Chris Merritt

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Re: Chris Merritt

Messaggioda Tucidide » dom 07 dic 2008, 21:29

MatMarazzi ha scritto:Mi spiegheresti perché i fanatici belcantofili delle nostrane periferie debbano essere presi a riferimento per tutte le nostre considerazioni?
...
per Merritt cantare a Salisburgo con Boulez in una delle opere più difficili del repertorio è obbiettivamente una soddisfazione che da sola giustifica una carriera.
E questo alla faccia di tutti i loggionisti del mondo.

Ma senza dubbio! Non dico che debbano essere presi come riferimento, ma rappresentavano il suo pubblico al tempo dei trionfi rossiniani, il pubblico che lui verosimilmente non avrebbe mai voluto deludere.
L'episodio della Stella è divertente, Mat, e ti ringrazio per avercelo raccontanto. Tuttavia, ciò mi suggerisce una considerazione, che spero non sia OT (eventualmente, se lo si ritiene opportuno, si può creare un altro thread :wink: ).

L'approccio storico, meglio storicistico, è un modo giusto di rapportarsi alle arti, ma presuppone appunto la volontà di interrogarsi su ciò che ci circonda, sfruttando tutte le tecnologie e le risorse.
Com'era l'approccio del melomane medio all'opera ai primi del 900? Era un approccio esclusivamente teatrale dal vivo. I dischi erano ai primordi, e costavano: non tutti potevano permetterseli. Spostarsi non era comodo, ed era un lusso. E' verosimile che un melomane medio, un Matteo, un Pietro, un Maugham, un Pruun ed un Tucidide di cent'anni fa si sarebbero spostati molto di meno: Mat, che è forse il più girandolone di noi, magari si sarebbe spostato comunque un po' (magari però molto meno all'estero), io probabilmente mi sarei mosso fra Bologna, Ravenna, Ferrara, Firenze, Parma, Milano al massimo. Trasmissioni radio dal Met, da Vienna, da Parigi, da Londra? Neanche per idea! :) Video da Barcellona, Aix e Bruxelles? Rien de rien! :)
Insomma, avremmo avuto un'idea "provinciale" dell'opera, per cause di forza maggiore.
Chi nasce in una situazione del genere, o vi viene allevato, abituato a non ascoltare dischi ma ad ascoltare opera solo a teatro, ovviamente sarà portato a considerare solo quei cantanti che vede con frequenza sulle tavole del palcoscenico, davanti ai propri occhi. Ad un assiduo loggionista della Scala anni '10, cosa diceva il nome di Geraldine Farrar? Forse ne aveva letto il nome sui giornali, ma poco di più... Ad un frequentatore del Met dello stesso periodo, cosa ispirava il nome di Giannina Russ?
In fondo, soprani come Lily Pons e Bidù Sayao, autentiche dive del Met, ancora adesso ricordate dai melomani americani, da noi sono poco conosciute e ricordate. La stessa De Los Angeles, che da noi fece meno successo che in altre nazioni, non è considerata da molti italiani un soprano inseribile fra i grandissimi del 900.
E' questa una prospettiva limitata? E' sbagliata?
Lo è, secondo me, adesso, anzi da una cinquantina d'anni, da quando cioè la fruibilità delle registrazioni, in tutte le sue manifestazioni ufficiali e piratesche, è tanta e tale da consentire una conoscenza delle tendenze musicali del mondo intero.
Ma in origine non era così. I pubblici erano giocoforza ignari di tutto ciò che avveniva in teatri a loro irraggiungibili, ed invece di parlare di un mondo dell'opera c'erano molti mondi dell'opera, ciascuno con le sue star ed il suo pubblico. Adesso c'è globalizzazione, :D ma questa globalizzazione è una evoluzione relativamente recente, e qualcuno potrebbe anche dire che sia una violenza all'autentica natura dell'opera. E' un discorso simile alla diatriba avviata da M.me de Stael sulle traduzioni delle opere letterarie. I classicisti rispondevano che non c'era motivo di voler studiare e soprattuto imparare da un'opera scritta per un altro popolo, con altre idee e tradizioni. Allo stesso modo, molti bollano i cantanti che fan successo al Met come cantanti "da Met", aggiungendo perfidi che "se venissero da noi..." :D
Quindi, non è illogico (che non vuol dire giusto, sia chiaro) che per un loggionista della Scala, abituato a tantissime esibizioni della Stella, ella fosse una star autentica, e la Sutherland solo una sofisticata vocalista. Per un newyorkese dello stesso periodo, la Tucci sarà stata una grandissima, mentre la Gencer una sconosciuta.
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Re: Chris Merritt

