Katia Ricciarelli

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Katia Ricciarelli

Messaggioda stecca » sab 19 dic 2009, 12:18

L’altra sera su canale 5 hanno trasmesso l’ennesima orrenda celebrazione di Katia Ricciarelli la quale, forse non tutti sanno che…, non è sempre stata come si vede (e soprattutto si sente....) da almeno 20 anni a questa parte. In TV canticchia ancora in maniera francamente imbarazzante (il suo stupendo timbro vocale non esiste più, si sente una specie di traballamento stile sirena della ambulanza calante e metallico direi persino irritante), ma un tempo, limitato va detto ma ci fu, questo singolare soprano, così poco “cantante lirica”, è stata una delle più importanti apparizioni sulla scena operistica del dopo-guerra, osannata da tutti i più importanti Teatri del mondo, e coccolata da registi e direttori di chiara fama.
Era giovanissima questa ragazzina bionda con il viso somigliante a quello di Kim Novak quando sconvolse tutti i giurati cantando al concorso RAI dedicato alle voci verdiane del 1971 l’aria di Medora dal Corsaro di Verdi “non so le tetre immagini”: timbro screziato dai colori, si disse, tizianeschi, intonazione magica, accenti poetici, legato impeccabile, pianissimi di grande effetto, dizione esemplare, note gravi appoggiate e di rara bellezza, agilità espressive seppur non funamboliche e acuti facili fino al re bemolle e talvolta anche naturale, insomma bastò una serata per creare l’evento.
Il Corsaro integrale, I due Foscari, Giovanna d’Arco in Teatro ancora oggi forse prive di confronto e quindi un recital di arie verdiane (stupendo) diretto da Gavazzeni e subito il lancio in grande stile alla Scala nel 1973 con Suor Angelica di Puccini inciso integralmente insieme al Simon Boccanegra verdiano ancora con Gavazzeni ed un cast di gente come Domingo, Raimondi e Cappuccili e sempre per la RCA che aveva appena perso, a favore della EMI, la Caballé.
Il pubblico scaligero non perdonò tanta spocchia, e dopo la celebre aria “Senza mamma” qualche contestazione ruppe la festa organizzata e quel tremendo urlo dal loggione ”sei mediocre” che avrebbe ucciso chiunque, chiunque ma non lei....
Se la Scala non la voleva pazienza, disse la giovane Katia dal viso e voce angelica ma dalla tempra di acciaio, e via con una carriera mondiale strepitosa quasi fosse la risposta italiana alla spagnola Caballé alla quale oltre ai pianissimi ed al repertorio senza confini rubò anche il giovane virgulto tenore dalla voce solare (Carreras), e così per qualche anno dischi e Teatri si contesero questa coppia di innamorati anche nella vita, Karajan li volle in una celebre edizione di Tosca dal suono orchestrale dai mille colori con il geniale Scarpia di Raimondi. Nel 1975 i due giovani amanti fecero a Miami un concerto di canto che rimane ancora oggi una delle più straordinarie pagine sopranili da me mai sentite, con la Katia in forma strepitosa che chiude ogni aria con acuti in piano interminabili e se penso alle romanze da Straniera o da Otello di Rossini mi riesce difficile sentire cantare meglio.
Poi dopo il giovane Verdi degli esordi cui aggiunse Luisa Miller con Maazel, arrivò il Verdi della maturità e così Otello con Kleiber, Ballo in maschera con Abbado, Don Carlo, Falstaff con Giulini ed anche la Messa da Requiem ancora con Karajan, e chiunque vuole oggi può recuperare in DVD una edizione londinese del Ballo in Maschera targata 1975 ove la sua Amelia è semplicemente straordinaria, poi arrivarono la Micaela nella Carmen e quindi Liù nella bellissima Turandot di Maazel prima a Vienna e poi alla celebre inaugurazione scaligera del 1983.
Inquieta e desiderosa di sperimentarsi in tutto come la Caballé Katia decise quindi di seguire la catalana sulla strada del “soprano assoluto”, ovvero del soprano i grado di cantare tutto, e fu un errore fatale. Infatti se già la Caballé era stata poco prudente nella scelta del repertorio, la Ricciarelli fu addirittura velleitaria, anche perché la sua tecnica non era certo di pari robustezza, e così arrivarono quelle le “sforate” che misero in chiaro taluni non risolti problemucci vocali che presto si sarebbero rivelati irrecuperabili, eco perché dopo alcune buone Traviate ed una ottima Bolena arrivarono incisioni volute si da grandi maestri che non erano riusciti (forse ?) a convincere la furbetta Freni ad inciderli con loro, e furono i fiaschi di Turandot con Karajan e di Aida con Abbado. Nella seconda metà degli anni ‘80 Katia capì che una soluzione per lei dopo tanto Verdi che ormai le stava..largo, poteva essere Rossini che appariva, grazie al festival di Pesaro, sempre più in auge, anche perché con la sua voce ancora sublime poteva supplire alla minor esattezza delle specialiste straniere dalla voce un tantino ordinaria, e dopo Tancredi (ottimo) e Semiramide (buona) arrivarono Armida (buona), Donna del Lago (così così), Viaggio a Reims (media), Bianca e Falliero (buona anzi ottima) e Gazza ladra (scadente).
Le nozze mediatiche col Pippo le diedero la forza di riprovare alla Scala ma quella Luisa Miller che tanto aveva amato le costò cara nell’ormai inadeguato 1989 e lo scandalo fu clamoroso (io c’ero e cantò davvero maluccio....) e quindi quella stessa stupenda Manon che solo due anni prima aveva esaltato a Macerata apparve in tutta la sua fragilità, per non parlare dei Puritani baresi cantati a intermittenza, cadute che le sollevarono la critica ormai impietosamente contraria, il resto fu declino inarrestabile e anche veloce lasciando perdere la follia di quella Norma a Trieste che ancora se la ricordano e non certo per mirabilie, ma io una sera estiva del 1986, sotto le stelle di Macerata, dove ero andato per sentire la mia amica Ghena in Turandot prima di partire militare, rimasi folgorato da quell’attacco del “Signore ascolta”....non si può avere idea di cosa fosse stata ai tempi d’oro questa cantante che scriveva Celletti, prima di cominciare a massacrarla, cantava da...bionda, e che Zeffirelli, che aveva come noto lavorato con la Callas, disse un giorno in tivvù, dopo un suo “vissi d’arte”: “straordinaria, veramente straordinaria”. “I momenti”, diceva Arruga, dopo un suo controverso Jerusalem a Parma, i suoi momenti....Tecnica pochina e studio scarsetto insomma, ma musicalità e personalità da vendere poche storie, e gran firma oggi così spesso latitante. In ogni caso pensando anche ad una sua Lucrezia bolognese del 1984 e al suo attacco dell’ "era desso il figlio mio..." quel timbro lì, garantito, non si è sentito più, mai più !!!
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Re: Katia Ricciarelli: "CHI" è stata un dì...(by Stecca)

