Si tratta del tenore cinese Yijie Shi, che finora avevo apprezzato come rossiniano: ricordo per esempio un eccellente Lindoro a Nancy (non chiedetemi perché diamine fossi a un'Italiana in Lorena, non mi viene in mente), ma adesso Shi, ben consigliato, ha deciso di passare al repertorio romantico, insomma di fare il salto che Florez dovrebbe fare e non fa.
Premetto che Shi ha un timbro abbastanza anonimo e in ogni caso non bellissimo e un volume "normale". Non è di quei cantanti che ti saturano le orecchie, però nella nuova sala di Firenze, che non è piccola, si sentiva benissimo.
Detto questo:
a) canta l'insensato mi bemolle scritto da Donizetti nella cadenza di "Verranno a te sull'aure", che nessuno fa mai e, quel che più conta, esegue la scena finale senza abbassarla, e oggi così fan (quasi) tutti;
b) ha dei fiati lunghissimi;
c) si capisce ogni parola che canta;
d) fraseggia con estrema eleganza, dinamica varia, senso della parola;
e) recita piuttosto bene e non è grasso-vecchio-brutto;
f) gli acuti non sono squillantissimi ma sono molto sicuri;
g) nella ricordata scena finale mi ha commosso e non è che io sia un salice piangente.
Morale: chi può vada a sentirlo e poi mi faccia sapere che ne pensa.
Saluti e ossequi a tutti
AM
PS: chi può/vuole/si fida vada anche il 7 novembre allo Strehler dove danno l'ultima opera di Francesco Filidei su Giordano Bruno che ho ascoltato sabato a Reggio Emilia e che è una bomba.
E con questo i consigli del vecchio e un po' rincoglionito zio Alby
sono finiti.