José Cura

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José Cura

Messaggioda Tucidide » mer 28 mag 2008, 12:30

Domenica 8 giugno dovrei andare a Bologna a sentire Samson et Dalila con protagonisti José Cura e la Gertseva (che non conosco, e di cui ho sentito parlare in temini non entusiastici a proposito della Carmen di Firenze).

Non annovero Cura fra i miei cantanti preferiti. Riconosco che il timbro è molto bello e sensuale, e gli do atto della spavalda scansione martellante che talvolta mostra in certi squarci declamatori per lo più in opere veriste. Purtroppo, i limiti vocali in termini di legato e modulazioni sono tali da rendermelo ostico in molti ruoli che affronta. Penso in particolare ai Pagliacci DECCA, dove molte, troppe frasi gli costano un tale sforzo di gola da uscire artefatte nella dizione e fibrosissime. E così, momenti ottimi come "No, Pagliaccio non son" fanno media con il legato richiesto da pagine come "Un tal gioco".

A quel che so, non canta Wagner perché non conosce il tedesco e per sua scelta (molto professionale e da artista, va detto) non canta in lingue che non padroneggia. Lo vedreste bene in ruoli da Heldentenor?

A voi la parola, in particolare a Mat, che so essere un suo ammiratore.

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Re: José Cura

Messaggioda liebelei » mer 28 mag 2008, 13:46

Con la storia della mia ibernazione comincio a scocciare tutti,magari.Cura l'ho sentito in sei o sette registrazioni negli ultimi sei mesi,e delle due l'una: o e' proprio cosi',o sono stato sfortunato io.Oltretutto non mi sembra neppure troppo quadrato musicalmente,ne' la voce -pur calda e fonogenica-e' cosi' bella da essere accettata tout court.Per di piu',e concordo con forza su quello che hai detto a proposito dei Pagliacci,la sua tecnica mi sembra assolutamente manchevole,e
per assurdo si nota proprio nelle opere veriste,specialmente di fronte a uno strumentale come quello di Puccini.Il fatto poi che mi sembri sempre al limite della stecca puo' essere un mio pregiudizio.
Samson pero' e' un ruolo molto sui generis,e una passeggiatina a Bologna (ma chi e' Dalila?) me la farei pure.Per andare piu' lontano,tra tutte le mie nuove conoscenze tenorili mi sposterei solo per Florez.
Cura heldentenor?E tutti cose ponno succediri,fora che d'omini preni :D Certo in passato c'e' stato qualcuno peggio di lui a provarci.
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Re: José Cura

Messaggioda Maugham » mer 28 mag 2008, 18:32

liebelei ha scritto: (ma chi e' Dalila?)


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Re: José Cura

Messaggioda VGobbi » lun 09 giu 2008, 20:22

bigandalu ha scritto:Terribile fu un Otello in versione uomo-ragno (s'alternava un David Rendall tutto introspezione) ...

Chiedo scusa per il mio OT, ma non sapevo resistere. Vorrei sottolineare quanto scritto da Sergio in merito alla prova di Rendall (fino a qualche anno fa, non cantava al di la' di Nemorino & company). Io l'ho avuto modo di ascoltarlo all'Arcimboldi, sempre nel ruolo del Moro. E nonostante la direzione fragorosa ed assurda di Rizzi-Brignoli, battisolfa della peggior specie, mi aveva favorevolmente colpito il suo Otello, cosi' intimo nelle effusioni amorose ma allo stesso tempo autoritario. Sicuramente il miglior Moro udito da me dal vivo. Qualcun altro ha sentito questo artista, ben piu' interessante di Cura? :twisted:
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Re: José Cura

Messaggioda Maugham » lun 09 giu 2008, 20:29

bigandalu ha scritto:un raffinato Samson ieri a Bologna (capace di sfumature, preziosismi, senza rinunciare a qualche singulto e alle braccione da body building nude, ovviamente). La Gersteva, ahimè, non ha timbro seducente (la figura sì, è proprio bella donna; mai come la Uria-Monzon...), ma sotto c'è aria calda... un sopranino corto, mi pare, piuttosto che un mezzo vero.