Messaggioda MatMarazzi » lun 08 dic 2008, 10:03

Tucidide ha scritto:Non dico che debbano essere presi come riferimento, ma rappresentavano il suo pubblico al tempo dei trionfi rossiniani, il pubblico che lui verosimilmente non avrebbe mai voluto deludere.


Scusa Tuc, ma ho la sensazione che continui a girare intorno al problema...
E' ovvio che Merritt - quando era un rossiniano - si rivolgesse ai rossiniani, così come è ovvio che quando cantava Schoenberg, Busoni e Messiaen lo faceva rivolgendosi allo smaliziatissimo (e ben più pericoloso) pubblico del Festival di Salisburgo, dell'Opéra di Parigi, del Nederlandse Opera di Amsterdam...
E' altrettanto acclarato che coloro che amavano Merritt in Rossini non necessariamente lo hanno amato successivamente in Schoenberg, e coloro lo amano in Schoenberg non necessariamente lo amarono in Rossini!
Basta che uno non ami Schoenberg o non ami Rossini e il mistero si spiega! :)

Ma il punto è:
cosa c'entra tutto questo con la tua tesi che in realtà Merritt ambisse a cantare Tosca, Turandot e altri ruoloni del grandissimo repertorio? Che "la sua mente e i suoi progetti stessero altrove"?
E' su questa affermazione (che contrasta a mio avviso con la carriera di Merrit e con le sue caratteristiche) che mi farebbe piacere ti spiegassi.
Perché io invece ho una sensazione assolutamente opposta.
Per me, sia che si rivolgesse alle frange di incondizionali rossiniani (perché anche lì di frange si tratta e si trattava), sia che si rivolgesse agli intellettuali più superciliosi d'Europa, i radical chic di Parigi e Salisburgo, Merritt è sempre andato alla ricerca di repertori inusitati, sofisticati, scelti e con un grado di consapevolezza che ben pochi suoi colleghi (a partire da Blake) hanno mai avuto.
Io non sono mai stato un adoratore di Merritt, ma di fronte al suo eclettismo, alla sua curiosità mi inchino!
In questo senso è stato uno degli artisti più interessanti e rivoluzionari della sua generazione...

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Re: Chris Merritt

Messaggioda Tucidide » lun 08 dic 2008, 10:48

L'ho già detto: :wink: secondo me, con quelle caratteristiche tecniche e di temperamento, ruoli come Manrico, Rodolfo, Nemorino (leggo che fu anche Pinkerton :shock: ) erano abbastanza off limits. Cantarli fu un omaggio al suo pubblico adorante.
Almeno in quei casi non dimostrò curiosità intellettuale ma voglia di fare il tenore da repertorio. Ma non c'è nulla di male, intendiamoci. :)
Mi piacerebbe invece ascoltare il suo Principe di Rusalka, che cantò al Met nel 1997.
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Re: Chris Merritt

