Placido Domingo...

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Placido Domingo...

Messaggioda stecca » gio 24 gen 2008, 17:49

Placido Domingo: il tenore "virilmente" gentile

In questi giorni sarà di scena alla Scala di Milano (seppur nella poco conosciuta opera “Il Cyrano”) un protagonista assoluto degli ultimi 50 anni di opera lirica.
Mi riferisco al celeberrimo tenore Placido Domingo, artista immenso di cui si ignora la vera età e fors'anche la provenienza, ma non certo l'assoluto valore artistico che ne ha fatto, per certi aspetti, il più importante e completo tenore del dopoguerra.
La notte dei tempi della leggenda lo vuole cresciuto in terra messicana al seguito di genitori professionisti di zarzuela (la canzone popolare spagnola per intenderci) e quindi precoce talento lirico nientemeno che in Israele, ma è a Dallas, e precisamente nel ruolo verdiano dell'amoroso Alfredo di Traviata, che possiamo collocare, pensate nel lontano 1961, il suo debutto internazionale foriero di quella che poi sarà una carriera con ben pochi paragoni per qualità e quantità. Già a riprova di una certa quale “universalità” tenorile non costringibile negli odierni e limitanti parametri tenorili, il giovane Domingo alterna nei primi anni tessiture più leggere e di grazia tipo Nadir da Pescatori di Perle, Edgardo di Lucia o anche Rodolfo da Bohème a quelle ben più spinte di Mario da Tosca e di Sansone da Sansone e Dalila, ma sarà a New York nel 1965 con la tutt'altro che facile parte di Pinkerton in Madama Butterfly di Puccini che il nostro otterrà fama e successo planetario, tanto che sarà proprio lui ad inaugurare la stagione 1968 del MET con la parte di Maurizio in una spettacolare edizione di Adriana Lecouvrer di Cilea.
Ma l'autore che a mio parere più di altri ne esalterà le straordinarie caratteristiche vocali rimane in ogni caso Verdi e sarà proprio il massimo operista italico ad essere sapientemente utilizzato per conquistare, dopo l'America, anche il molto ambito suolo nostrano, e così nel 1969 troviamo Placido Domingo dapprima protagonista alla Arena di Verona di un memorabile Don Carlos con Montserrat Caballé e quindi nella apertura di stagione della Scala di Milano con Ernani, ruolo che riprenderà tanti anni dopo in occasione della inaugurazione 1982 con Muti.
La invero eccezionale fonogenia di una voce tenorile finalmente corposa e suadente come la cavata di un violoncello soprattutto nei centri, unita ad un fascinosissimo fraseggio intenso ed appunto “virilmente gentile”, gli apriranno anni di sostanziale monopolio discografico al punto che, eccettuato il feudo Decca di Pavarottti, fino all'avvento del ciclone Carreras, non passava mese senza la ennesima uscita discografica di Placido Domingo, che sia per la RCA che per la EMI ebbe modo di costituire nei primi anni settanta con la spagnola Montserrat Caballé una sorta di “sposalizio vocale” equiparabile a quello glorioso degli anni cinquanta tra Callas e Di Stefano o Tebaldi e Del Monaco.
Nel 1971 vi sarà il debutto al Covent Garden di Londra, nel 1974 al Palais Garnier di Parigi, nel 1975 a Salisburgo fino allo storico debutto del 1976 ad Amburgo in Otello di Verdi, ovvero in quello che diventerà il suo ruolo per antonomasia.
