Maria Stuarda (Donizetti)

recensioni e commenti di spettacoli visti dal vivo

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Messaggioda pbagnoli » ven 18 gen 2008, 13:08

Domenico Donzelli ha scritto: quanto ai soprannomi dei cantanti non vedo perchè farsene scandalo.
Sulle locandine scaligere il santo e divino nome della Maria veniva regolarmente storpiano e corretto con "Menegona" o con "Calli", tralascio poi sul cognome coniugale una storpiatura fecale.

Tu non vedrai il perché, ma io sì, specie quando la cosa esce dai termini dello scherzo amabile per arrivare all'insulto deliberato.
Nella fattispecie, di quello che ha scritto Mozart 2006 censuro non tanto il "Catenacci" - accettando parzialmente quello che dice Donzelli - quanto il "quando mai è stata qualcuno", che è una falsità perché stiamo parlando di una delle più importanti cantanti italiane degli ultimi 25 anni, oltre che una delle pochissime da esportazione che abbiamo.
In questi giorni sia io che Matteo siamo incasinati a sufficienza per poter star dietro al forum in modo adeguato, per cui faccio appello al senso di responsabilità di ognuno per evitare di cadere in queste considerazioni che, come già detto e stradetto sino alla noia, qui non sono accettate.
Altrimenti - come dicevano Bud Specer e Terence Hill - ci arrabbiamo.
Grazie
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Messaggioda mozart2006 » ven 18 gen 2008, 14:35

pbagnoli ha scritto:
Domenico Donzelli ha scritto: quanto ai soprannomi dei cantanti non vedo perchè farsene scandalo.
Sulle locandine scaligere il santo e divino nome della Maria veniva regolarmente storpiano e corretto con "Menegona" o con "Calli", tralascio poi sul cognome coniugale una storpiatura fecale.

Tu non vedrai il perché, ma io sì, specie quando la cosa esce dai termini dello scherzo amabile per arrivare all'insulto deliberato.
Nella fattispecie, di quello che ha scritto Mozart 2006 censuro non tanto il "Catenacci" - accettando parzialmente quello che dice Donzelli - quanto il "quando mai è stata qualcuno", che è una falsità perché stiamo parlando di una delle più importanti cantanti italiane degli ultimi 25 anni, oltre che una delle pochissime da esportazione che abbiamo.
In questi giorni sia io che Matteo siamo incasinati a sufficienza per poter star dietro al forum in modo adeguato, per cui faccio appello al senso di responsabilità di ognuno per evitare di cadere in queste considerazioni che, come già detto e stradetto sino alla noia, qui non sono accettate.
Altrimenti - come dicevano Bud Specer e Terence Hill - ci arrabbiamo.
Grazie


Carissimo Pietro,
accetto la tua reprimenda e mi scuso.Ma se la signora Antonacci é una delle piú importanti cantanti italiane degli ultimi 25 anni,allora ritiro tutto quello che ho scritto della Devia,perché alla radio si percepiva semplicemente la differenza tra una voce correttamente impostata ed emessa ed una spezzata in tre tronconi.Credo di aver capito che la vostra concezione del canto antepone l´espressivitá alla tecnica.Benissimo,ma secondo me questo non vale nel repertorio belcantistico,dove senza una base corretta non si puó nemmeno parlare di interpretazione.
Un saluto dalla Germania
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Messaggioda pbagnoli » ven 18 gen 2008, 15:10

Non ho ancora sentito la recita in questione (che immagino sarà disponibile su OS) perché non ho avuto tempo nemmeno per cercarla ma, nel dubbio, tengo per buono il tuo parere. Ci sta, dopotutto, che chiunque - Antonacci compresa - possa aver avuto una serata storta.
Voglio anzi andare oltre e, non ascoltandola da un po' di tempo, sono anche disposto a pensare che stia vivendo un periodo di serie difficoltà vocali o che sia sulla via del tramonto.
Tutto questo va bene e ci sta.
Non sono invece per niente d'accordo - perdonami se insisto, ma il principio deve essere ben chiaro - nell'affermare cose tipo "quando mai è stata qualcuno" riferita a una cantante come lei. Puoi dire che non ti è mai piaciuta - e andrebbe benissimo perché è un tuo parere da rispettare e difendere come tutti i pareri - ma non una frase come quella che hai detto.
Ciò detto, spero che quella dell'altra sera sia stata una defaillance transitoria perché non è una cantante di cui possiamo serenamente fare a meno...
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Messaggioda Riccardo » gio 24 gen 2008, 1:25

pbagnoli ha scritto:Ciò detto, spero che quella dell'altra sera sia stata una defaillance transitoria perché non è una cantante di cui possiamo serenamente fare a meno...