Be', raffinato è una parola grossa. :D Senza dubbio nella banda canora del Sansone bolognese almeno lui cercava di dare un senso a quello che cantava. Il risultato è stato un Sansone grezzo e tagliato con l'accetta, ma perlomeno era Sansone. Insomma, con le buone o le cattive, la serata l'ha portata a casa.
Sulla Gertseva concordo con te sull'avvenenza della figura. Secondo me però, con quella voce (e con un altro direttore e soprattutto un altro regista :roll: ) avrebbe potuto darci una Dalila interessante, a pennellata corta, fragile, adolescente. Non dico che ci sarebbe stato di che saltare sulla sedia. Però almeno sarebbe stata un'idea.
E invece ha voluto fare la solita Dalila con il vocione (senza averlo). E ha tromboneggiato come una matta. :D

Ciao
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Re: José Cura

Messaggioda MatMarazzi » mar 10 giu 2008, 15:49

Cari Tucidide e Bigandalu,
io appartengo alla trista e maltrattata schiera degli ammiratori di Cura.
Lo trovo uno dei temperamenti artistici più autentici della nostra epoca.
La gente resta esterrefatta quando lo dico: tu che veneri le Seefried e le Silja, tu che metti in discussione persino il Winterreise di Fischer Dieskau e lo Strauss della Janowitz, tu che ti esalti all'estremo barocchismo e al declamato "Neue Bayreuth", come puoi amare il bullo da loggioni, con i "singulti", i "portamenti", la tecnica da scaricatore, il gusto da telenovela di serie B?
Eppure è così semplice: perché si può essere piccoli esseri insignificanti cantando il repertorio più raffinato e con lo stile più "giusto", mentre si può essere dei grandissimi talenti teatrali e musicali pur con la tecnica da scaricatore e il gusto da telenovela.

E' necessario, per come la vedo io, prescindere dal galateo del "cantante raffinato" e scavare oltre le nostre convinzioni, ifno al "quid" che distingue l'artista.
Anche io mi infurio quando lo sento; quando l'ho sentito a Madrid nel Trovatore fui il primo a riconoscere che interpretava e cantava al contrario di quello che, per me, è il ruolo.
Eppure (dopo 30 anni di Trovatori) quello di Cura resta il miglior Manrico di quanti ne abbia visti a teatro.
Lo stesso vale per il suo Otello (e nota che, in teoria, io vorrei a tutti i costi riportare il ruolo alla sua vera natura vocale e tecnica, che è quella di Tamagno)

Non vado a teatro per trovare conferme ai miei (magari giustissimi) pregiudizi.
Vado per essere convinto magari del contrario, sempre che ci sia qualcuno che - con la forza del suo essere artista - ci riesca.

Lo so anche io che Cura manca della personalità giusta, della tecnica giusta, della mentalità persino per affrontare i tre quarti dei personaggi che affrontà (ahilui!).
Si è adagiato sul ruolo di tenorastro da loggione,a cui - forse - aspirava e che, in tutti casi, è convenuto a tutti cucirgli addosso.
Ho sentito cantanti-mezze tacche (ma dal repertorio così raffinato... Rossini, Gluck, Mozart) irridere a Cura! E questo fa invece ridere me.
Certo, lo vorrei sentire in tutt'altro repertorio!
Se penso a quali scossoni provocherebbe al mondo della musica se eseguisse (che so) l'Imperatore della Donna senz'Ombra.
Finalmente il pubblico potrebbe avvertire il contrasto stridente fra l'astrazione celestiale dell'Imperatrice (divina) e la fisicità bruta del suo uomo (terrestre).
Diventerebbe chiaro quel risvolto di violenza (caccia, sangue) insito nella conquista dell'imperatore e nella sottomissione (sia pure gradita) dell'Imperatrice.
E invece siamo pieni di kaiserini (...), tutti probi ed educati, quasi più solenni e austeri della stessa imperatrice (l'ultimo che mi è capitato è stato l'inqualificabile Thomas Moser, che tutti stimano ed ammirano per il repertorio raffinato, mentre non ha un quinto del potenziale di Cura).
Pensa a cosa combinerebbe il nostro simpatico bullo, lo dico spesso, in Monfort dei Vespri Siciliani: già, è ruolo da baritono, ma che non creerebbe alcun problema vocale a una voce piuttosto grave come la sua.
Il personaggio ne uscirebbe ingigantito, come forse non abbiamo mai visto.
Finalmente la volgarità soldatesca del maturo militare, l'arroganza del dominatore, ora piegata dalla consapevolezza dell'età, la paura del vuoto (immenso e orribile) e il bisogno di certezze, di affetti elementari.
Sarebbe la parte ideale per lui, altro che Sansoni o Cid.

