Carmen (Bizet)

recensioni e commenti di spettacoli visti dal vivo

Moderatori: DocFlipperino, DottorMalatesta, Maugham

Re: Carmen alla Scala

Messaggioda Enrico » sab 12 dic 2009, 18:39

MatMarazzi ha scritto:
la Ciofi è un'artista anche pregevole; ottima professionista e vera musicista, lo dico sul serio! E tuttavia...


E tuttavia quella sera era anche "indisposta".
Altrove, e con tenori meno inesperti come Alagna e Villazon, funzionava molto meglio.
Enrico B.
Enrico
 
Messaggi: 1019
Iscritto il: mar 17 nov 2009, 17:34

Re: Carmen alla Scala

Messaggioda Tucidide » sab 12 dic 2009, 19:46

pbagnoli ha scritto:Alla fine faccio la provocazioncina anch'io: e se avesse ragione lui? In fin dei conti il pubblico italiano, intellettualmente pigro, fa tutti questi gran giri per andare a vedere spettacoli più stimolanti? Certo che no (adesso Matteo mi uccide): anzi, piomba in massa a Milano.
Quindi...

Ma è proprio questo il punto!!! :)
Il problema non è che il pubblico italiano vada a Milano. Il problema è che, mediamente, non ritiene che all'estero facciano chissà quali meraviglie degne di una trasferta, o anche solo di invidia.
Tu citi, Pietro, il Tristan con la Stemme e la regia di Guth e la Tosca con Kaufmann. Bene. Poniamo che le avessero fatte a Bologna, a Milano o a Torino.
Ci sarebbero stati entusiasmi sani, netti, eccessivi, di quelli che testimoniano un'eccitazione vera? Io dico di no.
"Sì... la Stemme è brava, per caritààààà... Ma la Nilsson era un'altra cosa!".
"Kaufmann... bravo eh... e poi è anche un bell'uomo! Però Corelli..."

Andate su YouTube e guardatevi qualche video di cantanti del presente alle prese con pagine famose. Che so io... Kaufmann in "In fernem Land" o "Recondita armonia", oppure la Netrebko nella Gavotte della Manon o la Dessay in "Regnava nel silenzio".
I commentatori anglofoni o germanofoni osano fare paragoni fra i mostri sacri del passato e quelli del presente, o addirittura rilasciare, a volte in modo anche un po' incauto, patenti di "miglior esecutore di sempre". Si possono leggere cose come "Il miglior Cavaradossi di sempre" oppure "il miglior soprano degli ultimi cinquant'anni", o anche "Dopo la Callas, la miglior Lucia di sempre".
Non dico che ciò sia indice di saggezza: ma denota sicuramente passione, passione autentica e sano divertimento. Un modo diverso di intendere l'opera. Il bello è che anche chi non è d'accordo con tali entusiasmi, comunque risponde a tono, senza battutine come "Osi paragonare Corelli a Kaufmann???!?!!!" Non sembra fuori dal mondo un paragone del genere: magari lo si rintuzza, ma senza ironie o sorrisi di scherno.
In Italia, chi dice cose del genere è preso per superficiale, oppure ignorante della storia dell'opera, incompetente in fatto di tecnica, o ragazzino brufoloso che ha scoperto l'opera solo guardando le gambe della Netrebko o (per chi ama il genere) i pettorali di Schrott.

Mesi fa sentii un dialogo in teatro a Bologna: un signore sui cinquant'anni parlava con uno di trentacinque circa.
"Lei ha sentito dal vivo la Horne, la Freni, la Kabaivanska...?"
"Eh, no... non è da molto che frequento i teatri..."
"Meglio! Così almeno si diverte! Io, che ho avuto la ventura di sentire quei cantanti, adesso non mi diverto quasi mai!"

A buon intenditor...

