Aida (Verdi)

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Re: Aida (Verdi)

Messaggioda Milady » mar 02 feb 2010, 9:14

Amici carissimi,
ho avuto la fortuna di ascoltare i" 3 buontemponi" dal vivo e in forma. Mi associo a quanto dice Luca: averne oggi di buontemponi così!
Non so quale sia il termine tecnico esatto, ma la smorzatura di Corelli sulla nota finale del "Celeste Aida", era elettrizzante ,emozionante ,rendeva benissimo il "morendo" prescritto dallo spartito.: il "morendo" di una voce partecipe giovane e sfarzosa. E poi "cascava o teatro".
E non parliamo di Dame Joan e della Horne, prodighe di colori e di acrobazie inaudite, mai gratuite.La Horne poi aveva una sorta di spavalderia che rendeva le sue variazioni- chiamiamole così- emozionanti.Le scintillavano gli occhi mentre le eseguiva.
E che dire dei ricami e degli arabeschi sonori di Dame Joan? Ascoltavo incantata (, dal vivo, Sonnambula)
Quanto al primo Di Stefano che iizialmente non conoscevo, un antologia e i CD la prima Manon mi misero dinanzi ad una voce dal timbro ammaliante , capace di finezze da manuale.Poi questo bagaglio tecnico fu abbandonato in nome della "verità della parola scenica" ( o qualcosa di simile).Lessi , non ricordo più dove, che Di Stefano soleva dire a Von Karajan, in sala di registarzione:,"Lei vorrebbe che io facessi cosi e così..." ,-eseguendo filature , messe di voce ,pianissimi - "Ma ..." e continuava imperturbabile e dispettoso sul forte e mezzoforte. Credo che a un certo punto Karajan non ne potesse più.E gli do ragione: se hai un tenore irrimediabilmente brado, ci si rassegna,Se è capace di ben altro , ma ci rinuncia, ci si strappa i capelli o lo si fa uscire dalla comune.Credo che Karajan abbia alla fine optato per la seconda ipotesi.
Buon giornata a tutti
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Re: Aida (Verdi)

Messaggioda Enrico » mar 02 feb 2010, 18:39

Milady ha scritto:Amici carissimi,
ho avuto la fortuna di ascoltare i" 3 buontemponi" dal vivo e in forma. [...]
E non parliamo di Dame Joan e della Horne, prodighe di colori e di acrobazie inaudite, mai gratuite.


Mi piace tantissimo Pavarotti che fa i trilli fischiando :shock: .
Ma vorrei capire meglio che cosa significhi "prodighe" di colori. In questo sito molti sostengono che la Sutherland cantasse tutto con un colore unico e immutabile (come esempio di uso del colore si cita invece la Callas). Sicuramente dobbiamo distinguere tra il "colore" riferito semplicemente al timbro e il "colore" utilizzato nell'inerpretazione. Ma il problema è secondo me di lessico: anche leggendo tanti e tanti post ho sempre l'impressione che, quando diciamo "colore", non intendiamo tutti la stessa cosa. :?:
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Re: Aida (Verdi)

Messaggioda Triboulet » mer 03 feb 2010, 15:28

Milady ha scritto:Lessi , non ricordo più dove, che Di Stefano soleva dire a Von Karajan, in sala di registarzione:,"Lei vorrebbe che io facessi cosi e così..." ,-eseguendo filature , messe di voce ,pianissimi - "Ma ..." e continuava imperturbabile e dispettoso sul forte e mezzoforte.


