Puccini - Fanciulla del West - Vienna - 2013

recensioni e commenti di spettacoli visti dal vivo

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Puccini - Fanciulla del West - Vienna - 2013

Messaggioda Maugham » ven 11 ott 2013, 11:15

Uno dei peccati più gravi di cui si può macchiare un regista d'opera contemporaneo è quello di astrazione. McVicar a Vienna tratta Seiffert (Tristano) come se fosse Keanu Reeves imbragandolo in un costume da guerriero ninja con la scimitarra. Ridicolo. Lepage al Met veste una chiattonissima e matura Deborah Voigt (Brunnhilde) con un costume che solo Uma Thurman indosserebbe senza farsi ridere dietro. Penosa. Ricordo un Parsifal viennese dove il ciccionissimo Elsner (Parsifal) mimava un coito con la minuscola Kundry della Herlitzius schiacciandola con una trabordante pancia e rendendola di fatto incapace di muovere braccia e gambe. Più che un fanciullo guerriero era un lamantino spiaggiato e ancor prima che la Herlitzius sparasse il suo terrificante "lachte", mezza Staatsoper stava già ridendo. Purtroppo non c'è niente da fare: molti registi rimangono astrattamente innamorati di un'idea drammaturgica prescindendo dal materiale umano di cui, concretamente, dispongono.
Questa è l'unica trappola in cui Marelli, fortunatamente, non è caduto.
Nina Stemme è bassa, grassoccia, tracagnotta. Ha però carisma da vendere, una ghigna da vera dura e una faccia su cui, come dicono in Romagna, "ci potresti ammaccare i pinoli". Capite che usare la Stemme per farne una Minnie fanciulla il cui seducente candore sviluppi negli uomini che la circondano porconissime idee, ancora più porcone in quanto mischiate ad una malintesa immagine materna, sarebbe un errore madornale. E quindi Marelli ha disegnato una Minnie più dalle parti di Kathy Bates che da quelle di Scarlet Johansson, una Minnie in salopette di jeans, con le belle ciambellotte di panza per niente mascherate, con modi da buzzurra e che ti immagini, quando in buona, fare la ola con i minatori e magari qualche gara non proprio elegante dopo l'ennesima birra. Una Minnie con l'occhio lungo per gli affari, che ha sacrificato avvenenza, femminilità, senso materno per buttarsi a capofitto nella gestione di un bar tutto al maschile fuori dal mondo. Una Minnie, se volete, terribilmente sfigata, la cui goffaggine nel secondo atto dona alle battute della seduzione (ridicolissime in bocca a nove Minnie su dieci se dette con convinzione) un senso di verità e di logica da renderti immediatamente il personaggio empatico e coinvolgente. La scena del bacio è meravigliosa. Una milfona sovrappeso che per anni ha aspettato un uomo e se ne trova uno bellissimo in casa, a sua disposizione. La Stemme si butta a capofitto e lo travolge, come una che abbia deciso finalmente di tuffarsi da un altissimo trampolino. O la va o la spacca. E per la prima volta vediamo questa scena da un'angolazione diversa, ma non per questo meno plausibile. Ci si chiede (e se lo chiede anche Minnie, del resto) cosa ci trovi un piacione come il Johnson di Kaufmann in una tipa come la Minnie della Stemme. E la risposta è solo una: i soldi, tanti soldi, nascosti da qualche parte sia al bar che nella casa. E la seduzione è una finta, così come finta diventa l'arrivo del bel cow-boy in quella bettola in cui (ma chi ci crede?) l'astuto Ramerrez si sorprende di trovare la candida Minnie incontrata sul sentiero che "mena a Monterey". Va da sè che questa Minnie esploda di gigantesco e ferino splendore quando, nella seconda parte dell'atto, smette i panni della seducente sedotta per diventare una dura tenutaria di bettola che tiene testa al poliziottesco sceriffo. Qui la Stemme è una tigre e la partira a poker magnifica.
Purtroppo Marelli si è fermato qui.
Per il resto altro non ha fatto che sbobinare la solita Fanciulla del West solo trasportandola dalle Cloudy Mountains di metà ottocento all'Alaska dei giorni nostri con tanto di aurora boreale. Non ci sono più i cow-boy di una volta, sostituiti da minatori/camionisti che sembrano usciti da un documentario di Nat Geo Wild, Jake Wallace, il cantastorie del campo, (inciso, Alessio Arduini, bravissimo! mi sorprendo tutte le volte che lo sento senza sapere che è in locandina) è sostituito da un compattone stereo con le cassette, la pelle d'orso del secondo atto da un piumone dell'Ikea e la "capanna a mezzo monte" da un prefabbricato di lamiera. Cambiato questo siamo stati dalle parti del già visto e stravisto
