Pav & Cav alla Scala

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Pav & Cav alla Scala

Messaggioda VGobbi » mar 18 gen 2011, 22:08

Impressioni?

Cura ha perso lo smalto degli anni iniziali. Fisicamente e' pure ingrassato, ma la sua romanza l'ha cantata da par suo. Insomma, la zampata del leone che lascia il segno. Perfetto attorialmente. Vocalmente la migliore e' il soprano e Maestri (pero' impacciato dal punto di vista della recitazione). Emozionato il Silvio dello sconosciuto Sassi. Coro sugli scudi e direzione disomogenea di Harding. Temo che non sia il suo repertorio.

Vediamo la seconda parte.
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Re: Pav & Cav alla Scala

Messaggioda VGobbi » mar 18 gen 2011, 22:47

E' finito male lo spettacolo per i buu a fine recita. Meritati quelli di Cura (ma a me e' piaciuto lo stesso), esagerati per la Dyka, anche se lontanissima da un'interpretazione da ricordare. Il migliore Maestri, ma solo da sentire. Ottimo invece il Peppe di Albelo. Niente di che Sassi nella parte di Silvio, mentre non mi e' piaciuta la direzione di Harding, incapace di sostenere una vera tensione teatrale. Nel verismo musicale, mi pare una pecca assai grave.
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Re: Pav & Cav alla Scala

Messaggioda pbagnoli » mar 18 gen 2011, 22:51

Fischi cinesi, mi sembra... Cura va per i trionfali cazzi suoi nella Giubba e urla biecamente; se l'avessimo sentito fare da Merighi o Cecchele o la buonanima di quel vecchio matto di Bonisolli avremmo gridato al solito provincialismo. Maestri ha il vocione ma non ha più gli acuti. la Dyka mi sembra una sciacquetta di provincia, quindi è perfetta; trent'anni fa mi beccai la Mauti Nunziata che non era davvero meglio. Harding impetuoso e divertito.
Non memorabile
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Re: Pav & Cav alla Scala

Messaggioda Luca » mar 18 gen 2011, 23:01

Ho visto solo il II atto dei Pagliacci e mi sono sembrati pessimi: Cura canta con la voce consumata (fiatucci corti e note alte appena accennate) e con il suo solito stile alla Gianni Morandi, il soprano poco interessante. Maestri troppo mite e poco incisivo. Migliore di tutti il Beppe di Albelo. Scene e regia brutte. I Pagliacci della Cavani ed ambientati nella periferia visti qui a Roma, anni orsono e con Cura (anche lì scadente) erano molto più centrati.
Direzione: come si fa ad affidarte ad un non italiano un binomio così popolare come l'accoppiata Mascagni-Leoncavallo?

Saluti, Luca.
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Re: Pav & Cav alla Scala

Messaggioda VGobbi » mar 18 gen 2011, 23:10

Luca, tutto puoi dire ma non sui fiati corti ... Avresti dovuto sentirlo nella prima romanza.
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Re: Pav & Cav alla Scala

Messaggioda VGobbi » mar 18 gen 2011, 23:59

M'aspettavo una Santuzza plateale, vociferante in stile Obraztsova. Così non e' stato e la D'Intino mi e' parsa ottima, così come il Turiddu di Licitra, timbro davvero divino. Molto bravo l'Alfio di Sgura ed efficacissima la mamma della Zilio. Bene pure la Lola. Harding più affine con il lavoro di Mascagni, anziché quello di Leoncavallo.
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Re: Pav & Cav alla Scala

Messaggioda VGobbi » mer 19 gen 2011, 0:24

Ha mostrato qualche corda nel finale, ma il Licitra di Turiddu resta ampiamente sopra la sufficienza. D'Intino, ripeto, meglio di quanto mi aspettavo. Molto bene gli altri, su tutti l'Alfio di Sgura. Harding meglio in Cavalleria.

Resta l'allestimento ed in entrambe le opere, Martone mi ha convinto.
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Re: Pav & Cav alla Scala

Messaggioda pbagnoli » mer 19 gen 2011, 7:49

D'Intino vociferante come al solito. Licitra ha gli acuti ma gli manca tutto il resto. La Zilio mi è sembrata imbarazzante. Sgura accettabile e direzione piuttosto sinfonica ma gradevole. Regia di una noia mortale: meglio i Pagliacci, almeno c'era un disegno, un'idea... Persino Zeffirelli trent'anni da aveva più idee.
Alla fine fischi solo per Licitra, ma non ne capisco le ragioni: Licitra ha sempre cantato così, non dovrebbe essere una novità. I fischi, se mai, dovrebbero essere regalati a chi lo scrittura.
Per Cura stesso discorso: ha ragione Luca, è invecchiato, i fiati non ci sono, urla in modo imbarazzante, non va a tempo per niente (la sua aria, da questo punto di vista, è stato un disastro: Harding arrancava penosamente con l'orchestra per inseguirlo), ma sono anni che Cura canta così. Come cantante di questi ruoli è finito da un pezzo; dovrebbe pensare a qualcos'altro, punto.
Maestri ha la classica e vera voce di baritono all'italiana; il problema è che ce l'aveva anche quando ha esordito ed era all'epoca la sua unica risorsa, ma da allora non solo non ha fatto passi in avanti ma ha anche perso gli acuti, che erano (lo ricordo bene) sfolgoranti. Non dirò che la sua prestazione sia stata censurabile: è stata...boh.
Alla fine chi m'ha convinto maggiormente è stato Cassi, Albelo (ma Peppe non è il suo ruolo!) e la Dyka, che almeno non ha cercato di trasformare in raffinata escort una povera sciacquetta di periferia
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Re: Pav & Cav alla Scala

Messaggioda teo.emme » mer 19 gen 2011, 14:28

Luca ha scritto:Direzione: come si fa ad affidarte ad un non italiano un binomio così popolare come l'accoppiata Mascagni-Leoncavallo?