Bella questa citazione... conferma il fatto (se a tutti non fosse già chiaro) che Di Stefano fece delle scelte stilistiche precise e consapevoli (come pure Del Monaco) che furono tutt'altro che "un errore presuntuoso di ampliamento di repertorio". Non si poteva avere la botte piena e la moglie ubriaca...e Pippo preferì la moglie ubriaca : Chessygrin : Che poi a furia di cantare in quel modo non fu più capace, col tempo, di cantare come prima o di controllare la sua voce questo è un altro discorso. Ma ho la sensazione che a lui, coerentemente, importasse poco...
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Pappano registra Aida

Messaggioda pbagnoli » gio 26 gen 2012, 13:06

Nel mortorio attuale delle registrazioni discografiche soprattutto del grande repertorio, Antonio Pappano si distingua per particolare iperattività.
Nel link che vi allego c'è l'anticipazione della registrazione con la Gheorghiu e il suo abituale partner tenorile discografico dopo la giubilazione di Rototo Alagna: c'est à dire, Jonas Kaufmann. Non so nulla del resto del cast.

Voi cosa ne dite?
Io sono perplesso: Aida non mi sembra un personaggio adatto all'istrionismo estroverso e sopra le righe di Gheorghiu, Radames non mi pare azzeccare nulla con la vocalità di Kaufmann che, invece, sta mietendo successi trionfali in Baviera con Don Carlo.
Qui l'abbiamo detto un sacco di volte: Kaufmann non è un uomo per tutte le stagioni!
Invece inaugurerà la Scala l'anno venturo con Lohengrin, la direzione di Barenboim :| e la regia di Guth : Groupwave :
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
(Arturo Toscanini, ai musicisti della NBC Orchestra)
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Re: Pappano registra Aida

Messaggioda Enrico » gio 26 gen 2012, 14:05

pbagnoli ha scritto: Radames non mi pare azzeccare nulla con la vocalità di Kaufmann che, invece, sta mietendo successi trionfali in Baviera con Don Carlo.
Qui l'abbiamo detto un sacco di volte: Kaufmann non è un uomo per tutte le stagioni!


Anche l'Adriana Lecouvreur ci sembrava, a priori, una scelta poco significativa da parte di Kaufmann, e invece è andata molto bene. Perciò, dico io, se proprio la Gheorghiu vuole fare Aida, meglio con Kaufmann che con altri, con la speranza che a lui non venga voglia di imitare certi "altri" che ho in mente...
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Re: Pappano registra Aida

Messaggioda Enrico » gio 26 gen 2012, 14:09

pbagnoli ha scritto:Io sono perplesso: Aida non mi sembra un personaggio adatto all'istrionismo estroverso e sopra le righe di Gheorghiu


Mi preoccupa di più la foto che la ritrae tra Domingo e Veronesi.
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Re: Pappano registra Aida

Messaggioda Enrico » ven 27 gen 2012, 22:34

Enrico ha scritto: meglio con Kaufmann che con altri, con la speranza che a lui non venga voglia di imitare certi "altri" che ho in mente...


In questo momento, per esempio, Walter Fraccaro ha appena finito di cantare il suo Celeste Aida a Parma, con la direzione di Fogliani (trasmissione live in diretta anche online su Tv Parma).

Non sono molte le Aide discografiche recenti se guardiamo le registrazioni in studio:
1990 Levine - Millo, Domingo, Zajick
1994 Saccani - Dragoni, Johannsson, Dever
2001 Parry - Eaglen, O'Neill, Plowright (questa registrazione non la conosco)
2001 Harnoncourt - Gallardo, La Scola, Borodina

Ci sono molti live, ci sono diversi video e tra i Radames documentati, negli ultimi trent'anni circa, ci sono quelli di Johannson, Bartolini, Bonisolli, Fraccaro, Giacomini, Martinucci, Berti, Grigoriam, Galouzine, Palombi, qua e là Cura, Olsen, Frusoni, Alagna (che sarebbe stato un ottimo Radames nei suoi anni migliori e in un contesto che non fosse quello di Zeffirelli e Chailly!), Armiliato, Licitra (presente in diversi filmati, da Zurigo a Taormina); perfino Pavarotti, a modo suo, ci ha provato ancora nel 2001 al Metropolitan...
In teatro io ho sentito Luchetti (bravo interprete negli ultimi due atti), Igor Ian (bravissimo o pessimo, a sere alterne), Bartolini (efficace all'aperto in un contesto molto povero...), Zampieri (voce enorme), Licitra (alti e bassi, come sempre): nessuno del tutto convincente, per un motivo o per un altro: mi sembra abbastanza ovvio che, andando alla ricerca di un tenore per un'Aida discografica (se proprio si deve fare) si possa pensare a Kaufmann, che evidentemente vuole fare i suoi esperimenti verdiani (Don Carlo - purtroppo in italiano, Trovatore, Aida; ma non dimentichiamo che ha cantato anche Alfredo e il Duca di Mantova, non ai livelli di Werther Cavaradossi Josè Loehengrin ma nemmeno da buttar via, e decisamente superiori a quelli di altri...)