Purtroppo Marelli non sa lavorare sugli attori. E quindi la recitazione enfatica, lo scarso senso della misura, la gestione dei registri balorda la fanno da padrone per quasi quattro quinti dell'opera. La Stemme è la migliore, ma anche Kaufmann (non guidato) cade nei soliti stereotipi gestuali che il tenorissimo applica quando non sa cosa fare. Tomasz Konieczny (Rance) si muove e gesticola come un baritono periferico che deve simulare l'uomo aggressivo e prepotente.
Ma dove Marelli davvero irrita è nel finale. Dopo aver impostato una Fanciulla del West ambientata in un contesto contemporaneo del tutto realistico, nel finale decide di virare nelle sberleffo drammaturgico che tanto piace ai registi di area tedesca. Come se noi, noi pucciniani intendo, non ci fossimo mai accorti della banalità del finale di Fanciulla, con cow-boy malinconici e i protagonisti che cavalcano verso il tramonto, (ma allora è banale mezzo cinema hollywoodiano), come se non avessimo mai capito la semplicità infantile dell'ultima tirata di Minnie (che però fa gli stessi ricattini che qualsiasi mamma fa con i figli per convincerli di qualcosa), come se insomma fossimo dei piccoli beoti che aspettano l'illuminazione... ecco che Marelli fa scendere dall'alto una coloratissima mongolfiera dentro cui entrano i due protagonisti che salgono al cielo in un'atmosfera da Pomi d'ottone e manici di scopa. Ma che bravo Marelli! Senza la tua sottile ironia non ci saremmo mai salvati da questo mare di banalità in cui anneghiamo da anni senza saperlo. Magari, dico magari, visto che sei un regista così noto e così scritturato se invece di fare la burletta, cercavi di risovere il finale e di dargli un qualche senso drammaturgico come hanno fatto sia Carsen che Lehnoff, i quali non temono il melodramma ma sanno come gestirlo, te ne saremmo stati altrettanto grati. Vabbè.
Musicalmente lo cose sono andate decisamente meglio.
Rivelatoria la Minnie della Stemme. Dopo la prova, per me, interlocutoria di Stoccolma con Loy, ero andato un po' prevenuto. Invece è stata bravissima. Perfetta per accento, chiarissima nella dizione, luminosa negli acuti (il do e i si naturali sono un po' faticosi, ma i si bemolle sono un'iradiddio), imponente per volume. Purtroppo chi ha visto questa Fanciulla in video non può rendersi conto di cosa fosse la voce della Stemme in teatro. Rimane il rimpianto che non ci fosse un regista in grado di valorizzare ulteriormente il suo temperamento vulcanico. Ma nel Finale II, come ho già detto, è stata impressionante.
Kaufmann è apparso, finalmente, a suo agio in un ruolo Caruso, centrale, con pochi acuti, sostanzialmente declamatorio. Ho trovato finalmente il Kaufmann capace di elettrizzarmi, quel tenore che aveva affrontato Don Josè, Werther, Lohengrin rastrellando superlativi e che si era invece perso in inutili Manrichi e in altrettanto inutili e malriusciti dischi verdiani. Purtroppo gli anni cominciano a sentirsi anche per lui. Già il siB è difficile e le lunghe frasi in acuto mostrano la corda. Però il fraseggio, l'accento e la prestanza fisica fanno di questo Johnson uno dei migliori, se non il migliore, che io abbia visto. Non dimentichiamoci, quando si fanno paragoni (e lo dico soprattutto per le suorine che storcono il naso) che questo ruolo, negli ultimi anni, l'hanno cantanto campioni come Berti, Storey, Armiliato, Todorovich, Torsten Kerl, e Antonenko. Kaufmann è su un altro pianeta.
Tomasz Konieczny è stato un disastro. Improponibile.
Welser Most ha diretto, dal vivo, con una singolare propensione al baccano. In video invece molti di questi clangori sembrano quasi attenutati e la sua sembra quasi una direzione "bella". Entusiasmanti misteri della tecnologia.
Pubblico calorosissimo, con fan kaufmanniane scatenate, tra cui un gruppuscolo di nonne elegantissime e sciccose, di quelle che magari non sanno nemmeno accendere un computer, ma che qui sfoderavano costosissimi smartphone con cui riprendevano di nascosto pezzi dello spettacolo e fotografavano il tenore piacione. Sembravano ragazzotte a un concerto di Avicii e l'entusiasmo nel finale è salito alle stelle. Applausi ritmati e standing ovation. Il guaio è che i viennesi li hanno fatti a tutti. Marelli e Konieczny compresi. E quindi non è bello ciò che è bello ma che bello, che bello, che bello... : Nar :
Scusate, ma mi sono lasciato prendere la mano.

