Lohengrin Bayreuth 2014

recensioni e commenti di spettacoli visti dal vivo

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Lohengrin Bayreuth 2014

Messaggioda pbagnoli » dom 17 ago 2014, 23:46

In (quasi) diretta, le nostre impressioni in home.
Buona notte!
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Re: Lohengrin Bayreuth 2014

Messaggioda VGobbi » lun 18 ago 2014, 0:09

Letta tutta d'un fiato. E proprio questo pomeriggio ripassavo il Lohengrin di Vogt (video) ... e sapete che vi dico? A me non piace ... ha una voce troppo diafana, quasi stimbrata (l'avevo sentito dal vivo anni fa proprio nel Lohengrin alla Scala) ... lungi me dal paragonarlo a Sandor Konya. Per inciso quel video mostrava una Meier sulle corde vocalmente, quanto intensa interprete, un Tom Fox genericissimo e l'Elsa dal cognome impronunciabile piagnucolosa. Il migliore su tutti era stato il basso Franz Josef-Selig. Insomma un modesto Lohengrin.

Continuo a preferire, per quanto riguarda il video, quello con Hofmann.

Comunque grazie mille per aver condiviso le vostre impressioni dal tempio sacro di Bayreuth. 8)
Nemmeno noi siamo d'accordo con il gobbo, ma il gobbo è essenziale! Guai se non ci fosse!
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Re: Lohengrin Bayreuth 2014

Messaggioda pbagnoli » lun 18 ago 2014, 6:42

Il Tempio sul Colle, caro Vittorio, era stipato in ogni ordine di posti: segno che, nonostante le critiche che tutti fanno, la gente e gli appassionati sono ancora fedeli a questo posto e al rito che vi si consuma.
Può darsi che la presenza fosse giustificata dal fatto che era l'ultima recita di questo spettacolo di Neuenfels; in effetti, i buuh sono stati pochi e tutti alla fine del primo atto. Mi sarei meravigliato se NON ci fossero stati: i buuh fanno parte di Bayreuth, e guai se non ci fossero.
Certo, va detto che lo spettacolo è talmente brutto, stupido, irritante che i fischi se li merita, ma non per la modernità o la trasposizione - che è quello che irrita chi è pregiudizialmente contro tutto ciò che è moderno - quanto per il fatto che fallisce il suo scopo.
E fallisce per i seguenti motivi:
:arrow: si concentra su aspetti che sono secondari (la gestione delle emozioni della massa) e non sui singoli e le loro solitudini. Va bene privilegiare un aspetto secondario, ma a condizione che non trascuri l'essenziale
:arrow: la destrutturazione ha un senso se la storia che racconti ha un senso coordinato con quello delle storia di origine.
Altrimenti detto: Tcherniakov, con Les dialogues des Carmelites, racconta una storia diversa da quella originale (quindi destruttura), ma lo fa con coerenza e raccontando le stesse emozioni dei protagonisti, quindi il significato è lo stesso, Da questo punto di vista, la fedeltà al dettato dell'Autore è adamantina.
Katharina Wagner, con i suoi Meistersinger, parla delle regole dell'Arte, del rapporto fra regole e ispirazione, del ruolo dell'Artista nella società. Lo fa con una destrutturazione ma, da questo punto di vista, è lo spettacolo più coerente con la scrittura di Wagner che io abbia mai visto
:arrow: lo spostamento dell'attenzione del pubblico su aspetti secondari e appariscenti è un vecchio trucco di chi non ha niente da dire, ma ti fa sentire come se fossi tu a non aver capito il messaggio
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Re: Lohengrin Bayreuth 2014

Messaggioda DocFlipperino » lun 18 ago 2014, 12:30

grazie ai colleghi per la bella recensione.

sbaglio o è la prima volta di francesco sulla collina? vogliamo le tue impressioni finalmente....
(era forse la prima anche del "capo"?) : Thumbup :

marco
-------------------------
è in arresto. sì! all'ottavo piano....
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Re: Lohengrin Bayreuth 2014

Messaggioda VGobbi » lun 18 ago 2014, 21:54

Bagnolo, se non vado errato, e' la seconda volta che è andato a Bayreuth.