Pensa cosa combinerebbe a contatto con Hermann della Dama di Picche: ...sì, è muscolare e esagitato, hai ragione. Ma forse proprio uno tipo così, fanatico e virile, instabile e irritante, potrebbe aprire nuovi spaccati al persaonggio.
Certo renderebbe finalmente comprensibile la dannazione di Lisa, la sua volontaria auto-distruzione.
Fra pochi giorni vedrò a Vienna Shicoff in questa parte.
Oddio: tutto il rispetto, ma se devo pensare a quel signore di mezz'età, con i capelli tinti di rosso, abituato a fare il signorino isterico e (a parer suo e dei suoi ammiratori) intellettualizzante, con tutti i tic "psicologici" da generazione anni '70, mi viene un po' di malinconia, te lo confesso...
Shicoff è proprio il tenorino di buon professionismo, impegnato e coinvolgente, che passa per un grande in virtù di logiche "intellettualistiche" che però non rendono conto della stostanza artistica, del valore che - sia pure in potenza - distingue il grande dal medio.
E' vero che Shicoff canta il capitano Vere, mentre Cura non va oltre a Dick Johnson.
Però, se la gente andasse a vedere bene, si accorgerebbe che Shicoff nel capitano Vere sbaglia le note, entra quando gli capita, manda a monte l'orchestra e fa impazzire il direttore.
Mentre Cura, sia pure in Dick Johnson, è un musicista di prima categoria.

Anni fa, quando ebbi l'occasione di conoscerlo a Vienna, rimproverai Cura di sbagliare il repertorio.
Lui mi confessò che avrebbe voluto cantare Peter Grimes e Nerone di Boito, ma che nessuno glielo chiedeva perché lo volevano solo nel grande repertorio.
Balle!
Se Cura volesse avrebbe l'autorità di proporre certi personaggi ai teatri; è che non ha voglia di sperimentarsi, di proporsi per altro rispetto a ciò che è diventato.
Ma forse, effettivamente, è anche colpa dei teatri, che non riescono a vedere in lui nient'altro che il tenore da loggione.
Resta il fatto che, per me, stiamo sperperando un potenziale notevole.

Io ormai non vado più a sentirlo a teatro.
Non ho alcun interesse di sentirgli massacrare Andrea Chenier e Samson. E men che meno il Cid.
A differenza tua, non mi auguro che "abbozzi" sfumature e mezzevoci che non sa fare, nè tecnicamente, nè musicalmente, che si finga più "sobrio" e interiorizzato solo perché possiamo dire che "sta mettendo giudizio". :)
Io preferei che continuasse a sbraitare divinamente come solo lui sa fa, con quei fraseggi martellanti e dai bagliori declamatori, e a incarnare la più rude e genuina popolanità.
Anch'essa a teatro deve essere incarnata.
In quattro secoli di repertorio, c'è posto per tutti, tranne che per le mezze tacche (specie quelle intellettuali e raffinate) :)

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Re: José Cura

Messaggioda Pruun » mar 10 giu 2008, 20:48

Caro Mat, credo che sarai accontentato, perché l'inaugurazione della Stagione 2009/2010 di Bologna (non la prossima, quindi) sarà proprio con il Nerone di Boito interpretato da Cura! :wink: (Regia, tra parentesi, di De Ana)
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Re: José Cura

Messaggioda Teo » mer 11 giu 2008, 11:08

MatMarazzi ha scritto:Pensa cosa combinerebbe a contatto con Hermann della Dama di Picche: ...sì, è muscolare e esagitato, hai ragione. Ma forse proprio uno tipo così, fanatico e virile, instabile e irritante, potrebbe aprire nuovi spaccati al persaonggio.


