Norma (Bellini)

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Norma (Bellini)

Messaggioda pbagnoli » ven 27 apr 2007, 21:42

La Norma di Ancona

Ve la ricordate, quella dell'anno scorso con la Cedolins, La Scola, Remigio e Papi?
Ce l'ho fra le mani in disco, l'ho ascoltata e adesso sono seriamente in imbarazzo nel doverla recensire per il nostro sito.
Non so che fare.
Credo che sia uno dei più preclari esempi di quel provincialismo esecutivo che il nostro sito si è messo in testa di combattere con tutte le sue forze.
Qualcuno di voi è andato a vederla?
Mi sbaglio io?
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Messaggioda MatMarazzi » sab 28 apr 2007, 23:14

Mi spiace, no.
Non sono attratto da queste operazioni.
Se può essere utile ho però sentito la Norma di Edita Gruberova.
Ottima, se non fosse che dieci anni fa l'avrebbe fatta mille volte meglio.

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Messaggioda VGobbi » dom 29 apr 2007, 9:16

Sei davvero implacabile, Matteo! :shock:
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Messaggioda dottorcajus » dom 29 apr 2007, 11:47

Sono anni che non ascolto La Scola quindi potrei sbagliare ma l'unica domanda che mi sorge è: perchè affidare Pollione ad un tenore leggero?
Roberto
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Messaggioda MatMarazzi » dom 29 apr 2007, 12:26

dottorcajus ha scritto:perchè affidare Pollione ad un tenore leggero?
Roberto



...E CHE tenore leggero!!
:)
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Messaggioda dottorcajus » dom 29 apr 2007, 12:35

Credo che La Scola andrebbe preso ad esempio di come oggi si tenda ormai a confondere il repertorio traslando le voci verso repertori superiori alle loro naturali caratteristiche. Avvallare (in questo trovo che il disco, dagli anni ottanta, abbia grandissime responsabilità) tutto ciò determina la presenza di tenori afoni nel repertorio lirico-leggero, discussioni sugli eventuali ruoli rossiniani di cantanti come Meli e Filianoti, chiari esponenti dei ruoli leggeri e lirico-leggeri, La Scola che invece di ricercare espressioni più varie nei suoi veri ruoli, si allarga a cantare altro.
Roberto
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Messaggioda pbagnoli » dom 29 apr 2007, 13:58

dottorcajus ha scritto:Sono anni che non ascolto La Scola quindi potrei sbagliare ma l'unica domanda che mi sorge è: perchè affidare Pollione ad un tenore leggero?
Roberto

Perché sì.
Mancano tenori drammatici che sappiano cantare un ruolo come Pollione.
Ora, leggero per leggero, se parliamo di Machado che l'ha fatto con la Gruberova, non sarà il massimo ma siamo nei limiti della decenza.
Anche La Scola, a stare a guardare, è decente: non stona, non è calante, non è crescente.
Purtroppo, proseguendo con la scala dei "non è", dobbiamo anche rilevare che: non è eroico, ma non è nemmeno lirico; non è interessante; non è personale.
In ultima analisi, "non è" Pollione.
Quanto al disco, caro Roberto, permettimi un'osservazione: la registrazione in questo caso nasce da uno spettacolo live costruito intorno all'esordio di Fiorenza Cedolins nel grande ruolo belliniano.
Il disco l'hanno costruito dopo.
Il problema nasce già in sede di scrittura dei protagonisti per il teatro.
Peraltro, parlando con chi ci è stato sembrerebbe che i bei ricordi sopravanzino di gran lunga le brutte impressioni.
Mah.
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Messaggioda marco » lun 30 apr 2007, 13:39

perchè affidare Pollione ad un tenore leggero?


mi spiace ma che c'entra La Scola coi tenori leggeri ?
secondo me su Pollione col tempo si è costruito un equivoco dovuto agli interpreti che hanno cantato il ruolo nel corso dei decenni
si dice Pollione=tenore drammatico, ma penso che siamo tutti d'accordo che ai tempi di Bellini il tenore drammatico come lo intendiamo oggi non esisteva
è una parte scritta per Domenico Donzelli, tenore baritonale di carriera prevalentemente rossiniana, e lo testimonia la tessitura del ruolo che è molto centrale
ora siccome Norma è uno dei pochissimi titoli del repertorio neo-classico o pre-romantico a non essere mai uscita dal repertorio, a poco a poco i cantanti nati col repertorio romantico e poi verista si sono appropriati dei ruoli protagonisti, quindi abbiamo avuto Norma e Pollione drammatici puri, Adalgisa mezzosoprano ecc...
dopo la Callas abbiamo ritrovato il soprano assoluto o drammatico d'agilità, ogni tanto si osa Adalgisa soprano, con Pollione è più difficile
quale potrebbe essere un interprete ideale: io penserei all'unico tenore baritonale che abbiamo avuto nei tempi recenti e cioè Chris Merritt, che ha affrontato il ruolo una volta a Verona, ma quando la sua brevissima stagione d'oro era già terminata, o al suo succedaneo Bruce Ford, anche lui purtroppo di integrità vocale molto limitata
tornando a LaScola, è chiaro che non è un tenore baritonale, nè un drammatico puro che oggi del resto non esiste, però è un cantante con un discreto impasto nei centri, buon legato, buona linea, non un fulmine di guerra, ma per me apprezzabile (l'ho ascoltato 2 volte in Norma, a Ravenna e a Ancona), fra l'altro il ruolo gli risparmia le incursioni in zona acuta che sono da sempre il suo tallone d'Achille
Marco
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Messaggioda pbagnoli » lun 30 apr 2007, 19:44

