Messa di Requiem - Verdi

sinfonia, cameristica e altri generi di musica non teatrale.

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Messa di Requiem - Verdi

Messaggioda MatMarazzi » mar 28 ago 2012, 15:15

MILANO - 27 AGOSTO 2012

cito da altro thread:
vivelaboheme ha scritto:Buon Requiem, ma occhio. Alla cannonata di Bombardoim nel Dies Irae, il lampadarione scaligero potrebbe "pericolare"!. Al Tuba Mirum di Cannonoim potrebbero staccarsi alcune dorature.
E, a dir la verità, il cast mi sembra indubbiamente stellare ma assemblato senza troppo equilibrio. In particolare: con tutta la stima per Garanca, cos'hanno di verdiano le due voci femminili?
E... sarà una prova post-vacanze pre-Lucerna o un concerto?
Scusate le cattiverie, ma lo faccio apposta: su questo "evento", molti, quando se n'è avuta notizia, hanno posto le riserve di cui sopra... visti anche i PREZZI DA RAPINA dei biglietti!!!!!
Ciao
marco vizzardelli


Ottimo profeta, Marco! :)
Allora, molto fasto, molta spesa, molta mondanità (alquanto fuori posto il 27 agosto).
Molti posti voti in platea (e sospettosamente vicini tra loro) che dimostrano - considerato l'assoluto esauriti annunciato da settimane - che come sempre parte dei posti per i quali noi spendiamo in tasse sono tenuti per sponsor, invitati della sovrintendenza e altri personaggi che magari poi non vengono.
Inoltre ho potuto sperimentare quel che da anni vanno dicendo i loggionisti. Ammetto di non essere mai andato alla Scala in galleria se non nei posti di parapetto. E quindi non potevo immaginare che alcuni posti di seconda fila in prima galleria (anche se di un costoso terzo settore: 70 euro circa per questo concerto) fossero totalmente ciechi a causa di colonne.
Mi spiego: la signora seduta alla mia destra vedeva benissimo (avendo speso la stessa cifra); il signore alla mia sinistra vedeva benissimo (immagino stessa cifra); io vedevo solo ed esclusivamente la colonna. In qualunque paese civile questo posto sarebbe stato marcato come "aveugle" e con tanto di indicazione sul biglietto.
Risultato: ho passato un'ora e quaranta minuti in piedi (cosa per cui avrei potuto spendere molto meno).
Come Baremboim, direte voi! :)
Già! :) La differenza è che lui era pagato, io pagavo...
Siamo la repubblica delle banane anche per questi dettagli.

Venendo alla recita, il cast è stato prevedibilmente grandioso. Il direttore - come anticipava Marco - male, male, molto male.
Soprattutto per i miei gusti (che però non corrispondono a quelli dei milanesi).
Non pensavo di poter ancora sentire in pieno 2012 un Verdi diretto in questo modo, con un'enfasi e una pesantezza tanto insopportabili.
Sonorità assordanti, a tratti davvero "cafone" (e non tanto il Tuba Mirum, che è venuto meglio di quanto aspettassi, quanto tutto il resto), tempi lentissimi che però non si traducevano in pulizia e precisione: il catrame sonoro era pasticciato, gli attacchi regolarmente imprecisi, il tutto con un tale senso generale di incoerneza che (ad esempio) nell'Agnus Dei mi veniva da sorridere.
A livello interpretativo, la retorica è quella più banale e ridicola che si possa associare al Requiem (immaginatevi che a Carmine Gallone, negli anni 40, avessero chiesto di fare un film sul Giudizio Universale), le volgarissime sottolineature espressive imposte al coro, il solito piagnucolare mistico a ogni pagina lirica, i soliti pianissimi iniziali coperti persino dal respiro del pubblico e i soliti fortissimi da Guerre Stellari.
Insomma, robaccia.
Poi lo ammetto che Baremboim è anche capace di fraseggi originali, ma mi secca dover confermare ancora una volta che roba di questo tipo porta la Scala molto più indietro che agli anni di Muti.

I cantanti, come diceva giustamente Marco, sono lì come nella vetrina di qualche famoso gioielliere di Place Vendôme... esposti alla curiosità di turisti che sanno di non poterseli permettere.
Li si ascolta con grande piacere, questo è vero.

