Chung, Scala: "filarmonia" e dediche

sinfonia, cameristica e altri generi di musica non teatrale.

Moderatori: DocFlipperino, DottorMalatesta, Maugham

Chung, Scala: "filarmonia" e dediche

Messaggioda vivelaboheme » mar 28 gen 2014, 13:16

Miracolo a Milano. E’ quanto si è verificato dalle 17.30 alle 22 circa di questa serata (ovvero dal ricordo di Claudio Abbado con la Marcia Funebre dell'orchestra eseguita dall’orchestra con Daniel Barenboim, da Piazza Scala traboccante di folla, i padri con i bambini sulle spalle, fino allo strepitoso concerto di Chung, uno dei più belli nella storia della Filarmonica). All’improvviso, era di nuovo la città che abbiamo amato negli anni dell’infanzia e dell’adolescenza. Miracolo a Milano, o forse, più semplicemente, Claudio Abbado e Milano. Gli anni migliori della nostra vita.
Dopo il concerto di Chung, abbiamo parlato con Ernesto Schiavi, stupito dalle “coincidenze” (ma sono coincidenze?) : il programma già dedicato a Carlo Maria Giulini è stato ulteriormente dedicato a Claudio Abbado. Non solo ( e qui sta quella he parrebbe una mano divina): in tempi ancora lontani dalla scomparsa di Abbado, il programma originale (Terza e Quarta di Brahms) si è mutato in “Pastorale di Beethoven e Quarta di Brahms”. E la Pastorale è sempre stata sinfonia prediletta e privilegiata, fra le Nove, da Abbado, che l’ha studiata e ristudiata, proposta e riproposta, sempre rinnovata nella lettura. Non solo – ci ha ricordato ancora Schiavi: proprio questo concerto di Chung è venuto a coincidere con le date d’inizio della storia della Filarmonica, e con l’addio a chi ne è stato il Fondatore.
E la serata, già così forte nei temi e nelle emozioni, è coincisa con uno dei più memorabili concerti di tutta la storia della Filarmonica della Scala. Tale la nuova apparizione sul podio di un Chung sempre più zen, essenziale, profondo – e magistrale nel dominio tecnico e tematico della due sinfonie. E nel feeling unico – e comprovato, negli anni, da tante apparizioni, con l’orchestra. C’è una sola parola che esprime che esprime quel che “scatta” fra Chung e Filarmonica, quando il maestro coreano sale su questo podio: è amore vero! Tutto quel che accade poi: la qualità dell’esecuzione e della lettura, l’abbraccio del pubblico (una vera ovazione, e non è un pubblico sempre così caldo!), il direttore che si siede sul podio davanti agli orchestrali e nessuno, né lui né loro, si alza, in omaggio reciproco. Tutto questo è “feeling”. Amore, vero.
E che qualità di esiti: una Pastorale acquarellata nelle tinte e bulinata fino all’estremo nel disegno (la natura orientale di Chung unita alla sua miracolosa cultura della grande musica europea, e alla sua tecnica mirabile, il gesto sempre più essenziale ma bellissimo, anche se la stupenda mano destra, visibilmente – e l’ha fatto poi notare all’orchestra durante Brahms – gli duoleva) nella quale la concertazione dettagliatissima non perdeva mai di vista, pur nella ricchezza dei particolari, l’unità dell’insieme e della concezione. Particolari spettacolosi: il rilievo dato ai legni in controcanto con i corni (impegnatissimi e precisi). Primo clarinetto e primo flauto e primo oboe e primo fagotto sono tutti personaggi noti della Filarmonica. A Fabrizio Meloni, nello straordinario trasporto dell’esecuzione, si è come sdoppiata una nota: ma perfino quell’irregolarità è stata parte della meraviglia. Cosa non hanno fatto, lui e la squadra tutta dei legni (giustamente fatta alzare da Chung, alla fine) nella Scena del Ruscello. Una poesia. E la seta degli archi nel finale. E l’espressività, si! non solo suono, dei timpani, nel temporale, e ovunque. E (con Chung si sente!) l’ascolto reciproco di tutte le varie parti (con lui davvero orchestra “sinfonica”) che dà vita all’unità del tutto.
La Sinfonia in mi min. di Brahms ha dichiarato e confermato la piena, rigogliosa maturità del direttore: Chung, con la Filarmonica, aveva già eseguito anni or sono il programma-Giulini. La sua Quarta era molto tecnica e tagliente, efficace ma lontana, tematicamente, dall’esito supremo di Giulini. Ma Chung, pur differente dal Maestro di cui fu assistente per tecnica e stile, è, vieppiù nel tempo, assolutamente “giuliniano” nell’approccio rastremato e colmo di una “profondità morale” che ne connota, con intensità sempre maggiore, le letture e le esecuzioni. Il che non toglie che la sua Quarta resti forte e caratterizzata anche dalla tecnica magistrale (sul piano tecnico, Chung ha pochissimi paragoni, al mondo). E che lo Scherzo sia memorabile per virtusosismo e – sì – anche per humour: Chung lo attacca addirittura battendo il piede sul podio e ridendo con l’orchestra, perfetto e assolutamente “in linea” con Brahms, lì e in quel momento! Ma, rispetto al passato (e lo si sente ovunque, negli altri tre movimenti, soprattutto nella Passacaglia
conclusiva) c’è una differente densità di suono e una ulteriormente maturata profondità (ma Chung profondo è sempre stato) di “sentire”, unite alla naturalezza nel porgere (il dato tecnico è risolto in partenza). L’intera orchestra è stata, una volta di più, tutt’uno con il direttore. Davvero Filarmonica, per un concerto che ha fatto pieno onore ad entrambe le dediche.

marco vizzardelli

P.S. L’ultima apparizione di Myung Whun Chung in un’opera alla Scala fu una Madame Butterfly di modernissima e originale lettura musicale. Saranno graditissimi ulteriori sviluppi in era Pereira: ricordiamo che la passata stagione Chung uscì vincente – come pochi potrebbero permettersi – dall’accoppiata Otello-Tristano dati in contemporanea alla Fenice di Venezia. Fuori dalla Scala, dopo la Filarmonica, un Riccardo Chailly molto simpatico e cordiale ha elogiato pubblicamente la qualità del concerto di Chung. Ci auguriamo faccia seguito, da parte sua e di Pereira, l’invito al Maestro coreano per le future stagioni d’opera: molti sono i tioli esplorabili da un direttore in evidente pienezza di splendida maturità, e ricco di quel feeling – amore – con l’orchestra scaligera (non riteniamo sia un caso che la Staatskapelle di Dresda, diretta benissimo attualmente da Thielemann, abbia voluto, per la prima volta nella sua gloriosa storia, anche un Primo Direttore Ospite: per l'appunto Myung Whun Chung).
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