Aida (Verdi)

cd, dvd, live, discografie

Moderatori: DocFlipperino, DottorMalatesta, Maugham

Aida (Verdi)

Messaggioda pears » dom 24 giu 2007, 12:24

Secondo Harnoncourt

incuriosito dal nuovo aggiornamento di Giudici, trovata a medio prezzo, ho deciso di acquistare quest'edizione, sicuramente "discutibile".

se partiamo dal presupposto che ormai di Bergonzi e Corelli (e anche di Domingo) non ne abbiamo e così di Tebaldi e di Price e idem di Bumbry e Cossotto... indubbiamente una nuova edizione discografica (con sì illustre concorrenza) ha senso solo se può dire qualcosa di nuovo.

a mio avviso, questa ci riesce appieno, merito precipuo di Harnoncourt che crea una vera e propria regia vocale attorno a tutti i cantanti.

le magagne ci sono e tante (a parte la sfarzosa Borodina), ma certi silenzi, certi fraseggi, certi sussurrati (sicuramente funzionano solo a livello discografico), secondo me fanno riascoltare certi brani famosissimi in modo inedito.

la strada è quella di Karajan II ma ancora più estrema. Radicale (anche nella scelta di voci ben più inadeguate).

dalla scena del Nilo in poi, a mio avviso, un capolavoro, dal canto insinuante di Ramfis, al teatralissimo duetto Amonasro/Aida (molto ibseniano in certe sottigliezze psicologiche), alla grande scena di Amneris (bravissima la Borodina) fino al duetto finale, tra i più toccanti e poetici (era dalla versione Muti con la Caballé che non sentivo un "Son io" così pudico e delicato)

non la pongo certo come edizione di riferimento, ma forse è un faro luminoso di questi tempi bui.
pears
 
Messaggi: 29
Iscritto il: gio 31 mag 2007, 7:59
Località: nella bella Verona

Messaggioda pbagnoli » dom 24 giu 2007, 15:40

Anch'io ho letto quello che ne scrive Giudici. Mi è venuta voglia di riascoltarmela.
A suo tempo, mi lasciò la perplessità del "vorrei ma non posso", a cominciare dalla scelta degli interpreti.
Oggi, chissà...
Riproverò
Avatar utente
pbagnoli
Site Admin
 
Messaggi: 4006
Iscritto il: mer 04 apr 2007, 19:15

Messaggioda VGobbi » dom 24 giu 2007, 20:08

Sono davvero infidi i post di Pears. Ogni volta che parla di qualche incisione discografica, m'invoglia sempre ad acquistarla, anche se i miei gusti musicali fossero del tutto opposti.

Insomma, ho notevole curiosita' per questa Aida, proprio per il semplice motivo che non ricalca i vocioni di una Tebaldi, di un Corelli o di una Cossotto.

Bravo Pears ad aver sollevato questa registrazione. :wink:
Avatar utente
VGobbi
 
Messaggi: 2455
Iscritto il: gio 05 apr 2007, 20:49
Località: Verano Brianza

Messaggioda pbagnoli » dom 24 giu 2007, 20:32

Anche a voler ipotizzare un tipo diverso di vocalità per Aida, mi sembra che la Gallardo-Domas sia inadeguata a prescindere.
Non è questione di vocioni: sapete benissimo quanto poco mi freghi di questo aspetto. E' che, dopoaverla sentita anche a teatro ( in Mimì, mica in Gioconda!... ) mi sembra che abbia in gola tutto.
Qui non è questione di cantare all'italiana o con tecnica declamatoria; è proprio questione di adeguatezza al canto sotto qualunque specie.
Poi, come ho detto, dovrei riascoltarmela...
Avatar utente
pbagnoli
Site Admin
 
Messaggi: 4006
Iscritto il: mer 04 apr 2007, 19:15

Messaggioda VGobbi » dom 24 giu 2007, 20:58

Beh, se dovessimo guardare al cast, qualche perplessita' ci sarebbe. Alla fine, il punto di maggior interesse risulta l'Amneris della Borodina, il Ramfis presumibilmente roccioso di Salminen ma sopra tutto la direzione di Harnoncourt.
Avatar utente
VGobbi
 
Messaggi: 2455
Iscritto il: gio 05 apr 2007, 20:49
Località: Verano Brianza

Messaggioda pbagnoli » dom 24 giu 2007, 22:14

VGobbi ha scritto:Alla fine, il punto di maggior interesse risulta l'Amneris della Borodina, il Ramfis presumibilmente roccioso di Salminen ma sopra tutto la direzione di Harnoncourt.