Non credo, come dice Matteo, che sia un fatto di disabitudine all'alta qualità...
Mutati i termini, questo ragionamento mi ricorda un po' quello di chi dice che la gente è disabituata a sentir cantare bene e applaude ogni ciofeca... : Blink :
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
Avatar utente
Tucidide
 
Messaggi: 1699
Iscritto il: mar 02 ott 2007, 1:01
Località: Faenza

Re: Carmen alla Scala

Messaggioda MatMarazzi » sab 12 dic 2009, 20:09

Tucidide ha scritto:Tu citi, Pietro, il Tristan con la Stemme e la regia di Guth e la Tosca con Kaufmann. Bene. Poniamo che le avessero fatte a Bologna, a Milano o a Torino.
Ci sarebbero stati entusiasmi sani, netti, eccessivi, di quelli che testimoniano un'eccitazione vera? Io dico di no.
"Sì... la Stemme è brava, per caritààààà... Ma la Nilsson era un'altra cosa!".
"Kaufmann... bravo eh... e poi è anche un bell'uomo! Però Corelli..."


Perché? Al Met non hanno mai sentito cantare la NIlsson e Corelli?
Sì. Molto più che da noi...

Non credo, come dice Matteo, che sia un fatto di disabitudine all'alta qualità...
Mutati i termini, questo ragionamento mi ricorda un po' quello di chi dice che la gente è disabituata a sentir cantare bene e applaude ogni ciofeca... : Blink :


Scusa, Tuc. Non ho capito bene...
Non credi ...perché ritieni che sia sbagliato? O non credi... solo perché vi noti un'affinità con gente a cui vuoi dare torto a tutti i costi?
Se un concetto è sbagliato (ossia non ci credi) deve esserlo di per sè, non perché "ti ricorda un po'" quello che dicono i brutti e i cattivi...
La disabitudine è, per me, esattamente la ragione dell'attuale intorpidimento del pubblico italiano.
Ho sentito persone che sono davvero convinte che vestire le sigaraie da suore sia una cosa sconcertante e rivoluzionaria!
O che simulare uno stupro sia una novità da far gelare il sangue...
E' normale... non avendo vissuto per buoni vent'anni l'evoluzione della regia, scambiano il vecchio per nuovo.
Quei suoni nuovi (frutto della sperimentazione, ad esempio, "coloristica") entrati da quindici anni nel vocabolario del canto operistico (e accettati pertanto in tutto il mondo: l'esempio della Von Otter suggerito da Triboulet è significativo) suonano strani a chi non li ha mai potuti ascoltare, giudicare, fare propri.
E se ora chiami la Von Otter a fare Carmen da noi o la Gruberova di dieci anni fa a fare Devereux la gente sarà colta da spaesamento... ma che suoni sono questi? E' normale che un cantante d'opera li emetta?
E tu hai un bel da dire che oggi c'è Youtube, ci sono i dvd, ci sono i cd... E' solo una piccola parte del pubblico d'opera che ricorre a questi strumenti.
Il nostro pubblico ha un "gap" di almento trent'anni da colmare. E' rimasto indietro.
E ora scambia per "sbagliato" tutto ciò che in trent'anni è "evoluto".

Salutoni,
mat
Avatar utente
MatMarazzi
 
Messaggi: 3182
Iscritto il: gio 05 apr 2007, 12:34
Località: Ferrara

Re: Carmen alla Scala

Messaggioda Tucidide » sab 12 dic 2009, 20:45

MatMarazzi ha scritto:Scusa, Tuc. Non ho capito bene...
Non credi ...perché ritieni che sia sbagliato? O non credi... solo perché vi noti un'affinità con gente a cui vuoi dare torto a tutti i costi?
Se un concetto è sbagliato (ossia non ci credi) deve esserlo di per sè, non perché "ti ricorda un po'" quello che dicono i brutti e i cattivi...
...
E ora scambia per "sbagliato" tutto ciò che in trent'anni è "evoluto".

