Giovedì, 28 Marzo 2024

Tabarro

Aggiunto il 08 Luglio, 2012


GIACOMO PUCCINI
IL TABARRO

• Michele LUCIO GALLO
• Giorgetta EVA-MARIA WESTBROEK
• Luigi ALEXANDRS ANTONENKO
• Il Tinca ALAN OKE
• Il Talpa JEREMY WHITE
• La Frugola IRINA MISHURA
• Un venditore di canzonette JI-MIN PARK
• Due amanti ANNA DEVIN, ROBERT ANTHONY GARDINER

Orchestra of The Royal Opera House
ANTONIO PAPPANO

Regia: RICHARD JONES
Set design: Ultz
Costumi: Nicki Gillibrand
Lighting design: DM Wood

Luogo e data di registrazione: ROH Covent Garden, London, 12/9/2011
Ed. discografica: Opus Arte, 1 Blu Ray

Note tecniche sulla registrazione: eccezionale qualità audio e video

Pregi: ovviamente Westbroek e Pappano

Difetti: Gallo (ma anche Antonenko)

Valutazione finale: images/giudizi/discreto.png

“Una carica di sensualità da tramortire un toro”: così si esprimeva un recensore del vecchio “Giornale” a proposito di Susan Sarandon e, mi sembra, si adatta meravigliosamente a Eva-Maria Westbroek, stella unica e pressoché solitaria di questo pannello del Trittico.
Lei domina la scena con la sua sensualità greve, calda e un po’ sporca; con la sua voce meravigliosa che adesso manifesta qualche problema sugli acuti, ma che le permette ancora un “E’ ben altro il mio sogno” da brivido, con la sua danza appesantita come la sua figura. È una Giorgetta disperata, fottuta dalla vita e dalla malinconia, che si tuffa nella relazione con un troglodita con la stessa dannazione di Marie con il Tamburmaggiore: non c’è amore, solo desiderio esistenziale di fuggire da una vita sordida, sia pure con la consapevolezza di andare a ficcarsi in un casino ancora maggiore. È credibile in tutto: non è il Grande Soprano che si degna di fare un personaggio sordido e sconfitto: no, la Westbroek “è” Giorgetta con una forza di immedesimazione quasi inquietante che la porta a dominare tutto, a cominciare dai rapporti con i due uomini, aiutata in ciò anche dalle caratterizzazioni davvero modeste che entrambi danno dei rispettivi personaggi.
Gallo, infatti, pur non facendo sentire cose disdicevoli da un punto di vista vocale, manca di carisma e questo risulta in modo stridente a confronto con un mostro di espressività come la sua partner. Probabilmente il personaggio non gli è congeniale – è nettamente meglio nel terzo pannello del Trittico ove subentra a un ingombrante e istrionico Terfel; probabilmente è mal servito anche dal regista e dal truccatore che gli ritagliano addosso un personaggio che sembra Giovanni Storti, del trio comico Aldo-Giovanni-Giacomo. Fatto sta che Michele non esce mai da una convenzionalità triste, irritante, che davvero non ha niente da dire. L’aria passa e va, senza lasciar traccia; il finale è truculento come da tradizione; quando l’interprete cerca di trovare il giusto tono affettuoso non convince mai. Insomma, una prestazione che davvero non ci piace.
Del pari poco convincente è Antonenko: fa Luigi con il piglio da Otello dei poveri, come se non riuscisse a togliersi la corazza dell’eroe disperato e solitario; peccato però che questa sia la storia di un gruppo di sfigati mal assortiti. E comunque la vocalità non appare proprio irreprensibile.
Discreti senza entusiasmare gli altri.
Molto bene Pappano, direttore come sempre attento a tutte le tinte e le sfumature: valgano per la sua performance le stesse considerazioni che abbiamo già espresso a proposito di “Suor Angelica”.
Lo spettacolo di Jones si lascia vedere, ma è il più debole dei tre pannelli: è tutto molto convenzionale in questa serata afoso dei quai parigini; sullo sfondo lampeggia la sagoma di una donnina nuda. I personaggi fanno esattamente tutto quello che ci si aspetta senza nessuna invenzione e con qualche punta di involontaria comicità con Michele; probabilmente le aspettative con Jones sono sempre molto alte, ma questo sembra proprio uno spettacolo di ordinario cabotaggio
Pietro Bagnoli

Categoria: Dischi

 

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