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Re: Puccini - Fanciulla del West - Vienna - 2013

Messaggioda DottorMalatesta » ven 11 ott 2013, 12:54

Divino,
leggerti è sempre uno spasso!
Ho registrato lo spettacolo, ma ancora non l´ho visto.
DM

P.S.: Confesso di non amare molto quest´opera (o forse non l´ho mai capita, boh). È che trovo un po´ ridicoli tutti questi maschiacci rotti a tutte le brutture della vita sdilinquirsi impacciati per l´unica femmina in circolazione neanche fossero adolescenti alle prime armi. E tutti giù a regalarle fiori, scriverle poesie, farle la corte neanche fossimo in Inghilterra in piena era vittoriana. Ma, voglio dire, sbatt**sela nel saloon (scusa l´espressione) non faceva molto più “far west”? :mrgreen:
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Re: Puccini - Fanciulla del West - Vienna - 2013

Messaggioda Maugham » ven 11 ott 2013, 15:34

DottorMalatesta ha scritto:P.S.: Confesso di non amare molto quest´opera (o forse non l´ho mai capita, boh). È che trovo un po´ ridicoli tutti questi maschiacci rotti a tutte le brutture della vita sdilinquirsi impacciati per l´unica femmina in circolazione neanche fossero adolescenti alle prime armi. E tutti giù a regalarle fiori, scriverle poesie, farle la corte neanche fossimo in Inghilterra in piena era vittoriana. Ma, voglio dire, sbatt**sela nel saloon (scusa l´espressione) non faceva molto più “far west”? :mrgreen:


Se la metti su questo piano allora tutto salta per aria e salviamo ben poche opere.
Anche il Tristano o il Siegfried, cosa aspettano a fare sesso? Cos'è tutta quella filosofia?
Se poi vogliamo le incongruenze narrative allora cosa dire del Trovatore?
O se vogliamo ironizzare, parliamo dei Racconti di Hoffmann con la Musa canterina che diventa uno studente, la bambola meccanica che lui crede vera, la tipa che se canta muore, gli spiriti del vino e della birra che fanno Gluglu e alla fine è tutto un sogno... 8) 8) 8)
Anzi, se ci limitiamo alla drammaturgia possiamo ironizzare su tutto. Anche su Shakespeare.
Prendete il Riccardo III. Alla fine ti chiedi perchè diavolo continui ad ammazzare e massacrare personaggi su personaggi senza nessun apparente motivo. Un macellaio e basta, se ci limitiamo alla superficie.
Bisognerebbe invece riflettere -se ne abbiamo voglia- su quest'opera liberandoci dagli schemi in cui una critica concettosa e un po' snob (e anche un po' superficiale) l'ha infilata.
Minnie e Rance sono identici. Lei è di poco più raffinata di lui. Ma sono della stessa specie. Lui, un biscazziere, lei figlia di due che gestivano una bisca. E la cosa belle è che ambedue lo sanno. O meglio l'uno si riconosce nell'altra. E Rance non riesce assolutamente a spiegarsi perchè Minnie non lo capisca. L'unico estraneo è Johnson. Figlio allevato nella bambagia, tenuto lontano dagli affari di famiglia (vi ricordate il Michael Corleone del Padrino) che a forza entra in un gioco che non riesce poi a gestire così bene. "Gli aggiusteremo i ricci", dice Minnie. Ed è esattamente quello che farà per tutta l'opera. Rance lo definisce "un can di pelo fino", in pratica un "botolo da salotto", che non spaventa nessuno. E lui non riesce assolutamente a capire come una femmina alfa, quale Minnie è, si sia perdutamente votata alla salvezza di un tipo omega che non è nemmeno capace - secondo Rance ma anche secondo tutti - di risultare credibile come bandito. Si fa sempre beccare e soprattutto -imperdonabile per Rance - si fa incastrare da una donna. Nina Micheltorena.
Ma la cosa più singolare è che Rance passa per "cattivo", quando invece è assolutamente dalla parte della ragione. Lui è la legge e Johnson un delinquente e Minnie una favoreggiatrice. E' lui alla fine il grande sconfitto di quest'opera apparentamente a lieto fine. Rance è un uomo razionale, concreto, obiettivo. Per lui tutto si risolve in due+due. E la doppia liberazione di Johnson -la seconda volta addirittura con il placet di tutta la banda dei minatori- è la sconfitta del pragmatismo e la dimostrazione -tutta pucciniana- di come la passione e il sentimento possano sbaragliare anche chi ha dalla sua non solo la ragione, ma anche la legge.
Tutto questo comunque non veniva fuori dalla regia di Marelli, se non nel finale in cui entra in scena Mr Ashby (Well's Fargo) che guarda con disprezzo il povero Rance come per dirgli: "coglione, te lo sei fatto scappare di nuovo!".
Poi, che Fanciulla del West non sia un capolavoro di originalità e chi i personaggi siano un po' scolpiti grossolanamente te lo concedo. Però funzionano. Eccome se funzionano. Ed è quello che interessava a Puccini. E anche a me. :-)
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Re: Puccini - Fanciulla del West - Vienna - 2013

Messaggioda DottorMalatesta » ven 11 ott 2013, 16:18

Maugham ha scritto:
DottorMalatesta ha scritto:P.S.: Confesso di non amare molto quest´opera (o forse non l´ho mai capita, boh). È che trovo un po´ ridicoli tutti questi maschiacci rotti a tutte le brutture della vita sdilinquirsi impacciati per l´unica femmina in circolazione neanche fossero adolescenti alle prime armi. E tutti giù a regalarle fiori, scriverle poesie, farle la corte neanche fossimo in Inghilterra in piena era vittoriana. Ma, voglio dire, sbatt**sela nel saloon (scusa l´espressione) non faceva molto più “far west”? :mrgreen:


Se la metti su questo piano allora tutto salta per aria e salviamo ben poche opere.
Anche il Tristano o il Siegfried, cosa aspettano a fare sesso? Cos'è tutta quella filosofia?
Se poi vogliamo le incongruenze narrative allora cosa dire del Trovatore?
O se vogliamo ironizzare, parliamo dei Racconti di Hoffmann con la Musa canterina che diventa uno studente, la bambola meccanica che lui crede vera, la tipa che se canta muore, gli spiriti del vino e della birra che fanno Gluglu e alla fine è tutto un sogno... 8) 8) 8)


Certo, però Fanciulla del West è opera verista/realista (diversamente da TuI o Siegfried), np? E -onestamente- questi cow-boys svenevoli mi sembrano piuttosto improbabili. Anche se, di fatto, sono solo contorno e contano i tre personaggi principali. Sui quali... che dire? Sei illuminante come il solito.
Proverò a guardare e ad ascoltare quest´opera con un occhio (e un orecchio) a quanto hai scritto.
Grazie!

