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Luca parla ancora di Turandot

Data
18/02/2007

Titolo
Luca parla ancora di Turandot

Nome
Luca

Messaggio
\"Non credo che dobbiamo dolerci del fatto che le varie Ricciarelli, Caballé &
co. abbiano cercato di seguire la strada della Sutherland. Personalmente mi dispiace
che l\'esperimento non sia riuscito soprattutto per la Ricciarelli che -
paradossalmente - delle due era quella che aveva le premesse più interessanti per
cavar fuori qualcosa di non meno innovativo rispetto alla già rivoluzionaria lezione
di Dame Joan\".
=================================
Mah, carissimo direttore, non so che dirti: hai tirato in ballo, giustamente, il
concetto di imitazione che - nel bene e nel male - rispunta sempre nel caso
dell\'arte (e dell\'interpretazione lirica in particolare). Però c\'è da osservare
una cosa: in questi ultimi anni (dal secondo dopoguera in poi) le due vere
rivoluzioni in campo sopranile sono state la Callas e la Sutherland almeno per il
repertorio italo-francese. In Wagner il discorso cambia e parecchio. Ora, nella
fattispecie in Turandot, nessuna delle due grandissime ha fatto da \'sopranone\',
però tutte e due avevano materiale vocale per poterlo fare, ma tanto nell\'una quanto
nell\'altra si percepisce un\'intelligenza interpretativa fuori del comune che ne fa
da un lato (Callas) una creatura fortemente impaurita della vita, nell\'altra
(Sutherland) una creatura metafisica (Celletti ci ricorda la sua Norma metafisica,
personaggio che con Turandot ha molti punti di contatto).
Noto in sostanza un aspetto: con la Callas abbiamo massima interiorizzazione e scavo,
nella Sutherland epicità e vocalità astrale (permettimi un accostamento azzardato:
trovo le interpretazioni di Maria Callas molto vicine alla macerazione agostiniana e
quelle della Sutherland altrettanto vicine alle varie Summae di S. Tommaso). Tutte
cose che non trovo né nella Caballé e meno che meno con la Ricciarelli. Forse una
idea interessantte (ed abbiamo i documenti sonori!) di una terza ipotesi di Turandot
la dobbiamo ascoltare nella Deutekom che l\'ha cantata al termine della carriera.
Andando poi nell\'ipotetico, resta forse il rammarico per una Sills. Ma tutto questo
per lo ieri....

OGGI: Ci vorrebbero una Gruberova al quadrato o anche una Dessay (con lo stesso
quadrato) che potesse in qualche modo porsi in antitesi dei sopranoni.

Termino qui: la discussione mi interessa anche perché l\'opera la conosco a memoria
ene ho viste a dozzine di edizioni, compresa una in cui la protagonista cantava su
un flipper da bar !!!!

Salutoni.
Luca.

Risposta
Non tutti i lettori di Operadisc conoscono bene Luca.
E' un personaggio dotato di una cultura musicale assolutamente fuori dal comune, è un collezionista infaticabile in grado di scovare la più remota incisione, quella scomparsa dalla faccia della terra, ed è un reveur che, quanto a fantasia ed immaginazione (nel senso positivo del termine), dà dei punti persino a me, che ho passato un sacco di tempo della mia carriera di melomane ad immaginare cosa il divino Alfredo Kraus avrebbe cavato dai personaggi che non ha mai voluto affrontare - in primis Eleazar - e che passerò l'altra metà a pormi la stessa domanda su Juan Diego Flòrez...
A parte gli scherzi, Luca si pone - come al solito - interrogativi interessanti sui percorsi esecutivi.
Tengo per buone le sue obiezioni per quando affronterò in recensione la Turandot di Karajan, in cui la prestazione della Ricciarelli non è così banale come buona parte della critica ha suggerito.
Naturalmente le cose che dice Luca sono dettate da logica e buonsenso; a questo punto, verrebbe da dire, peccato non avere un Forum!
Ma non è ancora il momento (se mai tale momento arriverà).

Una belcantista di oggi che abbia caratteristiche paragonabili a quelle di una Sutherland?
Chi mai, santa pace?
Io non ho risposte, ahimè.
Qualcuno dei lettori vuole provare a raccogliere il guanto di sfida lanciato da Luca?



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