Andrea Chenier alla Scala

recensioni e commenti di spettacoli visti dal vivo

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Andrea Chenier alla Scala

Messaggioda DocFlipperino » ven 08 dic 2017, 13:18

In home le nostre impressioni.
Buona lettura e aspettiamo i vostri commenti.
http://www.operadisc.com/vis_tutto_backstage.php?idback=191
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Re: Andrea Chenier alla Scala

Messaggioda annaimperfetta » ven 08 dic 2017, 14:50

Grazie della recensione, come sempre affidabile e simpatica.
Confermo che in tv le scenografie sono parse insignificanti, parere di mio figlio che era alla primina. Del resto non mi sento di dir nulla perché le riprese televisive erano così malfatte che mi chiedo come fanno quelli che dissertano basandosi solo su quelle. Ho il biglietto per il 19 e spero proprio di riuscire ad andare.
Quello che è passato in tv è stata la tensione dì Yusif, anzi nell’improvviso sembrava terrorizzato. I primi piani impietosi hanno rimandato il continuo guizzo degli occhi verso Chailly ma anche l’impegno enorme e la voglia di far bene, tanto che alla fine ha suscitato tenerezza e simpatia. Sono convinta che nelle prossime recite, scaricata la tensione, andrà molto meglio.
Quello che non mi è per niente piaciuto sono state le uscite finali in gruppo, trovo ingiusto che ottimi artisti come la Stroppa o Bosi non si siano potuti godere applausi personali in diretta mondiale.
Baci
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Re: Andrea Chenier alla Scala

Messaggioda Sibly » sab 09 dic 2017, 12:49

Vista in TV, ma confesso di aver evitato la parte della Madelon. Già non stravedo (eufemismo) per quest'opera, ma quella sezione lì mi fa proprio venire il latte alle ginocchia, non importa quanto fantasticamente possa essere eseguita.
Le riprese televisive erano "da giro di campo tenuto per un orecchio", come direbbe il mio consorte che è andato a scuola dai salesiani. Fatte ovviamente da gente che di opera ne sa poco e gliene importa ancor meno, con effetti inutili e provinciali tipo la vista dall'alto o la ripresa delle immagini deformate negli specchi (quello distorto e mostruoso è il vero volto dell'aristocrazia parassita, wow che botta di originalità...). Ma almeno ci sono, vediamo il mezzo pieno.
Orchestra coro direttore piaciuti assai.
Dei cantanti, mi sono piaciuti i comprimari (non tanto la contessa, un po' "sovietica"; l'interprete di Madelon non so per i motivi di cui sopra :mrgreen: ) e soprattutto Sagona/Roucher.
Salsi mi è piaciuto niente. Interpretazione trucibalda, monocorde (quell'"hai figliato dei servi" all'inizio è stato buttato via alla carlona in una generica modalità-inca**o); mi ricordava il peggior Cappuccilli ma senza un decimo dei suoi mezzi vocali. E poi, santiddio, basta con quella gestualità anni 50, un minimo di scuola di teatro non si nega a nessuno, se anche i cantanti lirici la frequentassero un po' non sarebbe male...
Sulla classy couple tutti hanno già detto tutto quindi non aggiungo nulla se non ribadire quanto detto su FB, cioè che sono spiccicati Gambadilegno e Trudy! : Chessygrin :
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Re: Andrea Chenier alla Scala

