Rigoletto (Verdi)

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Re: Rigoletto (Verdi)

Messaggioda Nicola Biondo » gio 04 feb 2010, 10:32

Ragionamento che non fa una grinza, Gilda brama per il Duca e si lascia andare fra le sue braccia. Il rapimento gli cade come il cacio sui maccheroni.
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Re: Rigoletto (Verdi)

Messaggioda Manrico » dom 26 set 2010, 16:22

Oggi sono particolarmente attivo.... :mrgreen:

Ho letto questo 3D ed ho visto che nessuno ha citato un "Cast stellare" per il Rigoletto verdiano, eccolo, un Duca di stampo Carusiano che hai giovani sicuramente è sfuggito:





Un Rigoletto che io ho sentito in teatro, dire fantastico è dire poco:





[youtube][http://www.youtube.com/watch?v=btIQSGC_0hg
/youtube]

Io avevo i vecchi LP ed ho proposto recentemente i primi due pezzi su Youtube, ho cercato invano i CD ma a Roma: nulla, poi ho notato che, invece, in Internet sono pubblicizzati...grrrr
: Nar : W Verdi!!
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Re: Rigoletto (Verdi)

Messaggioda Rodrigo » mar 28 set 2010, 19:32

Manrico ha scritto:
Ho letto questo 3D ed ho visto che nessuno ha citato un "Cast stellare" per il Rigoletto verdiano, eccolo, un Duca di stampo Carusiano che hai giovani sicuramente è sfuggito:



Questa edizione a me convince poco francamente.
La direzione è corretta, ma "more solito" in Erede, non si prende nessuna responsabilità. Il direttore si limita ad accompagnare con un certo ordine i cantanti e stop. Sotto questo aspetto, ritengo, Erede è molto al di sotto di altri direttori italiani a lui contemporanei come Votto (il migliore a mio avviso) e Serafin (verso il quale ho qualche riserva in più ma che resta un grande).
Del Monaco-Duca è un mistero; se avesse voluto il tenore fiorentino avrebbe potuto essere un buon Duca: accento scandito, acuti insolenti, timbro magnifico. Però tutti questi presupposti sono "sciupati" da un fraseggio che brilla per mancanza di fantasia e di sfumature. Io non sono contrario ai Duchi laidi, goderecci, "padani", ma senza un fraseggio seducente (e seduttivo) ne esce uno stereotipo volgarotto e noioso. Molto meglio centrata - nell'opzione che ho tentato di descrivere - la declinazione della parte di Pavarotti (non certo un intellettuale). Chissà forse si è strattato di pigrizia mentale da parte di Del Monaco o forse (mi pare più probabile)il personaggio era lontano dalla sua sensibilità e aveva pensato di cavarsela con il solo splendore vocale e relative smargiassate...
Protti aveva una voce splendida e conosceva la parte alla perfezione; anche il fraseggio è consapevole e vario nel passare dall'ira al calore paterno. Poi questo ottimo artista si porta dietro quello che secondo me è il suo limite congenito che affiora anche nello Jago inciso con von Karajan: il baritono cremonese raramente riesce a dire qualche cosa di diverso... da quello che esattamente ci si aspetterebbe da lui. Così voce timbratissima, qualche accettabilissimo vezzo veristeggiante (meno che in Gobbi secondo me), ma sorprese poche... Un po' come avviene per Zancanaro per intenderci.
Saluti.
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Re: Rigoletto (Verdi)

Messaggioda Manrico » mar 28 set 2010, 21:05

Rodrigo ha scritto:
Manrico ha scritto:
Ho letto questo 3D ed ho visto che nessuno ha citato un "Cast stellare" per il Rigoletto verdiano, eccolo, un Duca di stampo Carusiano che hai giovani sicuramente è sfuggito:



Questa edizione a me convince poco francamente.
La direzione è corretta, ma "more solito" in Erede, non si prende nessuna responsabilità. Il direttore si limita ad accompagnare con un certo ordine i cantanti e stop. Sotto questo aspetto, ritengo, Erede è molto al di sotto di altri direttori italiani a lui contemporanei come Votto (il migliore a mio avviso) e Serafin (verso il quale ho qualche riserva in più ma che resta un grande).
Del Monaco-Duca è un mistero; se avesse voluto il tenore fiorentino avrebbe potuto essere un buon Duca: accento scandito, acuti insolenti, timbro magnifico. Però tutti questi presupposti sono "sciupati" da un fraseggio che brilla per mancanza di fantasia e di sfumature. Io non sono contrario ai Duchi laidi, goderecci, "padani", ma senza un fraseggio seducente (e seduttivo) ne esce uno stereotipo volgarotto e noioso. Molto meglio centrata - nell'opzione che ho tentato di descrivere - la declinazione della parte di Pavarotti (non certo un intellettuale). Chissà forse si è strattato di pigrizia mentale da parte di Del Monaco o forse (mi pare più probabile)il personaggio era lontano dalla sua sensibilità e aveva pensato di cavarsela con il solo splendore vocale e relative smargiassate...
Protti aveva una voce splendida e conosceva la parte alla perfezione; anche il fraseggio è consapevole e vario nel passare dall'ira al calore paterno. Poi questo ottimo artista si porta dietro quello che secondo me è il suo limite congenito che affiora anche nello Jago inciso con von Karajan: il baritono cremonese raramente riesce a dire qualche cosa di diverso... da quello che esattamente ci si aspetterebbe da lui. Così voce timbratissima, qualche accettabilissimo vezzo veristeggiante (meno che in Gobbi secondo me), ma sorprese poche... Un po' come avviene per Zancanaro per intenderci.
Saluti.

Ovviamente rispetto tutti i pareri, ma negare che questo Cast NON sia stellare non mi sembra nemmeno una opinione.

Siepi è fantastico, uno sparafucile di riferimento, Protti l'ho ascoltato in questo ruolo al teatro comunale di Firenze e dire che aveva un uragano di voce oltre ad essere un grandissimo interprete è dire poco, in quella recita il Duca era Kraus, bravissimo, ma vicino a Protti era una zanzara. Simionato, Corena e la Gueden, personaggi al posto giusto.

Mario Del Monaco era molto più preparato ed intelligente di quello che Lei possa minimamente immaginare e chiudo qui, ogni altro commento sarebbe superfluo.
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Re: Rigoletto (Verdi)

Messaggioda Rodrigo » mer 29 set 2010, 14:48

Manrico ha scritto:Mario Del Monaco era molto più preparato ed intelligente di quello che Lei possa minimamente immaginare e chiudo qui, ogni altro commento sarebbe superfluo.


Ferma restando la sacrosanta liceità di valutazioni diverse, volevo precisare che non ho affatto messo in dubbio la preparazione e l'intelligenza di Mario Del Monaco. Nel mio intervento ho semplicemente sottolineato che, indiscutibile splendore vocale a parte, nel ruolo del Duca non mi sembra che egli abbia raggiunto un risultato convincente magari perché il personaggio era in qualche modo a lui estraneo. Non ho inteso stroncare la statura artistica del tenore, tra l'altro uno dei miei preferiti. A mio avviso, però, egli ha ottenuto esiti di assoluto riferimento in altre opere quali Norma, Fanciulla del West, Chenier, Ernari e Trovatore (oltre che nella sua opera-feticcio beninteso). Forse la corda "eroica" era molto sentita da Del Monaco e quindi sapeva esprimerla in maniera convincente, mentre la corda "amorosa" era a lui meno congeniale. E' naturalmente un'ipotesi e - come tale - del tutto opinabile.
Saluti
Ultima modifica di Rodrigo il dom 03 ott 2010, 14:18, modificato 1 volta in totale.
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Re: Rigoletto (Verdi)

Messaggioda Manrico » mer 29 set 2010, 16:33

Questo secondo intervento mi sembra un po' più equilibrato del primo.

E' chiaro che quando si parla di interpretazioni i pareri sono del tutto soggettivi e questo penso sia una cosa ovvia, nei forum spesso ci si accapiglia proprio per questo.

Il Duca di Mantova è un personaggio poi, che si presta veramente a tante “interpretazioni” da parte degli interpreti e anche, ovviamente, del pubblico.

In questo ruolo si sono cimentati un po' tutti i tenori, da Caruso e Gigli, da Kraus a Pavarotti e così via, tenori lirico leggeri, lirici e raramente drammatici.

Difficile dire quale tipo di vocalità sia più adatta, Verdi, com'è noto, prediligeva la voce baritonale o il medium della voce, spesso non indicava puntature per la corda del tenore, si sa che la maggioranza di queste furono arbitrarie, poi, in alcuni casi divenute rutine.

