Licia Albanese

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Licia Albanese

Messaggioda Raffaele » gio 11 set 2014, 22:40

Dopo aver ascoltato la bella interpretazione di "Senza mamma" (Suor Angelica) di Magda Olivero postata da DottorMalatesta nel thread dedicato a qusta grande artista, sono andato a curiosare su youtube alla ricerca di altri brani e mi sono casualmente imbattuto in questa interpretazione ( sempre " Senza mamma" ) di Licia Albanese, anche lei recentemente scomparsa...



Ne sono rimasto letteralmente colpito(in senso positivo)...
Mi sono tornate alla mente alcune considerazioni di Maugham a proposito della Manon Lescaut con la Albanese in un thread in cui si parlava delle registrazioni famose più o meno "azzeccate" di quest'opera e in cui lo stesso Maugham affermava : "...L'Albanese, con la sua voce penetrante ma piccola, a volte arida nel timbro, povera di armonici mi ha fatto passare qualcosa di nuovo. Certo, in alcuni momenti il gusto è quello delle sorelle Gramatica, ma ci sono frasi, nel finale, di una modernità improvvisa e sconcertante..."
E' proprio quello che ho trovato anche in questa interpretazione di " Senza mamma"...Certo la voce può risultare "querula e bruttina" tanto per citare Giudici e il pianto finale è "un pò "eccessivo( ma ,a dir la verita ,in tutto il contesto non mi disturba poi cosi' tanto) ,però, modi e gusto "antichi" a parte, trovo diversi spunti e intuizioni di una modernità e immediatezza espressiva sconcertanti, soprattutto dal "Sei qui, sei qui..."( che io trovo impressionante per il tono allucinato e visionario) in poi fin verso il finale...
Ciao a tutti Raffaele
Raffaele
 
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Re: Licia Albanese

Messaggioda DottorMalatesta » ven 12 set 2014, 9:05

Grazie a Raffaele per la proposta di ascolto. Anch´io trovo l´interpretazione della Albanese molto interessante. E tuttavia fatico a ritrovarvi gli aspetti di allucinata visionarietà che invece mi sembrano evidenti nell´esecuzione della Olivero. Con la Olivero tutte le prime frasi sono delle lame di suono fermo, fisso, dello stesso identico spessore e colore, perfette a rappresentare la fissità del pensiero, l´allucinazione. Invece con la Albanese (fin dall´attacco) mi sembra emerga una grande dolcezza, come una serenità finalmente raggiunta (giustamente Raffaele ha sottolineato il “sei qui, sei qui”, emesso quasi sottovoce, ma si ascolti anche l´assottigliarsi dolcissimo del suono al “la tua mamma” che lo precede). Esecuzioni quindi diverse, a mio parere, ma egualmente interessanti. Certo, si sente che il tempo è passato (certi portamenti, l´enfasi di certe frasi…) ma, una volta “contestualizzate”, si tratta di due interpretazioni notevolissime.
Penso che, in fin dei conti, sia necessario una “contestualizzazione” anche per riuscire a valutare la forza, l´attualità di una interpretazione. In questo dissento totalmente da chi, come in una nota trasmissione radiofonica, pretende di valutare esecuzione ed interpretazione dello stesso brano da parte di cantanti di epoche diversissime.
Grazie ancora a Raffaele per l´interessante e stimolante spunto alla discussione.

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