Se le note ci sono (ha fatto Faust senza nessuna difficoltà), se si tiene lontano dallo stile di alcuni dei cantanti che ho nominato prima, se insieme al direttore cerca di interpretare sfumare apprpfondire come solo lui sa fare, secondo me può anche darci una bella prova. Mi piacerebbe per esempio un "Se quel guerrier io fossi" non urlato, non aggressivo (non guasterebbe qualche inflessione carusiana...); un guerriero più umano e fragile rispetto alle vecchie interpretazioni eroiche e un innamorato più consapevole e meno imbranato del solito, che non sia costruito solo su sospiri e singhiozzi o sugli edonismi sonori (pur se splendidi) della linea Gigli-Pavarotti: il Radames di Vickers sembra rimasto senza eredi negli ultimi cinquant'anni. Chiaramente ci sarà qualcuno che prima ancora di ascoltare Kaufmann dirà che Radames non si può più cantare dopo Bergonzi e Corelli o Tucker e Del Monaco (e forse qualcuno rimpiangerà Filippeschi o Aroldo Lindi o il buon Pertile o il Martinelli dei dischi giovanili o perfino Lauri Volpi). Ma io sono convinto che a noi, che non ci accontentiamo delle "grandi voci del passato" perché cerchiamo anche le grandi interpretazioni del presente, il Radames di Kaufmann possa, se tutto va bene, dire qualcosa di significativo, anche se da lui ci aspetteremmo altre scelte: e se dovesse andar male, se dovesse venir fuori la solita registrazione costosa, corretta ma poco significativa, non sarà un male così grande: non credo , come vorrebbero i profeti di sventura e i fissati della corretta emissione, che un'Aida possa rovinargli la voce o la carriera.

Piuttosto, al di là dei dubbi sulla Gheorghiu e su Kaufmann, mi sembra difficile comporre un cast intero per un'Aida senza andare a pescare tra i soliti nomi: chi sarà Amneris? e Amonasro? e Ramfis? lo stesso Pappano deve stare attento a ciò che fa, e cercare di guidare bene gli interpreti: nel disco verista di Kaufmann non sembra essersi impegnato molto in questo senso, a meno che non abbia lui stesso incoraggiato l'interprete a seguire le vie già battute dei facili effetti.

Per chiudere, l'ultimo Radames di Pavarotti, trasmesso per radio dal Met nel 2001 mentre in Italia la Rai mandava in onda l'Aida minuscola di Zeffirelli da Busseto:
Ultima modifica di Enrico il sab 28 gen 2012, 1:31, modificato 2 volte in totale.
Enrico B.
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Re: Pappano registra Aida

Messaggioda VGobbi » sab 28 gen 2012, 0:48

Bella disamina, Enrico! E sopratutto mi ha destato enorme sorpresa la lunga assenza di un'Aida discografica ufficiale, dopo quella di Harnoncourt, che risale addirittura oltre 10 anni fa!!!

Quanto al cast, beh ... Kaufmann potrebbe darci un Radames nuovo, come ha saputo fare sapientemente in altri ruoli (tra i ruoli verdiani, il suo Don Carlo e' stato sicuramente tra i piu' sconvolgenti che mi sia capitato di sentire). Carta da non cestinare l'Aida della Gheorghiu. Sicuramente forse vocalmente sembra un ruolo un po' improbo per la cantante rumena, ma non sara' di certo una schiava dimessa, prona e muta in stile freniano!