Purtroppo devo confermare l'infelice serata dell'Antonacci alla prima recita di questa Stuarda.
Da colei da cui mi aspettavo di più è arrivata una lettura interpretativamente piuttosto superficiale e terribilmente limitata a livello espressivo per la costante fatica nelle regioni acute. La cavatina in particolare è stata imbarazzante!
Meglio il finale del II atto, dove le è uscita qualche buona frase. Penso che non si questo un repertorio adatto a lei.

Dalla Devia è arrivato l'inappuntabile (e per certi versi ammirevole) sfoggio di meccanismi vocali, ha anche detto tutto sommato bene il "vil bastarda". Ma è naufragata in tutto il resto, cavatina (troppo bassa per lei oltretutto) e scena della confessione compresi. Il personaggio proprio non c'era. Non parliamo poi dell'estenuante e noiosissima scena finale...

Il giovane Fogliani è stato tanto contestato (anche giustamente per certi versi). Ma secondo me l'autentica vergogna di questo spettacolo è stata la regia(?) di Pizzi: un'autentica presa per i fondelli, basti questo.
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Messaggioda Alberich » gio 31 gen 2008, 0:45

Tornato or ora. L'opera mi pare composta da un primo atto mediocrissimo e da un secondo atto molto più bello e con pagine eccezionali.
Scene e regia inutili, non urtavano, ma se l'avessero fatto in forma di concerto non sarebbe cambiato nulla.
La Antonacci non è niente male, anche se pare un po' fuori repertorio. Meli ha una voce bella, ma gli acuti sono stentatissimi. Speriamo sia un problema passeggero, perchè oltre ai mezzi notevoli di cui è dotato è anche un interprete molto coinvolgente (e la parte non è propriamente di quelle memorabili). Ho trovato pessimo il Cecil di Terranova. Brava invece la Gardina e bravissimo, forse il migliore della serata, Cigni come Talbot: bella voce, timbrata, potente, capace di sfumare con gran classe.
La Devia devo dire mi è parsa fuori forma (o ormai in parziale declino, non saprei): ogni tanto è uscito qualche suonaccio metallico del tutto inaspettato. Però si fa ancora valere in molte pagine: il secondo atto, complici anche Cigni, Meli e il coro, è stato davvero toccante.
Direzione non memorabile, con scollature continue tra orchestra e cantanti.

p.s. leggo che Meli è dell'80...direi che ha tutto il tempo di migliorare se vorrà. Speriamo in bene, perchè mi pare una vera promessa.
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Messaggioda walpurgys » gio 31 gen 2008, 11:53

