Bartok, il Castello, la Verdi, D'Espinosa, il cellulare

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Bartok, il Castello, la Verdi, D'Espinosa, il cellulare

Messaggioda vivelaboheme1 » sab 21 feb 2015, 4:25

Caldo consiglio ai milanesi (e anche ai non). Andate domenica al concerto de La Verdi. La prima parte è un Mozart a tutto estro. Bravo Gaetano D'Espinosa (ma lasci perdere l'Opera di Roma, che non fa bene alla salute) nel dipanare la prima sinfonia (incredibile: 9 anni!) del divino Amadeus. Ancora meglio l'originalissima, iperdrammatica, affiatatissima lettura del favoloso re minore da parte di Cabassi & D'Espinosa. Il pianista non ci aveva convinto l'anno scorso nell'Imperatore, ma è l'esatto opposto dell'immediatezza e della pulizia del nostro amatissimo Bignamini, con cui non si trovò. Non son fatti uno per l'altro. Tutt'altra storia con la complessità intellettuale sicula del D'Espinosa (ed è bellissimo che la Verdi abbia due direttor giovani bravi e differenti): si sono come incollati uno all'altro è ne è uscito un re minore non ortodosso ma entusiasmante, avvincente, iperdrammatico. Molto bello.
Nella seconda parte... era facile immaginare che la scabra sonorità, scansione e suono e testo del Barbablu di Bartok calzassero a pennello al suono scabro, pietroso di D'Espinosa, alla sua qualità di scavo intellettuale delle partiture. E così è stato, con solo un briciolo d'eccesso di suono orchestrale rispetto alle due eccellenti voci. L'intenso mezzosporano Dshamilja Kaiser, e soprattutto il magnifico basso Krisztian Cser, caldo, voluttoso, perfido, sorridente poi lapidario Barbablu. Uno specialista del ruolo, bravissimo. Straordinario il pedale d'organo all'apertura della quinta porta, eccellente l'orchestra.

Tutto bene? Sì, anzi no. All'apertura della settima porta, è cominciato uno strano sottofondo di disco-music, che ha poi fatto pausa, ma si è riproposto - ritmo e percussioni - proprio al momento dei lividi allucinati accordi dei due minuti conclusivi del Castello di Barbablu. E si è svelato l'arcano. Uno spettatore sventato aveva lasciato acceso il cellulare SULLA RADIO, non lo sentiva, non lo ha spento, ed è andato avanti imperterrito, mentre D'Espinosa e orchestra, altrettanto imperterriti ed eroici per freddezza, andavano avanti e concludevano davanti al pubblico visibilmente sconcertato. Ho personalmente individuato il soggetto, e l'ho coperto di improperi, ringraziato da altre persone. Spero non si presenti più ai concerti della Verdi, Pare non fosse nuovo ad episodi di questo tipo. E' veramente ora di finirla con questi cellulari Questa è stata troppo grossa!

marco vizzardelli
vivelaboheme1
 

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