Messaggioda teo.emme » sab 09 dic 2017, 16:46

Anche io ho visto lo spettacolo in TV. Pur con tutti i limiti di una ripresa audio come al solito oscena (ma possibili che la Rai non disponga di tecnici del suono in grado di comprendere la differenza tra un concerto di Vasco ed uno spettacolo teatrale dove i livelli dovrebbero essere resi con la maggior fedeltà possibile senza evidenziare voci o giocare sui volumi?) queste sono le mie impressioni:
- Ho letto generali apprezzamenti sulla direzione di Chailly. Non sono molto d'accordo. Premesso che, in generale, trovo Chailly il direttore d'opera meno interessante da ascoltare oggi - nella sinfonica è semplicemente DISASTROSO - perché assolutamente inerte e manierato nel porgere qualsiasi repertorio in modo identico ad una lettura pseudo intimista, piccandosi - sempre - di "valorizzare" raffinatezze vere o presunte e scovando rimandi o riferimenti alla coeva musica europea nel palese tentativo di trovare una "giustificazione" all'apprezzamento di una musica che, evidentemente, si ritiene poco dignitosa. La "giovane scuola" italiana ha un linguaggio vario e ricco, fatto di tanti autori diversi che andrebbero valutati per quel che sono e non per i riferimenti colti. Io trovo un po' stucchevole il continuo riportarsi ad altro: è chiaro che tra '800 e '900 tutti i compositori italiani conoscessero Wagner, Debussy, Rimskij-Korsakov etc...ed è altrettanto evidente che cercassero un nuovo linguaggio per superare la tradizione del melodramma. Ora è ovvio che Mascagni non è Berg, così come Berg non è Mascagni: sono linguaggi differenti per esigenze differenti. Preferirei davvero un lavoro più serio sul cosiddetto verismo che non passasse per il confronto con altri. In questo Chenier, fin dalle presentazioni, Chailly ha continuato a parlare di musica che richiama/anticipa/ricorda/cita Berg, Mahler, Wagner...arrivando a punte di parossismo nel vietare gli applausi. Vabbé. Personalmente non mi ha soddisfatto la sua direzione, soprattutto nei primi 2 quadri. Nel primo in particolare le eccessive pesantezze e lentezze hanno compromesso l'effetto parodistico del finto '700, sciupando il canto di conversazione che si vorrebbe frivolo, durante la festa, a cui è seguito un Improvviso diretto con la mazza ferrata, lento e morchioso come non si sentiva da un pezzo. Meglio nella seconda parte, ma anche lì a volte certe lentezze erano davvero eccessive e lo zucchero di certi momenti (la Madelon) era degno del peggior Sanremo. Come sempre dunque il giudizio su Chailly (almeno quello degli ultimi 3 o 4 anni) è interlocutorio: preciso e attento, ma privo di ogni idea interpretativa (si senta a confronto il recente Chenier di Pappano di ben altro livello musicale).
- Altra grande assente - direi TOTALMENTE assente - è la regia. Martone infatti confeziona uno spettacolo demenziale nel suo finto tradizionalismo. Mi sarei aspettato uno studio sui personaggi e sulla loro gestualità, una regia "cinematografica", ed invece si è visto il nulla più assoluto: coro immobile e cantanti lasciati a sé stessi nel riproporre le più viete pose da opera d'antan. Non è mancato nulla: mani al cuore, braccio alzato nell'estasi, movimenti rallentati e amplissimi, gesti da divini/e del cinema muto, birignao, risatazze e, ovviamente, nessun contatto fisico vero tra i due amanti (che pure son marito e moglie) ma solo approcci impacciati e casti. Per il resto nessuna idea salvo diverse scopiazzature. L'inizio con i partecipanti alla festa immobilizzati poteva pure essere una trovata interessante, ma gestita malissimo e tirata troppo alla lunga; gli specchi deformati erano solo fastidiosi; la scena del letto grottesca (come il tentato stupro); brutta la scena del tribunale; il finale pareva tratto da Anna Bolena (ghigliottina a parte) con tanto di boia incappucciato. Le scene dalla TV non erano niente di che: si trattava più che altro di elementi scenografici su fondo nero. Insomma McVicar è un'altra cosa...
- I comprimari mi sono piaciuti molto (Madelon a parte), invece, e in un'opera come Chenier sono fondamentali: un vero peccato non gli abbiano concesso le uscite singole.
- Salsi è stato di gran lunga il peggiore: volgare, trucibaldo e sguaiato dall'inizio alla fine. Pareva la caricatura di Gobbi e Cappuccilli senza avere nemmeno l'ombra dei loro talenti. Ha urlato senza sosta, con effettrici di ogni genere, dal parlato alle risatazze...una roba che si pensava superata fin dagli anni '50. Salsi è l'unico, insieme a Martone, che avrebbe strameritato contestazioni e fischi. Francamente non ho mai compreso la carriera di un cantante come Salsi: in questo caso mi è parsa ancora più incomprensibile. E non è solo questo Chenier, dato che ha sempre cantato così. Pessimo. Insufficiente.
- Poco da dire sui due protagonisti, a parte che sono esteticamente inguardabili (lei è diventata un boiler). Hanno cantato come ci si aspettava. Lui meglio del previsto, ma resta comunque uno Chenier improbabile (così come i più illustri Kunde, De Leon e Kaufmann...che però hanno dalla loro maggior esperienza e familiarità col palco).
- Orrenda come sempre la diretta Rai ed il circo di interviste prima dopo e durante...sulle quali è meglio stendere un pietoso velo (non so chi fosse più imbarazzante tra la Gasdia esaltata, la Fracci che richiedeva un incarico, e il sovrintendente di Venezia che ha detto cose talmente assurde...)
-
Ultima modifica di teo.emme il sab 09 dic 2017, 17:31, modificato 3 volte in totale.
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Re: Andrea Chenier alla Scala