In questo Duca tratteggiato da Del Monaco, a mio avviso, (ma è un parere condiviso da molti), esce fuori probabilmente il Duca che Verdi avrebbe preferito, appunto per il colore brunito della voce.

Musicalmente, poi, il “reb” nel finale del duetto ci stà molto bene e Del Monaco infatti lo fa, mentre nella cabaletta “Possente amor mi chiama” NO.

Quello che trovo eccezionale nell'interpretazione di Del Monaco in questo Rigoletto è l'ultimo atto, qui il suo fraseggio calza a pennello al libertino strafottente qual'è il Duca, un fraseggio unico, scandito, intrigante per poi esplodere nei folgoranti “sib” di “Bella figlia dell'amore” (praticamente arrapato) e la sua voce, carica di “ormoni” è lì a testimoniarlo, un Duca con voce da castratello chiaro e striminzito, almeno a mio avviso, è poco credibile.

Nalla famosa “canzone” fa anche ottime smorzature (alla faccia di chi dice che non le sapeva fare) per terminare con un “si naturale” veramente esplosivo mai udito così possente da altre voci tenorili

Trovo, infine, in Giulietta Simionato una Maddalena di lusso, (quasi sprecata in questo ruolo), ecco perché, nel complesso, ci sta bene: Cast stellare e, per concludere, la direzione di Erede la trovo splendida.....a me questo direttore è sempre piaciuto, anche in altre partiture, ma questo è veramente soggettivo.

Scusate se dimentico sempre di salutare, sarà che mi sembra scontato.
Saluti e abbracci
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Re: Rigoletto (Verdi)

Messaggioda Enrico » mar 02 ott 2012, 21:17

Rigoletto, Teatro alla Scala, 1927.
Questa registrazione mi sembra interessante per alcuni aspetti della direzione di Carlo Sabajno. Per esempio il tempo insolitamente lento di "Cortigiani", con un accompagnamento molto geometrico che evidenzia ritmicamente le singole frasi e sezioni di frasi. Al contrario "Tutte le feste al tempio" è più veloce e incalzante, mentre si torna a un tempo più solenne con "Solo per me l'infamia": anche in questa parte del duetto gli strumenti, soprattutto gli archi, eseguono le loro figurazioni in maniera molto netta, finché il canto si fa più legato in "Piangi fanciulla". Anche la "Vendetta" è attaccata lentamente, e se anche le agilità del baritono non sono perfette hanno comunque un senso drammatico nell'andamento del discorso: si accelera un po' verso la fine ma di poco, e anche la coda assume una certa solennità che spesso si perde nelle esecuzioni troppo frettolose.
I cantanti sembrano voler dare l'impressione di recitare, quasi in senso teatrale, pronunciando con chiarezza le parole, anche se certa enfasi qua e là suona un po' strana per noi ascoltatori moderni. Notare come il baritono Luigi Piazza concluda il suo "Pietà, signori, pietà" senza aggiungere l'inutile "ah" caro ad altri cantanti antichi e moderni. Notevole, nell'atto precedente, il fatto che "Veglia o donna" sia eseguito integralmente. Il tenore Tino Folgar addirittura conclude "La donna è mobile" così com' è scritta, senza cadenza e senza e acuto: più avanti, quando riprende il canto "da fuori", l'acuto scritto da Verdi lo fa in pianissimo. Riesce inoltre a smorzare "muta d'accento" andando a tempo, senza rallentare, in particolare nella seconda strofa: lo faceva rispettando lo spartito, con tempo un po' più rapido, anche Antonio Cortis, nel 1930, di nuovo con l'orchestra della Scala diretta da Carlo Sabajno!
La Pagliughi invece non rinuncia alla conclusione "alta" del quartetto, ma non è, purtroppo, né la prima né l'ultima.

"Cortigiani, vila razza dannata"

"Tutte le feste al tempio"

"La donna è mobile"

"Un dì se ben rammentomi"

Per chi avesse un po' più di tempo si trova online la registrazione dell'opera completa o anche dei singoli atti. Qui c'è tutto il terzo atto completo:


Una registrazione di Apollo Granforte (con qualche singhiozzetto in più) mi sembra confermare ciò che ho detto della direzione di Sabajno, che evidentemente sapeva il fatto suo e, almeno in questo caso, dà l'impressione di farsi rispettare sia dall'orchestra sia dai cantanti.

