Simon Boccanegra (Verdi)

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Simon Boccanegra (Verdi)

Messaggioda vivelaboheme » lun 26 nov 2012, 16:37

ROMA 2012

Questo, veramente, è un "non ancor visto a teatro" (forse un "non vedrò mai"). E ammetto che nasce da una certa stanchezza di lettore dei nostri maggiori quotidiani (fa lodevole eccezione, al solito, La Stampa)



Ci prepariamo all'evento. Il Corriere della Sera l'ha preparato da par suo, inventando una provincialissima, assurda, obsoleta polemica sull'opportunità di "aprire" la stagione della Scala con Verdi o Wagner, polemica (pilotata?) di stupidità pari alla tendenziosità con la quale appariva tutta volta all'esaltazione della Scelta del Maestro Sommo. Nel corso di questi giorni abbiamo, fra l'altro, appreso, dall'illuminata Penna-Elzeviro del quotidianone milanese, che Gabriele Santini è il "nome" cui dobbiamo tutti far riferimento per farci esatta idea della storia interpretativa di Simon Boccanegra: abbiamo molto riso. Il Simone di Roma sarà bello o sarà brutto o sarà così così. Ma, fin d'ora, ci sono tre certezze:

a) i cantanti dalla scena guarderanno Muti
b) Muti dal podio guarderà i cantanti
c) Isotta scriverà che è il non plus ultra di sempre


Dite che ne sbaglio più di una su tre?


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Re: Simon Boccanegra, Roma

Messaggioda pbagnoli » lun 26 nov 2012, 18:28

vivelaboheme ha scritto:a) i cantanti dalla scena guarderanno Muti
b) Muti dal podio guarderà i cantanti
c) Isotta scriverà che è il non plus ultra di sempre

Probabilmente saranno vere tutt'e tre.
Noi che le abbiamo vissute in vent'anni siamo ben abituati alle impostazioni mutiane, al suo far di se stesso centro di ogni spettacolo, nel bene come nel rarissimo male.
E' una deformazione, talvolta una mostruosità.
Ma è un'idea, non la prima di tal genere in ambito esecutivo.
Dopo i recenti Rigoletto e Siegfried, mi sono trovato a pensare proprio al fatto che - soprattutto nel male - Muti comunque assicurava una linea, deprecabile finché si vuole ma pur sempre una linea; oggi, alla Scala, non c'è nemmeno quella.
Nonostante tutto quello che se ne può dire, mai ai tempi di Muti si sarebbe assistito a una sciatteria di profilo così basso, con cantanti (e coro! soprattutto il coro!) che non entrano mai a tempo, che accennano nei concertati, che fanno durare le note come vogliono e altre cose del genere.
Lungi da me rimpiangere i tempi che furono, sia chiaro
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Re: Simon Boccanegra, Roma

Messaggioda DottorMalatesta » lun 26 nov 2012, 18:38

vivelaboheme ha scritto:Ci prepariamo all'evento. Il Corriere della Sera l'ha preparato da par suo, inventando una provincialissima, assurda, obsoleta polemica sull'opportunità di "aprire" la stagione della Scala con Verdi o Wagner, polemica (pilotata?) di stupidità pari alla tendenziosità con la quale appariva tutta volta all'esaltazione della Scelta del Maestro Sommo. Nel corso di questi giorni abbiamo, fra l'altro, appreso, dall'illuminata Penna-Elzeviro del quotidianone milanese, che Gabriele Santini è il "nome" cui dobbiamo tutti far riferimento per farci esatta idea della storia interpretativa di Simon Boccanegra: abbiamo molto riso. Il Simone di Roma sarà bello o sarà brutto o sarà così così. Ma, fin d'ora, ci sono tre certezze:

a) i cantanti dalla scena guarderanno Muti
b) Muti dal podio guarderà i cantanti
c) Isotta scriverà che è il non plus ultra di sempre


Dite che ne sbaglio più di una su tre?


E poi l'antimutiano sarei io :mrgreen:

Scherzi a parte, temo che andrà proprio così.
E a proposito della diatriba Verdi-Wagner, il Maestro (con la emme maiuscola, per carità!) avrebbe detto, a proposito della scelta di inaugurare la stagione scaligera con Lohengrin: "in democrazia ognuno è libero di fare quello che vuole". Vorrei ben vedere!!!