Grazie nuovamente a Bagnolo per le ulteriori delucidazioni di come dovrebbe essere un signor spettacolo, secondo la linea editoriale di Od.
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Re: Lohengrin Bayreuth 2014

Messaggioda DottorMalatesta » mar 19 ago 2014, 10:26

Il Festspielhaus di Bayreuth è un luogo talmente mitico, talmente impregnato di storia, cultura e arte che se a pensarci troppo ti vengono le vertigini. È difficile, davvero difficile parlare di questo teatro, e farlo senza usare paroloni.
L´esperienza del suono del Festspielhaus di Bayreuth si potrebbe descrivere con le parole del coro all´arivo di Lohengrin: “Ein Wunder! Ein Wunder! Ein unerhörtes, nie geseh'nes Wunder“. Una meraviglia mai udita prima.
Il suono, il suono a Bayreuth è miracoloso. È un suono diversissimo da quello che siamo tradizionalmente soliti associare a Wagner. Nel teatro l´esperienza sonora perde ogni punto di riferimento tradizionale. Il suono non proviene da dove ti aspetteresti (cioè dal “golfo mistico”), ma da un livello più alto (è l´effetto dello Schalldeckel, del “coperchio” che ribatte il suono e lo “innalza”), e avanza diffondendosi in alto sulle pareti laterali. Talora poi si propaga con diffusione fisica sul legno della platea, e te lo senti vibrare – letteralmente – sotto i piedi. Il suono degli archi è luminoso, i legni hanno un nitore assoluto, gli ottoni invece hanno un suono ovattato, morbido, rotondo, lontano, che si fonde pienamente con le sonorità degli archi. Le voci, poi, vengono proiettate in avanti con una facilità estrema, acquisendo una “presenza fisica” impressionante.
Se dovessi definire l´acustica di Bayreuth, parlerei di “acustica sintetica”. Sintetica, nel senso di un´acustica dove si realizza la fusione dei suoni, in cui i singoli timbri sfumano nelle loro singolarità per fondersi in un´identità collettiva, realizzando una sorta di Gesamtkunstwerk sonoro. Ma sintetica anche nel senso di una realizzazione del suono che deriva da un processo quasi alchemico, assimilabile alla sintesi chimica. Davvero, qui il tempo (la musica) diventa spazio (architettura), “Zum Raum wird hier die Zeit”. Bayreuth è il Graal. Nel definire l´architettura sonora del suo teatro, Wagner non ha lasciato nulla al caso. La distribuzione dell´orchestra nel golfo mistico di Bayreuth non ha equivalente in tutto il mondo. Qui i riferimenti spaziali e acustici tradizionali sono completamente rovesciati. Ciò che di solito è posizionato in alto (legni ed ottoni) qui è in basso, ciò che altrove si trova in basso (direttore e archi) qui è in alto, ciò che in tutto il mondo è a sinistra (i primi violini) nel golfo mistico di Bayreuth è collocato destra (solo un alchimista del suono poteva capire che, a causa della presenza del”coperchio”, solo con una distribuzione di questo tipo il suono dei primi violini poteva emergere come tale!). Thielemann scrive che dirigere a Bayreuth è come viaggiare su un´auto con guida a sinistra. Una cosa è certa: il teatro di Bayreuth è unico.

DM

P.S.:

Del Lohengrin, Pietro ha detto già tutto. La direzione di Nelsons (by the way, è mancino e come tale predisposto al genio: lo abbiamo visto dirigere riflesso in una lastra di plexiglass al secondo atto…) è di una trasparenza assoluta, l´equilibrio con le voci eccellente (non così la direzione del pur espertissimo Thielemann che nell´Olandese, da me ascoltato una settimana fa, in più occasioni ha coperto le voci), la gestione ritmica di una solidità assoluta (il momento, insidiosissimo, dell´arrivo del cigno in cui di solito sembra di assistere ad un coretto da fiera del mercato :mrgreen: qui aveva una chiarezza esemplare, e si consideri che i membri del coro in quel momento si stavano muovendo come forsennati, togliendosi i vestiti da topi). Coro, come detto, eccelso.
Versante voci. Vogt è un Lohengrin angelico, dalla voce perfettamente omogenea, squillante, argentea. Il modello, chiaramente, è Konya. La voce, tra l´altro, nell´acustica privilegiata di Bayreuth ha uno squillo e una corposità che a Milano (lo ascoltai come Erik nell´Olandese) si perdeva. È un Lohengrin tradizionalissimo, quasi una figura da santino (il rovello e lo scavo interpretativo dell´umanissimo Lohengrin di Kaufmann è lontanissimo), vocalmente di una purezza adamantina, asessuata, quasi efebica. Il problema è che forse l´argento della voce tende a smorzare troppo colori ed inflessioni. Però resta un Lohengrin di statura eccezionale, come confermato nei due DVD (Neuenfels e Lehnhoff) e nel disco.
Edith Haller, sostituta della Darsch (in maternità) ha cantato molto bene. La voce ha forse qualche fissità di troppo, ed è acidula negli estremi acuti, ma è limpida, emessa e sostenuta molto bene. Un po´ di campanilismo non guasta, e allora evviva questa brava cantante mia concittadina!!! 8)
Petra Lang è fenomenale. La voce, tra l´altro dal timbro molto bello, è emessa benissimo, gli acuti sono delle sciabolate di suono e l´interprete è notevolissima sia vocalmente (cos´era il tono insinuante e mellifluo del duetto notturno con Elsa!) che scenicamente.
Ottimi re (Wilhelm Schwinghammer) ed araldo (Samuel Youn, quest´ultimo impegnato anche come Olandese nella produzione di Gloger), e del tutto impari alla parte il Telramund di Thomas Mayer. Tifo da stadio, e osanna nell´alto dei cieli per Vogt.
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Re: Lohengrin Bayreuth 2014

Messaggioda pbagnoli » mar 19 ago 2014, 10:58

In home c'è un bellissimo articolo di Francesco.
Per quanto mi concerne, è fra le più belle cose che abbia mai letto su questo spettacolo così discutibile.
Grande Francesco!!!
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Re: Lohengrin Bayreuth 2014

Messaggioda vivelaboheme1 » mar 19 ago 2014, 13:50

Anche in Elektra, a Dresda, Thielemann copriva senza pietà tutte le voci. E un direttore d'opera, se grande, non deve. Lui copre sempre. Poi, per carità, ascoltare la Staatskapelle in quell'opera è una meraviglia in sé. Purtuttavia, Heliette von Karajan dica pure quel che vuole, i pubblici tedeschi continuino ad andare in deliquio, ma l'autentica grandezza di questo direttore per me resta un nodo irrisolto.

marco vizzardelli

P.S. In realtà Thielemann mi urta e allo stesso tempo mi affascina. Ad esempio a maggio a Dresda debutterà l'opera "scritta per lui": Der Freischutz. E lì vorrei esserci
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Re: Lohengrin Bayreuth 2014

Messaggioda beckmesser » mer 20 ago 2014, 10:08

pbagnoli ha scritto:In home c'è un bellissimo articolo di Francesco.
Per quanto mi concerne, è fra le più belle cose che abbia mai letto su questo spettacolo così discutibile.
Grande Francesco!!!


Veramente un gran bel pezzo, Doc. Ci sono alcuni aspetti che mi piacerebbe riprendere con un po’ più di calma, ma per il momento mi sentirei solo di dissentire lievemente sulla considerazione finale (anche se ho capito benissimo il sottofondo paradossale): non credo che alla fine la “formula Neuenfels” continui a funzionare, così come non funziona la “formula Baumgarten” o (almeno credo, dato che il Ring non l’ho visto) la “formula Castorf”. Funzionano solo a Bayreuth, protetti dal fatto che a Bayreuth ci si va comunque per andare a Bayreuth: in questi anni non ho sentito o letto di una sola persona che andasse al Festival PER Neuenfels, Baumgarten o Castorf; tutti (compresi, immagino, tu e Bagnoli) andavano MALGRADO questi tizi… Né mi sembra di aver mai letto questi nomi nei cartelloni di qualche grande teatro internazionale.

Il problema è che queste scelte dissennate stanno ormai erodendo persino la garanzia legata all’eccezionalità dell’evento Bayreuth, che finora ha coperto anche le più colossali sciocchezze, garantendo comunque il tutto esaurito: quest’anno si trovavano biglietti senza molte difficoltà… Non so se le scelte di questi anni siano imputabili a Katharina o alla più vecchia sorellastra, che ora ha lasciato: si vedrà negli anni prossimi…