Messaggioda Luca » sab 19 dic 2009, 13:06

Concordo con Stecca, perché la Ricciarelli aveva molte frecce al suo arco, ma non le ha appuntite a dovere. O meglio lo ha fatto in misura minore rispetto a ciò che avrebbe potuto e DOVUTO fare. Aggiungo qualche dato mancante ed alcune riflessioni. Di ruoli off-limits la Ricciarelli ha interpretato in Germania anche la Medea di Cherubini (come ha fatto la Caballé). Non so se esista il documento, ma so che è un'opera in cui si è cimentata credo alla metà degli anni '80. Inoltre ha cantato anche Carmen (protagonista) e Turandot. Il guaio è stato che a repentaglio con queste tessiture fuori della sua portata, quando ha ripreso i 'suoi' ruoli ha fallito (cf. la Micaela della Carmen con la Baltsa e Carreras). Io l'ho udita 2 volte dal vivo: nell'epoca aurea qui a Roma, in una bellissima Anna Bolena (credo 1975), poi alla metà degli anni '90 in Liù in Arena. La prima è stata davvero notevole (e le giovava anche la figura), la seconda ha iniziato male e ha proseguito maluccio. Circa il paragone con la Caballé: è stato detto che la Katia è stata la risposta italiana al soprano italiano, però - pur con tutti i difetti - è stato anche detto che interpretativamente le era superiore: e su questo ci credo anche se non sono un fan di nessuna delle due. C'è da osservare che Freni, Ricciarelli, Scotto e Caballé sono state le 4 artiste di area mediterranea che hanno monopolizzato alcuni palcoscenici importanti in uno stesso periodo (grossomodo un ventennio '70-'90). Ma ognuna di loro con luci e ombre, primo fra tutte l'illusione di cantar tutto. Forse la meno colpevole è stata la Freni, ma sul piano interpretativo non era pari alla sua vocalità sostanzialmente sana e levigata.