Vista la recita di Sabato 26:
Devia meno in forma che nella Stuarda romana a livello di fraseggio ed interpretazione, colpa secondo me anche della orrida regia e della noiosissima direzione, ma altrettanto formidabile per timbro (anche se un pò vuoto in basso), precisione delle colorature e dei sovracuti.
Il fatto che sia una parte molto centrale non è stato un grosso problema per lei visto che nella scena della confessione, in quella finale è stata realmente toccante!
Meli era indisposto ed è stato sostituito da Dario Schunck anche lui a Roma con la Devia in cui diede una buonissima prova;
bel timbro chiaro e duttile, molto temperamentoso, ma con qualche problemino di intonazione.
Della Antonacci salvo solo il timbro, il resto è stato dimenticabile...e poi perchè fare di Elisabetta una sorta di Baby Jane, isterica, sado-maso e capricciosa ancora non l'ho capito, visto che il personaggio perde sia in regalità, sia in carisma, sia in credibilità!
Sufficiente il basso, buona la prova del baritono ottima la sensibile e dolcissima Anna Kennedy della Gardina che si sentiva più della Antonacci.
Direzione narcolettica, opaca, noiosa, stiracchiata, senza il minimo segno di tensione, romanticismo, niente, nemmeno freddezza...inutile!
E' un'opera che ha le sue pagine migliori e più brucianti solo nelle scene in cui sono presenti la Stuarda e Leicester, tutto il resto è più convenzionale e privo della sensibile ispirazione del Donizzetti migliore, per questo in ruoli "ingrati" come Elisabetta e per esaltare la partitura ci vuole una interprete carismatica che differenzi al meglio il suo timbro con quello della rivale ed una direzione intensissima ed attentissima...qui non c'era nulla!
Inutile come la ripugnante regia di Pizzi che avranno pagato 20 euro al massimo visto che la gabbia...o meglio le impalcature in puro stile restauro del palazzo di Westminster, quella sorta di Ziggurat centrale e le passerelle provenivano da "Europa Riconosciuta" e dalla Stuarda di Macerata, cosi' come gli orridi costumi tutine di pelle nera per tutti i maschietti, copridivani e meringhe per le femminucce.
E stavolta, udite, udite, nemmeno una colonna o un capitello!!!
In scena tutti erano impalati al proscenio (cosi' invettive e frasi amorose venivano dette al pubblico e non ai diretti interessati), stesi sulla scala, passeggiavano e basta.
Pacchiane le trovate del bacio violento di Elisabetta a Leicester, del guanto lanciato da Maria alla Regina e del Boia alla fine che passeggiava sulla passerella.
Bello solo il giardinetto...peccato duri 50 secondi e faccia un rumore tale (stile caffettiera in ebollizione) da coprire l'orchestra!
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''O hehrstes Wunder!
Herrlichste Maid!
Dir Treuen dank' ich
heiligen Trost!...''
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Messaggioda stecca » lun 04 feb 2008, 1:11

Un gran terzo atto della Devia !!! (che in realtà era il secondo parte 2)

E' del tutto ovvio che essendo uno che in un cantante apprezza soprattutto il fascino vocale e la forte personalità anche (nei limiti...) a discapito di qualche impurità nei suoni io non sia propriamente un fan della Devia (come non lo ero di Kraus o della Gencer per motivi diversi, e come non posso esserlo neppure di Florez etc. etc.), però se c'è una cosa che ammiro in un artista è la intelligenza e la capacità di rendere il meglio del possibile, e Mariella Devia ha confermato di essere, da questo punto di vista, una artista con la A maiuscola. Ovvio che l'età gioca sul diaframma che è un muscolo ragion per cui nel forte e mezzo-forte la voce (già di suo non particolarmente nè potente nè compatta) balla come sarebbe innaturale che non fosse cosiccome il gioco dei fiati non può più essere quello (sublime) della Devia di 20 anni fa. A ciò aggiungi che Stuarda è parte prevalentemente centrale e quindi poco adatta al suo mezzo vocale e che in ogni caso anche quando era giovane il difetto della Devia era la inerzia interpretativa nel senso che ogni ruolo era sostanzialmente cantato (superbamente) nello stesso identico modo. Insomma sulla carta poteva essere una serata "inutile" ferma restando la solita "lezione di canto" di un soprano che ha sempre cantato in modo impeccabile e da scuola appunto oramai in età avanzata. Peraltro l'ultima Lucia scaligera mi fece un pò questa indelicata impressione. E per la verità tutto il primo (secondo) atto tra la entrata di Stuarda passata senza il benchè minimo sussulto fino al fiacco finale (ma era prevedibile) lasciava intendere che così sarebbe stato. Anzi debbo dire che la qui vituperata Antonacci mi fece impressione molto migliore del previsto perchè se è vero che la voce è quella che è è anche vero che l'accento e il carisma la facevano Elisabetta a tutto tondo molto più della fino a quel momento dimessa rivale assai poco Stuarda.
Poi però qualcosa cambia e se la Antonacci perde qualche colpo nella micidiale stretta della condanna con Leichester, Stuarda bis dopo un "quando di luce rosea" assai azzeccato, sale in cattedra e terminata una preghiera notevolissima cesella un "D'un cor che muore" che scusate tanto mi sento di definire memorabile, al termine non sono riuscito a trattenermi e ho gridato BRAVAAA come non mi accadeva da tempo. Il finale "Ah se un giorno" ci regala nel da capo un'altra grandissima Devia che fa di necessità virtù e mi esibisce variazioni di gusto sopraffino e chiude con l'acutazzo dei suoi nel generale tripudio. Grande Devia poche balle è una signora cantante e siccome di signori cantanti oggidì ce ne sono poche (e le varie Caballè, Gencer e Sutherland sono a fare le nonne) oggi la Devia è la migliore delle Stuarde possibili quindi evviva alla scala che ce la ha ingaggiata. Certo: frasi come "Così dell'Inghilterra" oppure "per lavare i miei falli" o ancora "Tutto il mondo" etc. nella bocca della caballé erano altra cosa ma chissenefrega dico, resta il fatto che in alcuni punti è stata somma alla sua maniera (magari rendendo irriconoscibile o quasi un brano, ma nel belcanto co sta) ma lo è stata e quindi la serata ne è valsa eccome la pena.
Dei maschietti taccio (Meli non c'era c'era un sostituto) però il Talbot del giovane già citato da qualcuno prima di me non era male.
Ho letto peste e corna di regia e direzione: la scena non mi è affatto dispiaciuta invece e quanto al direttore non saprei...le Stuarde da leggenda che ricordo sono dirette a parte Gavazzeni da gente come santi, Cillario, un signore ottantenne di cui non ricordo il nome etc. etc. insomma normali professionisti, anche stasera l'opera è decollata quando si è messa a tirare fuoroi la sua arte la DEvia, la bacchetta insomma può fare poco di male e di bene in opere così. Lo svogliato Maazel nella traviata dello scorso anno era da cacciare a pedate, a quello di stasera non mi sento di gettare la croce...
Ah concludo: un grazie alla Devia, è con cantanti così che si mantiene il fascino della lirica e il pubblico mica è fesso e alla fine lo ha capito...e complimenti vista l'età !!!
notte
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Re: Maria Stuarda (Donizetti)