L’errore delle due sorellastre è stato quello, tipicamente post-sessantottino, di voler “istruire” il pubblico. L’approccio è stato: brutti ignoranti, vi facciamo vedere noi cosa è il teatro, e se non vi piace tanto peggio per voi… E’ un errore che il vecchio Wolfgang, da manager intelligente, non ha mai fatto: sono d’accordo con te quando scrivi che tutti i maggiori risultati dell’era Wolfgang (a partire dal Ring Chéreau\Boulez) sono nati sostanzialmente per caso. Lo avevo già scritto anche qui diversi anni fa, suscitando qualche ostilità. Per mio conto vado anche oltre (anche se rimane una mia opinione): sono convinto che Wolfgang di Chéreau e Kupfer capisse ben poco e amasse ancora meno; il suo ideale rimanevano i suoi propri Meistersinger, con gli alberoni fioriti e le sfilate in fila indiana. Ma era un manager intelligente, che aveva capito in che direzione il mondo si stava muovendo e ci si è accodato. Le figlie sembrano non aver capito dove il mondo sta andando o, se lo hanno capito, ci si oppongono… I risultati sono sotto gli occhi di tutti…

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Re: Lohengrin Bayreuth 2014

Messaggioda DottorMalatesta » mer 20 ago 2014, 10:52

beckmesser ha scritto:
pbagnoli ha scritto:In home c'è un bellissimo articolo di Francesco.
Per quanto mi concerne, è fra le più belle cose che abbia mai letto su questo spettacolo così discutibile.
Grande Francesco!!!


Veramente un gran bel pezzo, Doc.


Detto da te, mi fa davvero piacere!!!
: Thumbup :

Ci sono alcuni aspetti che mi piacerebbe riprendere con un po’ più di calma, ma per il momento mi sentirei solo di dissentire lievemente sulla considerazione finale (anche se ho capito benissimo il sottofondo paradossale): non credo che alla fine la “formula Neuenfels” continui a funzionare, così come non funziona la “formula Baumgarten” o (almeno credo, dato che il Ring non l’ho visto) la “formula Castorf”. Funzionano solo a Bayreuth, protetti dal fatto che a Bayreuth ci si va comunque per andare a Bayreuth: in questi anni non ho sentito o letto di una sola persona che andasse al Festival PER Neuenfels, Baumgarten o Castorf; tutti (compresi, immagino, tu e Bagnoli) andavano MALGRADO questi tizi… Né mi sembra di aver mai letto questi nomi nei cartelloni di qualche grande teatro internazionale.


La chiusa era volutamente paradossale. Premessa: Neuenfelsè stato davvero un dinamitardo nel mondo operistico; ad oggi non c´è libro o studio dedicato alla storia della drammaturgia del teatro d´opera che non faccia riferimento al suo lavoro, o quantomeno alla sua Aida.
Ma Neuenfels è un dinosauro, nel senso che non ha subìto alcuna evoluzione. Il mondo attorno è profondamente, radicalmente cambiato e lui continua a sfornare spettacoli concettualmente sempre uguali.
Eppure quello che trovo davvero incredibile è che un regista che poteva avere senso nei primissimi anni Settanta continui a far parlare di sé. Tra una cosa è l´altra anche qui su OD se ne è parlato e se ne continua a parlare (addirittura tre editoriali in home!!! :mrgreen: ). Il guaio è che un regista come questo, che poteva funzionare per al massimo un paio d´anni, ha continuato e continua a sfornare spettacoli che fanno parlare di sé, mentre dovrebbero semplicemente essere sepolti da quattro risate o scivolare via nella più completa indifferenza. E il guaio ancora più grande è che spettacoli di questo tipo non fanno alcun servizio alla regia d´opera, perché la gente si ferma a ciò che è più evidente, la provocazione e la dissacrazione. La gente vede soli i topi, e lì si ferma. Perché lo sdegno, l´irritazione, il sentirsi presi per i fondelli sono emozioni molto più immediate e forti di qualunque sforzo di decodifica del Konzept sottostante. E se anche qualcosa di buono – in questo Lohengrin - c´è, Neuenfels lo nasconde, lo seppellisce sotto una montagna di kitsch, siparietti e pseudo-provocazioni. Lo spettatore si ferma al ratto, e non va “oltre”. Viene meno la finalità “didattica” della Verfremdung brechtiana, e resta solo la provocazione.
Il rischio di questo tipo di spettacoli è quello di avvalorare l´atteggiamento di chi accomuna tutto (Jones, Carsen, Castorf, Konwitchny, Warlikowskij, Guth) sotto etichette prive di alcun senso (avanguardia, arte degenerata, euro-Trash, porcherie tedesche, …) ostacolando di fatto una recezione critica e consapevole delle regie "non-tradizionali".
Va detto, comunque, che il pubblico non è fatto da cretini (oddio… :roll: ): ormai la gente legge, va a teatro preparata, conosce e paragona spettacoli diversi, in DVD la scelta di opere con regie di diversa impostazione è enorme. I cretini ci sono e continueranno ad esserci, ma oggi un appassionato d´opera ha tutti gli strumenti e le possibilità per sviluppare una propria consapevolezza critica e capacità di giudizio. Con buona pace del signor Neuenfels.