Messaggioda Sibly » sab 09 dic 2017, 17:09

teo.emme ha scritto:- Salsi è stato di gran lunga il peggiore: volgare, trucibaldo e sguaiato dall'inizio alla fine. Pareva la caricatura di Gobbi e Cappuccilli senza avere nemmeno l'ombra dei loro talenti. Ha urlato senza sosta, con effettrici di ogni genere, dal parlato alle risatazze...una roba che si pensava superata fin dagli anni '50. Salsi è l'unico, insieme a Martone, che avrebbe strameritato contestazioni e fischi. Francamente non ho mai compreso la carriera di un cantante come Salsi: in questo caso mi è parsa ancora più incomprensibile. E non è solo questo Chenier, dato che ha sempre cantato così. Pessimo. Insufficiente.
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Meno male che non sono la sola a dirlo, ma l'altro giorno, quando l'ho detto, un amico mi ha risposto che "non c'è da stupirsi, visto che a te piacciono i buoi tristi (sic) come Fischer-Dieskau e non quelli con la voce" :shock: :roll: :lol:
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Re: Andrea Chenier alla Scala

Messaggioda DocFlipperino » sab 09 dic 2017, 17:41

visto oggi la registrazione del 7 dicembre.
sono felice di aver visto un’opera totalmente nuova e diversa da quella vista in teatro.
Recentemente ho ascoltato una intervista in cui la regista tv Patrizia Carmine spiegava il lavoro fatto. Nutrivo speranze andate al solito deluse. Tutte quelle riprese dall’alto. Primi piani inutili e dannosi. Continue inquadrature che non colgono quello che sta realmente accadendo. Bah.

E poi l’audio. Giusto per fare un esempio la ORF aveva suono migliore già nel primo dopoguerra. Speriamo i tecnici Decca lavorino meglio in sede di preparazione del Dvd.

Sul versante musicale ho già detto tutto. Giusto una nota. Secondo me la direzione di Pappano è di un anonimo da lasciare sbigottiti. Non prende una posizione. Non lascia nulla. Se non una generica patina di correttezza e educazione musicale. Giusto quello che non serve in Chenier.
E taccio su De Leon e Kunde in questo ruolo.

Mi spiace l’espressione “boiler” per definire una persona, chiunque essa sia, estremamente offensiva.... Oltre che volgare e fuori contesto.

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Re: Andrea Chenier alla Scala

Messaggioda DottorMalatesta » dom 10 dic 2017, 11:53

teo.emme ha scritto:Anche io ho visto lo spettacolo in TV. Pur con tutti i limiti di una ripresa audio come al solito oscena


Sembra che davvero la ripresa audio sia stata indecente e assolutamente "altra" rispetto a quanto ascoltato in teatro. :cry: Con questa premessa mi domando davvero se e come si possa valutare nei dettagli la parte musicale.

- Altra grande assente - direi TOTALMENTE assente - è la regia.
...

Le scene dalla TV non erano niente di che: si trattava più che altro di elementi scenografici su fondo nero. Insomma McVicar è un'altra cosa...


Concordo. Regia teatrale inesistente e sicuramente peggiorata da una regia televisiva di livello infimo. Qualcuno sa se ne verrá ricavato un DVD come per la Turandot di qualche anno fa? In tal caso sarebbe interessante sapere se verrà utilizzato il video della prima.

McVicar è certamente altra cosa. Ancor più Stölzl a Monaco (forse la più bella regia di quest´opera).