Messaggioda DottorMalatesta » mar 08 apr 2014, 16:21

Qualche commento sulla Maria Stuarda andata in scena al Filarmonico di Verona domenica pomeriggio. Come sempre, in quest´opera, grandi erano le aspettative nei confronti delle due protagoniste, Sonia Ganassi come Elisabetta e Mariella Devia come Maria Stuarda.
Il risultato mi è sembrato paragonabile ad una ciambella provvista del classico buco centrale: un´opera pensata ed organizzata principalmente attorno ad una cantante, Mariella Devia, che da sempre – quasi in maniera programmatica – si è distinta per lo scarso temperamento e carisma. Il fatto è che se al centro di quest´opera vi è il vuoto interpretativo, l´intera operazione non può che risultarne fortemente compromessa nei risultati. Anche gli estimatori piú incondizionati non possono non rilevare in Mariella Devia un pallore interpretativo e un ripiegarsi sugli aspetti formali del canto. Una cura degli aspetti formali del canto che le hanno comunque permesso di affrontare questo ruolo ad un´età in cui quasi tutte le sue colleghe hanno da tempo smesso di calcare le scene. Il problema è che, se grande interprete non è mai stata, della Devia resta il canto. E la sua prestazione dovrà essere valutata solo dalla qualitá del canto. Un canto che, per ragioni anagrafiche, non può che essere estremamente problematico: acuti metallici, agilitá imprecise, gravi inesistenti, linea fissurata, fraseggio risaputo. Le note ci sono tutte, e la gestione dei fiati sono pur sempre quelli di una grande cantante. Ma l´interprete resta prevedibile, prevedibilissima, in una parte dove si può essere disposti a qualche imprecisione vocale in piú a patto di poter percepire un´impronta teatrale forte (emblematico il caso della Di Donato al Met, forse la maggior interprete odierna del ruolo della Stuarda). Altrimenti ci si annoia, senza neppure poter apprezzare dei bei suoni. Al riguardo, il confronto con Sonia Ganassi funge da cartina da tornasole, non solo dal punto di vista vocale, ma soprattutto da quello interpretativo, sebbene anche in questo caso si sia ben lontani dal carisma fuori dal comune di Elisabetta la Grande.
Attorno a questo eloquente “vuoto” centrale, la ciambella è risultata appena appetibile: variabili dal buono al discreto le parti di fianco e il coro, e accettabile la direzione, pur se con una predilezione per tempi piuttosto letargici. Il colpo di grazia era dato dalla regia radical-chic con evidenti richiami a Pizzi, Ronconi e Vick.