Saluti, Luca.
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Re: Katia Ricciarelli: "CHI" è stata un dì...(by Stecca)

Messaggioda Milady » dom 20 dic 2009, 12:47

Carissimi amici,
concordo totalmente con quanto avete constatato circa la parabola artistica di Katia Ricciarelli: una disamina attenta,severa, ma anche rispettosa: niente penna intinta nell'acido muriatico, diversamente da....
La sentii alla TV , ad inizio carriera, ancora bruna,eseguire , a sigillo di un concorso da lei vinto a mani basse,- ma sono passati troppi anni e non riesco a ricordare l'occasione con la debita esattezz-, un delicatissimo "D''amor sull' ali rosee".
A teatro ho ascoltato la Ricciarelli - tra l'altro bellissima-in Falstaff,Lucrezia Borgia ed in un concerto.
Voce baciata dalla natura,in seguito dilapidata in un repertorio assolutamente estraneo ai suoi mezzi vocali.
E poi è stata ed è una donna spiritosa , intelligente, e , aggiungo, e dal carattere indomito, nel bene e nel male.
E niente lagne e pianti sul destino cinico e baro.Chapeau!
Ancora una volta il nostro forum ha mostrato un invidiabile senso della misura , anche nella scelta della foto.
TRa noi ci sono spesso discussioni acccese ,mai però oltre il limite.
Rispetto dello spartito unito al rispetto verso le persone.
Dobbiamo restare sempre così.
Un abbraccio a tutti
da
Milady.
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Re: Katia Ricciarelli: "CHI" è stata un dì...(by Stecca)

Messaggioda Rodrigo » sab 26 dic 2009, 23:35

Luca ha scritto: Circa il paragone con la Caballé: è stato detto che la Katia è stata la risposta italiana al soprano italiano, però - pur con tutti i difetti - è stato anche detto che interpretativamente le era superiore: e su questo ci credo anche se non sono un fan di nessuna delle due. C'è da osservare che Freni, Ricciarelli, Scotto e Caballé sono state le 4 artiste di area mediterranea che hanno monopolizzato alcuni palcoscenici importanti in uno stesso periodo (grossomodo un ventennio '70-'90). Ma ognuna di loro con luci e ombre, primo fra tutte l'illusione di cantar tutto. Forse la meno colpevole è stata la Freni, ma sul piano interpretativo non era pari alla sua vocalità sostanzialmente sana e levigata.
Saluti, Luca.


Caro Luca,
davvero intrigante il quartetto sopranile che metti in campo!
A mio modo di vedere la Ricciarelli è - se così si può dire - la meno "importante" di tutte. Le altre, ovviamente in ambiti diversi, hanno dato vita ad interpretazioni che effettivamente hanno rappresentato un punto di svolta nella storia del gusto, quando non autentiche rivoluzioni (penso a certi azzardi della Scotto, in particolare).
Se poi paragoniamo la Ricciarelli con M. Caballé, e considerando gli anni migliori di entrambe, direi che hanno praticato ruoli abbastanza diversi e che la tecnica di canto della catalana mi sembrava decisamente più a posto di quella del soprano italiano.
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Re: Katia Ricciarelli: "CHI" è stata un dì...(by Stecca)

Messaggioda Luca » dom 03 gen 2010, 22:09

Anzitutto, ho fatto ricerche ed il documento sonoro della Medea della Ricciarelli esiste.

In secondo luogo, rispondo a Rodrigo specie nella parte finale del suo intervento: la Caballé, si è vero, aveva una tecnica più scaltrita (ma fino ad un certo punto: quando ha cantato Gioconda, Santuzza e altre eroine veriste apriva i suoni in basso come la Bruna Rasa nemmeno avendone il suo volume di voce; in certa vocalizzazione - Turco in Italia e Semiramide - era sommaria), ma era anche più imbambolata sul piano interpretativo della Ricciarelli che, almeno, provava a digrignare i denti anche se i risultati erano negativamente 'mignon'. La Scotto è maestra ad entrambe e vola, a mio avviso, molto più in alto anche perché sul piano interpretativo era una grandissima dicitrice tale da conferire significato ad ogni parola, inflessione e sillaba (cf. Adriana e Butterfly II in disco) anche con il manierismo che qualcuno le ha imputato e anche quando il personaggio era più grande di lei (Norma, Abigaille, Lady). La meno importante invece risulta essere la Freni che cantava la Freni; il suo essere 'fontana dell'eterna giovinezza' (tale è un titolo attribuitole) ci ha fatto sentire cose sopraffine, ma con la voce la Freni cantava la Freni.

