Bignamini e la Verdi "proseguono" con Strauss

sinfonia, cameristica e altri generi di musica non teatrale.

Moderatori: DocFlipperino, DottorMalatesta, Maugham

Bignamini e la Verdi "proseguono" con Strauss

Messaggioda vivelaboheme1 » ven 30 mag 2014, 17:13

E' difficile riparlare di musica - e anche ascoltarla - nei giorni, in cui, a Milano, l'epocale Esa-Pekka Salonen ci sta "portando" a nuovi confini dell'interpretazione musicale e della stessa tecnica della direzione d'orchestra.
Ma la grande musica non si ferma mai: e, mentre proseguono (da giugno) alla Scala le repliche della straordinaria Elektra, dall'Auditorium e dall'orchestra Verdi giunge quello che va considerato, e di gran lunga (in attesa naturalmente dello Zarathustra by Salonen), il miglior esito sinfonico in "tema" di Richard Strauss ascoltato a Milano nella stagione del 150° della nascita del compositore (ben oltre le esecuzioni ascoltate in Scala a firma di Chailly - modesto Till - o anche del pur ottimo Jordan - ragguardevole Heldenleben) : il Don Chisciotte eseguito dalla Verdi diretta da Jader Bignamini e dal "cello" Mario Shirai Grigolato, con l'ottimo apporto della viola Gabriele Mugnai. Dai primi secondi di musica, eravamo già "nel cuore" della vicenda. C'è, fra i viventi (purtroppo inattivo da tempo, pur con speranze annunciate di un ritorno), un solo direttore che possa iniziare il "Don Quixote", con la poesia di un rubato vertiginoso espressa da Jader Bignamini sul podio della Verdi: e si chiama Georges Pretre, l'uomo-poesia della musica.
Naturalmente, Bignamini - magnificamente seguìto dall'orchestra - impone poi una personalità differente da quella del grande francese: Pretre predilige il "flou", lo Strauss del maestro cremonese è invece traslucido nelle tinte accese, vivide, nel tratto già novecentesco impresso ad una composizione che data al 1897. Non c'è alcunché di "reazionario" o "passatista" nello Strauss di Bignamini: lo si era notato, ad inizio di serata, anche in un DonJuan se vogliamo un po' estremistico (ma coraggiosissimo!) nella scansione rapidissima (l'orchestra ha tirato un istante il fiato, sull'attacco) e nel virtuosismo portato all'estremo, eppure liricissimo là dove aveva da esserlo. Ma l'esito di Don Quixote è stato superiore, commovente nel lirismo e travolgente nell'espressione e nei colori. Straordinario, fin dalla grazia impagabile dell'enunciazione del tema dell'eroe da parte dell oboe, e poi nelle onomatopee della seconda variazione (pecore e montoni...) affidate alla sordina degli ottoni e ai legni. Poi, si è via via imposto il violoncello di Mario Shirai Grigolato (in dialogo con la viola di Mugnai) qui probabilmente al massimo esito della carriera: in totale simbiosi con Bignamini, lo strumentista della Verdi ha sparso a piene mani poesia ed espressione (ribadite poi, con Mugnai, nel bis: un memorabile Oblivion di Piazzolla spentosi in un silenzio da brivido...). L'ovazione del pubblico (stavolta l'applauso ritmato non è stato chiamato dal valoroso primo violino Santaniello, ma è nato in sala, spontaneo ed entusiasta: fra ovazioni e bis siamo andati avanti per una mezz'oretta oltre la fine del programma) ha sancito un esito che è quasi sicuramente il massimo stagionale ed uno dei massimi della Verdi, da Delman in poi.
Di Don Juan s'è fatto cenno. La chiusura spetta alla gran dama della serata, la Lilya Zilberstein di inquietante perfezione nella impervia Bourlesque per pianoforte e orchestra. Con quel gioco di polsi e quella diteggiatura che andfrebbero "proiettati" a vista ed uso di ogni allievo di pianoforte, la grande pianista moscovita ha ripetuto (in maniera forse ancor più sbalorditiva) l'esito conseguito lo scorso anno,. con Bignamini e la Verdi, nella Rapsodia-Paganini di Rachmaninov. A metà, la Lilya si è per un istante detersa la fronte con un fazzoletto: non pareva averne biosgno, tale la naturalezza con la quale ha scalato la montagna della pazzesca scrittura di Richard Strauss. Non ha concesso bis (ma... è impossibile esigerlo, dopo quel tour de force), ma il bis è giustamente venuto dopo, dai protagonisti del meraviglioso Don Quixote.
Si replica domenica, alle 16.

marco vizzardelli
vivelaboheme1
 

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