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Re: Maria Stuarda (Donizetti)

Messaggioda pbagnoli » mar 08 apr 2014, 18:28

Caro Francesco,
approfittando del tuo post bello ed equilibrato, mi sono riletto tutto il thread che dimostra quanto questa cantante riesca a solleticare la fantasia di chi si sente orfano di un modo di cantare antico (stavo per scrivere vecchio).
Nessuno - nemmeno il detrattore più ottuso - obietta alcunché sul magistero tecnico di MD.
Solo in Italia - credo - si scatenano deliri su questa brava cantante che viene investita da una serie di competenze non sue, a cominciare dal mantenere in piedi i ruoli Ronzi solo per il fatto che appartengono genericamente all'ambito belcantistico.
Solo in Italia si ammira incondizionatamente una cantante ultrasessantenne, ormai ai margini della carriera, ormai in chiara difficoltà vocale, solo perché si rifiuta aprioristicamente l'idea che - in questo come in altri ambiti - ormai prevalgano altri modelli (il tuo riferimento a Joyce DiDonato è quanto mai pertinente).
MD non ha mai avuto un'idea di intepretazione, nemmeno ai suoi tempi migliori: ho ancora come un incubo il ricordo di una Lucia alla Scala dove lei fu di una noia mortale, nonostante filatini e fiatini ovunque.
Solo in Italia si viene insultati a morte - come è capitato a me su Facebook, poco fa, da parte di un idiota perfetto sconosciuto - se si osa mettere in dubbio la santità di MD.

Mi chiedevo la ragione di questo bizzarro comportamento.
Sono arrivato alla conclusione sopra esposta: MD è ormai la depositaria di un modo di cantare che è stato superato dalla Storia, che non esiste più se non in pochissimi esponenti.
Questo non vuol dire che una Maria Stuarda non si possa più rappresentare: la DiDonato cui facevi riferimento è un esempio attendibile di come sia evoluto il discorso in questi anni.
Ma MD è stata investita dai pochi nostalgici italiani di competenze che non le appartengono, e che le permetteranno di posporre il limite di un pensionamento che avrebbe dovuto prendere in seria considerazione già da molti anni.
Pensare a un modo antico di porgere la frase obbliga a compromessi, di cui MD è la rappresentazione vivente.
Non lo ammetterà mai nessuno ma, ai tempi della Gencer, una come lei non se la sarebbe filata nessuno, quanto meno in questi ruoli.
In altri, forse...
Non so, io la vedo così; e le reazioni isteriche altrui me lo confermano
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Re: Maria Stuarda (Donizetti)

Messaggioda DottorMalatesta » mar 08 apr 2014, 19:24

Anche a non voler considerare le (enormi) implicazioni di un ruolo Ronzi de Begnis, ciò che più mi rattrista nella Stuarda della Devia è la prevedibilitá: non fai tempo a pensare "ecco vedrai che ora farà così e così" (colori, accenti, inflessioni) che puntualmente la cosa si avvera. Penso che non ci sia nulla di più intrinsecamente noioso della prevedibilitá. E´come viaggiare per chilometri e chilometri e chilometri su una strada fiancheggiata da filari di cipressi: anche con dieci caffè in corpo il rischio di uscire di strada per colpo di sonno è grande :mrgreen:

Comunque, eccole a confronto nel finale:

Mariella Devia



e la Di Donato



(tralasciando il fatto che McVicar fa della quarantacinquenne regina decaduta e presto decapitata un´anziana affetta da Parkinson tremorigeno :shock: : a quanto pare un raro caso di parkinsonismo da mutazione del gene della Parkina : Doctor : )

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Re: Maria Stuarda (Donizetti)