Rispondo alla prima domanda. Ritengo che sia sbagliato. :) Sbagliato come quello a cui l'ho assimilato.
Se posso permettermi, caro Mat, io credo che il tuo ragionamento abbia un piccolo "baco", che definirei "socratico".
Cosa diceva il grande Socrate? (Bada bene , :) ti sto paragonando ad uno dei giganti del pensiero occidentale. Siimene grato! :mrgreen: )
Diceva che, se conosci il bene, è giocoforza che tu lo faccia, e se non lo fai, è perché non lo conosci. Insomma, il male non è libera scelta ponderata, ma ignoranza.
Il tuo discorso non mi pare molto dissimile. Sviluppato, significa che i suoni della von Otter sono "il bene", e se la gente non li riconosce come tali e li rifiuta è perché non vi è abituata, cioè è ignorante.
Io non penso sia così facile.
Non vedo come necessario (ossia inevitabile) che a tutto il mondo piaccia l'attuale tendenza del mondo dell'opera, ivi compresi i suoni che tu, giustamente, definisci "nuovi", sperimentali.
Se a uno non piace il canto della von Otter, non è perché è "ignorante" delle nuove tendenze mondiali. E' perché non gli piace! Punto! Non è che "scambia per sbagliato ciò che è evoluto." Per lui, quel suono E' SBAGLIATO, perché lo ritiene scorretto ed illegittimo! Può conoscere anche benissimo il canto degli ultimi decenni e tutte le sue molteplici declinazioni. Però gli fa per lo più schifo, proprio per queste innovazioni! Ed è giusto che sul suo gusto decida lui e lui solo.
Esattamente come, se a uno piace Kaufmann, non è perché è ignorante del vero canto, di Urlus e Wittrisch, di Jadlowker e di Lui (cioè sempre Pertile, eh... : Chessygrin : ). E' perché gli piace, perché riconosce nel suo canto una cifra musicale e stilistica di grande classe. Punto!
Comunque, Mat, se ne è già parlato più volte, come ricorderai. E' un nostro disaccordo di vecchia data, che periodicamente salta fuori. :wink:
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
Avatar utente
Tucidide
 
Messaggi: 1699
Iscritto il: mar 02 ott 2007, 1:01
Località: Faenza

Re: Carmen alla Scala

Messaggioda MatMarazzi » sab 12 dic 2009, 21:24

Tucidide ha scritto:Il tuo discorso non mi pare molto dissimile. Sviluppato, significa che i suoni della von Otter sono "il bene", e se la gente non li riconosce come tali e li rifiuta è perché non vi è abituata, cioè è ignorante.


Non prendo le difese di Socrate! :) Non oso tanto...
Prendo le mie.

Se a uno non piace il canto della von Otter, non è perché è "ignorante" delle nuove tendenze mondiali. E' perché non gli piace! Punto! Non è che "scambia per sbagliato ciò che è evoluto." Per lui, quel suono E' SBAGLIATO, perché lo ritiene scorretto ed illegittimo! Può conoscere anche benissimo il canto degli ultimi decenni e tutte le sue molteplici declinazioni. Però gli fa per lo più schifo, proprio per queste innovazioni!


Accidenti Tuc... eri partito così bene! :)
Poi, nella foga, ti sei fatto lo sgambetto da solo...
"Può conoscere anche benissimo il canto degli ultimi decenni e tutte le sue molteplici declinazioni!"...
Il punto è questo.
Infatti SE conosce benissimo... allora il rifiuto di certi suoni sarà una sua libera scelta.
SE invece non li conosce (come è il caso del pubblico italiano, ibernato in decenni di periferia), allora sarà destinato a scambiarli per suoni "non leciti".
Chiunque vada al cinema è autorizzato a dire "Meryl Streep mi piace" oppure "Meryl Streep non mi piace".
Ma se uno ha smesso di andare al cinema ai tempi del Muto, la mimica e l'espressività della Streep lo scandalizzerà (come al pubblico italiano scandalizzano i suoni della Von Otter). Ma non si tratterà di scelta: solo di ignoranza rispetto all'evoluzione del linguaggio attoriale.
Tu sei autorizzato a dire "il tal scrittore per me scrive male" perchè conosci l'italiano di oggi.
Ma un uomo del '400 che dovesse tornare a vivere non sarebbe autorizzato. Scambierebbe per errori grammaticali e corbellerie lessicali quelle che sono soltanto mutate convenzioni linguistiche.