Sull'Otello di Domingo, per mio conto semplicemente sensazionale dalla prima nota all'ultima e privo di paragoni non certo successivi ma intendo passati, si sono scritti fiumi di inchiostro perchè sulla scia della pubblica invettiva di Lauri Volpi (straordinario tenore ante-Callas) si ritenne da parte di alcuni che la voce naturalmente lirica e morbida di Domingo non assolvesse agli strali furenti del moro geloso, un pò forse confondendo la complessa e bellissima parte di Otello con la sola entrata dell'Esultate, ed un pò anche avendo nelle orecchie il solo precedente di Del Monaco che prima di Domingo pareva costituire l'unico approccio possibile al ruolo. Il tempo fece giustizia e l'Otello di Domingo da tempo è considerato da quasi tutti un capolavoro tanto quanto la Norma della Callas o la Bohème di Freni e Pavarotti, ma la straordinaria versatilità del tenore, da parecchio tempo pure apprezzato direttore di orchestra a riprova di una musicalità straordinaria e a tutto campo, non si fermò certo ad Otello ma si spinse negli anni successivi anche a Wagner, autore solitamente evitato della voci latine.
Ovviamente e manco a dirlo trattandosi di un fuoriclasse di levatura storica fu un Wagner a suo modo sensazionale ed unico, sempre cantato e mai declamato.
Una indubitabile avvenenza scenica unita ad una notevole predisposizione attoriale (in questo non si può paragonare in alcun modo Domingo agli altri due tenori del celebre trio) rendeva imperdibile ogni sua rappresentazione on stage anche perchè la incredibile generosità del suo canto era pari solo alla incredibile robustezza di questa specie di fenomeno in grado di saltare da una parte all'altra del mondo per alternare Fanciulla del west a Gioconda oppure Vespri siciliani a Manon Lescaut.
Fu quindi immediatamente ingaggiato anche dai cineasti che non capirono come in realtà la grande arte di Domingo non potesse in alcun modo essere ripresa coi piani del cinema e così un attore superbo della Scala si trasformava in una patata lessa di certe Traviate zeffirelliane o Carmen Rosiche....
Ma io ho avuto la fortuna di vederlo più volte in Scala ed è stata esperienza memorabile, Con lui ho cominciato nel citato Ernani e ricordo che il suo successivo Calaf della Turandot del debutto della Dimitrova stette, nelle due sole sere che si tenne, di paro a quella folgore di Principessa, anche se fu con la terza inaugurazione consecutiva del 1984, nella Carmen di Abbado, che trovai il miglior Domingo in assoluto al punto che il quasi immediato confronto con l'alternato Don Josè di Carreras fu spietato a favore del più anziano tenore, troppi colori e troppi accenti misti di disperazione e di voluttà rispetto ad una voce molto bella ma tutta e sempre identicamente sfogata.
Concludo ricordando che tra le centinaia di ruoli affrontati (nessun tenore può sfoggiare la medesima estensione di repertorio) i vertici più assoluti a mio parere raggiunti sono stati De Grieux, Don Josè, Otello, Don Carlos ed Arrigo dei Vespri (straordinario) e Canio, e mi spiace che proprio Domingo costituisca tutt'oggi il più clamoroso abbaglio del mitico Rodolfo Celletti (ma come ha potuto ?) che solitamente di voci ne capiva.
Il fatto che oggi canti ancora e dopo quel mostruoso repertorio è la migliore delle prove che affermare ai tempi che si sarebbe trattato di tenore dalla tecnica poco robusta era pura eresia.
A cavallo tra gli anni settanta ed ottanta i fortunati spettatori del MET ebbero modo di assistere ad una incredibile messe di spettacoli irripetibili grazie a quel duo di autentici fuoriclasse che rispondevano al nome di Renata Scotto e Placido Domingo e grazie al cielo molti DVD video consentiranno anche ai posteri di capire cosa può diventare la lirica quando non solo cantata...
Chi non lo ha mai sentito si precipiti alla Scala, di un tenore così, garantito, ne nasce forse uno ogni cento anni, giacchè se Pavarotti aveva una voce di natura lirica sublime, Domingo ha un talento artistico universale che trova quale unico paragone lirico quello di....Maria Callas.
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Messaggioda teo.emme » gio 24 gen 2008, 20:24

