Ancora un eccellente Harding nel Sacre

sinfonia, cameristica e altri generi di musica non teatrale.

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Ancora un eccellente Harding nel Sacre

Messaggioda vivelaboheme » mer 08 feb 2012, 15:15

L'assenza di Esa-Pekka Salonen dal podio della Filarmonica della Scala ha riportato - ed è molto riduttivo parlare di "sostituzione" - Daniel Harding alla guida dell'orchestra, dopo la recente, splendida apparizione. E Harding ha fatto di nuovo "centro", con una meravigliosa lettura del Sacre du Printemps, letteralmente vivisezionato dal maestro inglese. E' un Sacre nel quale la violenza fonica, che tradizionalmente gli s'associa, c'è ma non è mai di prima mano, anzi è come messa fra parentesi a favore d'un clima di "mistero del rito" cui Harding perviene giocando da maestro sul colore, sulla sinuosità di certe frasi (memorabili i "cerchi degli adolescenti"), sulle pause. Ci sono, in questa lettura del Sacre, silenzi impressionanti. E perfino l'accordo conclusivo, trattenutissimo, risuona come un punto di domanda. Poi, certo, c'è - eccome! - la componente ritmica: formidabile, anche nella ricchezza delle dinamiche, l'uso delle percussioni. Ma il "clima" è più misterioso che violento. E c'è un gioco di tinte che stacca e distingue nettamente questa lettura dalla ben nota "linea" Boulez-Salonen. L'interprete Harding ci dà un Sacre alternativo, ma altrettanto affascinante.

Ottimo, nella prima parte, anche l'esito del Concerto in re min per pianoforte e orchestra di Brahms. Harding dimostra di saper anche "impaginare" interpretativamente i suoi programmi. In un concerto tradizionalemente "muscolare", fa prevalere l'aspetto crepuscolare, il gioco di tinte, la nota "intima" sempre presente in Brahms, anche qui. Nella loro recente incisione, anche Thielemann e Pollini avevano posto in rilievo l'apsetto lirico più che quello monumentale. Harding gioca sul chiaro-scuro, in una serata di musica nella quale il "mistero" sembra il filo conduttore. L'ottimo Lars Vogt, al piano, con il suo suono tendenzialmente "scultoreo" più che "pittorico" non è esattamente ideale ad una visione di questo tipo, ma è musicista intelligente e trova un dialogo affascinante con l'orchestra di Harding, una Filarmonica chiaramente affiatata con il direttore e da lui avvinta. Le esecuzioni sono di livello, salvo qualche consueta incertezza dei corni, peraltro alternata a pregevolezze strumentali. Ad ogni apparizione, Harding si conferma una presenza preziosa nell'attuale "panorama" scaligero.


Meno entusiasmante (ma questo è un altro, vecchio discorso) il catatonico, tossicchiante, trillante (cellularizzato) pubblico della Filarmonica, al quale un'orchestra e un gran direttore o un banco dell'Unicredit sembrano suscitare la stessa emozione (forse, anzi, il banco li eccita di più...).

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Re: Ancora un eccellente Harding nel Sacre

Messaggioda MatMarazzi » sab 03 mar 2012, 22:20

vivelaboheme ha scritto:distingue nettamente questa lettura dalla ben nota "linea" Boulez-Salonen.


Grazie mille come sempre.
IO però, a proposito della ben nota linea Boulez-Salonen, ho recentemente rivisto i miei giudizi in proposito.
Secondo me Salonen (il più grande stravinskiano di tutti i tempi :) ) è molto lontano da Boulez. Molto più avanti, molto più estremo e persino (scusatemi) molto più efficace.
Boulez merita la fama che in Stravinsky si è conquistato, ma, se lo si confronta a Salonen, la sua nomea di mago della scomposizione appare esagerata.
Secondo me, nessuno come il direttore finlandese ha portato il potenziale di Strawinsky alle più estreme conseguenze; nessuno ha dimostrato come lui che il dettaglio non è solo qualcosa da rilevare e da scomporre, ma un qualcosa da far vivere.
Ricordo la folgorazione di Renard.
Quello di Salonen potrebbe essere citato come la più grande incisione Stravinskiana di tutti i tempi... Quello di Boulez (che ho anche sentito dal vivo) sembrava fin vecchio.

Scusate l'OT

(Devo però ammettere, au contraire, che Boulez ad Amsterdam si è divorato Salonen nella Casa di Morti).

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Re: Ancora un eccellente Harding nel Sacre

Messaggioda Enrico » dom 04 mar 2012, 3:46

Io direi che Boulez, sentito una sola volta dal vivo con l'orchestra della BBC a Messina intorno al '96-'97, mi era sembrato non vecchio ma decisamente "classico": per la Sagra della Primavera non ricordo, ora, altri termini di confronto importanti. C'era stato anche, intorno a quegli anni o poco prima, anche un concerto diretto da Salonen: non ricordo il programma, ma io non c'ero.
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Re: Ancora un eccellente Harding nel Sacre

Messaggioda MatMarazzi » dom 04 mar 2012, 18:10

Enrico ha scritto:Io direi che Boulez, sentito una sola volta dal vivo con l'orchestra della BBC a Messina intorno al '96-'97,