Come ho già detto varie volte, è tanto "buono" dire che non ci sono limiti alla libertà dei gusti...
Ci si sente pronti per andare in Paradiso. :)
Però se non ci sono limiti alla "libertà", ci sono precise CONDIZIONI necessarie alla fruizione.
Una di queste è la conoscenza dei linguaggi in cui l'artista si esprime.
Un polacco può spiegarmi fin che vuole che è suo diritto dire che Manzoni scrive male, ma se non sa l'italiano io avrò gli stessi diritti di qualificare il suo giudizio come "ignoranza". :)

Salutoni,
Mat
Avatar utente
MatMarazzi
 
Messaggi: 3182
Iscritto il: gio 05 apr 2007, 12:34
Località: Ferrara

Re: Carmen alla Scala

Messaggioda VGobbi » dom 13 dic 2009, 0:59

E come e' possibile recuperare i 30 anni (uno in piu', uno in meno) di gap che ci dividono dal mondo contemporaneo?

(Sto leggendo con enorme interesse la vostra diatriba).
Nemmeno noi siamo d'accordo con il gobbo, ma il gobbo è essenziale! Guai se non ci fosse!
Avatar utente
VGobbi
 
Messaggi: 2455
Iscritto il: gio 05 apr 2007, 20:49
Località: Verano Brianza

Re: Carmen alla Scala

Messaggioda Tucidide » dom 13 dic 2009, 1:46

MatMarazzi ha scritto:Il punto è questo.
Infatti SE conosce benissimo... allora il rifiuto di certi suoni sarà una sua libera scelta.
SE invece non li conosce (come è il caso del pubblico italiano, ibernato in decenni di periferia), allora sarà destinato a scambiarli per suoni "non leciti".

Il punto è questo, hai ragione.
Però secondo me non è così scontato dire che in media il pubblico italiano non conosce le moderne tendenze del teatro contemporaneo.
Tirare in ballo l'ignoranza o la disinformazione è sempre facile. Ti togli d'impaccio subito! E ti illudi anche che basti educare, far conoscere, informare, per cambiare le cose.
Come quelli che dicono che, con un'informazione diversa, le elezioni avrebbero un altro esito. (INIZIO E FINE OT :oops: )
Ed è anche facile dire che i DVD e internet li usa solo una minoranza...
Anche ammettendo che sia così, c'è da dire che questa "minoranza" non è unanime nel giudicare in maniera positiva quello che vede o ascolta dall'estero. A molti, quello che Arte trasmette fa ribrezzo! E' questo quello che volevo dire.

Poi c'è anche un problema di metodo di fondo.
Per me non occorre nessuna "preparazione" pregressa per apprezzare un cantante, per originale che possa essere. E' un fatto di indole, di predisposizione, di sensibilità. Se scatta la scintilla, apprezzi un tipo di emissione e di voce anche se non l'hai mai sentito prima. Se non ti piace, puoi sentirlo dieci, cento, mille volte ma non ti piacerà mai.
Io, quando sentii la von Otter in Carmen per la prima volta, non avevo mai sentito un tipo di suono del genere alle prese con la sigaraia di Bizet. Ma mi piacque subito! :) La trovai molto convincente. Se un altro non è convinto e preferisce la Barbieri o la Simionato, benissimo! Non penserò certo che non apprezza la von Otter perché non ha le competenze necessarie per capire il suo stile di canto! Lo capisce, altroché se lo capisce! Però non gli piace! :)

Come ho già detto varie volte, è tanto "buono" dire che non ci sono limiti alla libertà dei gusti...
Ci si sente pronti per andare in Paradiso. :)