Ecco, a parte la direzione di Harnoncourt, hai citato proprio i due punti che, sulla carta, dovrebbero essere i meno interessanti in un'operazione del genere, proprio perché, sempre sulla carta, sono anche i più convenzionali: l'iperpassionale e sensualissima Borodina e il roccioso, tetragono Salminen.
In un'operazione come quella di Harnoncourt, decisamente due concessioni alla tradizione imperante
Avatar utente
pbagnoli
Site Admin
 
Messaggi: 4006
Iscritto il: mer 04 apr 2007, 19:15

Messaggioda pears » dom 24 giu 2007, 22:47

secondo me il punto più debole è il Radames fibrosissimo di La Scola. La Gallardo Domas se la cava con astuzia (e con i miracoli della sala d'incisione) ma accenta che è una meraviglia e certi piani sono davvero suggestivi.
la Borodina è forse la più tradizionale, ma anche a lei, Harnoncourt strappa fraseggi di grande interesse; così come per Salminen, dalla pronuncia ostrogota, ma che quando attacca "Vien d'Iside al tempio" tutto alitato, sembra davvero gettare nuova luce ad un personaggio in fondo a senso unico.
pears
 
Messaggi: 29
Iscritto il: gio 31 mag 2007, 7:59
Località: nella bella Verona

Messaggioda MatMarazzi » dom 24 giu 2007, 23:53

pbagnoli ha scritto:hai citato proprio i due punti che, sulla carta, dovrebbero essere i meno interessanti in un'operazione del genere, proprio perché, sempre sulla carta, sono anche i più convenzionali: l'iperpassionale e sensualissima Borodina e il roccioso, tetragono Salminen.
In un'operazione come quella di Harnoncourt, decisamente due concessioni alla tradizione imperante


Sulla Borodina sono d'accordo con te. Su Salminen un po' meno.
E' vero che non c'è voluto il genio di Harnoncourt per ipotizzare questo basso nel ruolo di Ramfis.
L'aveva già fatto decine e decine di volte fin dagli anni '80.
Però che Salminen rappresenti, come Ramfis, semplicemente un "omaggio alla tradizione imperante" non direi.
Pur avendo timbro sepolcrale, la vocazione al sussurro è sempre stato uno dei suoi punti forti (ve lo ricordate come Seneca di Monteverdi, proprio con Harnoncourt?)
C'è un che di molle e di paterno nel suo modo di interpretare che, effettivamente, potrebbe aiutare a sviluppare il personaggio.

Come ricorderete, alcuni anni fa molti di noi parteciparono a una discussione su altro forum dove si parlava dell'Aida ideale.
Ho scovato quello che scrissi allora su Ramfis e ho pensato di riportarlo perché la penso ancora nello stesso modo.


Il personaggio di Ramfis (simbolo di un oscurantismo etico
implacabile) potrebbe a sua volta essere reso in modo moderno: non
così statuario e inamidato come da consunta tradizione, ma magari
sorridente e tranquillo, quasi paterno, come (scusate il riferimento
alla triste attualità, ma è solo per rendere un'immagine) un Bin
Laden nei suoi messaggi videoregistrati, col sorriso composto e
rassicurante di chi crede (o vuol far credere) di essere portavoce di
cose superiori. Insomma, io vorrei John Tomlinson.


Ancora oggi resto dell'idea: Tomlinson, carismatico e attore come pochi, con un modo da paternalistico messia, con il sorriso rassicurante di un Socrate fra i suoi allievi.
Non importa affatto che Ramfis sia o sembri "cattivo".
In fondo non conta niente nemmeno lui. Come nessun altro conta in quest'opera.
C'è una macchina spaventosa e infernale dietro Ramfis; è di quella che bisogna aver paura, non del suo "mediatico" portavoce.
Non terrorizza tanto la voce di Ramfis, quanto quella specie di "eco" che Verdi gli ha piazzato dietro.
Ramfis: "Discolpati" (coro: "discolpati")
Ramfis: "E' traditor" (coro: "è traditor") - "morrà"

In quell'occasione, così il Bagnoli replicò:
Per Ramfis preferirei Finley; La prospettiva di Tomlinson è veramente
> affascinante, ma mi hanno detto che è veramente troppo sfiatato per
> riuscire a cantare qualsivoglia ruolo


E questo allora.....
Io però non cambia idea (e quando mai?) :lol:

Tomlinson è *sempre* stato (da un certo punto di vista) sfiatato.
Appartiene alla famiglia di quei gloriosi bassi britannici che hanno
coltivato un certo tipo di emissione piuttosto legnosa, dalle
sonorità "aperte" che non sono mai andate giù a parte della critica
italiana e francese.
Io però lo apprezzo sconfinatamente: è, secondo me, uno dei migliori
artisti del nostro tempo.
E' poi vero che il suo vocalismo (se vogliamo osservarlo in senso
belcantista) fa acqua, ieri come oggi!
Ma.. diciamocelo!! Non è che Ramfis sia proprio come Maometto II: non
si richiede tutto questo vocalismo!
Quanto a Finley (che ti ringrazio di aver citato perché è uno dei
miei cantanti preferiti da sempre) a dire il vero è un baritono
(anche se corto di acuti) e non sarebbe affatto contento di sentirsi
richiedere la parte di Ramfis.
Inoltre è un simpatico Jacques le Bon: le parti che gli vengono
meglio sono quelle da brav'uomo semplice e solido; poco a che
spartire - direi - col monolitico sacerdote di Fthà.
Però non si sa mai...


Certo, rispetto alle nostre audacie di alcuni anni fa, la scelta di Salminen pare a dir poco scontata.

Salutoni,
Matteo
Avatar utente
MatMarazzi
 
Messaggi: 3182
Iscritto il: gio 05 apr 2007, 12:34
Località: Ferrara

Messaggioda pears » lun 25 giu 2007, 19:31

secondo me, Salminen, in questa edizione, disegna davvero un Ramfis particolare.

mi sembra che un altro Ramfis sussurrato sia Greindl nella versione sung in German con la Ludwig e Thomas (almeno l'inizio mi sembrava molto colloquiale e soffuso)

Salminen esala "Vien d'Iside al tempio" in un modo da tenere davvero in mente. peccato per la perfidissima dizione.
pears
 
Messaggi: 29
Iscritto il: gio 31 mag 2007, 7:59
Località: nella bella Verona

Messaggioda walpurgys » lun 26 nov 2007, 1:47

Riapro il 3d perchè sto ascoltando questa edizione di Aida ed ho trovato interessantissimi i vostri interventi ed ho riletto le 11 colonne ( :o :shock: ) che Giudici dedica a questa incisione nel suo libro.

E' un'Aida inconsueta, a suo modo unica.
Harnoncourt predilige sonorità sacrali, tutto è impregnato di suoni lenti, diafani, trasparenti che rifuggono la teatralità dell'opera;
anzi è proprio una direzione antiteatrale, ''concertistica'', ma allo stesso tempo è una regia che a suo modo ingabbia i cantanti e le loro emozioni per una visione intellettuale che però a lungo andare può diventare noiosa.
Non c'è sensualità (a discapito delle danze), non c'è coinvolgimento, tutto è inesorabile e cristallino eppure l'intervento della sacerdotessa è davvero suggestivo nel suo dilatarsi nel tempo, lunare...un'Aida in pianissimo, ma purtroppo senza troppe emozioni.
I cantanti davvero sembrano un pò ingabbiati.
Il ''vorrei, ma non posso'' verrebbe più giusto da dire come ''vorrei, ma Harnoncourt non vuole''.
La Borodina che vocalmente è una sensualissima pantera (e chi l'ha sentita come Dalila lo può confermare) in una intervista disse che questa Aida è moooolto diversa dalla lettura che ne farebbe lei, (molto più emotiva, travolgente, pomposa) e che non si è trovata daccordo con l'impostazione di Harnoncourt che per quanto affascinante non è ''tradizionale'' e sono convinto che a parte la Gallardo-Domas e Matti Salminen anche gli altri siano rimasti n pò disorientati da una lettura cosi' sacrale.
La Scola ha una voce chiara e tratteggia un Radames adolescenziale e poeticissimo.
Gli manca lo squillo nell'acuto sempre un pò schiacciato e la scena del tempio è faticosa, ma anche se vorrebbe fraseggiare con più mordente, riesce a liricizzare la parte rendendo il suo personaggio fragile e dolcissimo (però questo Radames non lo si manderebbe in guerra...lo si lascerebbe a scrivere amorosi poemi su papiri :D ).
La Borodina è favolosa; timbro scuro e bellissimo, accenti regali e romantici, una Amneris in elegantissimo e fasciato abito da sera verrebbe da dire dal fascino misterioso e dalla grinta trattenuta.
Buono Polgar dalla voce austera e non greve, ottima la Roschmann come Sacerdotessa morbida e misteriosa, e buono anche Streit come Messaggero nonostante gli acuti un pò corti.
Molti si sono divisi sulla performance del Ramfis di Salminen trovandolo di volta in volta grottesco, inadatto, fuoriluogo, orchesco oppure hanno gridato al miracolo.
Personalmente l'ho trovato un Ramfis assolutamente unico sia per timbro fosco e potente, persino troppo grande per un personaggio non protagonista, che da un rilievo inusuale, un bassorilievo granitico, paterno quasi e che si sposa benissimo alla lettura di Harnoncourt.
La Gallardo-Domas anche si inserisce perfettamente nella lettura del direttore risolvendo Aida tutta in pianissimo o a mezzavoce abbandonando totalmente la sensualità o la femminilità del personaggio, trasformandola in una sorta di casta sacerdotessa fragile ed impalpabile anche fin troppo eterea che mi ha ricordato la Elisabeth argentea (e ben più vibrante) di Victoria de Los Angeles .
Certo nella voce a volte fanno capolino dei suoni asprigni al centro, dei pigolii o degli acuti non proprio a fuoco che mi hanno fatto pensare un pò alla Barstow ( :shock: ).
Un'Aida sicuramente da tenere a mente, non so se storica o di riferimento, ma che comunque ha lanciato un seme e che ha detto qualcosa di nuovo ed originalissimo.
Immagine
''O hehrstes Wunder!
Herrlichste Maid!
Dir Treuen dank' ich
heiligen Trost!...''
Helena Forti
Avatar utente
walpurgys
 