marco ha scritto:
tornando a LaScola, è chiaro che non è un tenore baritonale, nè un drammatico puro che oggi del resto non esiste, però è un cantante con un discreto impasto nei centri, buon legato, buona linea, non un fulmine di guerra, ma per me apprezzabile (l'ho ascoltato 2 volte in Norma, a Ravenna e a Ancona), fra l'altro il ruolo gli risparmia le incursioni in zona acuta che sono da sempre il suo tallone d'Achille

Siamo d'accordo, Marco.
Il problema non è: tenore leggero in quanto tale (o, se vogliamo, lirico puro).
Il problema, inutile girarci intorno, è La Scola.
Il quale La Scola non fa ascoltare cose indecorose, per carità: è intonato, non cala e non cresce. Ma lo spessore è quello che è, e forse per un ruolo pensato per Donzelli (che sarà stato centralizzante ma fu un autentico divo dei suoi tempi) penso che sia lecito pretendere qualcosa di più.
Non l'ho ascoltato dal vivo a Ravenna (presumo che tu alluda al ciclo di spettacoli di Muti, testimoniati dal disco Emi), ma l'ascolto discografico è illuminante in tal senso.
Cosa vogliamo?
Un onesto professionista che dice le sue cosine per bene e che gioca di rimessa, che tanto il ruolo gli consente di evitare le incursioni in zona acuta?
A me non basta.
Machado, con la Gruberova, dispone di mezzi analoghi, ma li usa in modo un po' (non tanto) più vario e fantasioso.
Tutto sta a vedere cosa si desidera, me ne rendo conto
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Messaggioda pbagnoli » gio 10 mag 2007, 13:24

Ritorno momentaneamente su questo thread.
Mi piacerebbe avere un po' di opinioni sulla Cedolins nei panni di Norma e su come dovrebbe essere Norma oggi, posto che non abbiamo né una Callas né una Sutherland.
In mancanza, io mi sono attaccato senza grossi problemi al personaggio delineato dalla Gruberova.
Chiedo a Matteo se nei suoi giri, oltre alla Anderson, ha trovato qualche Norma degna di rilievo.
E vi chiederei, inoltre, se la Cedolins potrebbe essere comunque una buona Norma per il futuro.
Le critiche erano state unanimemente favorevoli, per cui può darsi che non abbia capito io nulla...
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Messaggioda gianluigi » ven 01 giu 2007, 14:08

indotto da una entusiastica recensione di elvio giudici del disco della norma di ancona, mi sono deciso ad ascoltarla. ne sono rimasto molto deluso, più che altro, dalle prestazioni dei cantanti. non penso che il problema di la scola sia quello di essere tenore leggero o drammatico. grande cantante non lo è mai stato. quì si ascolta una bella voce in natura, ma dalla tecnica rozza: modula poco niente, la zona di passaggio è tutta strozzata e il registro acuto carente di autentico squillo da baritenore.non dico che tutti i tenori debbano cantare questa parte come luciano pavarotti, carlo begonzi, franco corelli o lauri volpi, però un altro livello me l'aspettavo.la remigio sarebbe una validissima cantante, almeno così mi sembrava come l'avevo ascoltata 6 anni fa in un concerto a spoleto. qui mi sembra che forzi gli acuti e che voglia essere più norma che adalgisa.la cedolins non canta male, le agilità ci sono, lo stile è per lo meno adeguato ma non riesce a farmi dimenticare le grandi norme del passato. in fine,che oroveso è andrea papi?...la direzione mi sembra di buona routine, rapida e concitata nei tempi, il che si addice nei punti drammatici dell'opera. ditemi voi a che cosa serve un buona o eccelsa direzione in un opera primoromantica come la norma se i protagonisti più o meno annaspano nelle loro parti.
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Messaggioda marcum » mar 11 set 2007, 7:59

pbagnoli ha scritto:Ritorno momentaneamente su questo thread.
Mi piacerebbe avere un po' di opinioni sulla Cedolins nei panni di Norma e su come dovrebbe essere Norma oggi, posto che non abbiamo né una Callas né una Sutherland.
In mancanza, io mi sono attaccato senza grossi problemi al personaggio delineato dalla Gruberova.
Chiedo a Matteo se nei suoi giri, oltre alla Anderson, ha trovato qualche Norma degna di rilievo.
E vi chiederei, inoltre, se la Cedolins potrebbe essere comunque una buona Norma per il futuro.
Le critiche erano state unanimemente favorevoli, per cui può darsi che non abbia capito io nulla...