Salutoni domenical-natalizi.
Luca.
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Re: Katia Ricciarelli: "CHI" è stata un dì...(by Stecca)

Messaggioda Rodrigo » sab 23 gen 2010, 14:36

Luca ha scritto:La meno importante invece risulta essere la Freni che cantava la Freni; il suo essere 'fontana dell'eterna giovinezza' (tale è un titolo attribuitole) ci ha fatto sentire cose sopraffine, ma con la voce la Freni cantava la Freni.

Credo che il problema di fondo della Freni sia stato quello di "non sentire" i personaggi con una psicologia complessa o, per così dire, di non riuscire a padroneggiare il registro tragico della drammaturgia. Non credo che sia un problema "tecnico" - cose veramente immonde Mirella non ne ha mai fatte sentire nemmeno quando giocava palesemente "fuori casa"- ma, per così dire, caratteriale.
Da questa mancanza di adesione interiore ritengo dipenda la sostanziale estraneità del soprano dai ruoli più intensi (in una prospettiva drammaturgica) del repertorio verdiano affrontati: Elvira, Violetta, Leonora di Vargas, Aida. Positivi, o comunque quantomano plausibili, si sono invece dimostrati gli approcci a quei personaggi in cui il "tragico" era assente o era possibile declinarlo più o meno lecitamente nell'elegiaco: Elisabetta, Maria del Simone, Desdemona.
In questa direzione sono poi più che condivisibili le osservazioni già fatte sulla Freni-Beatrice e sulla Freni-Elvira dei Puritani.
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Re: Katia Ricciarelli: "CHI" è stata un dì...(by Stecca)

Messaggioda MatMarazzi » sab 19 mar 2011, 18:59

Non per sadismo... ma quasi per gioco, vorrei riaprire questo thread.

Il tracollo vocale rapidissimo e spettacolare di questa artista è a tutti noto.
E tuttavia sono in pochi ormai a chiedersi quali ne siano state le ragioni.

Oh.. sì, lo so che chiunque ha la risposta pronta: repertorio dissennato!
Ma è stato poi così dissennato il suo repertorio? A me pare che altre abbiano pestato molto più di lei in questo senso...
Anche perché é vero che la Riccia cantava Ballo in Maschera e Jerusalem a 25 anni, ma è anche vero che li cantava allo stesso modo pigolante e sussurrato con cui cantava Liù. In compenso nel suo repertorio non apparivano le Gioconde, la Lady Macbeth, le Abigailli in cui tante ex Lucie (la Gencer, la Scotto, la Galvany) si dilettavano.
A me sembra che la tesi del "repertorio dissennato" sia un po' affrettata.
Un simile tracollo vocale deve avere altre ragioni.

Io ho un'altra teoria...
E la cosa mi è stata chiara ascoltando questo estratto della Francesca da Rimini.





La Ricciarelli è giovanissima (1972) e il timbro è una gioia per le orecchie.
Ma ...sentite bene! C'è qualcosa di strano.

Nella prima frase (Benvenuto, Signore mio cognato) la Ricciarelli cambia di registro - si sente chiarissimamente - sulla "a" di cognato.
Che nota è? un mi naturale.
Ora... è noto che i soprani in genere cambiano sul fa, fa diesis. Se sono soprani leggeri possono cambiare sul sol.
Ma il mi è molto basso come passaggio: roba da mezzosoprani.

Ma andiamo avanti.
"Assai presto siete tornato, con la prima rondine".
Ancora una volta c'è il passaggio di registro sulla "a" di "tornato" (sempre un mi naturale); quindi la nostra Riccia si mantiene sempre sul registro acuto per il resto della frase ("con la prima rondine"). Lo fa benissimo, con grazia e leggiadria... ma a noi resta il sospetto che così lo canterebbe un mezzosoprano (sto parlando di estensione e baricentro, non di timbro).
Tanto che il saltino fa diesis-mi (nella parola "prima") è sì leggerissimo, arioso, bello... ma... con quel qualcosa di chioccio... (appena un accenno) tipico di chi si sta muovendo in una zona un filino troppo alta... (e stiamo parlando di un fa diesis, mica un do!)