Messaggioda vitus » lun 08 dic 2008, 12:20

Personalmente, credo che Merritt occupi un posto di grande rilievo tra i cantanti del '900, almeno nel suo repertorio di elezione. Non so se a causarne il precoce declino siano state le scelte errate di alcuni ruoli o alcuni problemi di "impostazione" già presenti e mai risolti, che con il passar del tempo si sono acuiti. Resta il fatto che nel suo campo è cantante di riferimento, imprescindibile. Il crucifige di alcuni nei suoi confronti, non in questo forum comunque, non mi stupiscono più di tanto se penso al modo di fare di alcuni critici o anche di semplici appassionati pronti ad osannarti fino all'idolatria per poi abbandonarti alla gogna non appena deludi le aspettative o addirittura capiti in una semplice serata "no". Devo ammettere che anche io non mi sono entusiasmato per il suo Arnoldo scaligero, preferendogli Gedda o Pavarotti (in un confronto relativo, non considerando la più assidua frequentazione di Merritt del ruolo), e tanto meno per il suo Arrigo (la parte non può risolversi nell'assicurare il temibile re bemolle del duettino del V atto). Verdi poi, almeno per come la vedo io, esige ben altra nervatura del fraseggio. In più, consapevole di dire forse un'eresia, lo stesso Ramey ,tolto dal suo regno rossiniano, non può certo reggere il paragone con altri interpreti se applicati in ruoli come Zaccaria, Silva, Padre Guardiano e Fiesco.
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Re: Chris Merritt

Messaggioda MatMarazzi » lun 08 dic 2008, 16:28

Tucidide ha scritto:con quelle caratteristiche tecniche e di temperamento, ruoli come Manrico, Rodolfo, Nemorino (leggo che fu anche Pinkerton :shock: ) erano abbastanza off limits.


Continuo a non capirti, scusa Tuc.
Due post fa quando ti citavo Admeto, Huon, Enea, Benvenuto Cellini dicevi che in fondo non fanno testo perchè sono ruoli... simil belcantistici! :shock: :shock:
Ci sarebbe molto da ridire in merito... ma passi!
Ora però, a sostegno della tua teoria sulle loggionistiche tendenze di Merritt (in senso buono), mi citi Nemorino e Manrico...
E quelli cosa sarebbero? Ruoli notoriamente anti-belcantistici?

Salutoni,
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Re: Chris Merritt

Messaggioda MatMarazzi » lun 08 dic 2008, 16:34

vitus ha scritto:Verdi poi, almeno per come la vedo io, esige ben altra nervatura del fraseggio


Secondo me il più grave limite di Merrit in queste e altre parti consisteva nella sua inerzia interpretativa, almeno a fronte di personaggi "grandi".
Se quell'Arrigo o quell'Arnoldo fossero stati davvero convincenti a livello musicale e drammaturgico, avremmo finito per trascurare le "stranezze" dell'emissione.
Anche Gedda, negli anni dei suoi strepitosi Arnoldi, esibiva "stranezze" mica da ridere, specie per palati tradizionali; eppure ha finito per aver partita stra-vinta e oggi lo consideriamo un modello nei ruoli Nourrit.

Ero tra quelli che si aspettavano un vera e propria rivelazione dai Vespri scaligeri, portandomi invece a casa una delusione cocente (anche sul fronte Muti e Studer).

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Re: Chris Merritt

Messaggioda Tucidide » lun 08 dic 2008, 17:53

MatMarazzi ha scritto:Continuo a non capirti, scusa Tuc.
Due post fa quando ti citavo Admeto, Huon, Enea, Benvenuto Cellini dicevi che in fondo non fanno testo perchè sono ruoli... simil belcantistici! :shock: :shock:
Ci sarebbe molto da ridire in merito... ma passi!
Ora però, a sostegno della tua teoria sulle loggionistiche tendenze di Merritt (in senso buono), mi citi Nemorino e Manrico...
E quelli cosa sarebbero? Ruoli notoriamente anti-belcantistici?