Messaggi: 135
Iscritto il: lun 10 set 2007, 23:29
Località: Firenze / Catanzaro

Messaggioda teo.emme » lun 26 nov 2007, 2:14

A me piace molto questa Aida. Merito di Harnoncourt. Una lettura diversa, che tratta Verdi come si tratterebbe Bach. Sono d'accordo con tutte le tue valutazioni.

Certo non è l'Aida perfetta o di riferimento (che per me restano le due con la Price), ma è un'Aida che mi piace riascoltare. Ed è molto meglio di altre e più blasonate incisioni.
teo.emme
 

Messaggioda Tucidide » lun 26 nov 2007, 2:30

Comperai questa incisione non appena uscì, perché capitò in un momento di delirio amoroso per Harnoncourt. Avevo appena ascoltato il suo (a mio avviso) fantastico Freischuetz, davvero rivoluzionario per le sonorità diafane e cristalline, e morivo dalla curiosità di ascoltare il direttore in un'opera altrettanto estranea al suo naturale repertorio.
Devo dire che il primo ascolto mi lasciò trasfigurato: nemmeno Abbado analizza con tale maestria i vari piani orchestrali della Scena del Giudizio, nemmeno Muti sa donare alle trombe della Marcia trionfale tale nitore, nemmeno Solti è tanto esotizzante nei tanti momenti ballabili, nemmeno Karajan introduce con tale senso del mistero il III atto.
La parte orchestrale mi rapì, e devo dire che da allora non ho cambiato affatto opinione, e trovo la direzione di Harnoncourt una delle più belle che il disco conservi.
Sui cantanti, però, mi trovo in imbarazzo: La Scola è poetico, certo, ma un condottiero verdiano è forse banalizzato, se lo si priva del tutto del coté eroico. La colpa di questo è logicamente di Harnoncourt, giacché La Scola canta come può e sa fare, e Harnoncourt lo ha opzionato apposta per queste sue carateristiche: un Radamès poetico, come dice walpurgys, forse in imbarazzo alla testa dell'esercito, ma molto più a suo agio quando amoreggia con Aida nel palazzo. Certo è che come Harnoncourt lo accompagna durante "Celeste Aida" dovrebbe essere portato di esempio a tutti i direttori!
La Gallardo-Domas, invece, non riesco proprio a capirla, e condivido le pesanti critiche che le muove Pietro. Non è un fatto di peso limitato, di interpretazione poetica o che altro: mi sembra proprio una cantante molto limitata tecnicamente, che non riesce se non in certi momenti, a dire qualcosa di interessante e ad inserirsi nel contesto di Harnoncourt.
La Borodina è secondo me una Amneris favolosa, regale, sfarzosa, sensualissima. L'unico problema sono i duetti: nell'incontro-scontro con Aida nel II atto, la Borodina è troppo superiore alla Gallardo-Domas, che le soccombe in maniera pietosa. Allo stesso modo la Borodina prova a moderare il suo torrente di voce durante il duetto con Radamès, ma il povero La Scola è quasi impaurito di fronte a questa Amneris. Se non altro, la situazione è credibile: è logico che un Radamès così timido preferisca una donna spaurita e minutina come l'Aida della Gallardo-Domas ad una panterona come l'Amneris della Borodina, che lo farebbe secco la prima notte di nozze (se mi si passa la battuta :lol: ). Nella scena del giudizio, libera da ogni colleganza, la Borodina dispiega il suo fiume in piena, e Harnoncourt a quel punto dispiega tutta la terrificante forza dei Wiener, sempre però con sonorità attutite, ampie ma come provenienti da un universo lontano. Il colpo di gong finale echeggia in maniera splendida e fa correre un brivido lungo la schiena.
Hampson è bravo, e dimostra come Harnoncourt abbia a cuore una riscrittura di tutti i personaggi dell'opera, anche il solitamente monolitico Amonasro. Hampson, di concerto con il direttore, lo priva di ogni volgarità, lo rende un civilissimo re, per nulla barbaro o barbareggiante come certa tradizione vorrebbe. Nessun bercio, nessuna forzatura di accento (solo il temibile "Dei faraoni tu sei la schiava" è un filino marcato), insomma, un personaggio dotato di una sua personalità rinnovata.
Invece, non digerisco Salminen, che trovo sempre poco consono al repertorio italiano (il suo Commendatore con Abbado è secondo me uno dei peggio cantati della discografia): il suono intubato di molte frasi e la dizione perfettibile me lo rendono un Ramfis insufficiente, anche se si nota che Harnocourt avrebbe idee interessanti anche per Ramfis, e Salminen sarebbe anche ben intenzionato a metterle in pratica: purtroppo, i difetti vocali sono troppo evidenti, secondo me.
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
Avatar utente
Tucidide
 