E qui c'è Antonio Cortis con le sue smorzature perfettamente "a tempo" (questa volta, trattandosi di aria staccata, c'è la cadenza con l'acuto finale.
Enrico B.
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Re: Rigoletto (Verdi)

Messaggioda MatMarazzi » ven 05 ott 2012, 18:05

Intanto, grazie, Enrico, di avermi fatto riflettere su un'edizione discografica che possiedo da tempo immemorabile e che da tempo immemorabile davo per scontata.
Certo, la colpa è di cantanti che (a parte Polgar) non esibiscono personalità particolarmente incisive, almeno mi pare, nè tecniche trascendentali (nemmeno la Pagliughi).
Quanto a Sabajno, hai assolutamente ragione.
I dettagli che ci hai fatto osservare sono lì a dimostrare un'attenzione inconsueta agli accompagnamenti.
In particolare, come hai notato, è nell'uso del ritmo (concretizzato nella nettezza delle figurazioni iterative) che Sabajno dimostra la sua modernità.
Come hai scritto, i tempi un po' più lenti del solito permettono agli archi non solo di articolare benissimo le "contro-frasi" (a "Un dì se ben rammentomi" sembra un Minkowski con aggiunta di fruscio) ma soprattutto i ritmi terzinati e sestinati, che rivelano - con una simile direzione - un'evidenza inusitata e dimostrano come per Verdi simili effetti fossero primordiali.
L'accompagnamento di "Cortigiani" con Piazza è effettivamente bellissimo e trascinante.
Alla forza tranciante delle sestine (che sembrano precipitare ogni volta a terra, come uno che cada e cerchi di rialzarsi) si unisce la fissità del tempo, di solidità toscaniniana, che produce un effetto "loop"di notevole impatto (tanto che quando il baritono casca in qualche lieve rallentando di tradizione proviamo quasi fastidio).

Più ancora che con Piazza, è con Granforte che Sabajno accentua - con l'urlo degli ottoni - le terzine di "Quella porta... assassini" (mentre le sestine di "Cortigiani" appaiono meno spettacolari).
Siamo talmente abituati a sentire queste battute arruffate che una lettura così a tempo ci sembra rivelatoria.

Magnifico in entrambe le edizioni l'accompagnamento di "Marullo... Signore" e sempre per la stessa ragione.
Andando rigorosamente a tempo (ed evidenziando "geometricamente" come dici l'incastro di sestine e terzine) la pagina diventa più emozionante, perché il personaggio sembra stretto in una prigione ritmica e accentuativa. E tutto benché il tempo non corra affatto.

Semmai da questi ascolti mi sono fatto l'idea che Sabajno svluppi il meglio delle sue risorse quando tiene a bacchetta recitativi e arie veementi, che di solito vengono buttati via con la scusa della concitazione. Lì il senso architettonico e il rigore carico di passione aprono prospettive effettivamente inedite.
Al contrario direi che la formula perde un po' in incisività nelle pagine più liriche e distese.
"Miei signori" non mi pare all'altezza del resto. E anche "Tutte le feste al tempio" così ...cadenzato e rigoroso non sembra una confessione: non vi sento tremori nè imbarazzi.
Anche "Piangi fanciulla" mi lascia un po' con la mia fame: mi pare povero di climax.
ci sono direttori che sanno evolvere, in questo brano, da un inizio quasi "informe" a una tensione ritmicamente molto strutturata e per questo struggente.
Sabajno invece parte subito con la sua solita (e pregevole) evidenza di accompagnamenti, ma lì si ferma.

Sono infine trasecolato nella canzonetta del Duca.
E' stupenda.
E' vero: l'accompagnamento è ritmicamente abbastanza rigido (tranne qualche accelerata di tradizione), ma il tono condiviso dal tenore e dagli archi è talmente abbandonato, lieve, quasi ..."stanco", che finalmente mi comunica l'idea del motivetto sussurrato tra i denti facendo altro, come ...non dico sotto la doccia ma quasi.
C'è ironia e c'è quasi un odore di rilassamento etilico... e soprattutto non c'è quell'odioso, insensato, fastidioso piglio da tenore sovreccitato e in vena di acuti che si piazza sul palco a fare il suo numero.
Persino Toscanini non era riuscito a dare un senso a questo brano così popolare e al contempo così difficile da non rendere incongruo e stucchevole.
Polgar è bravissimo; e lo è in tutto l'atto. Chi l'avrebbe detto? Alla fine mi pare uno dei Duchi più convincenti della discografia.
E il fatto che si astenga (complice Sabajno) dall'orrendo si naturale al termine della canzone (quello sì orrendo, altro che la pira!) è veramente eccezionale per l'epoca.