L’errore delle due sorellastre è stato quello, tipicamente post-sessantottino, di voler “istruire” il pubblico. L’approccio è stato: brutti ignoranti, vi facciamo vedere noi cosa è il teatro, e se non vi piace tanto peggio per voi… E’ un errore che il vecchio Wolfgang, da manager intelligente, non ha mai fatto: sono d’accordo con te quando scrivi che tutti i maggiori risultati dell’era Wolfgang (a partire dal Ring Chéreau\Boulez) sono nati sostanzialmente per caso. Lo avevo già scritto anche qui diversi anni fa, suscitando qualche ostilità. Per mio conto vado anche oltre (anche se rimane una mia opinione): sono convinto che Wolfgang di Chéreau e Kupfer capisse ben poco e amasse ancora meno; il suo ideale rimanevano i suoi propri Meistersinger, con gli alberoni fioriti e le sfilate in fila indiana. Ma era un manager intelligente, che aveva capito in che direzione il mondo si stava muovendo e ci si è accodato. Le figlie sembrano non aver capito dove il mondo sta andando o, se lo hanno capito, ci si oppongono… I risultati sono sotto gli occhi di tutti…


È risaputo (lo racconta anche Wolfgang nella sua autobiografia) che, prima di essere affidato a Chéreau, Wolfgang aveva pensato a Peter Stein, Peter Brook e Ingmar Bergman, e che il giovane regista francese gli venne consigliato dallo stesso Boulez (la cui sorella lo aveva apprezzato in spettacoli di prosa a Parigi). Per più di uno spettacolo (il Tristan poi affidato a Ponnelle e il Ring poi affidato a Peter Hall), Wolfgang aveva pensato inizialmente ad una regia di... Zeffirelli :shock: . E dopo il Parsifal di Friedrich del 1982, costretto a scegliere tra mantenere Levine con una regia meno “dissacrante”, e rinunciare al direttore mantenendo la regia di Friedrich, Wolfgang non ebbe dubbi a scegliere la prima opzione (e lui stesso curò la regia del Parsifal del 1983).
Frederic Spotts, nel libro dedicato alla storia del Festspielhaus, dice chiaramente che dopo la morte di Wieland, sul finire degli anni Settanta il Festival era in crisi, serpeggiava il malumore per le “regie” di Wolfgang (anche tra gente non propriamente progressista :mrgreen: come i membri Gesellschaft der Freunde von Bayreuth). La scelta di rifarsi a registi “bolscevichi” era, per Wolfgang, un modo per tirarsi fuori dalle peste. Visti i risultati, fece la scelta giusta.

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Re: Lohengrin Bayreuth 2014

Messaggioda Alberich » mar 02 set 2014, 20:19

VGobbi ha scritto:E proprio questo pomeriggio ripassavo il Lohengrin di Vogt (video) ... e sapete che vi dico? A me non piace ... ha una voce troppo diafana, quasi stimbrata (l'avevo sentito dal vivo anni fa proprio nel Lohengrin alla Scala) ... lungi me dal paragonarlo a Sandor Konya. Per inciso quel video mostrava una Meier sulle corde vocalmente, quanto intensa interprete, un Tom Fox genericissimo e l'Elsa dal cognome impronunciabile piagnucolosa. Il migliore su tutti era stato il basso Franz Josef-Selig. Insomma un modesto Lohengrin.

Io vidi quel Lohengrin, ma il protagonista era Robert Dean Smith. C'erano due cast o uno dei due si confonde?
C'erano anche Tom Fox, pessimo, e una Meier particolarmente fuori forma.
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Re: Lohengrin Bayreuth 2014

Messaggioda teo.emme » mer 03 set 2014, 0:17

Alberich ha scritto:Io vidi quel Lohengrin, ma il protagonista era Robert Dean Smith. C'erano due cast o uno dei due si confonde?
C'erano anche Tom Fox, pessimo, e una Meier particolarmente fuori forma.