Devo dire, caro Stecca, che non sono d'accordo su questo "elogio" di Domingo. Non perchè ne disconosca l'indubbia importanza e le oggettive qualità, ma perchè se è vero che vi sono molte luci è pur vero che vi sono anche molte ombre. Fai bene a ricordare gli anni RCA, che segnano, a mio parere, l'apice della carriera di Domingo (con qualche eccezione, come l'Elisir d'Amore, che resta forse la più brutta incisione di quell'opera). Ma nel descriverne l'eccezionalità mi limiterei proprio a quel periodo. Da lì in poi (nessuno mi "impallinerà" mi auguro) è iniziata una lunga, lunghissima parabola discendente, che ha portato una voce di natura "bella" - ma con evidenti problemi negli acuti (che non sono mai stati sonori, ma piuttosto schiacciati e faticosi, e che via via sono peggiorati) e tendente a "sbracarsi" (intendo con questo aprire il suono, stimbrandolo, risultando volgare e approssimativo, come certo Di Stefano) e a perdere controllo - ad una caduta continua, senza peraltro, vedere ancora il sospirato fondo. Con gli anni, dicevo, tali problemi sono peggiorati, e ad essi si è aggiunta poi una sostanziale genericità di accento, una costante "affettazione" nel cantare "col cuore in mano" direbbe qualcuno. E questo per qualsiasi ruolo affrontato, ognuno identico all'altro e appiattito. E da qui la serie di registrazioni a mio giudizio assemblate (e poste sul mercato) con l'unico criterio del nome, piuttosto che per una ragionata scelta artistica. Si pensi alle deludenti incisioni DGG (Luisa Miller, Aida, Rigoletto, Traviata, Lucia di Lammermoor, Un Ballo in Maschera, Idomeneo..). Credo che la genericità e certa approssimazione tecnica di questa lunga decadenza, sia dovuta anche (ed è spesso così) alla raggiunta celebrità. Al fatto che la fama avesse ormai sopravanzato le qualità, o meglio avesse reso superfluo l'approfondimento. L'Otello di Verdi (ruolo che ha accompagnato l'intera carriera di Domingo) è testimone di questa discesa. Le ultime prove (parlo di quello scaligero, ma gli stessi problemi erano riscontrabili in nuce, anche nella precedente incisioneDGG) sono semplicemente imbarazzanti: un tenore che non riesce a raggiungere con facilità i LA e i SIbemolle (non vi sono infatti, DO acuti o note più alte nella partitura). Per tacere poi dell'affanno e dell'oscillazione. Ma ancora Domingo è andato avanti, cercando il trucco dell'interprete per nascondere le difficoltà: si è buttato su Wagner per trovare un pò di respiro (checchè si pensi il contrario il tenore wagneriano è molto meno impegnativo di quello belcantista e verdiano). Ma anche lì cominciano i problemi. Del resto è ovvio dopo una carriera così lunga che non si ha la lungimiranza e l'intelligenza di voler interrompere (e andrà avanti, visto il riciclo come baritono). Non voglio negare la grandezza di Domingo (anche mediatica e commerciale, sia ben chiaro), ma un conto è il mito, un conto la realtà. Ora è il turno di questo Cyrano. A parte l'opera in sè, che è di rara bruttezza, un dei prodotti più mediocri del nostro mediocre verismo. Suggerisci di correre in massa. E perchè? Per vedere il simulacro di un grande cantante? Per ascoltarne le inevitabili defaillances? Io non vorrei, pur non essendo mai stato un suo fans, sporcarmi il ricordo di tante belle incisioni (circoscritto agli anni '70) con la triste (ed ennesima) constatazione dello stato degli atti! Anche perchè a furia di spostare più in là il tempo non vorrei che iniziassero a prevalere ricordi e testimonianze della decadenza e caduta, piuttosto che quelle degli anni d'oro! E sarebbe assai triste per chi ascolta e per chi canta. Un brutto servizio che Domingo sta facendo a sè stesso.
Ultima modifica di teo.emme il ven 25 gen 2008, 2:10, modificato 1 volta in totale.
teo.emme
 