Grazie degli ascolti e delle stimoltantissime considerazioni.
Saluotoni,
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Re: Rigoletto (Verdi)

Messaggioda mattioli » ven 05 ott 2012, 21:05

Polgar? :| Ma non era un basso? Poverino...
Ah, Marazzi, Marazzi...
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Re: Rigoletto (Verdi)

Messaggioda MatMarazzi » sab 06 ott 2012, 18:05

mattioli ha scritto:Polgar? :| Ma non era un basso? Poverino...
Ah, Marazzi, Marazzi...
: Chef :
AM


Eh capirai! :)
No.. scherzo, hai ragione.
Chiedo scusa all'ottimo tenore.

Mat
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Re: Rigoletto (Verdi)

Messaggioda Raffaele » dom 24 nov 2013, 15:55

Qualche giorno fa mi sono casualmente imbattuto in uno di quei box con le offerte e fra i vari cofanetti in vendita c'era il Rigoletto Sutherland-Pavarotti-Milnes-Bonynge della Decca; era l'unico che mi incuriosiva ... Ammetto di essere sempre stato un pò prevenuto nei confronti della Sutherland e anche di Pavarotti...Cosi' l'ho comprato...
E a casa, per mancanza di tempo, mi sono apprestato ad ascoltarne solo alcuni brani e soprattutto del primo atto ( ma appena possibile me lo ascolterò tutto con attenzione)...Beh , cosi' "a prima botta", mi piace proprio! La direzione e classica e misurata senza gli effettacci strappacore che spesso caratterizzano quest'opera(specie nell'incipit...); Milnes non sarà certamente l'immenso Fischer -Dieskau dai mille colori della paradigmatica edizione diretta da KubeliK o il dolente e insieme travolgente MacNeil della famosa recita di Buenos Aires con la meravigliosa Gencer, però è in generale un baritono che mi piace e qui è efficace(almeno da quel poco che ho ascoltato);
la prima vera sorpresa è il Duca di Pavarotti: di questo tenore non sono proprio un fan e spesso sono a favore di quanti ne contestano la mancanza di fantasia e approfondimento psicologico dei personaggi( e questo con quel pò pò di voce che si ritrovava,specie agli inizi, fa veramente rabbia); forse però ,in fondo, questo personaggio non è proprio una miniera di profondità psicologica e umana da portare alla luce , e cosi', in questo caso la voce di Pavarotti in tutto il suo splendore mi può star bene e bastare superando di gran lunga, ovviamente per me, le prove per esempio del Domingo di Giulini o del vocalmente ineccepibile(forse...) ma noiosetto e antiquato(sempre per me ovviamente) Bergonzi.
Poi si arriva a lei e qui veramente non ho alcun timore ad affermare di aver finalmente trovato la mia Gilda ideale(con ciò ovviamente riferendomi alle sole registrazioni ,per cosi' dire, classiche degli anni passati); classica , composta, un pò vittoriana(come si è talvolta detto anche in questo forum) ma mai matronale o autoreferenziale, la Sutherland dipinge ,per me, un personaggio vivo e dolente allo stesso tempo vittima dell'ossessivo amore/terrore del padre ma anche delle sue stesse prime irrefrenabili e icontenibili pulsioni erotico/sessuali per il Duca; cosi' ,finalmente ,via l'immagine da fanciullina lobotomizzata delle interpretazioni "ante Callas ",ma anche via le tante sguaiataggini pseudo veriste in cui facilmente e inevitabilmente ci si imbatte se , alla ricerca di intuizioni psicologiche profonde , non si è veramente geniali...
Persino la Scotto,una delle mie preferite,mi risulta talvolta insopportabile in questa parte, sempre cosi' troppo (lei si!) perfettina e un pò falsa e talvolta fastidiosamente insistente e pigolante nelle sue domande al padre...
Il disco in generale è una visione in un certo senso "monca" dell'opera lirica, un genere completo sotto tutto i punti di vista e che probabilmente si apprezza maggiormente attraverso la visione dello spettacolo nella sua interezza(teatro, DVD,ecc.);io però continuo a preferire l'ascolto del disco perchè continua ad appassionarmi di più l'idea di vedere più o meno pienamente realizzati i personaggi nella mia fantasia attraverso l'arte degli interpreti : quando questi ultimi sono autenticamente bravi o geniali ci riescono veramente e per me tutto questo è una "goduria" immensa;
Qui "la Stupenda" ,per me, esce pienamente vincente: il suo "Caro nome..." è praticamente perfetto,da manuale(trilli,acuti...) ma veramente privo di atocompiacimenti e sbrodolamenti eppure profondamente umano...una compostezza classica e formale per nulla noiosa e fine a sè stessa ma anzi intrisa di profonda verità umana come veri e umani sono i primi turbamenti e palpiti erotico/sentimentali che Gilda sta confidando a sè stessa...Insomma una cosa seria...
A questo punto mi aspetto cose se non altrettanto meravigliose sicuramente interessanti anche dal suo Trovatore o addirittura dalla sua Traviata...(Ovviamente dandone per scontato la grandezza in personaggi belliniani ,rossiniani o di certo melodramma francese di cui già conoscevo le spesso grandiose interpretazioni).
Concordo pienamente con quanto affermato, credo da Luca, tempo fa in un suo post: non lo cito con precisione perchè non ricordo più dove possa trovarsi ma il senso era che comunque l'arte della Sutherland era talmente speciale che comunque e dovunque , anche nelle cose non riuscite e discutibili, si può trovare qualcosa di veramente prezioso...Oddio ! non mi starò innamorando(della voce si intende) della "Stupenda", io che per anni l'ho praticamente ignorata?...Mah!...