Messaggioda Valentina » mar 08 apr 2014, 22:00

Buonasera a tutti...
Mi accodo anche io ... Non sono ancora così esperta da poter dare giudizi tecnici o da conoscere le varie carriere degli interpreti che citate (devo ancora studiare parecchio :lol: ) ma, incuriosita, ho ascoltato i due video che avete postato...
A mio gusto personale preferisco di gran lunga la Di Donato rispetto alla Devia... Più che altro per le emozioni che mi hanno trasmesso...
É un po' difficile da spiegare ma... La voce della Di Donato non sono solo note ma c'è l'emozione, il sentimento.... Non é solo una partitura schematica, é come se seguisse il cuore...
La Devia invece mi sembra solo tecnica.... Bravissima vocalmente ma é come se non andasse a fondo.... Come se non provasse ciò che "dice"...
Sicuramente ho ancora tanto da imparare ma intanto seguo le emozioni... Quelle non tradiscono mai 8)
Dilegua, o notte!… Tramontate, stelle!… All’alba vincerò!…
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Re: Maria Stuarda (Donizetti)

Messaggioda Freniano » gio 10 apr 2014, 8:57

DottorMalatesta ha scritto:
(tralasciando il fatto che McVicar fa della quarantacinquenne regina decaduta e presto decapitata un´anziana affetta da Parkinson tremorigeno :shock: : a quanto pare un raro caso di parkinsonismo da mutazione del gene della Parkina : Doctor : )

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A me pare che siate molto ingiusti nei confronti della Devia: almeno, giustizia vuole che si rilevi che in questa cabaletta finale la DiDonato, artista sublime, estenda il parkinsonismo anche alla voce, con un vibrato stretto che è segno di eccessiva tensione, di qualcosa che non va bene. Su YT c'è il finale eseguito pochi giorni fa a Verona dalla Devia:



Lasciamo stare ogni considerazione sull'età. La Devia, semplicemente, canta meglio. Che poi sia molto, troppo compita nel fraseggio, prevedibile anche nelle variazioni, nessuno lo nega: ma il tono di assorta mestizia, di dolore spoglio e intenso che connota l'esecuzione, è molto, molto fascinoso.
Tu parli di "linea fissurata". Bene, qui no di certo.
Io non ritengo assolutamente che esistano diverse tecniche di canto, come in questo sito si sostiene: tra l'altro, sia detto en passant, ho intervistato per motivi professionali decine e decine di cantanti, grandi, grandissimi e mediocri, e nessuno, dico NESSUNO, mi ha mai detto altro rispetto alla canonica frase "si canta in un modo solo". Però, data per buona la tesi contraria, il Belcanto si canta con un'impostazione vocalistica, vero? E di questa Mariella Devia non si può negare sia maestra assoluta: pur con i sempre rilevati limiti legati alla statura drammatica dei personaggi che impersona. E Joyce DiDonato (la quale, tra l'altro, esegue una versione di Stuarda che non mi convince, abbassata com'è), in quel video, palesa dei problemi vocali che la Devia a 66 anni (ops, mi è scappato :) ) non ha.
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Re: Maria Stuarda (Donizetti)

Messaggioda pbagnoli » gio 10 apr 2014, 10:42

Freniano ha scritto:

A me pare che siate molto ingiusti nei confronti della Devia...
Lasciamo stare ogni considerazione sull'età. La Devia, semplicemente, canta meglio. Che poi sia molto, troppo compita nel fraseggio, prevedibile anche nelle variazioni, nessuno lo nega: ma il tono di assorta mestizia, di dolore spoglio e intenso che connota l'esecuzione, è molto, molto fascinoso.

Ciao Freniano! :D
Innanzitutto bentornato su queste pagine!
Il problema sta esattamente in questi termini: stiamo parlando di un ruolo creato per Giuseppina Ronzi de Begnis nel contesto di un'opera minore di Donizetti, riscattata da alcuni momenti di musica molto bella e qualche momento teatrale importante.
Di tutto questo, MD coglie solo il sopranatante, trasformando Maria in una specie di sorella di Anna Bolena; se non fosse che Maria NON E' Anna Bolena!
E' lo stesso problema di cantanti come la Caballé: ma i filati non possono risolvere ruoli come questi.
E comunque, che i fiati della Devia non siano più quelli di un po' di anni fa è un dato oggettivo: ha 66 anni, ogni cantante ha una propria età fisiologica

Freniano ha scritto:Io non ritengo assolutamente che esistano diverse tecniche di canto, come in questo sito si sostiene: tra l'altro, sia detto en passant, ho intervistato per motivi professionali decine e decine di cantanti, grandi, grandissimi e mediocri, e nessuno, dico NESSUNO, mi ha mai detto altro rispetto alla canonica frase "si canta in un modo solo".