Kaufmann è sempre bravissimo e nella mia vita un "Hostias" come il suo non l'avevo mai sentito.
Però la sua voce è ora inconfutabilmente baritonale: rispetto a cinque o sei anni fa, che il baricentro si sia abbassato è evidente. Gli acuti ci sono (non facilissimi, è vero), la potenza pure, ma è solo al centro che la sua voce comunica un controllo ancora disumano. Fenomenale declamatore (nella valorizzazione della parola latina ha stracciato i suoi colleghi), ma vocalista sempre più critico, come ha dimostrato un ingemisco buono ma non trascendentale.
A proposito di Kaufmann, avrei qualcosa da dire anche sul suo Bacchus... ma magari in altro thread.

La Harteros.
Premessa: io ho un ideale per i personaggi Stolz e assimilati (quelli dell'ultimo Verdi da Elisabetta in poi).
E questo ideale sono i soprani mozartiani (alla cui categoria, per certi versi, doveva appartenere la Stolz).
Anche nella storia del canto novecentesco (dalla Seynemeyer, alla Lemnitz, alla Gruemmer, alla Jurinac, a Margareth Price, alla Varady, alla Mattila) le migliori creazioni stolziane sono le loro: non delle Tebaldi o delle Freni, delle Leontyne Price e tantomeno (imho) delle Stella e delle Cerquetti.
Perché queste parti (Elisabetta, Leonora, Amelia del II Boccanegra, il soprano del Requiem, la stessa Aida) non soltanto solo riconducibili a un modello vocale di linearità strumentale e mozartiana (senza legatoni e vibratoni emotivi), ma anche di dignità tragica, compostezza e sobrietà di contegno.
Bene: fino al "Libera Me" avevo pensato che la Harteros potesse incarnare proprio questo filone; ed è così.
Bella e altera, refrattaria a sentimentalismi, fieramente "mozartiana" anche nel colore e raccoglimento dell'accento, sobria nell'espressione, strumentale della linea...
Poi però il finale ha rivelato anche qualche impaccio nella gestione tecnica di aspetti (la filatura sopracuta, il dominio del registro di petto) che rientrano fra le prerogative della Stolz e delle parti scritte per lei (o pensando a lei).

René Pape, nella sua parte ingrata, sa benissimo di non avere il vocione per farsi notare.
E allora gioca di fioretto con sfumature raffinate, originali intenzioni, pianissimi inattesi, ambiguità di accenti. Persuade ma si ammira più la sua abilità che la sua efficacia.

Benché il suo baricentro (al contrario di Florez) sia più acuto di ciò che la parte richiede, la Garanca è stata al di sopra di tutti. Intelligente e analitica (assai più che intuitiva) conferisce sensi e prospettive nuove ad ogni nota, contiene le sue parti in sussurri penetranti e illuminanti. Ritmicamente e come intonazione è una macchina da guerra, tanto che anche nel caos di Baremboim è l'unica ad apparire sempre totalmente a fuoco, netta come una spada di cristallo, pulita e tersa come i suoi capelli biondi raccolti.
Se non le si fanno fare personaggi emotivi o spiritosi (nei quali non va... proprio non va) questa Garanca è una fuoriclasse da annali dell'opera.

Per i cantanti, nonostante la vetrina in Place Vendome, questa requiem valeva il sacrificio.

Un salutone,
Mat
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Re: Messa di Requiem - Verdi

Messaggioda DottorMalatesta » mar 28 ago 2012, 18:07

MatMarazzi ha scritto:Premessa: io ho un ideale per i personaggi Stolz e assimilati (quelli dell'ultimo Verdi da Elisabetta in poi).
E questo ideale sono i soprani mozartiani (alla cui categoria, per certi versi, doveva appartenere la Stolz).
Anche nella storia del canto novecentesco (dalla Seynemeyer, alla Lemnitz, alla Gruemmer, alla Jurinac, a Margareth Price, alla Varady, alla Mattila) le migliori creazioni stolziane sono le loro: non delle Tebaldi o delle Freni, delle Leontyne Price e tantomeno (imho) delle Stella e delle Cerquetti.
Perché queste parti (Elisabetta, Leonora, Amelia del II Boccanegra, il soprano del Requiem, la stessa Aida) non soltanto solo riconducibili a un modello vocale di linearità strumentale e mozartiana (senza legatoni e vibratoni emotivi), ma anche di dignità tragica, compostezza e sobrietà di contegno.