Capisco anche le grandi perplessità e critiche di Pietro, solo mi permetto di dire che nessuno spettacolo all'Opera di Roma è almeno sulla carta promettente come il Lohengrin inaugurale. Certo che se uno guarda ai restanti titoli del cartellone scaligero c'è davvero da piangere!!!!
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Re: Simon Boccanegra, Roma

Messaggioda beckmesser » lun 26 nov 2012, 19:18

Beh, sul caso Muti si è dibattuto molto, ma su questo spettacolo in particolare ci andrei piano. Il debutto di Muti in un’opera di Verdi dell’importanza del Boccanegra una qualche rilevanza ce l’ha. Adrian Noble non sarà Jones o Cerniakov, ma non è nemmeno Ruggero Cappuccio: è un regista a cui teatri importanti affidano allestimenti importanti (tano per dire, l’Opéra-Comique gli ha affidato una Carmen con Gardiner…), direttore della Royal Shakespeare Company. Non è certo il mio Simone ideale, ma sulla carta è molto più interessante di qualsiasi Verdi presentato alla Scala quest’anno (tranne, forse, Falstaff) e, onestamente, non sfigurerebbe nella stagione di qualsiasi teatro anche fuori Italia: non dico che ne sarebbe una punta di diamante, ma non sfigurerebbe. E poi sono d’accordo con Pietro, musicalmente sono certo sarà su un livello di professionismo che non credo si ascolterà spesso in un teatro italiano (Scala inclusa) in quest'anno verdiano.

La polemica sull’autore degno dell’inaugurazione alla Scala è semplicemente risbile, e quello solo meriterebbe: una risata…

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Re: Simon Boccanegra, Roma

Messaggioda DottorMalatesta » lun 26 nov 2012, 22:19

Sono d'accordo nel dare la massima fiducia a Noble (anche i bozzetti della scenografia farebbero propendere per la solita non-regia mano sul cuore e gesti da vigile urbano...), e sul fatto che probabimente questo Simone vale il viaggio (anche, anzi, direi soprattutto per Muti Lo dico sottovoce ma lo dico!!! :mrgreen: ).
Anche sul Verdi alla Scala sono d'accordissimo (per inciso: già comprato il biglietto per il Falstaff del 2 febbraio, così, incrociando le dita, mi vedo pure Terfel 8) =.
Ciao,
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Re: Simon Boccanegra, Roma

Messaggioda vivelaboheme » mar 27 nov 2012, 18:14

Sull'attuale "problema-Verdi" (o meglio problema-repertorio italiano) alla Scala siamo tutti d'accordo. Sulle sciatterie comportamentali (chiamiamole così) idem. Sono sotto gli occhi e hanno avuto momenti (chi qui scrive stigmatizzò pubblicamente) di imbarazzante non-professionalità, tanto più imbarazzante e irritante perché sappiamo bene che - se e quando vogliono - orchestra e coro scaligero nell'opera sanno esprimersi a molto alto livello.

Purtuttavia il Falstaff di gennaio, vuoi per Harding vuoi per Carsen vuoi per i cast, mi sembra proposta notevolissima. Idem prendere Michieletto (piaccia o meno, a me piace) e dargli in mano Un Ballo in Maschera (scelta, fra l'altro, coraggiosa: spero sia lasciato lavorare in pace, senza l'ossessione - spesso usata per inibire, in loco - di doverlo fare per il Tempio Mondiale della Lirica, concetto tanto obsoleto quanto barboso). Idem La Traviata Gatti Tcherniakov. C'è semmai da considerare una certa, inguaribile tendenza dell'ambiente "milanese" a "chiudersi" e fare le puzze sotto il naso a qualunque proposta, nella prosopopea - provinciale - di credersi il non plus ultra. Un critico famoso che non nomino mi raccontava, un paio di sere fa (si parlava proprio di questo) , d'aver colto, all'epoca del Wozzeck-edizione Sinopoli, il commento di un "sapiente" addetto ai lavori milanese sul regista: "Ma chi l'è questo Flimm". Jurgen Flimm, un "signor nessuno", per i milanesi che tutto sanno (l'aneddoto serve ad esemplificare un modo di essere locale).


Invece prendere i giovani (peraltro di valore) Wellber e Dudamel e buttarli nel tubo di scarico in edizioni-mummia di Aida e Rigoletto è imperdonabile. Qui si fa doppio torto. All'autore e agli interpreti.


Come in tutte le cose della vita, anche nel caso della Scala ci sono risvolti di vario tipo. Vere alcune magagne, veri però, e si tende a dimenticarli, anche i grandi meriti di Stephane Lissner rispetto alla "chiusura" narcisistico-provinciale del Ventennio precedente, che aveva posto la Scala fuori dal mondo musicale, in una sorta di sterile, provincialissima, autocontemplazione. Lissner da questo l'ha tirata fuori e non è merito da poco! E, per restare all'attualità: se apre con Lohengrin ma subito dopo fa Falstaff e apre nel 2013 con La Traviata, mi pare rispetti in pieno entrambe le ricorrenze e gli autori (poi, vi dirò che questa storia dell'obbligo di fare Wagner e Verdi perché c'è l'anniversario è una pippa mortale. Fossi un direttore artistico... mi sarebbe venuto voglia, proprio nel 2012-2013 - di NON PROGRAMMARE NEANCHE UN'OPERA DI VERDI O WAGNER!. Odio sinceramente gli anniversari)