Ti tranquillizzo subito: :) questo mio atteggiamento non è inteso come una "stairway to Heaven", né ragiono così perché "è Natale e a Natale si può fare di piùùù" :D
Già altre volte mi hai punzecchiato con questa tua curiosa teoria secondo cui si fa mostra di tolleranza per sembrare più buoni... :)
Secondo me è solo senso della realtà. :wink:

Buona notte! : Chessygrin :
P.S. Adoro OD per i deragliamenti paurosi dall'argomento iniziale! :mrgreen:
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
Avatar utente
Tucidide
 
Messaggi: 1699
Iscritto il: mar 02 ott 2007, 1:01
Località: Faenza

Re: Carmen alla Scala

Messaggioda Triboulet » dom 13 dic 2009, 12:20

Interessantissima questa discussione...

Tucidide ha scritto:Per me non occorre nessuna "preparazione" pregressa per apprezzare un cantante, per originale che possa essere. E' un fatto di indole, di predisposizione, di sensibilità. Se scatta la scintilla, apprezzi un tipo di emissione e di voce anche se non l'hai mai sentito prima. Se non ti piace, puoi sentirlo dieci, cento, mille volte ma non ti piacerà mai.


Tu parti dal presupposto Tuc di un orecchio "vergine". Il tuo ragionamento può essere condivisibile così, ma quale orecchio è vergine? il melomane che frequenta la Scala ha nelle orecchie le cose che in passato ha sentito in teatro come in disco. Se l'imprinting l'hai avuto con Di Stefano è un conto, se l'hai avuto con Bergonzi è un altro. Ma aldilà di questo la vera questione secondo me è l'abitudine al nuovo, l'apertura mentale. Posso preferire Carlo a Pippo tutta la vita, ma con la consapevolezza che Pippo arriva ad un risultato diverso e parimenti convincente con i suoi strumenti, risultato che a me magari continua a non piacere (ed è il discorso che potremmo fare io o te). Dire viceversa che Di Stefano non è un bravo cantante perchè non canta come Bergonzi, non è proprio la stessa cosa, eppure il gusto è sempre quello, ovvero "mi piace Bergonzi e non mi piace Di Stefano". Nel primo caso si parla appunto di predisposizione e sensibilità, e ok ognuno sceglie quel che gli piace, nel secondo invece parliamo di "Sì... la Stemme è brava, per caritààààà... Ma la Nilsson era un'altra cosa!".
Dico solo che sull'apertura mentale ci si può lavorare.

Quanto alla questione Met vs Scala. Un tempo lontano, la signora Meneghini Callas andava su tutte le furie perchè il Met la faceva cantare in allestimenti stravecchi e, quelle poche volte che gliene proponeva di nuovi, con partner ogni giorno diversi (esplode letteralmente prima della Medea di Dallas: "10 recite, 10 differenti tenori, 10 baritoni!!"). Erano tempi in cui la Scala proponeva Sonnambula Callas-Bernstein-Visconti o robe simili... Non è nostalgia, all'epoca le "cose nuove fatte bene" erano quello. A confronto la pregevolissima Tosca con la Tebaldi, Tucker e Mitropoulos poteva apparire una cosa "tradizionale". Parliamo solo delle primedonne... E dire che non parliamo solo di Callas, erano tempi in cui le seconde scelte erano Olivero, Gencer, Stella, Tucci, Zeani, Tebaldi. Erano le dive dell'epoca, migliori o peggiori di quelle di oggi non ci interessa, le cantanti che ricordiamo oggi di quell'epoca sono quelle, e cantavano alla Scala, troppo poco talvolta, ma c'erano.

Oggi invece:

teatroallascala.org ha scritto:
Fra le voci, in ordine di apparizione: Carmela Remigio, Anja Harteros, Julia Gertseva, Laura Aikin, René Pape, Joyce DiDonato, Angela Denoke, Fiorenza Cedolins, Waltraud Meier, Sonia Ganassi.


Questa è la stagione 2009-10 alla Scala...
quante grandissime riconosci? io poche...