Ciao Mat,
interessante (come sempre) il tuo punto di vista.
Personalmente io ho sempre sentito i ruoli Stolz come più "carnosi", più vocalmente lussureggianti (una o due erre? Boh...), più alla Leontyne Price, insomma....
Pensa ad Aida: in questo ruolo c'è un fascino, una sensualità immediata, a fior di pelle nella linea vocale che in una mozartiana è assente (e che nei ruoli pre-Stolz, Violetta per dirne una, è del pari assente: in questi ruoli l'amore in Verdi mi sembra un po' stilizzato. Ma non in Aida, non in Elisabetta, non in Leonora...).
Che dici?
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Re: Messa di Requiem - Verdi

Messaggioda Triboulet » mar 28 ago 2012, 19:31

MatMarazzi ha scritto:Venendo alla recita, il cast è stato prevedibilmente grandioso. Il direttore - come anticipava Marco - male, male, molto male.Soprattutto per i miei gusti (che però non corrispondono a quelli dei milanesi).


Non sono molto addentro a questi fatti (purtroppo non ho la possibilità di fare trasferte in Italia menchemeno che all'estero :cry: ) però... che i milanesi abbiano bisogno a tutti i costi di un direttorissimo fintamente autorevole e di vecchio stampo? Un rassicurante prosecutore della gloriosa tradizione tardoromantica che, indipendentemente dagli esiti, assecondi la loro brama di già noto. O semplicemente è un pubblico così stabile (in senso strettamente logistico) che è come fosse rinchiuso in un mondo rimasto fermo, inconsapevole di ciò che accade altrove. Tutto sommato anche Muti era un falso innovatore... altrimenti non si spiega.

DottorMalatesta ha scritto:Personalmente io ho sempre sentito i ruoli Stolz come più "carnosi", più vocalmente lussureggianti (una o due erre? Boh...), più alla Leontyne Price, insomma....
Pensa ad Aida: in questo ruolo c'è un fascino, una sensualità immediata, a fior di pelle nella linea vocale che in una mozartiana è assente (e che nei ruoli pre-Stolz, Violetta per dirne una, è del pari assente: in questi ruoli l'amore in Verdi mi sembra un po' stilizzato. Ma non in Aida, non in Elisabetta, non in Leonora...).
Che dici?


Dai Doc, non venirmi a dire che Elvira o Gilda o Lady Macbeth o Violetta o Lina non sono ruoli in cui l'eros non gioca un ruolo importante... è una sensualità celata, torbida, nascosta nelle volute del canto d'agilità però diamine se c'è! Anzi ci sono spesso riferimenti sessuali quasi espliciti.
Io nei ruoli tardo verdiani leggo quest'aspetto molto molto meno... Aida stessa quando sarebbe scopertamente sensuale? in quale passo della musica o del libretto? non parliamo poi di Leonora o Elisabetta, ancora più introflesse nel loro dramma... Io penso più che abbia giocato la tradizione interpretativa in questo caso, l'Aida di colore, "panterona" e suadente della Price fu storicamente di indubbio impatto, ma solo perchè era la Price ad essere panterona.
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Re: Messa di Requiem - Verdi

Messaggioda DottorMalatesta » mar 28 ago 2012, 20:31

Triboulet ha scritto:Dai Doc, non venirmi a dire che Elvira o Gilda o Lady Macbeth o Violetta o Lina non sono ruoli in cui l'eros non gioca un ruolo importante... è una sensualità celata, torbida, nascosta nelle volute del canto d'agilità però diamine se c'è! Anzi ci sono spesso riferimenti sessuali quasi espliciti.
Io nei ruoli tardo verdiani leggo quest'aspetto molto molto meno... Aida stessa quando sarebbe scopertamente sensuale? in quale passo della musica o del libretto? non parliamo poi di Leonora o Elisabetta, ancora più introflesse nel loro dramma... Io penso più che abbia giocato la tradizione interpretativa in questo caso, l'Aida di colore, "panterona" e suadente della Price fu storicamente di indubbio impatto, ma solo perchè era la Price ad essere panterona.