Caro Matt, sai benissimo come la vedo in proposito, ne abbiamo discusso diverse volte e quindi non sto ad elencare nuovamente le "miriadi" di ragioni per cui a mio modestissimo avviso Cura con Hermann, sopratutto sul piano strettamente "vocale" non ha nulla a che vedere.
Dal punto di vista del personaggio poi, per come la vado io, un tipo muscolare, esagitato, che si impone (perchè questo è nella sua natura e ne va dato atto) nello spazio scenico proprio per la sua irruenza psicofisica non ha nulla a che vedere, ripeto a mio modesto avviso, con il personaggio di Hermann.
Hermann è si frenetico ma non lo esteriorizza fisicamente, è uno psicopatico ma sofferente non debordante e muscolare, è un fragile che reagisce più per paura, per senso di riscatto sociale ma che mai si sognerebbe di essere un rivoluzionario. Ora se partiamo dal principio che creare un personaggio di rottura per aprire nuove strade interpretative, nuovi modelli da seguire, ecc. ecc. è comunque un elemento che basta a giustificare l'interpretazione di un ruolo da parte di un cantante...beh, sinceramente stento a credere che basti, anzi (ma sono sicuro che nemmeno tu la pensi così).
Ciò premesso ricordo inoltre che tu stesso nel post su Figner, primo interprete di Hermann, chiudevi un tuo intervento auspicando che
...si dovrebbe, per me, andare a pescare in cantanti d'altra natura: degli Hoffman ad esempio (e Figner era un sommo interprete di opéra comique).


MatMarazzi ha scritto:Mentre Cura, sia pure in Dick Johnson, è un musicista di prima categoria.

Ti assicuro che su youtube trovi tanto di quel materiale che francamente non so in quale categoria musicale riuscirei a mettere il nostro tenorone argentino...ma anche questo è solo un mio modesto parere.

Comunque, il problema forse sono io che ho davvero dei pregiudizi nei confronti di certi interpreti :lol:

Salutissimi.

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Re: José Cura

Messaggioda MatMarazzi » mer 11 giu 2008, 12:20

bigandalu ha scritto:Grande Mat,
Era da tempo che volevo leggere qualcosa come quel che hai scritto. Perchè anche tra gli appassionati e/o i critici c'è quel quid impalpabile che ti costringe, con pregiudizi e/o conformismi, a schierarti spesso dalla parte algida del canto.


Caro Bigandalu,
Mi fa molto piacere che la pensiamo allo stesso modo!

E' vero quel che dici: Hermann fatto da Cura! Perchè certo tenorismo ha bisogno dello spaccone, del gaglioffo, del cialtrone. Non in senso cattivo, bada. Ma proprio perchè così è il personaggio. Penso anche a Pinkerton (vero è che poi s'esagera: a Torre del Lago, la regia del garbato Vizioli l'estate scorsa lo faceva diventare un coatto, che è altro ancora...).


Io poi ho citato Dick Johnson perché secondo me lì i risultati ottenuti da Cura hanno dell'incredibile.
Nelle sue ultime apparizioni in questo ruolo (Londra e Berlino) ha raggiunto dei risultati talmente probanti che, francamente, faccio fatica a trovare un interprete migliore di lui.
Il prossimo ottobre, poi, riprenderà la Fanciulla a Londra e la sua Minnie finalmente sarà in grado di tenergli testa.
Sarà la Westbroek!
Anche lei, come lui, irruente, semplice, genuina, spaventosamente bella e innamorata.
La sua Minnie sarà la figlia diretta di katerina Izmailova e Sieglinde.

Cura parla del suo Trovatore in una recente intervista che non ho - ovviamente - qui con me in ufficio, ma di cui ti ridirò spero domani.

Magari! :)

Non ha mai negato d''aver studiato (?!?) canto (tecnica, intende) per più di quattro mesi,

ahahahah... tipico!

ma ti domando: per risonanza, questo vuol dire che si può giustificare anche certo Del Monaco ? Certo Cecchele ? Certo Giacomini ? No, spero.