Domingo

Messaggioda Luca » gio 24 gen 2008, 22:45

Grazie caro Teo.emme di questo sensato bilanciamento di pareri. Nemmeno io sono stato e sono un fan di Domingo e men che meno ora. Personalmente l'ho sempre trovato un cantante incompleto: belle senz'altro certe sue prove, ma vuoi per gli acuti, vuoi per certa superficialità interpretativa mascherata dalla sua voce da 'amoroso latino' non mi ha mai convinto fino fin fondo. Quando poi si è avvicinato a ruoli eroici, non so se l'eroismo (nello squillo tenorile e nel piglio interpretativo) si è avvicinato a lui.

Saluti, Luca.
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Messaggioda walpurgys » gio 24 gen 2008, 23:28

Invece io ringrazio Stecca per il suo pensiero su Domingo, perchè il buon Placido oltre ad essere tra i miei tenori preferiti, è realmente interprete e cantante di grande livello e statura.
Le sue prove in Verdi, Puccini, repertorio francese, verismo e Wagner mi hanno sempre affascinato per la voce calda, carnosa, naturalmente sensuale, per le interpretazioni immedesimate, viscerali, esteriori, autentiche e sfumate, per il timbro personalissimo, riconoscibile dotato di ombre baritonali.
Ha dato tutto se stesso al teatro ed al canto, con vicende alterne è vero, ma se nel 2008 è ancora presente e continua a cantare ruoli tenorili vuol dire che la voce (gli acuti schiacciati oltre al La li ha sempre avuti e lui lo ha sempre saputo, ma la cosa non gli ha impedito di affrontare sfide impegnative) è stata amministrata con saggezza...ovvio che non è fresco come un giglio, ma è arrivato ad un punto della sua carriera in cui può fare ciò che vuole e può permettersi ancora di debuttare nuovi ruoli.
Non dico che in tutti i ruoli che ha inciso o interpretato sia interprete storico, ma in quelli in cui il canto andava all'unisono con la musica Domingo si innalza ad interprete storico.
E' tutt'ora un grande artista quindi CHAPEAU Placido e in bocca al lupo per il Cyrano! :D :wink:
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Messaggioda Luca » ven 25 gen 2008, 0:34

Ha dato tutto se stesso al teatro ed al canto, con vicende alterne è vero, ma se nel 2008 è ancora presente e continua a cantare ruoli tenorili vuol dire che la voce (gli acuti schiacciati oltre al La li ha sempre avuti e lui lo ha sempre saputo, ma la cosa non gli ha impedito di affrontare sfide impegnative) è stata amministrata con saggezza...ovvio che non è fresco come un giglio, ma è arrivato ad un punto della sua carriera in cui può fare ciò che vuole e può permettersi ancora di debuttare nuovi ruoli.
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A tarda età lo udremo ancora fare il latin lover attempatello, senza contare che anche quando era giovane non è che brillasse per metallo e squillo gioviale e giovanile...

Mah. A chi piace se lo tenga....
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Messaggioda teo.emme » ven 25 gen 2008, 1:33

walpurgys ha scritto: E' tutt'ora un grande artista quindi CHAPEAU Placido e in bocca al lupo per il Cyrano!