No, sicuramente, ma inadatti ad un'espressività del genere, che era anche frutto della sua tecnica. Difatti Merritt risalta meglio nel 1995, già declinante, come Aron che nel 1987, nel pieno del fulgore vocale, come Nemorino.
Insomma, mi rispiego (uff, che fatica :D ). Secondo me, se Merritt avesse potuto contare a lungo su un'integrità assoluta come nei primi anni, dubito che il suo repertorio si sarebbe evoluto verso i ruoli che poi affrontò: credo che invece di Aron, del Lebbroso, di Herodes e di Loge avrebbe affrontato piuttosto qualche ruolo verdiano o persino pucciniano. Mia opinione, sia chiaro. :wink:
Ho sicuramente azzardato a chiamare i ruoli del nuovo Merritt "ripieghi". :) Dico meglio: credo che siano state scelte dettate dalle condizioni vocali non più congrue per il repertorio che aveva praticato fino a quel momento e che avrebbe, secondo me :) voluto praticare ancora. In questo gli è stata sicuramente di giovamento la sua curiosità intellettuale, di fronte alla quale mi inchino anch'io. :)
Ma la mia è solo una supposizione: capisco perfettamente le tue argomentazioni in contrario. :wink:
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Re: Chris Merritt

Messaggioda vitus » lun 08 dic 2008, 20:55

di Tucidide il lun 08 dic 2008, 16:53

MatMarazzi ha scritto:
Continuo a non capirti, scusa Tuc.
Due post fa quando ti citavo Admeto, Huon, Enea, Benvenuto Cellini dicevi che in fondo non fanno testo perchè sono ruoli... simil belcantistici!
Ci sarebbe molto da ridire in merito... ma passi!
Ora però, a sostegno della tua teoria sulle loggionistiche tendenze di Merritt (in senso buono), mi citi Nemorino e Manrico...
E quelli cosa sarebbero? Ruoli notoriamente anti-belcantistici?


No, sicuramente, ma inadatti ad un'espressività del genere, che era anche frutto della sua tecnica. Difatti Merritt risalta meglio nel 1995, già declinante, come Aron che nel 1987, nel pieno del fulgore vocale, come Nemorino.
Insomma, mi rispiego (uff, che fatica ). Secondo me, se Merritt avesse potuto contare a lungo su un'integrità assoluta come nei primi anni, dubito che il suo repertorio si sarebbe evoluto verso i ruoli che poi affrontò: credo che invece di Aron, del Lebbroso, di Herodes e di Loge avrebbe affrontato piuttosto qualche ruolo verdiano o persino pucciniano. Mia opinione, sia chiaro.
Ho sicuramente azzardato a chiamare i ruoli del nuovo Merritt "ripieghi". Dico meglio: credo che siano state scelte dettate dalle condizioni vocali non più congrue per il repertorio che aveva praticato fino a quel momento e che avrebbe, secondo me voluto praticare ancora. In questo gli è stata sicuramente di giovamento la sua curiosità intellettuale, di fronte alla quale mi inchino anch'io.
Ma la mia è solo una supposizione: capisco perfettamente le tue argomentazioni in contrario.


insomma, il buon Merritt avrebbe fatto di necessità virtù... Magari avrebbe cantato anche il Des Grieux pucciniano... D'accordissimo con Mat su Gedda, cantante sommo che sicuramente avrà fatto storcere il naso a quelli abituati a voci più "canoniche".
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Re: Chris Merritt

Messaggioda Tucidide » lun 08 dic 2008, 21:13

vitus ha scritto:D'accordissimo con Mat su Gedda, cantante sommo che sicuramente avrà fatto storcere il naso a quelli abituati a voci più "canoniche".

Io pure d'accordissimo. Non dimentichiamo che un noto critico lo definì "non in regola con la tecnica". :shock: :shock: :shock:
Io non sono un fan estremo di Gedda, ma sono convinto che avesse un dominio tecnico eccezionale, al punto da riuscire, caso rarissimo, a controllare un'estensione del genere con un uso dei vari registri assolutamente virtuosistico.
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Re: Chris Merritt

Messaggioda Rodrigo » mar 09 dic 2008, 16:00

vitus ha scritto:Verdi poi, almeno per come la vedo io, esige ben altra nervatura del fraseggio. In più, consapevole di dire forse un'eresia, lo stesso Ramey ,tolto dal suo regno rossiniano, non può certo reggere il paragone con altri interpreti se applicati in ruoli come Zaccaria, Silva, Padre Guardiano e Fiesco.