Ciao Triboulet,
forse ho un po' esagerato, lo ammetto ;-). Però sarà che la Aida del mio cuore è la Price, sarà che comunque "O cieli azzurri" è un'aria che ho sempre visto come travoccante di colori e profumi, ma mi sembra di poter dire che questa è l'opera verdiana che più si avvicina alla carne, alla fisicità, al sesso vero e proprio. E questo al di là dei riferimenti sessuali quasi espliciti di opere giovanili in cui comunque avverto una maggior stilizzazione e idealizzazione nella linea di canto e nell'orchestrazione (e le "volute del canto d'agilità" belcantiste sono ipso facto stilizzazione, non trovi? Il fatto che quel genio della Callas vi abbia iniettato dentro il sangue è un'altra faccenda. By the way, sono convinto che l'appropriatezza stilistica della Callas nei ruoli di belcanto meriterebbe una maggior discussione...).
In definitiva, il ruolo di Aida cantato da una mozartiana mi sembra un po' riduttivo (anche se poi, all'atto pratico, bisogna vedere chi canta)...

P.S.: IMHO!!!!
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Re: Messa di Requiem - Verdi

Messaggioda Triboulet » mar 28 ago 2012, 21:31

E invece secondo me la Callas non evidenziava tanto questo carattere, non apparteneva molto al suo dna artistico... ora non per contraddirti sempre : Chessygrin : ti dico solo la mia... però è vero che infuse un sangue nuovo specialmente in Violetta, la cui lezione è rimasta una pietra di paragone. Ora vado di corsa ma in apposito thread approfondiremo quel che vuoi! ;)
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Re: Messa di Requiem - Verdi

Messaggioda MatMarazzi » mar 28 ago 2012, 22:25

Mi unisco al vostro dibattito per ribadire quello che ho già scritto.
Non posso, Francesco, motivare più di così. :)
E' solo un mio gusto, che non voglio spacciare per assoluto.
Avevo scritto "un ideale"....

Io non riesco a sentire "sesso" in Aida.
E nei Cieli Azzurri (il più straziante, ungarettiano, canto di solitudine che sia mai stato scritto, lamento dell'apolide fra le ombre del deserto) non sento alcun profumo; solo il silenzio che circonda una donna che, in una notte sulle rive del Nilo, sta pensando di uccidersi, perché non ha più niente.

Questa negazione, questo distacco altero e tragico, questa fierezza di donna che tiene in sè le sue tragedie... la ritrovi in tutte le pagine che Verdi scrisse pensando a lei, Teresa Stolz.
A me pare che un canto lussurioso e languido, estroverso e passionale uccida la purezza e la nobiltà di questi personaggi.

Comunque, ripeto... sono gusti e non insisto.

Salutoni
Mat




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Re: Messa di Requiem - Verdi