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Re: Simon Boccanegra, Roma

Messaggioda DottorMalatesta » mar 27 nov 2012, 18:17

E comunque, RADIO tre il Simone di Muti poteva anche trasmetterlo, no??? : Andry : : Andry :

;-)

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Re: Simon Boccanegra, Roma

Messaggioda vivelaboheme » mar 27 nov 2012, 18:33

Meno male che me l'hai detto. Avevo già progettato di andare a casa dal lavoro in fretta, per ascoltarlo. Al di là dei pareri sopra espressi, la diretta DOVEVA esserci. Non ha senso, non darlo.



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Re: Simon Boccanegra, Roma

Messaggioda Luca » sab 08 dic 2012, 12:13

Carissimi,

sono stato al Simone, giovedì sera 6. Ho riportato una favorevole impressione. Anzitutto la parte visiva curata dalla regia di Adrian Noble e le scene di D. Ferretti erano notevoli, per sobrietà, gusto, assoluta assenza di pesantezza. Molto in evidenza l'elemento del mare, tranne che nella scena del Consiglio e nel II atto quella del progettato assassinio di Boccanegra da parte dell'inconsapevole ed ardente Adorno. Semmai c'è stata qualche sfasatura nel gioco di luci, ma era ben espressa l'idea popolare e, al contempo, aristocratica che anima la vicenda. Il guaio del Simone (a mio avviso) al di là di quasiasi edizione è il libretto che ha avuto la sventura di vederci rimesse le mani da Boito (del quale non ho alcuna stima). Però nonostante il fatto che sia stato definito 'tavolo zoppo' è un'opera che attrae. Per la parte musicale è chiaro che l'impostazione di Muti ha privilegiato le scene più drammatiche e, in certo senso, apocalittiche come il grandioso finale I dove si sente la vicinanza di atmosfera con la Messa da Requiem (il "Quantus tremor est futurus" e il reiterato "Sia maledetto" rivolto a Paolo Albiani sono emblematici) con i relativi silenzi che in Verdi sono molto espressivi. Anche visivamente questo finale I creava un'atmosfera drammaticissima con il coro che, disposto circolarmente, avanzava attorniando progressicamente il 'maledetto' Paolo Albiani. Però da notare che Muti ha curato (e davvero bene !) anche i momenti più intimi e raccolti. L'introduzione al I atto è stata molto fine, direi magica. I cantanti erano tutti all'altezza della situazione, anche se complessivamente siamo sul livello medio-alto. G. Petean protagonista piuttosto liricheggiante, non mi è parso dominare completamente la corda drammatica e dominatrice del personaggio, mostrava però affettuosità nei duetti con Maria-Amelia e notevoli doti dinamiche di attore. D. Beloselskiy era un Fiesco discreto, ma non monolitico ed efferato come il personaggio in parte richiede (nel mio primo Boccanegra visto qui a Roma alla metà degli anni '70 c'era Christoff, per cui lascio a voi le conclusioni, sebbene - per me - questo basso non è l'ideale per vocalità: ricordo però ancora la parte finale del suo 'Il lacerato spirto', davvero impressionante per suono e autorità). Inoltre Beloselskiy non mi è parso di estensione particolarmente grave. Molto bene D. Solari come Albiani, efficace contraltare del protagonista (nelle repliche sarà lui Boccanegra), soprattutto nell'evidenziare l'indole e i propositi vendicativi del personaggio. Bene anche Zanellato come Pietro. Bravissima la coppia dei giovani Maria e Gabriele. M. Agresta, già da me udita come buona (e a tratti ottima) Elvira del Don Giovanni a Verona, è stata una Maria di notevole spessore e non troppo incline alla querimonia infantile, ma decisa e volitiva quando occorrreva con scatti nervosi. Avei desiderato maggior cura nei pianissimi e meno inclinazione verso modi un pò veristi in basso, ma sostanzialmente grande prestazione! F. Meli, ottimo come Adorno: voce nervosa, franca, ma anche capace di sfumature, finezze ed insomma duttile. In alto qua e là c'era qualche suono fibroso, ma non ci si poteva davvero lamentare.
Pubblico entusiasta, anche se c'è da dire che al termine del duetto Maria-Gabriele del II atto si è avuta una contestazione piuttosto 'vociazzara', a mio avviso, davvero immeritata.
Questo è tutto.
Saluti, Luca.
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Re: Simon Boccanegra, Roma

Messaggioda pbagnoli » sab 08 dic 2012, 12:53

Grazie Luca! Ottimo lavoro come al solito!
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