E al Met? Ci sono Dessay, Damrau (addirittura con la KTK come comprimario!!), Stemme, Fleming, Netrebko, Urmana, Garanca, Voigt, von Otter, Mattila, Gheorghiu, Guleghina... ATTENZIONE: parlo della sola stagione 2009-10 :!:
Una riflessione è d'uopo...
Avatar utente
Triboulet
 
Messaggi: 370
Iscritto il: sab 05 dic 2009, 12:01

Re: Carmen alla Scala

Messaggioda Tucidide » dom 13 dic 2009, 13:44

Triboulet ha scritto:Dico solo che sull'apertura mentale ci si può lavorare.

Questo è ovvio, Triboulet! :)
La questione dell'imprinting, come dici, è un qualcosa di ineluttabile. Tutti o quasi siamo cresciuti "melomaniacamente" ascoltando alcuni cantanti, i primi in cui ci siamo imbattuti. Sta poi nella sensibilità di ciascuno decidere se quelli che ha sentito al'inizio siano i migliori, e chi non canta così sbagli, o se sia possibile cantare anche in altro modo.

E al Met? Ci sono Dessay, Damrau (addirittura con la KTK come comprimario!!), Stemme, Fleming, Netrebko, Urmana, Garanca, Voigt, von Otter, Mattila, Gheorghiu, Guleghina... ATTENZIONE: parlo della sola stagione 2009-10 :!:
Una riflessione è d'uopo...

Riflettere fa sempre bene, anche allo spirito! :D
Ma la mia riflessione mi porta a ribadire, come dicevo anche prima, che ci sono alcuni che, leggendo la sfilza di primedonne del Met 2009-10 direbbero: "Sai te che roba! Hai detto Sutherland, Horne, Freni, Price, Bumbry, Verrett e Berganza!"
Il punto è che alcuni non riconoscono agli attuali grandi della lirica le stigmate del fuoriclasse: ritiene che essi facciano carriere di grido solo perché... non c'è di meglio. Che in passato avrebbero cantato da comprimari.
Dalle mie parti si dice: "in mancanza dei cavalli, vanno anche i somari." Ecco. Questo è quello che si mormora sconsolati da diverse parti.
E bada bene: non lo dicono per sentito dire, per ignoranza o disinformazione. Li hanno ascoltati, i cantanti in questione. Magari non dal vivo, ma comunque in disco o in registrazione dal vivo.
E quindi, che venga la Remigio invece della Netrebko, la Aikin invece della Damrau, la Cedolins invece della Stemme cambia poco per loro.
Io non sono d'accordo. Ma si tratta di un ragionamento coerente. Antistorico, secondo me. Ma coerente.
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
Avatar utente
Tucidide
 
Messaggi: 1699
Iscritto il: mar 02 ott 2007, 1:01
Località: Faenza

Re: Carmen alla Scala

Messaggioda Maugham » dom 13 dic 2009, 15:11

Tucidide ha scritto: Per me non occorre nessuna "preparazione" pregressa per apprezzare un cantante, per originale che possa essere. E' un fatto di indole, di predisposizione, di sensibilità. Se scatta la scintilla, apprezzi un tipo di emissione e di voce anche se non l'hai mai sentito prima. Se non ti piace, puoi sentirlo dieci, cento, mille volte ma non ti piacerà mai.


Minchia! Ma sei incorreggibile! : WohoW :
Ancora con la questione dell'indole, della predisposizione e della sensibilità? :shock:
Uff... :wink:
L'indole, la predisposizione e la sensibilità non servono a niente se non sorrette da una serio lavoro di conoscenza. Anche tra i semplici appassionati.
I gusti si sviluppano, si costruiscono, si modificano con le diverse esperienze di ascolto e di visione.
In campo professionale poi non dovrebbero nemmeno essere un elemento di scelta e di valutazione.
Il problema è che noi continuamo, in campo artistico, a parlare di indole, predisposizione e sensibilità e poi... ci cucchiamo le Carmen della Dante.
E le recensioni -scritte da chi non ha ancora imparato a decifrare il linguaggio tecnico di una regia o di una vocalità diversa dal solito- ovviamente oscillano tra "questa esecuzione mi ispira un muto sentimento di pace e beltade" e raccontini ironico-maliziosi di allestimenti che non hanno capito.