E sentite la frase successiva.
"Le mie donne eran qui che ballavan la cantata per salutare il marzo"
Stessa ombra "chioccia" (anche se l'insieme resta radioso e seducente) sui saltini fa diesis-re ("è-ran" "là can").
E finalmente si arriva al sol diesis (sulla parola marzo) che la Ricciarelli sa tenere leggerissimo e flautato, eppure già si sente in quel suono il tipico pigolio oscillante che, negli anni successivi, avrebbe reso inascoltabili i suoi pianissimi.

Bastano queste tre frasi per rendersi conto che la Ricciarelli (ed è la Ricciarelli del 72) si sta brillantemente barcamenando in una tessitura lievemente troppo alta per lei!
E non stiamo parlando di Zerbinetta o di Amina, ma di Francesca da Rimini, ossia un ruolo centralissimo, che qualsiasi soprano dominerebbe.

Insomma... credo di aver finalmente capito cosa ha distrutto la nostra.
Non era un soprano, almeno non come baricentro.
Il colore chiaro, la dolcezza "bionda", non significano nulla.
I diversi registri non si differenziano per il "colore" della voce, quanto per il baricentro. Una Von Stade o una Bartoli (o una Supervia) si distinguono per i colori chiari, la luminosità dei filati, i toni vellutati, eppure sono mezzosoprani.
Il passaggio di registro non mente!
Una che passa regolarmente sul mi naturale (in certi casi sul re) semplicemente non è un soprano.
E questo anche se la Ricciarelli - in quale suo modo particolarissimo - si era riuscita a inventare i re bemolle sopracuti.
Ma l'estensione non è MAI un indicatore del vero registro di una voce!
Infatti gli acuti e i sopracuti si possono anche "costruire". E' sul cantabile che non si può barare! Lì la verità salta fuori.

Sentite la giovane Ricciarelli (1977) nella cabaletta di Traviata (andate direttamente a Follie, Follie), dove succede che la Riccia, nel suo tentativo di truccare il più possibile la sua estensione, non esita a cambiare registro addirittura su re bemolli (come la Barbieri, tanto per intenderci).



I "gioir" in qualche modo ci sono (oddio... sono urletti totalmente innaturali, in certi casi calantissimi, ma si è sentito anche di peggio), ma quello che veramente colpisce è il dissesto che si avverte nell'insieme della linea, la difficoltà ad agganciare normalissimi "sol" o "fa".
difficilmente ho sentito un esecuzione tanto affaticata e scalcinata, eppure non si può dire che la cantante fosse "senza voce". Era pur sempre la Ricciarelli del 1976!
Semplicemente sembra di sentire (appunto) un mezzosoprano che finge di essere un soprano, strozzandosi e sperperando i suoi mezzi in una tessitura troppo alta.

Avete fatto caso a come la Ricciarelli (anche del declino) appare più convincente nei ruoli Colbran e Ronzi - in termini strettamente vocali - che non in quelli Pasta? Giustappunto tessiture più centralizzanti.
Avete fatto caso che, nelle sue giovanili incisioni Verdiane per la Philips, risulta tanto più accettabile nella drammaticissima Lucrezia Contarini (scritta per la Barbieri NIni) che non nella liricissima Lida della Battaglia? Giustappunto, drammatismo a parte, Lucrezia è più centralizzante.

Se questa ipotesi è vera, allora tutte le teorie sulla Ricciarelli sono da rivedere.
Il suo problema non fu affatto tecnico (che, anzi, averla data a bere a tutti, spacciandosi per soprano, dimostra una notevole capacità tecnica: sapersi inventare do e do diesis pur avendo baricentro da mezzo, saper alleggerire e sfumare si bemolli e si naturali... sono prodezze tanto più ammirevoli quanto più si ha voce di baricentro basso).
Semplicemente si frantumò per lo sforzo di cantare troppe cose e per troppi anni agli estremi limiti della propria voce.
Il chè, se fosse vero, conforterebbe una mia vecchia teoria.
Non sono i ruoli "pesanti" che logorano, ma i ruoli troppo alti o troppo bassi.