Messaggi: 1699
Iscritto il: mar 02 ott 2007, 1:01
Località: Faenza

Messaggioda Alberich » lun 26 nov 2007, 2:50

Interessantissima discussione...però: cosa dice Giudici???? Lo citate tutti, diteci che ne pensa lui :D
Avatar utente
Alberich
 
Messaggi: 693
Iscritto il: gio 12 apr 2007, 19:09

Messaggioda Tucidide » lun 26 nov 2007, 11:08

Alberich ha scritto:Interessantissima discussione...però: cosa dice Giudici???? Lo citate tutti, diteci che ne pensa lui :D

Io so solo che la premia con 5 stelle: non ho letto la sua recensione per esteso, anche perché per ora mi rifiuto di acquistare la terza edizione del libro (la mancanza dei DVD nuovi è lacuna troppo grave, per i miei gusti): fra l'altro, leggiucchiando qua e là le sue nuove recensioni, mi sembra che Giudici sia divenuto un critico approssimativo e prevedibile.
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
Avatar utente
Tucidide
 
Messaggi: 1699
Iscritto il: mar 02 ott 2007, 1:01
Località: Faenza

Messaggioda walpurgys » lun 26 nov 2007, 20:44

Ma no, Giudici è diventato solo più buono anche se le perle della sua perfidia non tanto sottile si ritrovano per Alagna e signora, Theodossiou ed alcuni cantanti di aria tedesca.

Giudici non fa una recensione;
fa un trattato musical-filosofico sulle scelte ''registiche'', psicologice, interpretative di ogni singola nota che Harnoncourt fa suonare giustificando, approfondendo, esaltando con volute barocche questa Aida storica e sconvolgente.
Compie anche una minuziosa analisi di ogni personaggio a seconda del contesto in cui si trovi sopratutto Radames (un guerriero schiacciato dagli eventi e pedina del potere), Ramfis (personaggio di inusitata potenza unico custode della fede, del giudizio e del potere)e Amonasro (un politico più che un padre anche lui vittima del potere, ma sfumatissimo e controllato come poche volte) e sopratutto la scena del tempio e del giudizio (due macchine che esaltano e schiacciano l'individuo).
Paragona anche La Scola ad Alagna (un esibizione sanrenese quella scaligera di quest'ultimo ed il buon Vincenzo merita di stare nell'empireo dei grandi se confrontato con Roberto...in parte è vero, ma ad essere sinceri La Scola a me è piaciuto) e fa una critica feroce allo spettacolo scaligero (un lunapark...e dopo averlo visto questa estate confermo e sottoscrivo).
Ovviamente 5 stelle!

Adoro quest'uomo!!!
Immagine
''O hehrstes Wunder!
Herrlichste Maid!
Dir Treuen dank' ich
heiligen Trost!...''
Helena Forti
Avatar utente
walpurgys
 
Messaggi: 135
Iscritto il: lun 10 set 2007, 23:29
Località: Firenze / Catanzaro

Prossimo

Torna a registrazioni

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 6 ospiti