pbagnoli ha scritto:Chi canta oggi usando pienamente i risuonatori facciali?
Beh, non c'è solo la Pratt. Ric citava la Stoyanova. E Florez? Quando mai apre un suono, JDF?
Tu stesso, Alberto, parli apertamente di crisi della scuola di canto all'italiana.Certo che è così: è un modo vecchio, antistorico, percepito come retorico e totalmente mancante di verità.
Non sono sicuro che sia solo questo il punto. Di certo ti do ragione quando dici che il pubblico abbia un ruolo primario nello scegliere e promuovere un certo tipo di canto.
il pubblico che seleziona
Quest'ultimo punto è molto interessante, a mio modo di vedere.
Da convinto evoluzionista darwiniano, credo che sia l'ambiente a selezionare la specie; non viceversa.
C'è stata una mutazione anche e soprattutto nel gusto del pubblico che ha privilegiato questo modo di esprimersi. E' indiscutibile che il canto aperto sia più ricco di colori: oggi anche i vocalisti puri (e la Kermes ne è un buon esempio) fanno un uso scarsissimo dei risuonatori facciali, ma in compenso un uso esagerato di colori, sfumature, nuances.
Inoltre, come disse Mat tempo fa, l'esempio del canto moderno è stato fondamentale, se non altro (aggiungo io) perché ha abituato le orecchie degli ascoltatori a suoni che prima sarebbero stati inaccettabili.
Secondo me, però, ci sono in ballo anche questioni di applicazione allo studio e pazienza. Il canto sul fiato è difficile da ottenere, ci vuole tanto esercizio, e tende in un certo senso a "legare", a ostacolare l'impulsività e l'istinto, poiché ti lega ad una regola ferrea. E' l'artificio allo stato puro, la rinuncia a sé stessi e alla propria naturalezza in nome di un ideale di perfezione berniniana da raggiungere. Il canto aperto è più istintivo: questo non signiica che sia più "facile" (ché sennò direi come fanno alcuni, che è canto da dilettanti), anzi, per certi versi cantare aperto crea maggiori problemi di tenuta e gestione delle forze. Ma in fase di studio è più semplice da raggiungere, perché più "naturale"; inoltre,come dici, è più comunicativo, istintivo ed il senso di verità drammatica che comunica compensa ampiamente quanto si perde in termini di pura levigatezza e strumentalità del suono.
Credo che questa possa essere almeno una concausa della virata della tecnica vocale degli ultimi anni.
Ma fino a quel momento, se volete convincermi che il canto all'italiana ha ancora qualcosa da dire, dovrete farmi esempi veri di gente che canta alta, immascherata e che riesca a produrre gli stessi colori di quelli che cantano aperto.
Eh ma così non vale!


Come dicevo a proposito della Pratt, le interpretazioni decisamente "schierate" da un lato o dall'altro della barricata vanno prese per quel che sono; in altre parole bisogna cercare in esse quello che possono dare, senza cercarvi quello che non possono dare.