Giusta osservazione!
Posso solo dirti la mia, in merito...
Terrei distinti il caso di Del Monaco da quelli di Cecchele e Giacomini.
Su questi ultimi, sono perfettamente d'accordo con te (mi spiace per Vit, che difende Giacomini).
Per me erano deficitari proprio del "quid" di cui parlavamo.
L'uno e l'altro si sono travestiti da tenore da loggione, ne hanno ereditato le pose e le formule più ridicole e stantie e non hanno combinato nulla che andasse oltre (nella migliore delle ipotesi) a una routine fuori tempo.
Del Monaco invece, stiamo parlando di potenzialità, rigurgitava di quel "quid" (parlo sempre per me).
Era stra-carico di un'istintiva forza teatrale, di una capacità di interloquire col pubblico, di piegarlo alla propria volontà.
Era animato da curiosità e voglia di mettersi in gioco (chi fra i suoi colleghi avrebbe accettato di cantare Wagner in tedesco e in Germania e in una regia di Wieland? Sua santità Bergonzi? Sua divinità Corelli?).
Il suo repertorio è stato vastissimo, la sua curiosità incomprensibile per un uomo di così umile cultura.

Posso essere franco: di tutto quel che sento di Del Monaco mi piace al massimo il 5%.
Lo trovo esteriore, gradasso, semplicistico e talvolta insopportabile.
Ma in tutto quel che sento trovo la stoffa di una grande personalità.
L'altro giorno guardavamo con amici l'Aida di Tokyo.
Un Radames, il suo, tutto sbagliato, eppure anche solo un sguardo che lancia ad Aida nel duetto del 3° atto di mette di fronte una grande personalità.
Posso dirla tutta? Io credo che Del Monaco sia stato un po' incompreso.
Perché quel talento debordante andava imbrigliato e ricomposto, ricondotto a una logica che non poteva venire da lui (uomo istintivo e semplice); avrebbe dovuto trovare più Mitropoulos sul suo cammino.
Però secondo me resta (potenzialmente) un grande.

Perchè anche a me piace rimettere in discussione le idee che mi si sono consolidate in testa. A volte per pigrizia, più spesso per mancanza di confronto. Bello. Son contento.

Caspita! Abbiamo trovato un altro cittadino d'onore di Operadisc! :)
Davvero felicissimo che tu sia dei nostri!


Pruu ha scritto:Caro Mat, credo che sarai accontentato, perché l'inaugurazione della Stagione 2009/2010 di Bologna (non la prossima, quindi) sarà proprio con il Nerone di Boito interpretato da Cura!

Ma dai! Bellissima notizia.
Però non diamo troppi meriti alle fiacche menti artistiche di Bologna...
Deve essere stato lui che finalmente è riuscito a imporre l'opera (non essendoci riuscito a Vienna e a Zurigo).
Ne sono ultra-felice! Correrò a vederlo.
Grazie Pruun.

(Regia, tra parentesi, di De Ana)

Be' ok... le notizie non possono essere tutte positive!


Teo ha scritto: mio modestissimo avviso Cura con Hermann, sopratutto sul piano strettamente "vocale" non ha nulla a che vedere.

Punti di vista...

Dal punto di vista del personaggio poi, per come la vado io, un tipo muscolare, esagitato, che si impone (perchè questo è nella sua natura e ne va dato atto) nello spazio scenico proprio per la sua irruenza psicofisica non ha nulla a che vedere, ripeto a mio modesto avviso, con il personaggio di Hermann.


Secondo me sono invece vere tutte le istanze, purché il risultato persuada.

Hermann è si frenetico ma non lo esteriorizza fisicamente, è uno psicopatico ma sofferente non debordante e muscolare, è un fragile che reagisce più per paura, per senso di riscatto sociale ma che mai si sognerebbe di essere un rivoluzionario.