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Re: Andrea Chenier alla Scala

Messaggioda VGobbi » dom 10 dic 2017, 21:29

Ho avuto occasione di rivedermi uno Chenier d'antan, precisamente quello da Vienna con la direzione di Santi ed un cast pauroso, partendo da Domingo (cantante da me quasi sempre poco apprezzato ma qui decisamente in forma), Benackova (soprano di levatura e classe infinita), Cappuccilli (più sfumato del solito, sopratutto se in confronto al trucibaldo Salsi, donandoci un "Nemico della patria" da far accapponare la pelle), passando per l'ottimo stuolo di comprimari, che vedevano in primi l'Incredibile viscidissimo di Zednik e la gloriosa Barbieri nei panni di Madelon (mi perdoni Sibly, ma la Madelon della Barbieri resta impagabile). Spettacolo tradizionalissimo e senza inventiva ... eppero' se fosse stato cantato alla Prima scaligera avrebbe fatto un figurone!!!
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Re: Andrea Chenier alla Scala

Messaggioda teo.emme » dom 10 dic 2017, 22:38

DocFlipperino ha scritto:Mi spiace l’espressione “boiler” per definire una persona, chiunque essa sia, estremamente offensiva.... Oltre che volgare e fuori contesto.

Marco


Sorry...era una battuta, ovviamente, quella sulla Trebko... Su Pappano però non sono d'accordo.
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Re: Andrea Chenier alla Scala

Messaggioda Sibly » lun 11 dic 2017, 9:55

VGobbi ha scritto: (mi perdoni Sibly, ma la Madelon della Barbieri resta impagabile)

Ma io non metto in dubbio le interpretazioni, è proprio questa parte di opera che non sopporto, musica e libretto! : Chessygrin :
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Re: Andrea Chenier alla Scala

Messaggioda DocFlipperino » lun 11 dic 2017, 10:53

effettivamente è un momento un po'..... iperglicemico.
spesso affidato a vecchie glorie del passato (soprattutto nelle registrazioni: Barbieri, Obrasztova, Ludwig).

Chailly ha invece scelto la giovane Judit Kutasi (già Erda a Palermo, e futura Eboli e Ulrica a Berlino).

Per la gioia di Sibly, eccola :D

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Re: Andrea Chenier alla Scala

Messaggioda Sibly » lun 11 dic 2017, 12:20

Grazie, troppo buono, mi si sono cariate anche le capsule di ceramica! :lol: :lol: :lol:
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Re: Andrea Chenier alla Scala

Messaggioda DottorMalatesta » lun 11 dic 2017, 13:26

VGobbi ha scritto:Ho avuto occasione di rivedermi uno Chenier d'antan, precisamente quello da Vienna con la direzione di Santi ed un cast pauroso, partendo da Domingo (cantante da me quasi sempre poco apprezzato ma qui decisamente in forma), Benackova (soprano di levatura e classe infinita), Cappuccilli (più sfumato del solito, sopratutto se in confronto al trucibaldo Salsi, donandoci un "Nemico della patria" da far accapponare la pelle), passando per l'ottimo stuolo di comprimari, che vedevano in primi l'Incredibile viscidissimo di Zednik e la gloriosa Barbieri nei panni di Madelon (mi perdoni Sibly, ma la Madelon della Barbieri resta impagabile). Spettacolo tradizionalissimo e senza inventiva ... eppero' se fosse stato cantato alla Prima scaligera avrebbe fatto un figurone!!!


Conosco anch´io questo video e so di dare un dispiacere a Vittorio dicendo che la Barbieri è inascoltabile :twisted: (ancorché scenicamente bravissima), mentre Domingo è davvero molto bravo.
Intanto nella recita di ieri applauditissimi (almeno così mi è stato detto).

Sibly ha scritto: confesso di aver evitato la parte della Madelon. Già non stravedo (eufemismo) per quest'opera, ma quella sezione lì mi fa proprio venire il latte alle ginocchia, non importa quanto fantasticamente possa essere eseguita.


Condivido appieno. In quel punto la tentazione di canterellare "ammazza la vecchia" è davvero forte!

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Re: Andrea Chenier alla Scala

Messaggioda VGobbi » lun 11 dic 2017, 16:47

Perché l'amore trovi inascoltabili la Barbieri? :cry:
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Re: Andrea Chenier alla Scala

Messaggioda DottorMalatesta » lun 11 dic 2017, 17:17

VGobbi ha scritto:Perché l'amore trovi inascoltabili la Barbieri? :cry:


Perché in quel video lo è!

Per farmi perdonare:



:wink:

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