Vidi anche io quel pessimo Lohengrin: c'erano in effetti due cast. Con Robert Dean Smith cantavano Hans Peter Koenig (Heinrich), Anne Schwanewilms (Elsa), Tom Fox (Friedrich), Waltraud Meier (Ortrud) Con Klaus Florian Vogt (secondo cast) cantavano Hans Peter Koenig (Heinrich), Solveig Kringelborn (Elsa), Jurgen Linn (Friedrich), Linda Watson (Ortrud). Vidi il primo - e forse era leggermente meglio il secondo - e fu una vera sofferenza: soprattutto per quello che usciva dalla buca, con un Gatti impresentabile.
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Re: Lohengrin Bayreuth 2014

Messaggioda vivelaboheme1 » mer 03 set 2014, 17:29

La direzione di Gatti di quel Lohengrin era splendida, molto migliore di quella di Barenboim, che in Scala ha fatto eccellenti Wagner, non questo i cui meriti sono altrove.
Ovvero: Barenboim aveva davanti ai suoi occhi l'intelligentissimo spettacolo di Guth, più un Kaufmann stellare e un cast adeguato, Gatti aveva cast complessivamente mediocri (eccettuata ovviamente Ortrud di Meier) e aveva davanti agli occhi uno spettacolo orrendo di... Lehnoff, se non erro. Un vero orrore culminante nella terrificante palandrana oro di Lohengrin

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Re: Lohengrin Bayreuth 2014

Messaggioda teo.emme » mer 03 set 2014, 18:17

vivelaboheme1 ha scritto:La direzione di Gatti di quel Lohengrin era splendida, molto migliore di quella di Barenboim, che in Scala ha fatto eccellenti Wagner, non questo i cui meriti sono altrove.
Ovvero: Barenboim aveva davanti ai suoi occhi l'intelligentissimo spettacolo di Guth, più un Kaufmann stellare e un cast adeguato, Gatti aveva cast complessivamente mediocri (eccettuata ovviamente Ortrud di Meier) e aveva davanti agli occhi uno spettacolo orrendo di... Lehnoff, se non erro. Un vero orrore culminante nella terrificante palandrana oro di Lohengrin

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Credo che su Gatti la pensiamo in modo DIAMETRALMENTE differente (potremmo stare ore a discutere, ma non mi convincerai della sua grandezza né io ti convincerò della sua estrema mediocrità). Però effettivamente quello spettacolo era orrendo...persino ridicolo in certe soluzioni (terrificante davvero il completo "sberluccicante" di Lohengrin che sembrava il costume di un cantante di liscio da Festa dell'Unità). Il cast, pure, era assai mediocre...Meier compresa purtroppo. Ricordo anche i molti tagli inferti dal regista (col placet, o meglio connivenza, del podio ovviamente) alla partitura...tra cui il celebre coro nuziale (ridotto ad un moncherino inutile) oltre a molti episodi corali, sezioni di concertati, scene.
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Re: Lohengrin Bayreuth 2014

Messaggioda VGobbi » mer 03 set 2014, 18:52

Alberich ha scritto:
VGobbi ha scritto:E proprio questo pomeriggio ripassavo il Lohengrin di Vogt (video) ... e sapete che vi dico? A me non piace ... ha una voce troppo diafana, quasi stimbrata (l'avevo sentito dal vivo anni fa proprio nel Lohengrin alla Scala) ... lungi me dal paragonarlo a Sandor Konya. Per inciso quel video mostrava una Meier sulle corde vocalmente, quanto intensa interprete, un Tom Fox genericissimo e l'Elsa dal cognome impronunciabile piagnucolosa. Il migliore su tutti era stato il basso Franz Josef-Selig. Insomma un modesto Lohengrin.

Io vidi quel Lohengrin, ma il protagonista era Robert Dean Smith. C'erano due cast o uno dei due si confonde?
C'erano anche Tom Fox, pessimo, e una Meier particolarmente fuori forma.

Confermo quanto detto da teo.emme. C'erano due cast, io vidi il secondo. Dimenticavo, a me Gatti mi piacque moltissimo.
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