A parte il fatto che nessuno ha parlato di "rivoluzione" (nè credo che Cura possa incarnare alcuna rivoluzione)... quella che ci descrivi è la tua legittima visione del personaggio.
La tua!
Che può essere condivisibilissima, intendiamoci, ma il mondo del teatro e la storia dell'interpretazione vivono proprio grazie alla varietà delle visioni.
Vi sono interpretazioni opposte ugualmente efficaci... ed è proprio la loro diversità ad arricchire un personaggio.
Nello specifico, non vedo nulla di male che si possa incarnare Hermann come una specie di torcia psicolabile, incapace di contenersi nei limiti della società, già dannato prima di conoscere Lisa.
Se non lo vediamo violento, disperato e aggressivo (e in tal senso sensuale) non capiamo l'auto-distruzione di Lisa, la sua rinuncia al bel principe, giovane, per bene, ricco, il suo vendersi al peccato.
Non capiamo l'allusione a quegli "occhi" da pazzo che atterriscono anche la contessa.

Ciò premesso ricordo inoltre che tu stesso nel post su Figner, primo interprete di Hermann, chiudevi un tuo intervento auspicando che (ecc..)


E' vero che l'ho scritto! E lo penso davvero.
Però se vai a rileggere i diecimila post che abbiamo scritto su Otello, vedrai che uno dei miei più cari tormentoni è proprio quello sulla vera vocalità del ruolo: un tenore acuto e romantico, un tenore da Ugonotti, Guglielmo Tell, Profeta.
Eppure mi inchino davanti al primo Otello di Vickers (che era il contrario) e snobbo apertamente quello scaligero del mio amico Lauri Volpi (che pure era il modello ideale della mia teoria).
L'interprete ha pure la facoltà di cambiare le carte in tavola, perché anche lui è "creatore".
Certo, la condizione per cui glielo si permette è che alla fine ne venga fuori qualcosa di teatralmente e musicalmente rilevante.

Io almeno la vedo così.

Salutoni,
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Re: José Cura

Messaggioda MatMarazzi » mer 11 giu 2008, 13:49

bigandalu ha scritto:Ad esempio, com'è il suo Stiffelio ?


E' l'ultimo ruolo in cui l'ho sentito dal vivo.
A Londra, la primavera scorsa.
Maluccio.
Cura ha fatto di tutto per immergersi nella vecchia regia di Moshinsky, che ora è vecchia (e polverosissima) ma che quando nacque fu stupenda.
Tutto era ambientato in un paesino inglese di fine '800, avvolto di nuvole incombenti e di perbenismo puritano, grigio, nostalgico.
Stiffelio diventava il pastore del paese, uomo fragile e infiacchito, lacerato da una malinconia tormentosa, proprio come la moglie.
Il "perdono" finale diviene l'omelia del pastore durante una funzione.
La coppia è ricomposta nella nostalgia e nella solitudine, ma nell'osservanza delle leggi morali.

Il tutto era stato pensato per il Carreras degli anni '90, fragile, tremante, debole e con quel coté infantile, da bambino invecchiato, che rendeva ancor più tormentosa la lacerazione della moglie, che lo tradisce perché sogna un uomo vero, ma si macera nel rimorso anche per la fragilità dell'uomo che ha tradito.
Capirai: Mina era la Malfitano, nera e terribile fiaccola di sensualità, di forza e di determinazione severa.

Tutto il discorso va in pezzi se al posto di Carreras ci metti Cura, e al posto della Malfitano la Rodvanovski.
Cura ha cercato di fare il possibile: si è fatto piccolo, incurvato, borghese, malinconico.
Ma si è solo reso ridicolo.
Tentava di cantare piano e invece era solo ingolato.
E poi, sia ammesso una volta per tutte, questo tipo di scrittura lo sacrifica.

E come fu il suo Corsaro a Torino ?


Be' con un simile interprete quest'opera non lascia indifferente.
Ed è già qualcosa, visto che di solito il Corsaro non si impone.
Però io ribadisco: per me Cura e Verdi ci "azzeccano" poco.

Tutto questo in mia umile opinione.
Salutoni,
Mat

PS: bellissimo il tuo blog! Complimenti. Non farlo languire, mi raccomando...
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Re: José Cura

Messaggioda Maugham » mer 11 giu 2008, 15:47

MatMarazzi ha scritto:Posso dirla tutta? Io credo che Del Monaco sia stato un po' incompreso.


