografiche importanti). Per non parlare poi dei controtenori che infestano il genere, o delle voci maschile, spesso in grande difficoltà.
Col mio intervento volevo solo invitare a riflettere su quel barocco della Sutherland. Oggettivamente splendido (si pensi al suo "tornami a vagheggiar" e lo si confronti con qualsiasi altra versione, pure quello ottimo della Dessay), ricchissimo di espressione, di sensualità e colore. Mi piacerebbe che quel gusto fosse recuperato e sfruttato. Perchè il barocco deve emozionare e suscitare meraviglia. Se è freddo, matematicamente scandito, velocissimo e privo di colori, non emoziona e non meraviglia.
Poi ognuno preferisca ciò che vuole.

Comunque tornando alla Sutherland, sarebbe bello aprire un confronto con il suo barocco (e sarebbe altrettanto bello che la DECCA si decidesse a ripubblicare le sue incisioni barocche), ho ancora nelle mie orecchie la sua Alcina!

Ps: non sapevo però che ci fosse un punto di vista ufficiale del sito.... Ma è necessario? E che cosa vuol dire poi? Speravo che le linee di condotta facessero parte di un altro mondo.... :wink:
Ultima modifica di teo.emme il lun 22 ott 2007, 14:15, modificato 1 volta in totale.
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