Quanto agli altri ruoli, beh ... punterei moltissimo su Keenlyside (eccezionale Macbeth, quanto opaco Rodrigo) come Amonasro (che sia o meglio che sappia regalarci un vero Re, autoritario, dignitoso senza alzare la voce o gridare, un Re meno "nero", meno tribale, se puo' passare questo termine).

Ramfis lo farei incidere al mio basso per eccellenza, Tomlinson (se e' tardi, per via della sua eta', almeno dategli quello del Re egiziano). Le alternative di certi non mancano (Hans-Peter Konig ad esempio).

Amneris ... bel dilemma! Sentire il solito vocione alla Cornetti, Fiorillo o Zajick ... oppure una "regina" quasi liederista, in stile Sophie von Otter? Certo che per una lettura del genere, non so propriamente se un Pappano ci andrebbe bene! Io farei follie per un'incisione ufficiale diretta da Ono. :oops:
Nemmeno noi siamo d'accordo con il gobbo, ma il gobbo è essenziale! Guai se non ci fosse!
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Re: Pappano registra Aida

Messaggioda MatMarazzi » sab 28 gen 2012, 15:10

Caro Enrico...
Come non darti ragione!
Se Radames deve essere, se per Rademes nessuno si mette in testa che ci vogliono tenori acuti, chiari, flessibili e "contraltini" (alla Tamberlik e alla Tamagno), che abbiano in tasca non solo il sibemolle, ma il si bemolle filato (Verdi ne richiede ben quattro nel corso dell'opera) e che sappia rendere conto dell'estrema gioventù, ingenuità e manipolabilità del personaggio... allora tanto vale Kaufmann.
Se dobbiamo per forza avere un tenore baritonale e declamatorio, è indubbio che sia meglio lui di Fraccaro e tanti altri...
Almeno lui è un signor musicista e un signore attore, sa sfumare anche i si bemolli, sa impreziosire le linee con fraseggi preziosi e raffinati, ha voce e presenza bellissimi e moderni.
Se questa deve essere l'ottica, sarà un Radames di lusso. E poi, come tu dici, non è forse stato Vickers (anche più baritonale e declamatorio) uno dei maggiori Radames del '900?
Per parte mia, però, continuo a restare critico sul fatto che si potrebbero trovare tanti altri ruoli più adatti a Kaufmann...

Sono più perplesso sulla Gheorgiu... anche se la curiosità c'è.
Come Amneris? NOn ho dubbi... prima che sia troppo tardi: la Denoke!

Per quanto riguarda gli altri, continuo a ripetere quel che ho già detto dieci anni fa, quando ci ponemmo lo stesso interrogativo (un cast per Aida).
Tomlinson in Ramfis (come ricorderà Vittorio) l'avevo già proposto io! Ora forse è un pochino tardi.
In Amonasro l'idea resta Gerald Finley, oggi più che mai.

Salutoni,
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Quale Aida sentiva Thomas Mann?

Messaggioda MatMarazzi » ven 24 ago 2012, 13:03

E' in questa sede, e non fra i quiz, che riapro il discorso relativo alla Montagna Incantata di Thomas Mann e alla misteriosa ...recensione discografica che ci viene offerta di Aida.
Infatti la risposta che cerchiamo non è univoca come in un quiz; né il nostro obbiettivo è particolarmente giocoso.
E' una legittima curiosità che probabilmente muove qualsiasi lettore, ma a cui solo un forum come il nostro può dare una risposta.

Per prima cosa, come promesso, vi riporto esattamente le parole di Mann (ok... in traduzione).
A parte che è sempre un bel leggere (o rileggere), è solo dalle sfumature (che mi sono permesso di sottolineare nel testo) che potremmo cogliere le informazioni necessarie per capire di quali dischi e quali cantanti si sta parlando.
E' da queste sfumature, ad esempio, che capiamo come sia inapplicabile le pure brillante deduzione di Pietro.