Messaggioda dollarius@libero.it » dom 02 set 2012, 21:53

Eccomi di ritorno da Salisburgo dove anche io ho assistito al Requiem di Verdi, medesimo cast. E' stata la mia prima volta. Possiedo una registrazione e l'ho sempre considerato un capolavoro. Avevo assistito anche ad una esecuzione in provincia di Brescia in una cattedrale con una acustica tremenda.....
A Salisburgo invece, non appena vista la sala, ho cominciato davvero a nutrire grandi speranze, le quali sono state ampiamente superate. E' la seconda volta che sento l'Orchestra della Scala dal vivo ed e' la seconda volta che riescono a farmi piangere, nel senso che per me sono stati bravissimi, eccellente il coro ed inclassificabili i solisti, nel senso che sono fuori classe, perfetti, inattaccabili, adorabili. Io, di sicuro, li adoro. La mia personale passione per le belle voci maschili, ora modulate nei pianissimo, ora emesse con forza, e' stata completamente soddisfatta. Ingemisco e Lacrimosa......da urlo, ma non si urla a Salisburgo, anzi....pubblico molto educato, molto elegante (anche alle 11.00 del mattino) e molto silenzioso.
Sala totalmente gremita, nessun posto vuoto.
Tenete conto che pochi giorni fa ero stata all'Arena di Verona, dove sapete tutti che il pubblico e' eterogeneo e diverso da qualsiasi altro posto, e sono finita in gradinata F in mezzo ad un gruppo di "zie" che non tacevano MAI. Hanno esordito all'inizio con un bel "a mi me piase la banda" e hanno finito con "Adeso la copa, ghe ze 'l colteo". Ma torniamo alla civilissima Salisburgo....Alla fine dell'esecuzione un trionfo dai 10 ai 15 minuti di applausi, naturalmente in piedi.
Al banchetto dei CD un cartello avvertiva che dopo lo spettacolo il maestro Baremboin e Rene' Pape si sarebbero fermati per incontrare il pubblico. Visto che ero in vacanza, dove il tempo libero abbonda, ho atteso. Baremboin non si e' visto, ma il Signor Pape si e' presentato. Persona molto gentile, ma estremamente chiusa e asciutta, quando l'ho ringraziato e mi sono complimentata con lui ha accennato un sorriso e un inchino. Uscita dal teatro ho incontrato......Jonas Kaufmann!!!
Egli ha scambiato due parole con tutte le persone presenti (una trentina?) con estrema gentilezza e disponibilita'.
Il signor Kaufmann, ve lo posso assicurare, parla un italiano perfetto e la sua voce e' straordinaria anche nel parlato, non so come spiegarmi.......e' sonora, forte ma vellutata, si puo' dire "camosciata"??? Mi e' sembrato un uomo simpatico, ridanciano e molto cordiale. Naturalmente il tutto e' durato al massimo dieci minuti, poi un applauso spontaneo da parte di tutti e via.....verso nuove avventure.
Durante tutto il giorno, totalmente galvanizzata dall'accaduto, ho fatto quanto di piu' turistico e prevedibile: ho comprato le palle di Mozart, il busto di Mozart in gesso, la shopper di Mozart per andare dal fruttarolo.....
E poi, la sera, proiezione della Boheme di Gatti-Michieletto, gratuita in piazza che, con due maglioni e una giacca impermeabile, si puo' fare.......
Bene amici, per oggi mi considero una donna felice, da domani torno al lavoro.......SIGH. Qui chiudo.
Irina
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Re: Messa di Requiem - Verdi

Messaggioda vivelaboheme » lun 03 set 2012, 13:34

Caro Mat son stato via e ti leggo solo ora, sul Requiem scaligero.
Be'... il baccano di Barenboim non era una profezia difficile. Più che altro, una previsione statistica fondata su numerosi e ripetuti dati di fatto.

Alle solite su tutto il fronte. La Scala.
Da una parte i biglietti e relative problematiche , dall'altra il concerto "così", poi, immancabile a completamento del quadro:
il peana sdilinquito del critico del Corriere della Sera.

In sintesi: la solita muffa scaligera. Che noia.

Sui biglietti (al Requiem è seguito un annuncio pantomima di vendita di gallerie per il concerto-ritorno di Abbado, evaporata come al solito) ogni commento è stato fatto (invano).

Sul peana continuo e insistito del "quotidianone milanese", vale una regola storica, che sintetizzerò con una proporzione matematica

Courir : Abbado = Isotta : Muti = Girardi : Barenboim

Ovvero: il critico di turno del Corriere della Sera è “istituzionale” al direttore musicale di turno, chiamato per ufficio a tesserne l’elogio a ritmi regolari, plauderne concerti e dischi a ritmi regolari, ecc.. Che questo sia qualcosa di molto diverso da un servizio fatto da un quotidiano ai suoi lettori, e sia piuttosto un servizio fatto dal quotidiano al teatro, al Corriere evidentemente non interessa. Altra è la priorità rispetto ai lettori. Ai quali, peraltro, interessano zero i “peana” prostrati del critico del Corriere di turno al direttore musicale della Scala di turno.
Il rimedio ci sarebbe: leggere altri giornali

marco vizzardelli
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Re: Messa di Requiem - Verdi

Messaggioda vivelaboheme » lun 03 set 2012, 14:22

Poi, è possibile anzi probabile che a Salisburgo e Lucerna sia andato tutto meglio rispetto alla "prova pubblica" (peraltro, a biglietti salatissimi!) di Milano.