Certamente "in bocca al lupo"! Ci mancherebbe altro..se non altro per un rispetto giustamente guadagnato! Interprete storico? Certamente, non lo voglio assolutamente negare! Grande artista? Lo è sicuramente stato, e probabilmente lo è ancora (per certi versi), visto che in qualche modo "affascina" chi lo ascolta. Ma andando un pò oltre, lasciando perdere l'affetto (legittimo, intendiamoci), mi sembra indubbia la parabola discendente che (per mille motivi che sarebbe troppo lungo e complesso elencare) ha segnato la carriera del cantante. A mio giudizio già a partire dalla fine degli anni '70! Si sentano le incisioni DGG oppure l'orrendo Ernani scaligero che risale addirittura all'82, dimostrando già allora la crisi. Insomma io - pur ribadendo il fatto che non sono mai stato un suo fan - preferisco ricordare un altro Domingo piuttosto che rivedermi le difficoltà dell'Otello scaligero.

Quello che però mi stupisce è che un artista intelligente quale è Domingo non faccia altre scelte.
teo.emme
 

Messaggioda Tucidide » ven 25 gen 2008, 8:56

teo.emme ha scritto:Quello che però mi stupisce è che un artista intelligente quale è Domingo non faccia altre scelte.

Pare che PD abbia dichiarato che finché sentirà il pubblico applaudirlo, continuerà a cantare. Smetterà quando lo fischieranno.
Piccola maramaldata, a mio modo di vedere: logico che non verrà mai fischiato! Chi si prenderebbe la responsabiità storica e morale di fischiare un monumento come Domingo?

Sulla parabola che dice teo.emme, devo dire che mi trovo d'accordo solo in parte: ritengo che la carriera di Domingo sia una sorta di sinusoide.
Incominciò cantando dicretamente (anni 60) ma con acuti molto ingolati e faticosi - ho in mente il recital diretto da Santi ristampato dalla Teldec, poi migliorò (ecco i giustamente ricordati anni 70, costellati di grandi prove - Don Carlo, Manon Lescaut con la Caballé, Oberon e tanti altri, pur con qualche défaillance, come il Trovatore di Vienna), peggiorò sul principio degli anni 80 (Tosca con Levine, l'Ernani appunto, la Manon Lescaut e l'Aida della DGG), si rimise a posto (fine anni 80 - inizio anni 90) riottenendo risultati buoni (Tosca con Sinopoli), poi risopraggiunse un declino che perdura ancora.
Chissà se Placido saprà stupirci nuovamente...
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
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Re: Placido Domingo...

Messaggioda liebelei » ven 03 ott 2008, 23:00

Celletti e Domingo . Stecca raccontava l'avversione del critico. Se c'e' stata,e' stata successiva alla mia ibernazione; durante i tempi della mia gioventu',no. Io ho smesso di ascoltare ,con rarissime eccezioni, l'opera nel 78. Le mie due ultime esperienze furono un Ernani a Roma con uno splendido Bruson,e un recital di Domingo all'Auditorium di via della Conciliazione. Li' onestamente mi era parso proprio alla frutta. E irrimediabilmente.Premetto che il suo modo di affrontare l'Otello nel 76 mi era pure piaciuto.
A proposito dei giudizi talora entusiastici di Celletti, leggete le recensioni all'Oberon,al Don Carlos e soprattutto alla Giovanna d'Arco. E se vogliamo anche alla Tosca 73.
Come giustamente Stecca diceva, la sua prestanza scenica era peraltro sbalorditiva. Ricordo una certa splendida Manon all'Arena.Ma il tempo e' passato.
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Re: Placido Domingo...

Messaggioda pbagnoli » sab 04 ott 2008, 12:26

Credo che Placidone abbia più o meno ufficialmente concluso quello che aveva da dirci con il Tristan inciso per la Emi con Pappano e la Stemme. So che WSM, per esempio, non lo apprezza, ma io lo trovo un capolavoro.
Certo, mancherebbe ancora qualche personaggio da raccontarci: per esempio, come suggeriva Matteo, un suo Captain Vere. Ma potremmo accontentarci.
Per me è stato un indispensabile compagno di viaggio nelle mie tappe di avvicinamento al mondo dell'opera: forse non ne sarà stato un raffinato esegeta, ma un grande, grandissimo comunicatore, questo sì.
E, concordo con Walpurgys, anche un eccellente interprete wagneriano, uno dei più importanti degli ultimi 25-30 anni
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Re: Placido Domingo...

