Pagina 2 di 2

Re: Don Carlos, Parigi, opera Bastille

MessaggioInviato: sab 21 ott 2017, 14:25
da teo.emme
Io credo invece che la revisione del 1884 sia stata voluta da Verdi per "riappropriarsi" di un lavoro troppo vincolato ad uno schema stilistico che non possedeva, ossia il grand-opéra. Non è un mistero la sofferenza dell'autore nel suo rapporto con Parigi e i tanti vincoli a cui dovette sottostare. Nell'84, libero da costrizioni e all'apice del successo, riprese Don Carlo e lo trasformò radicalmente, intervenendo su tutta la partitura per renderla un'opera politica italiana: non fu un mero lavoro di riduzione. In 4 atti l'opera guadagna in clima drammatico, concisione, ritmo...inoltre, eliminando le frivolezze dell'atto di Fontainebleu, l'opera prende un colore più preciso e coerente. Certo molti brani sacrificati sono splendidi, ma non è questo il punto.

Sul balletto però la penso diversamente - a parte il fatto che lo trovo musicalmente assai debole e quindi la sua mancanza non mi addolora esteticamente. Se pur non ancora composto nel '66 è innegabile che faceva parte del baraccone musicale grandoperistico e quindi Verdi doveva necessariamente provvedervi. Oggi credo sia possibile reinserire gli otto brani e il balletto per avere l'idea complessiva della prima versione immaginata dall'autore.

Sul resto concordo pienamente e mi fa piacere che hai la stessa opinione circa la cosiddetta versione di Modena (un'assurdità filologica che doveva nascere e morire a Modena nell'86) e circa i pasticci: dimenticavo la brutta versione di Abbado assemblata in modo assurdo e arbitrario.