marco vizzardelli
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Re: Messa di Requiem - Verdi

Messaggioda Enrico » mer 03 apr 2013, 16:47

Flipperinodoc, nel thread sul Bicentenario Verdiano Discografico, ha indicato Karajan come interprete ideale della Messa di Requiem: ottima scelta, anche perché Karajan ha lasciato diverse registrazioni, live e in studio, audio e video, distribuite in un lungo arco di tempo, che possono corrispondere, nella loro varietà, alle diverse aspettative di molto di noi.
Spostiamo qui la discussione sulle interpretazioni della Messa verdiana, in modo che ognuno possa liberamente esprimere le proprie preferenze, citando a piacimento dischi o filmati.
Intanto vi suggerisco una serie di esempi rappresentativi di diverse epoche e di diversi stili esecutivi.

La prima edizione che ho ascoltato, già riversata in due LP de La Voce del Padrone a suo tempo acquistati da mio padre, è quella italianissima diretta nel 1939 da Tullio Serafin con Maria Caniglia, Ebe Stignani, Beniamino Gigli, Ezio Pinza. Tecnica di incisione limitata, che privilegia i cantanti rispetto al coro; tempi complessivamente rapidi, ricerca di teatralità un po' enfatica, di una drammaticità un po' verista, ma anche di una particolare atmosfera cupa rotta ogni tanto da qualche squarcio luminoso (come il Kyrie squillante di Gigli). È un'edizione non brutta, per quanto decidamente superata: come molti dischi dell'epoca ha un tono un po' ingenuo, popolare, che corrisponde abbastanza bene alla vecchia traduzione del libretto Ricordi: Nel giorno dell'ira/nel giorno segnato/il mondo in favilla/ne andrà dileguato...
Scelgo l' Hostias perché mette in evidenza, di Gigli, non solo la zuccherosità ma anche la capacità di obbedire al direttore e di eseguire il trillo (una rarità, tra le sue registrazioni), seguito dall'intervento più "sacerdotale" di Pinza (anche lui fa il trillo); ma rivela anche l'invadenza delle due voci femminili, che basano la loro interpretazione sull'opulenza del suono senza porsi altri problemi, risultando a volte un po' fastidiose.
Ho il sospetto che le donne cantassero in posizione più vicina all'unico microfono, come si percepisce da altre registrazioni della stessa epoca nelle quali Gigli, nei duetti, fa sempre qualche passo indietro rispetto alla Caniglia. L'Hostias di Gigli è il modello evidente di quello di Di Stefano con Toscanini, o di Pavarotti nel video con Karajan.


Ancora l'Offertorio nell'esecuzione di Toscanini per la BBC, nel 1938.
I cantanti sono Helge Rosavaenge, Nicola Moscona, Zinka Milanov e Kirstin Thorborg. Niente trilli per gli anglotedeschi (Moscona fa una specie di strano vibrato).


Andiamo ancora indietro, con la registrazione scaligera di Carlo Sabajno (1934) e l' Ingemisco del tenore Franco Lo Giudice:


Una versione "tradizionalmente moderna" con Scotto, Horne, Pavarotti e Ghiaurov, con Abbado a Roma nel 1970:


Il Dies Irae spettacolare, e come sempre un po' esagerato, dell'ultimo Karajan:


E chiudiamo, per ora, con i due fuoriclasse del XX e del XXI secolo:
Caruso nel 1915

Kaufmann nel 2010:
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Re: Messa di Requiem - Verdi

Messaggioda flipperinodoc » mer 03 apr 2013, 17:19

grande enrico.
requiem a palla nell'iphone e pronti per la notte: speriamo che mi lascino ascoltare la musica in pace, altrimenti domani mattina non so cosa scrivere :)

ps. l'osservazione sulla distanza dal microfono delle voci maschili rispetto a quelle femminili mi sembra molto pertinente.
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Re: Messa di Requiem - Verdi

Messaggioda Enrico » mer 03 apr 2013, 21:00

flipperinodoc ha scritto:l'osservazione sulla distanza dal microfono delle voci maschili rispetto a quelle femminili mi sembra molto pertinente.