Messaggioda DottorMalatesta » mar 09 lug 2013, 21:39

Domingo ricoverato in ospedale a Madrid per un'embolia polmonare. Riposo assoluto per almeno 3-4 settimane.

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 00012.html

Avevo già previsto di andarlo a sentire al concerto in Arena il 15 agosto. Pazienza, anche perché nel pomeriggio ho saputo che per motivi di lavoro non sarei comunque potuto andare :x .

Forza Domingo!

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Re: Placido Domingo...

Messaggioda Enrico » mer 10 lug 2013, 0:51

DottorMalatesta ha scritto:Avevo già previsto di andarlo a sentire al concerto in Arena il 15 agosto.

Tre o quattro settimane finiscono prima del 15 agosto...
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Re: Placido Domingo...

Messaggioda DottorMalatesta » gio 18 lug 2013, 21:22

In uscita il 27 agosto.

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Re: Placido Domingo...

Messaggioda DottorMalatesta » gio 18 lug 2013, 21:38

ENRICO!!!!!
Che ci fa Domingo nella sezione "tenori"?????
:mrgreen:

: Nar :

Penso che il CD valga l'acquisto (anche) solo per la copertina!
:lol:

DM

P.S. OT: secondo voi qual è il CD d'opera con la più bella copertina? In ambito operistico non saprei. In ambito sinfonico ho amato alla follia le copertine del ciclo Mahler inciso da Bernstein con le copertine di Erté.
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Re: Placido Domingo...

Messaggioda pbagnoli » dom 03 nov 2013, 19:59

Non poteva mancare la recensione del disco verdian-baritonale di PD. Eccovela in home
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
(Arturo Toscanini, ai musicisti della NBC Orchestra)
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Re: Placido Domingo...

Messaggioda DottorMalatesta » lun 04 nov 2013, 11:16

Caro Pietro,
coll´unico “baritenore” oggi in circolazione hai voluto essere particolarmente generose affibbiando mezza stellina in piú. Io, francamente, sarei stato piú rigido. Io mi domando cosa possa passare nella testa di un artista che si avvia sul viale del tramonto. Perché mai Domingo, che pure è stato artista acclamatissimo, vuole uscire di scena lasciando dietro di sé un ricordo tanto discutibile? Idem per Pavarotti.
Mah…
Comunque ho talmente tante cose in arretrato da ascoltare che penso non dedicheró tempo a questo recital (magari mi ascolteró solo il Balen, giusto per la curiositá di vedere se sfuma “la tempesta”).
Non si puó non riconoscergli dei meriti in ambito verdiano (Otello, Ernani, Alvaro, Don Carlo…), sebbene in ognuno di questi ruoli io gli preferisca altri cantanti.
Sarei inoltre ben piú critico nel valutare la sua carriera wagneriana. D´accordo: il timbro caldo, sensuale (latino?) è stata una ventata di novitá in molti personaggi (Tannhauser, Walther, Parsifal, Lohengrin, Siegmund). Ma è soprattutto (solo?) per una questione timbrica. Ma dopo i primi 5 minuti di ascolto il fascino del timbro sfuma rapidamente se non è sostenuto da altro. E, personalmente, nel Wagner di Domingo io non trovo molto altro. Al di lá della pronuncia (comunque pessima, e lo dico da persona che vive in mezzo a germanici!), è proprio la padronanza del declamato wagneriano che gli fa difetto, quelle minime inflessioni accentuali e ritmiche di cui vive il canto in Wagner. L´ultima sua apparizione wagneriana (a meno che non decida di fare Re Marke), Tristan, è decisamente senescente. Non potrei invece rinunciare al suo Tannhauser ma, parliamoci chiaro, soprattutto per la direzione di Sinopoli.
IMHO!
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