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Re: Puccini - Fanciulla del West - Vienna - 2013

Messaggioda Maugham » ven 11 ott 2013, 19:05

DottorMalatesta ha scritto:
E -onestamente- questi cow-boys svenevoli mi sembrano piuttosto improbabili.


Perchè scusa? Voglio dire, mi sta bene che non ti piacciano, che li consideri un riempitivo, che non vedi l'ora che si levino di torno, ma perchè improbabili? In fondo sono dei ragazzi che vedono in una tenutaria di osteria più che un figura sessuale una figura materna. E' normale, penso, in una situazione di reclusione monosessuale come la vita dei cercatori d'oro. Tra l'altro lei è anche quella che custodisce l'oro, per i loro standard è colta e sa tante cose, è una persona di cui si fidano, è un punto fermo emotivo. Minnie è qualcosa di diverso dalle signorine che, si suppone, i cercatori d'oro frequentano quando vanno giù in città. Sono svenevoli?. Forse, ma dove sta scritto che i cow-boy devono essere tutti duri e rozzi e puzzoni? Anzi, mi sembra molto più questo uno stereotipo. Sono improbabili forse i camionisti statunitensi che hanno eletto a loro icona Bonnie Tyler (ne tengono l'immagine nella cabina come un santino) e si commuovono come adolescenti ascoltando Total Eclipse of the Heart o, ancora peggio, It's an heartache... 8)
Come sempre grazie per gli spunti.

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Re: Puccini - Fanciulla del West - Vienna - 2013

Messaggioda Revan » ven 11 ott 2013, 19:25

Maugham ha scritto:Anche il Tristano o il Siegfried, cosa aspettano a fare sesso? Cos'è tutta quella filosofia?


Probabilmente, dopo aver dato un'occhiata alla soprano cetaceo di turno, hanno deciso che filosofeggiare è una scelta migliore :) .

Ciao

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Re: Puccini - Fanciulla del West - Vienna - 2013

Messaggioda Revan » ven 11 ott 2013, 23:01

Battute a parte, non conosco per niente quest'opera. Ho trovato il video di questo spettacolo su rs. Vale la pena sobbarcarsi gli immensi tempi di download o è meglio cercare altrove per un primo approccio?

Ciao

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Re: Puccini - Fanciulla del West - Vienna - 2013

Messaggioda Enrico » sab 12 ott 2013, 0:44


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Re: Puccini - Fanciulla del West - Vienna - 2013

Messaggioda Maugham » sab 12 ott 2013, 7:37

Revan ha scritto:Battute a parte, non conosco per niente quest'opera. Ho trovato il video di questo spettacolo su rs. Vale la pena sobbarcarsi gli immensi tempi di download o è meglio cercare altrove per un primo approccio?

Ciao

Revan


Direi di si. Anche perchè non è che le alternative siano così molte.
L'edizione del Met con la regia di Del Monaco è tutta in stile John Ford. Purtroppo le comparse a volte si prendono molto sul serio e allora passiamo a Mel Brooks.
Comunque se vuoi un consiglio comincia dall'audio.
Mehta - DG - Domingo Neblett
poi
la splendida, inarrivabile registrazione fiorentina con Mitropoulos.
il video dopo. Prima la tua fantasia. :D
Ciao

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Re: Puccini - Fanciulla del West - Vienna - 2013

Messaggioda mattioli » sab 12 ott 2013, 8:33

Ormai il Divino : Love : dispensa consigli di vita, oltre che per gli acquisti operistici.
E' il saggio della montagna, l'oracolo di Delfi, il consigliere pret-à-penser...
"Prima la tua fantasia": sublime.
Niente da aggiungere, niente da togliere. Come Mozart.
Un grande, davvero.