Sì ma, vicine o lontane, quelle due (Caniglia & Stignani) non avevano nessuna intenzione di cantare piano. Tra l'altro la Caniglia nella Traviata live ha un vibrato accentuatissimo, che nelle successive incisioni in studio è molto meno presente. Sulla distanza non c'era una regola fissa: la Melba, nell'unico duetto con Caruso, era lontana (voce troppo brillante e penetrante per le incisioni acustiche!); invece nella Norma con la Callas i tecnici costringevano Corelli a stare lontano, nonostante si utilizzasse già il sistema stereofonico. E nelle incisioni delle Messe (siano di Mozart o di Beethoven o di Bach o di chi volete) il risultato cambia se i cantanti sono schierati vicino al direttore, ognuno col suo microfono, o posti invece dietro l'orchestra, o in mezzo al coro, con microfoni "ambientali" (se si dice così: e il discorso vale anche per alcune incisioni operistiche).
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Re: Messa di Requiem - Verdi

Messaggioda flipperinodoc » gio 04 apr 2013, 9:31

Buongiorno amici.
La notte ha portato due ascolti della messa: due esecuzioni talmente diverse che però giungono allo stesso punto di arrivo: ascoltate una volta, possono essere archiviate. Un po' come diceva mia nonna, che la varicella bisogna farla e poi la si mette via......
Michel Plasson & Sergiu Celibidache.
Il primo con la sua orchestra di Tolosa e l'Orfeon Donostiarra: esecuzione debole, fiacca, slentata, ritmicamente errante con un quartetto di cantanti ottimi in altri repertori (Julia Varady e Felicity Palmer), discreti (Scandiuzzi), inascoltabili (Keith Olsen). Coro stranamente senza nerbo. Non so dirvi cosa ci sia che non vada in questa esecuzione ma non ricordo nemmeno una nota che mi abbia colpito, nè positivamente nè negativamente. il tutto scorre senza pathos, senza cadute di gusto, senza vette, senza niente.... :x

Con Celibidache siamo all'esatto contrario: tempi lentissimi, sempre lentissimi, sempre più lenti. cannoneggiamenti improvvisi e pianissimi eterei che ti lasciano perplesso. ma l'emozione anche qui latita. qualche sprazzo di genialità (è pur sempre Celibidache, anche se secondo me il suo genio è sopravvalutato), momenti di bel suono, i Münchner suonano sempre bene, ma niente di più... e i cantanti si adeguano perfettamente. la filipova stonicchia, la runkel canta in una lingua che conosce solo lei, dvorsky ha ancora qualche sprazzo della bella voce di un tempo e rydl è stranamente traballante.

ora che mi sono 'immunizzato' da queste due malattie posso andare a nanna e augurarvi una buona giornata!
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Re: Messa di Requiem - Verdi

Messaggioda DottorMalatesta » gio 04 apr 2013, 17:53

Sono davvero secoli che non mi riascolto la messa di requiem, quindi decisamente non saprei che dire.
Peró, diciamo che 9 edizioni su 10 sono meritevoli di ascolto per un motivo o per l´altro.
Cosí, di getto, direi il video con Karajan che dirigeva Pavarotti (ma anche quello in cui dirige la Baltsa e Carreras), l´edizione in studio con Abbado (ma anche quella dal vivo con Alagna), la splendida edizione di Toscanini, quella di Muti (il cui Dies irae, epidermico ed effettistico, é peraltro mantenuto ad un tempo cosí eccessivo da sfiorare il ridicolo).
Avrei bisogno di un bel ripasso... :oops:
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Re: Messa di Requiem - Verdi

Messaggioda Luca » ven 05 apr 2013, 15:39

Domanda anzitutto diretta ad Enrico: chi sono i solisti oltre a Lo Giudice nell'edizione del '34?

Di edizioni ne ho ascoltate a millanta. La mia prima edizione in disco però è stata quella della DECCA diretta da Solti con Sutherland, Horne, Pavarotti e Talvela del 1968 in studio ovviamente. Nessuno l'ha mai nominata: che ne pensate? Poi dico la mia. Quella con Gigli e la Caniglia per me oltre ad essere superata è anche comica: in certi punti del "Libera me" sembra quasi che i morti si mettano a ballare. E' vero che siamo a Pasqua però....

Salutoni. Luca.
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