P.S. Ieri sera su Rai5 intorno alla mezzanotte (di solito il sabato notte passano opere liriche) per un ciclo dedicato a Verdi hanno trasmesso "Luisa Miller"; una edizione veramente "sgangherata" ,credo dell'81, diretta da Gavazzeni e interpretata da alcuni allora giovanissimi vincitori del concorso canoro"Maria Callas": una bravina Cecilia Gasdia nel ruolo della protagonista, un bravino pure lui Nazzareno Antinori nella parte di Rodolfo,Simone Alaimo(Walter)e altri...Dicevo una rappresentazione sgangherata, dall'aria da opera in piazza durante una sagra paesana, regia ,scene e costumi poi...questi ultimi sembravano i vestiti di carnevale appena tirati fuori dall'armadio per l'occasione...spesso mi veniva da sorridere...eppure ,non ci crederete, non sono riuscito a staccare gli occhi dalla tv e a non vedere tutto lo spettacolo fino all'ultimo...Cosa che invece non mi capita con eventi molto, ma veramente "moooolto" più blasonati e osannati di questa piccola e per certi versi squallida recita...Sarà però che,essendo tutti giovani,comprensibilmente impauriti ed emozionati,e comunque visibilmente impegnati al massimo nel cercare almeno di dare il meglio di sè,alla fine fra insicurezze e strafalcioni veniva fuori che ci credevano veramente...e io in qualche punto mi sono anche autenticamente commosso...come non accade più tanto spesso...
Salutoni a tutti Raffaele
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Re: Rigoletto (Verdi)

Messaggioda DottorMalatesta » dom 24 nov 2013, 18:00

Ciao Raffaele!
Grazie delle interessanti considerazioni. Anch'io non riesco a resistere al fascino di big Luciano come Rigoletto, che trovo sia il suo personaggio verdiano più riuscito (accanto al suo Riccardo). Tuttavia, mentre il suo Riccardo è ex-aequo a molti altri, il suo duca ha davvero pochi rivali. Anche prescindendo dalla solarità di un timbro baciato da Dio, vi è quella immediatezza, quella spontaneità, quella comunicativa, quell'aggressività (verrebbe quasi da dire) che lo rende unico.
Ho invece più di una perplessità sulla Gilda della Stupenda, anche se come il suo "caro nome" ce ne sono davvero pochi (il "Gualtier Maldè" che chiude l'aria, con quel fiato lunghissimo, è una delle meraviglie della storia del Rigoletto). Pure resta per me troppo "english", per cui continuo a preferirle la Scotto (anche se, come spesso le accadeva, sempre troppo "manierata" e compiaciuta).
Il Trovatore con la Sutherland è interessantissimo nella sua lettura "belliniana" (ma, francamente, è un'edizione che merita soprattutto per lo "stride la vampa" della Horne con tutti i trilli e controtrilli al posto giusto! 8) ). Anche la sua Traviata è interessante, decadente, intrisa fin da subito di una profonda malinconia, ma -al solito- dalla dizione improponibile :roll: .
Quanto alla Luisa Miller (opera davvero strepitosa!) io ho apprezzato soprattutto la direzione di Gavazzeni.
Un caro saluto!
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Re: Rigoletto (Verdi)