Sono curioso di sentire le vostre opinioni.
Salutoni,
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Re: Katia Ricciarelli

Messaggioda pbagnoli » sab 19 mar 2011, 19:18

Diavolo d'un Matteo!...
Mi costringi a rivedere le mie idee sulla Kationa nostra!
...e se avessi ragione tu?...
In effetti, quello che mi convince maggiormente è il paragone con Conchita Supervia.
E sì, è vero, le tessiture centralizzanti sono proprio quelle in cui maggiormente si dispiegava il fascino della voce di questa cantante naturalmente così dotata.
Ma è possibile che questa "cantonata" l'abbiano presa in tanti e così prestigiosi (Karajan in primis?).
Voglio dire: la tua prospettiva è affascinante, però... sono perplesso.

Quanto al resto del tuo ragionamento, non fa una grinza: non sono i ruoli "pesanti" che logorano, ma quelli non adatti alle proprie caratteristiche vocali.
Ho sempre considerato un'idiozia l'idea che il "bravo" cantante, quello tecnicamente "a posto" (uso appositamente il virgolettato) possa far tutto. Un bel paio di biglie! Qualunque cantante ha una zona nera nella quale non può entrare.
Detto questo, il tuo ragionamento su Katia è affascinante; sto ascoltando il duetto della "Francesca" provando proprio a immaginarla mezzosoprano
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Re: Katia Ricciarelli

Messaggioda MatMarazzi » sab 19 mar 2011, 19:44

pbagnoli ha scritto:Ma è possibile che questa "cantonata" l'abbiano presa in tanti e così prestigiosi (Karajan in primis?).


Secondo me, i direttori (e pure Karajan) non si interrogano sulla natura vocale dei cantanti e meno ancora sulle soluzioni tecniche ed escamotages che essi adottano. A loro interessano solo che realizzino gli effetti a cui aspirano (un suono luminoso qua, un legato là...)
Inoltre quelli erano ancora gli anni (ma da noi non sono ancora finiti) in cui si stabiliva il registro di una voce in base all'infame nesso "volume-colore".
Hai timbro e volume da soprano lirico? Allora sei un soprano lirico! (anche se estensione e baricentro sono da mezzosoprano o da soprano sopracuto).
Ancora oggi ci sono i tardoni che parlano di "vera voce verdiana" riferendosi al volume e al colore.

Un caso simile a quello della Ricciarelli (anche se con esiti meno catastrofici) fu quello di Renata Tebaldi.
Il suo baricentro era più basso di quello che normalmente sarebbe di un soprano "pucciniano". L'area privilegiata della Tebaldi era quella del "falcon" (un po' come la Crespin, la Normann per intenderci).
Anche lei però (per amor di etichetta) si spinse su tessiture sempre un filino alte (Aida, ma anche Mimì, Ciociosan, la stessa Tosca).
Finché fu giovane e fresca riuscì a cavarsela, sfruttando - anche lei - una tecnica vocale strepitosa che le permetteva impensabili alleggerimenti.

E tuttavia il destino finale è sempre lo stesso, per chi canto troppo "alto".
Già nei primi anni '60 (quindi a meno di 40 anni) l'ex-voce d'angelo della Tebaldi era già dura come un pezzo di legno.


sto ascoltando il duetto della "Francesca" provando proprio a immaginarla mezzosoprano

Io trovo più significativo il "Follie follie!".
Quando sento quel mezzo disastro, mi pare di sentire una Cossotto alle prese con lo stesso pezzo! :) Ok, timbricamente sarebbe stata diversissima, ovviamente, ma i suoni chiocci, le note strappate e calanti, i falsettini scappatoia sarebbero stati gli stessi.