Qui faccio fatica a seguirti.
Perchè incompreso?
E' stato per anni il tenore per antonomasia, praticamente un idolo, quando cantava al Met si spostava mezza New-York (fonte: Bing), riuscì persino a mettere alle strette la Decca. Incazzatissimo (mi si perdoni il termine) perchè Karajan aveva scelto Bergonzi per l'Aida del 1958, riusci a obbligare la casa discografica e Karajan a organizzare una registrazione (stereofonica) di Otello con un cast -dopo la defaillance di Bastianini- identico all'edizione di appena un decennio prima. :shock: Altrimenti avrebbe rescisso il contratto d'esclusiva.
Persino il feroce Celletti gli concesse una riabilitazione post-mortem.
Definì il suo Radamès -se rapportato ai tenori degli anni Ottanta- da "monumento in piazza".
Vedi, per me Del Monaco fu davvero un grande.
Ciao
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Re: José Cura

Messaggioda Pruun » mer 11 giu 2008, 16:22

Beh, non so di chi sia il merito della scelta di Nerone (però ultimamente a Bologna ci sono proposte interessanti, vedi il prossimo Der Vampyr che mi vede felicissimo!) però è un bene che si faccia, no? :wink:

OT: Cosa non ti piace di De Ana Mat? Io lo trovo un regista molto interessante!
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Re: José Cura

Messaggioda VGobbi » mer 11 giu 2008, 16:23

MatMarazzi ha scritto:
ma ti domando: per risonanza, questo vuol dire che si può giustificare anche certo Del Monaco ? Certo Cecchele ? Certo Giacomini ? No, spero.

Giusta osservazione!
Posso solo dirti la mia, in merito...
Terrei distinti il caso di Del Monaco da quelli di Cecchele e Giacomini.
Su questi ultimi, sono perfettamente d'accordo con te (mi spiace per Vit, che difende Giacomini).

Eh Mat, non demordi mai!

Comunque una doverosa precisazione. Che il sottoscritto ami solo le voci, e' quanto di piu' sbagliato si possa affermare. Altrimenti non spiegherebbe il mio folle amore per Gobbi, Modl, Silja (tanto per citarne alcuni), che praticamente esprimono un canto, si direbbe, anti-cellettiano.
Cio' non toglie che amo anche le voci, vuoi per la bellezza del timbro, vuoi per l'eccezionalita' del volume, vuoi per fiati interminabili. Ecco allora che Giacomini, deficitario sul lato interpretativo, era invece sensazionale (nel vero senso della parola e quando in giornata) sul piano vocale. E di fronte a certe prodezze vocali, lasciatemelo dire, io mi lascio commuovere. Per questo ritengo assolutamente ingiusto deprezzare il suo Moro, vocalmente ineguagliabile ed uno dei pochi che poteva guardare negli occhi Del Monaco, senza dover arrossire e proprio sul terreno della dramammatizzazione del ruolo, riccorrendo appunto ad una vocalita' da heldentenor.

Comunque davvero interessante questo thread dedicato a Cura, cantante che conosco poco ma che non mi dispiacerebbe sentirlo dal vivo.

Non si finisce mai d'imparare.
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Re: José Cura

Messaggioda VGobbi » mer 11 giu 2008, 17:58

Guarda, l'Otello che Gaoluzine ci aveva proposto in Italia era davvero rozzo, direi volgare. Altra impressione mi fece seguendolo sulla defunta tv francese (Antenne 2), tTrasmisero il suo Otello dal teatro Orange (non vorrei dire una cavolata, visto che non ricordo piu' quale teatro fosse, ma si trattava di una recita all'aperto) e vi assicuro che in quel frangente Vladimir mi colpisse oltre ogni misura. Lontanissimo parente, ripeto, dalle sue deludenti prove italiche.
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Re: José Cura

Messaggioda Pruun » mer 11 giu 2008, 21:11

Beh, a Macerata nel 1999 (cavolo, nove anni fa... :? :? ) non fu male, solido e robusto... dovrei avere l'audiocassetta da qualche parte...
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