Come puoi vedere nel mio intervento, condivido le perplessità circa l'approdo degli interpreti rossiniani a Verdi. :D
E' possibile che per ottenere un fraseggio più vario (la famigerata parola scenica) si debba per forza sacrificare la coloratura trascendentale?
Sarebbe interessante sapere se e come percepissero lo iato tra vocalità rossiniana e vocalità verdiana i contemporanei. :?: :?: :?:
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Re: Chris Merritt

Messaggioda beckmesser » mar 09 dic 2008, 17:16

Tucidide ha scritto:L'ho già detto: :wink: secondo me, con quelle caratteristiche tecniche e di temperamento, ruoli come Manrico, Rodolfo, Nemorino (leggo che fu anche Pinkerton :shock: ) erano abbastanza off limits. Cantarli fu un omaggio al suo pubblico adorante.


In verità, non credo che lo facesse per andare dietro a richieste del suo pubblico. Posso sbagliare (in tema di ricordi è difficile andare sul sicuro) ma a me sembra che anche all’epoca non ci fosse un particolare entusiasmo alle sue sortite extra-rossiniane: anche nel caso dei Vespri scaligeri a me sembra di ricordare un clima tutt’altro che amichevole, da corrida in odore di sangue (un po’ come con Filianoti di recente…). Essendo di Parma, poi, ho un ricordo molto vivo di una sua non-esibizione. Nella stessa stagione di quei Vespri, era previsto qualche mese più tardi il suo debutto al Regio in Ernani. Ovviamente, dopo il fiasco milanese, tutti si aspettavano che avrebbe cancellato: invece, ancora ricordo lo sconcerto dei responsabili del teatro davanti a quel pazzo che voleva a tutti i costi cantare. Non credo che ci fossero pressioni su di lui in quel senso, anzi: era certo (e credo lo sapesse anche lui) che sarebbe stato un massacro, ma lui niente, tant’è che alla fine fu il teatro stesso a prendere la decisione di sostituirlo. All’epoca ero un ragazzino sciocco che si accodava ai soloni loggionisti che fremevano di sdegno all’idea del tenore rossiniano che osava accostarsi al “nostro Verdi”. Adesso dico che l’avrei sentito volentieri: non perché credo che avrebbe fatto chissà cosa, ma perché penso che qualche spunto interessante ne sarebbe uscito.

In fondo, credo che Merritt sia stato a Nourrit un po’ (anche se in termini molto più riusciti) come Morino è stato a Rubini: sono riusciti a dare un’idea di una vocalità perduta, senza però avere le doti di interprete capaci di renderli veramente emblematici. Nel caso di Merritt, è curioso che tali doti le abbia poi tirate fuori in tutt’altro repertorio…

Comunque, ti confesso che anch’io continuo ad avere una strana fascinazione per il suo Rodrigo scaligero. L’avevo sentito dal vivo e, malgrado gli abomini vocali, c’è qualcosa che fa si che quei cd entrino ancora spesso nel mio lettore…
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Re: Chris Merritt

Messaggioda Rodrigo » lun 26 gen 2009, 23:15

Per chi prova il sadico piacere di ascoltare anche il Merritt più "indifendibile", oltretutto stando in scena come il classico tronco...

http://it.youtube.com/watch?v=pJtQULIbb3g

Cosa volete: la candenzina con relativo acuto interpolato sul finire della cabaletta (senza da capo) denota una faccia tosta che me lo rende simpatico!
Ultima modifica di Rodrigo il mar 27 gen 2009, 15:58, modificato 1 volta in totale.
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Re: Chris Merritt

Messaggioda Tucidide » mar 27 gen 2009, 13:20

Rodrigo ha scritto:Per chi prova il sadico piacere di ascoltare anche il Merritt più "indifendibile", oltretutto stando in scena come il classico tronco...

http://it.youtube.com/watch?v=pJtQULIbb3g

Cosa volete: la candenzina con relativo acuto iterpolato sul finire della cabaletta (sena da capo) denota una faccia tosta che me lo rende simpatico!

