Venerdì, 29 Marzo 2024

Walkure

Aggiunto il 29 Settembre, 2007


Richard Wagner

DIE WALKURE

Siegmund GUNTHER TREPTOW
Sieglinde INGE BORKH
Hunding JOSEF GREINDL
Wotan HANS HOTTER
Brunhilde ASTRID VARNAY
Fricka IRA MALANIUK
Gerhilde IRMGARD MEINIG
Ortlinde PAULA BRIVKALNE
Waltraute HANNA LUDWIG
Schwertleite RUTH SIEWERT
Helmwige LIESELOTTE THOMAMULLER
Siegrune HERTA TOPPER
Grimgerde MELANIE BUGARINOVIC
Rossweisse TRUDE ROESLER

Orchestra of the Bayreuth Festival 1952
JOSEPH KEILBERTH

Luogo e data di registrazione : Bayreuth, 1952.

Edizione discografica : Arlecchino, Archipel (ed altre etichette) - 3 cd (anche in cofanetto col ciclo completo

Note tecniche : audio complessivamente ottimo, con lieve prevalenza delle voci sull’orchestra
Pro: cast all-stars per una rappresentazione storica ed irripetibile
Contro : nessuno
Valutazione complessiva : images/giudizi/eccezionale.png


NOTA INTRODUTTIVA: alcune delle contestualizzazioni storiche sono tratte dal fascicolo introduttivo.