Da tenere presente gli anni in cui il testo fu scritto.
La maggior parte del romanzo fu scritta fra il 1912 e il 1914. Seguì un'importante interruzione a causa della Grande Guerra, infine il testo fu ripreso nei primi anni '20, notevolmente arricchito e dato alle stampe, come lo conosciamo, nel 1924.
Un esegeta manniano potrebbe dirci esattamente se la parte relativa ai dischi di Castorp (il capitolo "Pienezza d'armonia" alla fine del II volume) era già stata completata nel 1914 o se faceva parte delle aggiunte post-belliche. Al momento dobbiamo contemplare entrambe le ipotesi (anche se io propendo per la prima) e questo significa che il terminus ante quem che dobbiamo porci sono i primi anni '20.

Ok... ora mi fermo.
Per il momento buona lettura.

Immagine


Un gruppetto di dischi offriva le scene finali dell'opera pomposa, traboccante di geniali melodie, che un
grande compaesano di Settembrini, l'anziano maestro di musica drammatica meridionale, aveva creato
nella seconda metà del secolo scorso, per incarico di un sovrano orientale, in una occasione solenne,
quando cioè fu consegnato all'umanità un lavoro della tecnica, mirante all'unione tra i popoli.
Castorp era abbastanza colto da conoscere a grandi linee il destino di Radames, di Amneris e di Aida che
dallo scrigno gli cantavano in italiano, sicché capiva discretamente il loro canto,... quello
dell'incomparabile tenore, del sovrano contralto dalla stupenda mutazione delle note medie e
dell'argentino soprano,... non capiva tutte le parole, ma una qua, una là, aiutandosi con la conoscenza
delle situazioni e con la sua simpatia per queste situazioni, una simpatia confidenziale che aumentava
ogni volta che faceva girare quei quattro o cinque dischi, ed era diventato ormai un perfetto amore.