AM
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Re: Puccini - Fanciulla del West - Vienna - 2013

Messaggioda Maugham » sab 12 ott 2013, 9:45

mattioli ha scritto:Ormai il Divino : Love : dispensa consigli di vita, oltre che per gli acquisti operistici.
E' il saggio della montagna, l'oracolo di Delfi, il consigliere pret-à-penser...
"Prima la tua fantasia": sublime.
Niente da aggiungere, niente da togliere. Come Mozart.
Un grande, davvero.

AM


esagerato.
In questo gruppo io, il boss, Enrico, Malatesta, vivalaboheme, Beckmesser, il GM (lui è un gradino sopra. E' come Sonora), etc. siamo la banda dei cercatori d'oro alla Polka.
Ma tu, solo tu sei la nostra Minnie. : Love :
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Re: Puccini - Fanciulla del West - Vienna - 2013

Messaggioda mattioli » sab 12 ott 2013, 10:27

Preferirei essere lo sceriffo cattivo che vi sbatte tutti dove meritate:
in galeraaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!
In programma un sadico corso di rieducazione operistica.

Eccolo:
- visione di tutte le produzioni operistiche di Zeffirelli;
- lettura di tutte le interviste di Zeffirelli (ne dà più di una al giorno);
- scrivere duecento volte alla lavagna "Amo Pier'Alli";
- imparare a memoria il libro di Muti intervistato da Torno;
- master di teo.emme sulla "drammaturgia originale";
- remake del convegno sulle regie di Bologna cui ha partecipato il GM (e io no, tiè);
- esegesi delle diverse versioni del Teatro d'opera in disco di Celletti;
- lectio magistralis di Pizzi sull'uso teatrale di piume e mantelli;
- ascolto obbligatorio della Barcaccia;
- lettura coatta della Grisi;
- salmodiare tipo gregoriano "Non ci sono più le voci di una volta".

Il tutto reclusi come suor Angelica.
Libera uscita solo per andare all'Opera di Roma.

AM
Ultima modifica di mattioli il sab 12 ott 2013, 10:42, modificato 1 volta in totale.
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Re: Puccini - Fanciulla del West - Vienna - 2013

Messaggioda DottorMalatesta » sab 12 ott 2013, 10:41

VI AMO!!!!!!

:lol: :lol: :lol:

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Re: Puccini - Fanciulla del West - Vienna - 2013

Messaggioda mattioli » sab 12 ott 2013, 10:45

Ah, dimenticavo la guest star del campo di rieducazione operistica nazimaoista.
Il professor Isotta presiederà tre tavole rotonde. Ecco i titoli:

1) "Perché il Simon Boccanegra di Gabriele Santini è molto meglio di quello di Claudio Abbado";
2) "I piedi di tenori, baritoni e bassi";
3) "Chéreau, chi?!".

Se fate i bravi, gita premio al Regio di Torino a vedere il Simone di Sylvano Bussotti (anno 1979).
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Re: Puccini - Fanciulla del West - Vienna - 2013

Messaggioda Maugham » sab 12 ott 2013, 10:47

mattioli ha scritto:Ah, dimenticavo la guest star del campo di rieducazione operistica nazimaoista.
Il professor Isotta presiederà tre tavole rotonde. Ecco i titoli:

1) "Perché il Simon Boccanegra di Gabriele Santini è molto meglio di quello di Claudio Abbado";
2) "I piedi di tenori, baritoni e bassi";
3) "Chéreau, chi?!".

Se fate i bravi, gita premio al Regio di Torino a vedere il Simone di Sylvano Bussotti (anno 1979).
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