Premesso che la musica non ha nazionalità, mi sembra la stessa polemica di quando Karajan diresse in Scala la Traviata: certuni lamentavano il fatto che un austriaco si "permettesse" di dirigere Verdi! Stiamo scherzando vero???

Ps: Karajan, a mio avviso, ha inciso i migliori Pagliacci e Cavalleria della discografia....
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Re: Pav & Cav alla Scala

Messaggioda Malatesta » mer 19 gen 2011, 15:31

pbagnoli ha scritto:D'Intino vociferante come al solito. Licitra ha gli acuti ma gli manca tutto il resto. La Zilio mi è sembrata imbarazzante. Sgura accettabile e direzione piuttosto sinfonica ma gradevole. Regia di una noia mortale: meglio i Pagliacci, almeno c'era un disegno, un'idea... Persino Zeffirelli trent'anni da aveva più idee.
Alla fine fischi solo per Licitra, ma non ne capisco le ragioni: Licitra ha sempre cantato così, non dovrebbe essere una novità. I fischi, se mai, dovrebbero essere regalati a chi lo scrittura.
Per Cura stesso discorso: ha ragione Luca, è invecchiato, i fiati non ci sono, urla in modo imbarazzante, non va a tempo per niente (la sua aria, da questo punto di vista, è stato un disastro: Harding arrancava penosamente con l'orchestra per inseguirlo), ma sono anni che Cura canta così. Come cantante di questi ruoli è finito da un pezzo; dovrebbe pensare a qualcos'altro, punto.
Maestri ha la classica e vera voce di baritono all'italiana; il problema è che ce l'aveva anche quando ha esordito ed era all'epoca la sua unica risorsa, ma da allora non solo non ha fatto passi in avanti ma ha anche perso gli acuti, che erano (lo ricordo bene) sfolgoranti. Non dirò che la sua prestazione sia stata censurabile: è stata...boh.
Alla fine chi m'ha convinto maggiormente è stato Cassi, Albelo (ma Peppe non è il suo ruolo!) e la Dyka, che almeno non ha cercato di trasformare in raffinata escort una povera sciacquetta di periferia


Ho senti solo pagliacci e devo dire che concordo con i vostri commenti, Cura cantava come se avesse una patata bollente in bocca; sono anni che canta così ma rispetto 4 anni fa quando lo sentii in pagliacci e cavalleria, è veramente messo male. Maestri, la sua splendida voce ha perso smalto, male, segni evidenti di usura così giovane... :(
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Re: Pav & Cav alla Scala

Messaggioda Luca » mer 19 gen 2011, 20:16

Premesso che la musica non ha nazionalità, mi sembra la stessa polemica di quando Karajan diresse in Scala la Traviata: certuni lamentavano il fatto che un austriaco si "permettesse" di dirigere Verdi! Stiamo scherzando vero???

Ps: Karajan, a mio avviso, ha inciso i migliori Pagliacci e Cavalleria della discografia....
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Non è mia intenzione fare polemica, ma Karajan come Solti e qualche altro, quando si avvicinavano al repertorio italiano sapevano 'parlare italiano'. Non so se altrettanto fanno altri, specie gli inglesi. Concordo poi che Karajan ha prodotto in disco (e video) l'accoppiata verista in modo ottimo.

Saluti, Luca.
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Re: Pav & Cav alla Scala

Messaggioda Tucidide » mer 19 gen 2011, 23:45

teo.emme ha scritto:Ps: Karajan, a mio avviso, ha inciso i migliori Pagliacci e Cavalleria della discografia....

Per il cast sono abbastanza d'accordo. Come direzione d'orcherstra, è stato molto bravo, è vero, ma forse gli preferisco Muti, che secondo me si pone sulla sua scia e resta lontano in modo ammirevole dal turgore sonoro cui Karajan qualche volta indulge. Non che il suono turgido sia un delitto, ma nel Verismo è un po' uno stereotipo. Muti a mio avviso dà nuova luce a queste due brevi opere.
Cura come Canio era mediocre vocalmente anche nell'incisione DECCA con Chailly (altro eccellente direttore di Pagliacci), ma almeno aveva - allora - un accento convincente.
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Re: Pav & Cav alla Scala

Messaggioda Tucidide » gio 20 gen 2011, 1:00


:shock:
E' stata 'sta roba qua??? :shock: :shock: :shock:
Omisignorbandetidiosujè come diceva mia nonna!
Vitt, tu dici che ha cantato la romanza "da par suo"? Beh, in un certo senso hai ragione... : Blink :
Harding niente di che... e quel contrabbassaccio che gratta alla fine dell'arioso, che sembra una porta che sfrega contro lo stipite?
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Re: Pav & Cav alla Scala

Messaggioda Luca » gio 20 gen 2011, 9:05

Dopo questo suo Vesti la giubba (anche con tempi e pause a modo suo...) ...Beh? E si continua a scritturarlo? Mah.... :(

Saluti, Luca.
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