Prima di tutto si viene a una spiegazione fra Radamès e Amneris: la figlia del re fa condurre al suo
cospetto l'uomo incatenato, l'uomo che ama e desidera ardentemente di salvare, benché per amore della
schiava barbara egli abbia tradito la patria e l'onore,... mentre però, a sentir lui, "il suo pensiero e l'onor
suo" sono restati puri.
Questa purezza del suo cuore ad onta della grave colpevolezza poco gli giova, perché a causa del suo palese
delitto egli è nelle mani del tribunale religioso, il quale non tiene conto dei rapporti umani e certo non
farebbe tante storie se all'ultimo momento egli si decidesse a rinunziare al la schiava e a gettarsi fra le
braccia del contralto regale che, sotto l'aspetto acustico, lo meriterebbe pienamente.
Amneris fa tutti gli sforzi per convincere il tenore dalla bella voce, ma tragicamente accecato e ormai
lontano dalla vita, il quale non fa che cantare "Nol posso!" ed "E' vano" quando lei lo prega disperata di
rinunziare alla schiava, perché ne va la vita. "Nol posso!" "Anco una volta a lei rinunzia!" "E' vano.
La mente ottenebrata dal desiderio di morire e la piú calda pena d'amore si uniscono in un duetto
straordinariamente bello, ma senza speranza.
Poi Amneris accompagna con le sue grida di dolore le formule paurose del tribunale che risuonano cupe
nel sotterraneo, mentre l'infelice Radamès non vi prende neanche parte. "Radamès, Radamès"
canta con insistenza il gran sacerdote rinfacciandogli aspramente il delitto di
tradimento. "Discolpati!" chiedono in coro tutti i sacerdoti.
E siccome il loro capo nota che Radamès tace, tutti unanimi lo dichiarano colpevole di fellonia.
"Radamès, Radamès" riprende il capo. "Tu disertasti il campo il dí che precedea la pugna." "Discolpati!"
gli ripetono. "Egli tace..." fa notare la seconda volta il presidente del dibattimento, già molto prevenuto,
sicché anche questa volta tutti i giudici uniscono la loro voce alla sua nel verdetto: "Traditor !".
"Radamès, Radamès!" chiama l'inesorabile accusatore per la terza volta. "Tua fe' violasti, alla patria
spergiuro, al re, all'onor." "Discolpati!" risuona ancora.
E: "Traditor!" delibera definitivamente e con orrore il collegio dei sacerdoti, dopo l'avvertimento che
Radamès continua a tacere.
Cosí non si può evitare l'inevitabile, che il coro, con le sue voci sempre unite, annunci al malfattore che il
suo fato è deciso, che avrà "degli infami la morte", che "sotto l'ara del Nume sdegnato" dovrà scendere vivo
nell'avello.
Qui bisogna sforzarsi di immaginare l'indignazione di Amneris per quella durezza pretesca, poiché a
questo punto la riproduzione era interrotta
e Castorp dovette cambiare disco; lo fece con gesti brevi e
pacati, quasi ad occhi bassi, e quando si risedette per ascoltare, fu già all'ultima scena del melodramma: il
duetto finale fra Radamas e Aida
, cantato in fondo alla tomba sotterranea, mentre sopra le loro teste i
sacerdoti bigotti e crudeli celebrano nel tempio il loro culto, allargando le braccia, in un cupo borbottare...
"Tu... in questa tomba!" squilla la voce indicibilmente simpatica, dolce a un tempo ed eroica, di Radamès,
tra l'orrore e l'estasi...
Sí, ella è venuta da lui, la donna amata per la quale egli perde l'onore e la vita, lo ha aspettato qui, si è fatta
rinchiudere con lui per morire con lui, e i canti che, interrotti dai cupi suoni della cerimonia al piano
superiore, essi si scambiano con questo argomento, o nei quali si uniscono... affascinavano dal profondo
dell'anima il solitario ascoltatore notturno: sia per le circostanze, sia per l'espressione musicale.
Si parla del cielo in questi canti, ma essi stessi erano celesti ed eseguiti in modo celestiale.
La linea melodica che le voci di Radamès e Aida, singole e poi unite, disegnano insaziabili, quella curva
semplice e beata che si aggira sulla tonica e sulla dominante. dalla nota fondamentale ascende a un ritardo
portato, un semitono sotto l'ottava, e dopo aver toccato fugacemente quest'ultima ripiega sulla quinta, era
per l'ascoltatore la musica piú trasfigurata, piú ammirevole che gli fosse mai capitato di udire.
Ma dei suoni sarebbe stato meno innamorato senza la situazione di base che rendeva l'animo suo piú che
mai pronto ad accogliere la conseguente dolcezza.
E' tanto bello che Aida si ritrovi col perduto Radamès per condividere in eterno il funereo destino!
Giustamente il condannato protesta contro il sacrificio d'una vita cosí amabile, ma nel suo tenero e
disperato "No, no, troppo sei bella" si nota il rapimento della definitiva unione con lei che egli non
pensava di rivedere mai piú.
Per intendere chiaramente questo rapimento, questa gratitudine, Castorp non aveva bisogno di ricorrere
alla fantasia. Ma ciò che infine provò, comprese e godette - mentre a mani giunte fissava la persianetta nera, di fra le cui
stecche sbocciava tutto questo - era l'aerea idealità della musica, dell'arte, dell'animo umano, l'alto e
irrefrenabile abbellimento che essa dona all'orrenda volgarità delle cose reali.
Basta rendersi conto, a mente fredda, di ciò che qui avviene!
Due sepolti vivi moriranno insieme o, peggio
ancora, l'uno dopo l'altro, nei crampi della fame, i polmoni gonfi di metano, dopo di che la putrefazione
compirà la sua opera indicibile fino a lasciare nel sotterraneo due scheletri insensibili, a ciascuno dei quali
sarà proprio indifferente trovarsi là solo o in due.
Questo è il lato reale e oggettivo delle cose... lato e oggetto a sé che l'idealismo del cuore non prende
affatto in considerazione, e lo spirito della bellezza e della musica trascura.
Per la mente teatrale di Radamès e di Aida non esiste l'imminente realtà.
Le loro voci ascendono all'unisono fino al beato ritardo dell'ottava assicurando che ora "si schiude il cielo"
e alla loro brama risplende "il raggio dell'eterno dí".
La confortante potenza di questo abbellimento faceva un gran bene all'ascoltatore e contribuí certamente
a fare di questo numero del suo programma preferito il pezzo che piú gli toccava il cuore.