Almeno così pare a me.
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Re: Katia Ricciarelli

Messaggioda Tucidide » sab 19 mar 2011, 20:43

Certo, gli acuti faticosissimi anche in giovane età farebbero pensare davvero ad una natura da mezzosoprano. E' vero anche che quelli erano gli anni (gli ultimi, direi) delle assegnazioni dei ruoli sulla base delle caratteristiche timbriche e volumetriche.
Però secondo me c'era anche un problema tecnico. Un altro cantante che passava di registro in modo anticipato era Bergonzi, memore dei suoi trascorsi da baritono, ma il suo declino non è paragonabile a quello della Ricciarelli.
Il caso della Tebaldi è simile, se non altro per la bellezza dello strumento, ma la sua voce non percorse un declino così rovinoso come quello della Ricciarelli. E poi, mi pare, la Tebaldi aveva una voce "corta" non solo in alto, ma anche in basso, a meno che non usasse le notone di petto.
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
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Re: Katia Ricciarelli

Messaggioda pbagnoli » sab 19 mar 2011, 21:18

Tucidide ha scritto:Certo, gli acuti faticosissimi anche in giovane età farebbero pensare davvero ad una natura da mezzosoprano. E' vero anche che quelli erano gli anni (gli ultimi, direi) delle assegnazioni dei ruoli sulla base delle caratteristiche timbriche e volumetriche

Alberto!
Bentornato! :D
Era una vita che mancavi da queste pagine...
Per stare in topic, io non sarei d'accordo sul fatto che quelli siano stati gli ultimi anni di assegnazione dei ruoli sulla base di caratteristiche timbro-volumetriche: da noi mi sembra ancora la regola
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Re: Katia Ricciarelli

Messaggioda MatMarazzi » dom 20 mar 2011, 12:50

Tucidide ha scritto:Certo, gli acuti faticosissimi anche in giovane età farebbero pensare davvero ad una natura da mezzosoprano. E' vero anche che quelli erano gli anni (gli ultimi, direi) delle assegnazioni dei ruoli sulla base delle caratteristiche timbriche e volumetriche.
Però secondo me c'era anche un problema tecnico. Un altro cantante che passava di registro in modo anticipato era Bergonzi, memore dei suoi trascorsi da baritono, ma il suo declino non è paragonabile a quello della Ricciarelli.
Il caso della Tebaldi è simile, se non altro per la bellezza dello strumento, ma la sua voce non percorse un declino così rovinoso come quello della Ricciarelli. E poi, mi pare, la Tebaldi aveva una voce "corta" non solo in alto, ma anche in basso, a meno che non usasse le notone di petto.


Il caso di Bergonzi è effettivamente eccezionale. Segno che (quali che siano gli atroci limiti musicali ed espressivi del suo canto) la sua tecnica vocalistica era fuori dal comune.
E' voluto diventare tenore e si è così condannato a cantare sempre all'estremo della sua voce: nondimeno ha mantenuto fino ai cinquant'anni (non molto oltre, ahimè) un controllo perfetto dello strumento, senza alcun segno di logorìo.
Ma in quanti hanno avuto la sua stessa storia?
Penso che Bergonzi rappresenti alla mia tesi un'eccezione talmente ...eccezionale da potersi considerare trascurabile.
Nella maggior parte dei casi, purtroppo, anche i più provetti vocalisti se insistono a tenere in repertori ruoli troppo acuti e troppo gravi si logorano.
La Tebaldi a me non pare per niente "corta" in basso. da dove lo desumi?
Quanto alla Ricciarelli, sono sicuro che se avesse sempre cantato il repertorio della Von Stade, oggi la celebreremmo non solo per la longevità della carriera, ma anche per la splendida tecnica. In fondo come vocalista era bravissima: ottimi legati, buone agilità, splendido controllo dinamico anche ad altissima quota (altissima per un mezzo, si intende) :)
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Re: Katia Ricciarelli

Messaggioda stecca » lun 21 mar 2011, 16:10

Tesi molto ma molto interessante....
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Re: Katia Ricciarelli

Messaggioda Tucidide » lun 21 mar 2011, 20:23

MatMarazzi ha scritto:La Tebaldi a me non pare per niente "corta" in basso. da dove lo desumi?

Dal fatto che, anche ai suoi bei dì, nelle zone basse facesse delle belle notone di petto. A me la voce della Tebaldi è sempre sembrata un po' come quella di Bruson: splendida di colore, morbidissima, ma corta corta. Poi vabbè, la Tebaldi era un cannone, Bruson no. :)
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Re: Katia Ricciarelli

Messaggioda stecca » lun 19 gen 2015, 8:34

in occasione del suo compleanno riporto in auge questo thread perchè contiene tesi molto interessanti e magari qualcuno vuole aggiungere contributi ulteriori verso quella che è comunque stata una delle più belle voci sopranili di sempre
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