Messaggioda mattioli » dom 24 nov 2013, 18:31

fascino di big Luciano come Rigoletto, che trovo sia il suo personaggio verdiano più riuscito


Ti sbagli: quello è Domingo! : Nar :

Comunque sono preoccupato: mi accade sempre più spesso di essere d'accordo con Malatesta. E' grave, dottore?
Il Rigoletto di Bonynge fu il primo che, giovinetto (giovinetto!) ascoltai. L'ho molto amato, quindi non posso essere obiettivo.
D'accordo sul Duca del Pav, talvolta poco rifinito, ma "che voos!", come diceva la Strepponi di un altro zampone di Modena.
D'accordo con il "Caro nome" della Sutherland, probabilmente dal mero punto di vista vocale il migliore mai inciso.
Invece la Leonora di mascella-Joan non mi convince, men che meno la sua Violetta.
Quella Luisa Miller la ricordo anch'io, nella notte dei tempi. Forse giace ancora un vhs da qualche parte. Credo, come Raffaele, che la rivedrei volentieri, ma dubito che mi commuoverebbe. Oppure sì: ma solo per i tre decenni passati...
Buon resto di domenica

: Chef :

PS: oggi sono tornato a vedere l'Elektra Jordan-Carsen. C'era per fortuna sempre la Meier, ma la Theorin era sostituita da tale Caroline Whisnant. Qualcuno sa chi sia? Non che mi abbia sconvolto, ma era molto solida e sicura. Per Elektra è già qualcosa...
Ultima modifica di mattioli il dom 24 nov 2013, 18:54, modificato 1 volta in totale.
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Re: Rigoletto (Verdi)

Messaggioda Luca » dom 24 nov 2013, 18:34

Concordo con Raffaele al 90 % sulla critica al Rigoletto (il 10% di avanzo è motivato da due ragioni: Milnes, a mio avviso, è molto inferiore ai citati Fischer Dieskau e Mc Neil e, in secondo luogo, da Raffaele mi attendevo qualcosa sullo Sparafucile di Talvela che è un colosso) e lo ringrazio della citazione. Ripeto: Callas e Sutherland (non certo la Caballé) - per me - sono le due cantanti che, anche quando si trovavano dinanzi a personaggi lontani anni luce dal loro temperamento umano ed artistico, sapevano trarre fuori l'inedito (l'esempio che mi viene in mente è la Butterfly della Callas con tutta l'altissima carica esistenziale e non limitata alla mamma infelice, per non parlare della Turandot della Sutherland della quale ha ridisegnato la fisionomia di donna fragile psicologicamente che si difende solo a forza di sciabolate vocali che ne mascherano ancor più i controrni e la rendono ancor più enigmatica dei suoi indovinelli).

Consiglio a Raffaele: innamorati pure della vocalità di Dame Joan (che io ho avuto la fortuna di udire dal vivo!): resta una pietra miliare del canto, al di là del luogo comune (e ormai rancido) della dizione. Hai tutta la mia stima...

Saluti, Luca.
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Re: Rigoletto (Verdi)

Messaggioda mattioli » dom 24 nov 2013, 19:38

al di là del luogo comune (e ormai rancido) della dizione


Però i luoghi comuni, freschi o rancidi, sono spesso non solo comuni, ma anche veri.
In effetti, la pizza mangiata a Napoli è tutta un'altra cosa. E di quel che va cantando (stupendamente) la Sutherland non si capisce un accidente. Poco male se si tratta di Graun, un po' di più per un compositore che aveva fatto della "parola scenica" la base della sua poetica. In generale, un canto astratto e allegorico come quello di Dame Joan (che, a scanso di equivoci, io ho amato, amo e, credo, amerò) mi sembra, banalmente, più adatto a certi autori e a certe opere che ad altri...
Ciao ciao

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