Oscillante, stonato, sembra Ciccio di Nonna Papera (Mat, mi concedi di usare la tua espressione? :wink: ), sbaglia le parole ("di voluntade e amor"), indulge ad effettacci qua e là..
OK, è indifendibile. :(
Però... mi rimane il rimpianto che non l'abbia cantato prima: l'accento gaglioffo, facilone, da antieroe quasi caricaturale (anche scenicamente :D ), la grande estensione... Aveva TUTTO per fare il Pollione ideale. E direi che questi pregi emergano anche in questo tardivo cimento. Peccato.
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Re: Chris Merritt

Messaggioda stecca » mar 27 gen 2009, 16:20

pochi anni da Leone

Scusate tanto...
ho avuto il privilegio (a quei tempi giravo per i Teatri di opera) di sentire live il Merritt dei suoi pochi anni d'oro ed ero presente al concerto di Vercelli. L'ho sentito in Scala nel Viaggio e Donna del lago e a Pesaro in Ermione, Otello e Bianca e Faliero, Puritani di Bari e ricordo la sensazione pazzesca del suo Tancredi live con Cuberli e Horne mi pare....per quei pochi anni e in quel repertorio (poi dal Tell in poi ho smesso di seguirlo non mi interessava più tanto meno nel Donizetti o peggio in Verdi ???!!!) è stato un autentico fenomeno, un mostro, mai più sentita una roba simile....è durato poco ha sbagliato scelte etc. etc. ? Può darsi ma in quei pochi anni è stata una delle più importanti realtà operistiche del dopoguerra e resta nella storia del Rossini da fiaba, meglio pochi giorni da leone che tanti da pecora e in quel caso nonfurono neppure giorni ma almeno 5 o 6 anni tutti !!! Peccato chi se lo è perduto....
stecca
 
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Re: Chris Merritt

Messaggioda Tucidide » mar 27 gen 2009, 16:58

stecca ha scritto:pochi anni da Leone

Concordo totalmente sul merito del tuo intervento, e soprattutto sul titolo. :D
Non ho mai ritenuto la durata di una carriera indicativa della "grandezza" di un cantante. Essa può significare tante cose: controllo della voce, oculatezza di scelte di repertorio, costituzione fisica... Qualcuno dice bravura tecnica. Può essere: certo, le abitudini vocali, quali che siano, incidono sulla salute e sulla durata degli organi preposti alla fonazione.
Ma occorre a tal proposito intendersi sul senso della parola "tecnica". Se si intende per tecnica la capacità di pervenire a certi risultati artistici, la durata della carriera non conta. Se invece per tecnica si intende anche quell'insieme di cognizioni e di capacità che consentono di cantare a lungo e mantenere la voce fresca anche in tarda età, allora è un altro discorso.

Nel caso di Merritt, come dicevo, credo che alla base del suo declino repentino ci siano stati atteggiamenti tecnico-vocali "dispendiosi", ossia poco economici da un punto di vista fisico. Il pur fenomenale concerto di Vercelli mette in mostra suoni che un Lauri Volpi, uno Schipa, un Gigli, un Bergonzi mai e poi mai avrebbero fatto.
Ma, come dice Stecca, chi se ne frega? :wink:

Già che ci siamo, ammettendo una notevole ignoranza sul nuovo Merritt :oops: , chiederei a chi l'ha sentito nei ruoli affrontati dal 1995 in poi di parlarcene un po'.

Saluti! :D
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