Probabilmente è la stessa tournée che arrivò anche a Ferrara, perché anche io ho visto quel concerto.
Nella prima parte (era così anche da te?) si eseguiva il Rossignol, nella seconda parte la Sagra.
Poi ho sentito dal vivo Boulez a Aix nel 98 (Barbablu con regia - fallimentare - di PIna Bausch), a Parigi sempre nel Barbablu con Jessye Normann, ancora a Aix per Renard, Retablo e Pierrot Lunaire con la regia di Grueber (e la Silja) e infine ad Amsterdam per il debutto della famosa Casa di Morti con la regia di Chéreau.
Bravissimo l'ho trovato sempre, ma geniale solo nella Casa di Morti (dove non ha lasciato spazio a nessuno, né a MacKerras, né ad Abbado, né a Salonen).

mi era sembrato non vecchio ma decisamente "classico"

Hai ragione! :) La parola "classico" rende molto più l'idea.
Certo che per uno come lui deve risultare più un insulto quello ...che sentirsi dare del vecchio! :)
Scherzi a parte, se non ci fosse Salonen, continuerei a essere di quelli che ritengono Boulez il maggior strawinskiano del mondo.

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Re: Ancora un eccellente Harding nel Sacre

Messaggioda Enrico » dom 04 mar 2012, 18:30

MatMarazzi ha scritto:
Enrico ha scritto:Io direi che Boulez, sentito una sola volta dal vivo con l'orchestra della BBC a Messina intorno al '96-'97,


Probabilmente è la stessa tournée che arrivò anche a Ferrara, perché anche io ho visto quel concerto.
Nella prima parte (era così anche da te?) si eseguiva il Rossignol, nella seconda parte la Sagra.


Nella prima parte c'era, con il coro, la Sinfonia dei Salmi.
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Re: Ancora un eccellente Harding nel Sacre

Messaggioda vivelaboheme » mer 07 mar 2012, 18:39

Al di là dell'ottimo esito del succitato concerto di Harding, concordo in pieno con Matteo.
Il Sacre a firma di Salonen è una lettura "capitale", specie se si ha occasione (com'è accaduto a chi qui scrive, a Lisbona) di ascoltarlo con Esa-Pekka alla guida della sua Philarmonia. In primo luogo per la profondità inaudita del suono (che Salonen riuscì peraltro ad ottenere anche dalla Filarmonica della Scala, in una sua apparizione "stravinskiana" milanese): un suono arcano, che pare provenire da abissi inesplorati. L'inaudita libertà metrica (in questo sì, oltre la lezione di Boulez), il pazzesco virtuosismo che, mai fine a se stesso, diventa "struttura" ed interpretazione, tutto questo fa del Sacre firmato-Salonen un unicum storico, e probabilmente - sì - la massima lettura di sempre data alla straordinario capolavoro di Stravinsky. E sicuramente una delle più sconvolgenti esperienze che sia dato vivere, di quiesti tempi, in una sala da concerto.

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Re: Ancora un eccellente Harding nel Sacre

Messaggioda Enrico » mer 11 lug 2012, 1:21

MatMarazzi ha scritto:
Enrico ha scritto:Io direi che Boulez, sentito una sola volta dal vivo con l'orchestra della BBC a Messina intorno al '96-'97,mi era sembrato non vecchio ma decisamente "classico"


Hai ragione! :) La parola "classico" rende molto più l'idea.
Certo che per uno come lui deve risultare più un insulto quello ...che sentirsi dare del vecchio! :)
Scherzi a parte, se non ci fosse Salonen, continuerei a essere di quelli che ritengono Boulez il maggior strawinskiano del mondo.


Ho ascoltato un cd con la Sagra della Primavera (versione del 1947) diretta da Strawinsky nel 1960 con la Columbia Symphony Orchestra. Stranezze ritmiche, suoni aspri, interpretazione graffiante, direi che Strawinsky era anche lui un grande strawinskiano: nel mio ricordo di Boulez i suoni che venivano fuori dall'orchestra erano invece belli quasi quanto quelli di Karajan, e le sonorità piene, morbide, possenti (complice l'orchestra della BBC). Ascoltando la direzione dell'autore ho meglio compreso il discorso fatto su Strawinsky (e la critica alla registrazione di Bernstein, anche quella "troppo bella" ma poco "fedele") da Kunndera ne "I testamenti traditi".
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Re: Ancora un eccellente Harding nel Sacre

Messaggioda VGobbi » mer 12 ago 2015, 17:53

Sentito "La sagra della primavera" diretta da Salonen con la Los Angeles Philarmonic. Folgorato! Non ho altre parole. Certo, ammetto di non aver sentito molte edizioni per un confronto, ma al momento Salonen distanzia i pochi che ho sentito, tra cui Abbado. Non lo credevo così bravo!!!
Nemmeno noi siamo d'accordo con il gobbo, ma il gobbo è essenziale! Guai se non ci fosse!
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Re: Ancora un eccellente Harding nel Sacre

Messaggioda vivelaboheme1 » lun 17 ago 2015, 10:09

Il Sacre di Salonen è uno di quei rari casi in cui si può realmente parlare di "pagina nuova", da un punto di vista interpretativo, rispetto a qualunque precedente. Ancora meglio quando lo esegue con la Philarmonia (lo ascoltai a Lisbona alla Gulbenkian, l'intera sala letteralmente travolta). E' effettivamente un'esperienza trascendentale.


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