I primi anni Cinquanta, non solo a Bayreuth, ci fu sovrabbondanza di Wotan famosi. L’anno precedente un meraviglioso Sigurd Bjorling, paterno e commovente, ancora non toccato dagli avvenimenti finanziari e tormenti morali che aggredirono il suo carattere, propose una quasi troppo serena e lineare visione del "dio degli dei": una sorta di Sarastro che visita il Nibelungen. L’immenso Wotan amareggiato e scoraggiato, il visionario Ferdinand Frantz, degno legittimo successore di Rudolph Bockelmann, proponeva questo ruolo pressoché esclusivamente con Wilhelm Furtwaengler.
Ecco quindi la scelta cadere su Hans Hotter, una scommessa risultata alla fine talmente vincente da permettere a Wieland Wagner di poter vivere di rendita. Hotter proveniva da una compagnia di Monaco, che ebbe il suo debutto durante la guerra e diventò famoso specialmente nel 1944 con una rappresentazione in radio di “Der Fliegender Hollander” condotta da Clemens Krauss, di cui esiste fortunosamente una testimonianza discografica. Gli inizi di carriera del bass-baritono tedesco era diviso principalmente tra Wagner (assumendo il ruolo di Wotan sin dalla fine degli anni ’30) e Strauss, mentre si veniva a creare una solida reputazione come interprete della liederistica a Berlino in stretta collaborazione con Michael Raucheisen. Con la nomina di Joseph Keilberth in qualità di direttore del Munich Opera nel 1951, per il cantante nativo di Offenbach am Main ebbe inizio il più fortunato periodo della lunga carriera, quasi interamente all’insegna di Wagner. Non a caso fu il ruolo di Dutchman che gli consentì nel 1950 di entrare al Metropolitan Opera di New York. Alla fine, ripensandoci, la scommessa di Wieland non era poi così azzardata.
Ad ogni modo, il primo Wotan di Hotter fu limitato a Die Walkure e il Wanderer di Siegfried; oggi ci sembra un’incarnazione prodigiosa dotata di un’intensità drammatica che il cantante abbandonò l’anno seguente, aspirando, sotto la conduzione classica e luminosa di Clemens Krauss, ad una rappresentazione più moderata ma anche più approfondita, più tormentata. La drammatica urgenza di questo primo incontro tra il basso-baritono e quello che doveva diventare il suo ruolo ideale è un documento prodigioso, tanto più perché Hans Hotter è messo a confronto per la prima volta con colei che sarebbe stata una delle più importanti Brunnhilde del dopoguerra, e certamente il partner wagneriano preferito del baritono-basso: Astrid Varnay.
E qui inzia un’altra storia. La Varnay era gia’ apparsa al festival di Bayreuth l’anno precedente, erede di Kirsten Flagstad sennonché, ingiustamente accusata di simpatizzare con i Nazisti, le fu proibito il palcoscenico da Wiedland Wagner, ansioso di purificare l’immagine “politica” della musica del suo illustre antenato.
Infatti, nel 1951, a prescindere dalla Flagstad, Brunnhilde non ebbe voce in capitolo: la poliomelite forzò Marjorie Lawrence a stare nella sua poltrona. Erna Schluter, una delle più passionali Brunnhilde degli anni trenta, rovinò la sua voce mentre si esercitava in Elektra di Richard Strauss e il puro metallo di Birgit Nilsson era quasi stato forgiato ma ancora acerbo. Non solo. Come per vendetta contro Wieland Wagner, la Flagstad rappresentò alla Scala, un anno prima (1950) e con William Furtwangler, una Brunnhilde matura, ma con un’eco della gioventù vocale che fu.
Di conseguenza la riapertura del Bayreuth senza Kirsten Flagstad corrreva il rischio di essere insignificante. Tuttavia, Astrid Varnay aveva qualcosa di nuovo da offrire, particolarmente nella Valchiria, la sua opera fortunata. Aveva cominciato la propria sfolgorante carriera al Metropolitan Opera di New York nel 1941 nel ruolo di Sieglinde, sostituendo Lotte Lehman all’ultimo minuto. Sei giorni dopo, prese il posto di Helen Traubel nel suo ruolo di Brunnhilde, scoprendo tutto il suo talento di grande soprano drammatico wagneriano. A Bayreuth, fu la prima ad esaltare lo splendore e la scioltezza del personaggio, ricalcando le gesta vocali ed interpretative di Frida Leider, a cui era fatto divieto di apparire nel santuario wagneriano a causa del suo matrimonio con un non-ariano.
Il suo grido di guerra nell’Atto III debole, suggerito piuttosto che eseguito, è il risultato di una scelta artistica, non di una debolezza vocale: la grande Astrid stava creando una nuova Brunnhilde – “capace di rompersi”, distaccandosi dalle divinita’ nordiche evocate nella voce, appunto, di una Flagstad, di una Traubel o di una Braun – umana. Nel 1952, l’incontro con il primo Wotan di Hotter fu tellurico, violento, isterico. Durante gli anni a venire, la sua Brunnhilde guadagnò in intensità. Qui l’interpretazione era ancora violenza, scapigliatura, corsa libera e allo stato brado. Questa esaltazione apparve come il principale tema della Walchiria del Bayreuth del 1952: la direzione di Joseph Keilberth, con i suoi ritmi contrastati ed i suoi gesti eroici sembrò essere il principale responsabile per l’atmosfera elettrica che emanava da questa rappresentazione.
Sappiamo che l’interesse drammatico della Valchiria è basato sull’attraversamento di percorsi dei destini di due coppie, ognuna sull’orlo di impossibili e disastrose storie d’amore: Brunnhilde si innamora fugacemente dell’immagine di suo padre e accetta di essere messa a dormire da lui, e Sieglinde accetta l’incesto come condizione della rivelazione d’amore. In entrambi i casi i “maschi” sono con le spalle al muro, essendo cacciati, e richiedono alle donne di sacrificare ogni cosa. Sieglinde tradendo suo marito e mettendo a repentaglio il "falso" focolare inscenato con il marito Hunding.
Brunnhilde disubbidendo a suo padre Wotan, verra’ punita con il sonno, stato interlocutorio in attesa della resurrezione da parte dell’amore carnale.
Wieland Wagner ebbe un lampo di genio con la scelta delle voci di Wotan e Siegmund. Hotter, conosciuto per la sua splendida voce corrotta dall’asma, evocò l’immagine di un Wotan più anziano. Treptow, un Siegmund di vecchio conio, baritonale e maturo, fu scritturato anche per il Siegfried del "Crepuscolo degli dei". La defezione di Treptow nell’ultima giornata non sorprese i melomani, visto che avevano trovato il suo Siegmund al limite. Ciò non impedì di "liricizzare" il ruolo, donandoci un Siegmund amante folle di Sieglinde. Quest’ultima fu impersonata dalla straordinaria Borkh, che insieme al ruolo di Freia, saranno purtroppo gli unici personaggi wagneriani affrontati dalla cantante tedesca. Una Sieglinde d’inusitato spessore vocale, capace di travolgere orchestra e voci con il suo irragiungibile ed ineguagliato "O herstes Wunder! Herrlichste Maid".

Il resto del cast non e’ da meno, seppur in ruoli meno significativi per durata. E’ il caso dell’inossidabile Hunding di Greindl, roccioso e tetragono (i tempi non erano ancora maturi per una revisione anche di questo ruolo), e la Fricka della Malaniuk, che per la seconda volta a Bayreuth, si rivelò cantante appassionata e violenta. Chiusa finale per le splendide "guerriere vocali", che annoveravano voci del calibro di una Siewert, di una Topper o di una Bugarinovic. Bei tempi ...
Vittorio Viganò

Categoria: Dischi

 

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