Dunque,intanto un saluto a tutti. Sono nuovo del forum di operadisc edèla prima volta che scrivo.
Io ero presente a quella Norma e devo dire che la Cedolins emanava un gran fascino sia per quanto riguarda l'impatto scenico che quello vocale. Una voce ben emessa, ben proiettata e di gran bel timbro. Molto più a suo agio nei momenti lirici e drammatici che non in quelli belcantistici. E' ovvio che se pensiamo alle Norme tipo Callas o Sutherland piuttosto che Caballé il confronto è davvero impari. Ricordo che le agilità erano alquanto approssimative: la cabaletta "Ah! bello a me ritorna..." forse ne è l'esempio più lampante. Certo che oggi Norme di riferimento in questo senso non credo ce ne siano molte. C'è in giro la Theodossiu che canta Norma a destra e a manca ma il sottoscritto ancora non ha assistito per cui non si pronuncia. Degli altri spicca la Remigio pure per classe, bella voce e buon impegno (riocordo che era la versione per due soprani) mentre deludente il settore maschile soprattutto Papi che dalla terza fila di platea quasi non si sentiva; La Scola olrtre al bel timbro un Pollione alquanto anonimo, così anche la direzione: un pò frettolosa e tirata via senza troppe emozioni. Ma ricordo cheil direttore- non rammento il nome - sostituì in extremis -l'indisposto Bartoletti.
Il dolce suono... mi colpì di sua voce!
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Messaggioda walpurgys » mar 11 set 2007, 12:35

ascoltai la norma della cedolins in radio in diretta da genova 2 anni fa se non sbaglio.
sinceramente piacque molto anche se non sono daccordo con gli entusiasmi di giudici.
non so ancora se è una norma capace di stare al fianco della callas, caballè, sutherland o scotto, ma è di sicuro interesse.
il timbro è bello, luminoso, ma nel primo atto è troppo guardinga e non si sbilancia, ma lo scoglio del casta diva e cabaletta sicuramente la cantante vola meglio potendo sfoggiare voce sicura e pastosa ed un bel carisma.
non so se sia la migliore norma attualmente, ma nel panorama italiano è ai primi posti
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Messaggioda tebaldiano » mar 16 ott 2007, 13:11

La Norma della Cedolins non è uguale in tutte le esecuzioni.
D'altra parte nessuna delle grandi norme ha esguito la parte sempre agli stessi livelli. Di norme della Caballé di Orangè (sublime) ne esiste una sola. Le altre volte la Caballé è stata bravissima, brava o bravina.
Secondo me quella edita dalla Bongiovanni è una delle sue migliori, ma non la migloire. A Genova era un po' più appannata e a Tokyo era in forma strepitosa.
Ad Ancona il tutto mi pare penalizzato da un'orchestra volenterosa ma inadeguata.
La Scola è un Pollione acettabile, ma nulla più. D'altra parte i limiti del cantante sono noti e non è che a mutare repertorio si possano risolvere, tanto più se il nuovo ruolo è troppo pesante per lui.
Non cadiano però nell'equivoco di pretendere pollioni alla Corelli o Del Monaco, straordinari ed inarrivabili, sì, ma non necessariamente filologici.
Fabrizio
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una Norma controversa

Messaggioda Rodrigo » sab 20 set 2008, 16:03

Buon pomeriggio a tutti,
desidero conoscere il vostro parere sulla registrazione di Norma effettuata una decina d'anni fa a Ravenna ed edita da EMI. Il caste vedeva nel ruolo di Norma J. Eaglen, Adalgisa E. Mei, Pollione V. La Scola, Oroveso D. KAvrakos, dirigeva R. Muti.
Personalmente io ascolto sempre volentieri questa versione per vari motivi: prima di tutto la direzione di Muti che mi sembra molto ispirata. La narrazione è vibrante, ma ci sono dei momenti lirici molto sentiti e curati in dettagli che altre incisioni trascurano (es. l'accompagnamento orchestrane nell'O rimembranza).
Anche i cantanti, kavrakos a parte, non mi pare facciano sconcezze. la Eaglen non sarà una belcantista, ma il personaggio c'è e la parte mi pare ben dominata. La pronuncia è buona e nel da capo delle cabalette c'è anche qualche variazione. Buona anche l'Adalgisa proposta nella poco eseguita versione sopranile, Eva Mei è centratissima nel disegnare un personaggio fragile e giovanile. Più in difficoltà è La Scola che se ha buone carte da giocare nei momenti più lirici (es. Ah troppo tardi t'ho conosciuta), mi convince meno nel registro grave.
Eppure questa Norma, a mio avviso quanto meno buona, non gode mi pare di fama positiva...
Voi cosa ne dite?
Ultima modifica di Rodrigo il dom 21 set 2008, 19:10, modificato 1 volta in totale.
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