Poi il brano continua con altre interessanti recensioni (fra cui una Carmen in cui chiunque riconoscerebbe la Destinn e Jorn).
Ma io direi di fermarci qui, ad Aida.
E cercare di capire quali dischi ascoltasse Castorp o (meglio) quali dischi ascoltasse Thomas Mann, mentre scriveva uno dei capolavori di tutti i tempi! :)
E se arriveremo in fondo... non sarebbe male riuscire a recuperare le incisioni e metterle qui, disponibili all'ascolto, per permettere al lettore di ascoltare quei vecchi, lontani, assurdi 78 giri non come cimeli irrimediabilmente lontani da noi, ma con le orecchie di uno dei maggiori intellettuali e umanisti di tutti i tempi! :)
E non esiste risultato più alto per un sito che, come il nostro, si pone l'obbiettivo di "capire" la storia del canto, invece di idealizzarla.

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Re: Aida (Verdi)

Messaggioda pbagnoli » ven 24 ago 2012, 15:56

Ritento: il tenore potrebbe essere Slezak?
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Re: Aida (Verdi)

Messaggioda DottorMalatesta » ven 24 ago 2012, 16:30

Caro Mat e operoinomani vari,
ammetto di non essere affatto esperto di archeologia operistica (anche se grazie a questo splendido forum un po' mi sto avvicinando al mondo delle incisioni su padellone e grammofono).
Non ho la minima idea degli interpreti né dell'edizione.
Solo, mi domando, su che base Mat sia convinto che quanto descritto da Mann si riferisca ad un'incisione reale (e non piuttosto ad una creazione narrativa, ad una descrizione di un'incisione per così dire idealizzata).
Trovo peraltro molto bello quel suo insistere sull'idealizzazione di due giovani morenti per asfissia che si spengono nel canto (e ricordo che la vicenda si svolge in un sanatorio, luogo di ricovero per malati di tubercolosi, la malattia che toglie il respiro e che fa morire per soffocamento).
Ciao,
Francesco

P.S.: grazie per aver riproposto una pagina che avevo letto molti anni fa su una spiaggia della Sardegna!!!!
:-)
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Re: Aida (Verdi)

Messaggioda Triboulet » ven 24 ago 2012, 20:22

Ora dico una baggianata... che sia l'Aida della Ponselle?


A dire il vero non so neanche se ne incisero una intera selezione delle scene finali (perchè così pare di capire dal testo)...

In realtà le Aide su disco degli anni 10 riportate negli annali sono giusto due (ce n'è anche una del 1906 a onor del vero!), entrambe selezioni:

Conductor NOT KNOWN - 1912

Aida - Lya Remondini
Radamès - Giuseppe Armanini
Amneris - Fanny Anitua
Amonasro - Cesare Formichi
Ramphis - Vincenzo Bettoni


Conductor Carlo Sabajno - 1919
Orchestra - Teatro alla Scala

Aida - Valentina Bartolomasi
Radamès - Enrico Trentini
Amneris - Rosita Pagani
Amonasro - Adolfo Pacini
Ramphis - Guido Fernandez

Ma non ho la più pallida idea di chi siano costoro : Blink :
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Re: Aida (Verdi)

Messaggioda Tucidide » ven 24 ago 2012, 20:47

Di questi ho sentito ricordare solo Fanny Anitùa e Cesare Formichi. :oops:
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
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Re: Aida (Verdi)

Messaggioda DottorMalatesta » mar 28 ago 2012, 20:40

Ehi... a che punto siamo rimasti con la discussione?
Io ho issato bandiera bianca già da un pezzo!!! :oops:
Mat ci vuoi dire la tua o hai deciso di lasciarci sulle spine ancora per un po'???
;-)
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