Tua opinione, che rispetto ma - ovviamente - non condivido.
Scopo di questo sito è anche (non solo) quello di smontare questa idea che esiste solo in Italia e in nessun altro posto al mondo; credo che sia alla base del fatto che, ormai, l''Italia non produce più da molto tempo cantanti da esportazione (con l'eccezione di Antonacci, D'Arcangelo e pochissimi altri).
Non starò a ripeterti tutto quello che in questi anni ci siamo detti su problematiche connessi alle tecniche di canto: so che ci leggi con frequenza - anche se non scrivi - per cui sai benissimo tutto quello che abbiamo scritto.
Ma non è questo l'importante.
Quello che tu definisci genericamente Belcanto è in realtà un mare magnum che dovrebbe essere distinto per ruoli; ruoli che - come ben sai - furono pensati per cantanti con determinate caratteristiche. Accomunare questi ruoli in un unico fil rouge è una comodità, ne convengo, ma è un atteggiamento storicamente inattendibile e produce veri e propri mistakes, come per esempio i già citati ruoli Ronzi affidati a cantanti-Pasta.
Però ne abbiamo parlato a lungo, Freniano; veramente non ne vorrei riparlare, scusa.
Se vuoi sostenere le ragioni della TUC (Tecnica Unica di Canto), come sai, non è questo il posto giusto: ci sono altri siti, ovviamente solo e rigorosamente italiani che ne hanno fatto un personalissimo feticcio. Nel resto del mondo questa è come la fase orale per i lattanti: si supera con l'età :lol: :lol: :lol:

Freniano ha scritto:Però, data per buona la tesi contraria, il Belcanto si canta con un'impostazione vocalistica, vero? E di questa Mariella Devia non si può negare sia maestra assoluta: pur con i sempre rilevati limiti legati alla statura drammatica dei personaggi che impersona.

Si nega eccome, Freniano!!! :lol: :lol: :lol:
Pensare che nel Belcanto NON esista la drammaturgia vuol dire negare tutta la struttura che - per esempio - Maria Callas ha rievocato intorno al personaggio di Lucia.
Ricordo la tua Maestra Assoluta, alla Scala, in Lucia: mi fece addormentare clamorosamente sin da Regnava nel silenzio cantato con l'intensità di Mariolina Cannuli quando leggeva i programmi della sera.
Non esiste Belcanto - anzi: non esiste teatro d'opera - senza quella che tu definisci "statura drammatica".

A presto e grazie dei tuoi commenti!
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Re: Maria Stuarda (Donizetti)

Messaggioda Freniano » gio 10 apr 2014, 11:00

Grazie a te per l'articolata risposta. Anche a me non pare il caso di ritornare sulla vexata quaestio sulla/e tecnica/che di canto: serve solo a farci il sangue amaro.
Però, ripeto, trovo singolare che nessun cantante con cui ho avuto contatti mi abbia mai fatto cenno a diverse tecniche...

Sei stato un po' furbetto: che mi dici dei tremori della nostra Joyce? Purtroppo negli ultimi 2-3 anni si ripetono con eccessiva frequenza....
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Re: Maria Stuarda (Donizetti)

Messaggioda pbagnoli » gio 10 apr 2014, 14:56

Freniano ha scritto:Sei stato un po' furbetto: che mi dici dei tremori della nostra Joyce? Purtroppo negli ultimi 2-3 anni si ripetono con eccessiva frequenza....

Non li ho percepiti in modo così disturbante; ne ho sentiti di peggio...
Se devo dire, probabilmente sono un po' di parte: ho ancora il ricordo di una Alcina al Conservatorio di Milano, l'unica occasione in cui la vidi dal vivo. Lei fu meravigliosa.
C'erano anche quelli della TUC che - manco a dirlo, prevedibili come un romanzo Harmony - la sbeffeggiarono, ovviamente senza una ragione che non fosse la presunta scarsa adesione alla già citata TUC.
Ecco: lei è (era?) la dimostrazione vivente dell'assunto che la TUC non esiste da nessuna parte fuorché in Italia: cantò meravigliosamente aperto. Fu fantastica
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