P.S. Adoro OD per i deragliamenti paurosi dall'argomento iniziale! :mrgreen:


Deragliamento, converrai con me, già ampiamente dibattuto..... :wink:

WSM
Mae West: We're intellectual opposites.
Ivan: What do you mean?
Mae West: I'm intellectual and you are the opposite.
Avatar utente
Maugham
Site Admin
 
Messaggi: 1331
Iscritto il: gio 31 gen 2008, 19:04

Re: Carmen alla Scala

Messaggioda Triboulet » dom 13 dic 2009, 15:39

Tucidide ha scritto:E quindi, che venga la Remigio invece della Netrebko, la Aikin invece della Damrau, la Cedolins invece della Stemme cambia poco per loro.
Io non sono d'accordo. Ma si tratta di un ragionamento coerente. Antistorico, secondo me. Ma coerente.


E sì... detta così di coerente è coerente. Ma davvero è così? certo se fosse così avremmo il direttore artistico che ci meritiamo, come ha osservato Bagnoli, anzi sarebbe suo il merito di portare a casa una stagione "low-cost", almeno rispetto a quella americana, che in qualche modo riesce ad accontentare il pubblico, tanto questa o quella per me pari sono... e ognun applaudirà!
Però gli applausi profusi con tanta generosità proprio nella Carmen in questione mi hanno lasciato non poco interdetto, non mi pare un atteggiamento "grisesco" da nostalgico... Allora o il pubblico si è divertito con quella roba (quindi non solo non è così critico, ma è pure diventato di bocca buona, almeno rispetto a quando si fischiavano Caballè, Verrett e Scotto) oppure è profondamente rassegnato ad assistere a spettacoli di qualità medio bassa (della serie: "applaudo perchè è il meglio che posso avere, tanto di Mirella ce c'è una sola e non tornerà mai più..."). Oppure non è vero che cambia poco, cambia ma in peggio! si potrebbe pensare che il pubblico preferisca la Remigio e la Cedolins perchè nel loro canto tradizionale si sente a casa in qualche modo, quindi meglio un onesto (o addirittura mediocre) tradizionalista che un eccellente rivoluzionario.
Portando le suddette dive americane quì il risultato cambierebbe a seconda dei casi, nel primo il pubblico che già si diverte andrebbe in delirio, nel secondo continuerebbe ad applaudire calorosamente per simpatia, nel terzo stroncherebbe ogni barlume di novità. Tu come la interpreti?

Secondo me è un cane che si morde la coda, la scarsa esposizione alle novità che contano impigrisce il pubblico che, sempre più pigro, si dimostrerà riottoso alle novità. Poco importa se gira il dvd della Norma con la Gruberova quando chi ha l'abbonamento a teatro ascolta sempre la stessa zuppa... Vivremo sempre la Norma della Gruberova come un "curioso esperimento d'oltralpe", insomma stramberie che non ci riguardano... e se pure sappiamo chi è la Gruberova il dvd non lo compreremo neanche (a prescindere dal fatto che personalmente credo che oggi non così pochi come si pensa sarebbero contenti di avere una stagione come quella del Met alla Scala, ma non ho uno straccio di prova per dimostrarlo).
Avatar utente
Triboulet
 
Messaggi: 370
Iscritto il: sab 05 dic 2009, 12:01

Re: Carmen alla Scala

Messaggioda beckmesser » dom 13 dic 2009, 16:00

pbagnoli ha scritto:Alla fine faccio la provocazioncina anch'io: e se avesse ragione lui? In fin dei conti il pubblico italiano, intellettualmente pigro, fa tutti questi gran giri per andare a vedere spettacoli più stimolanti?


Secondo me, no, il problema non è il pubblico, e la Carmen scaligera (che peraltro non ho ancora visto né sentito) lo conferma. Erano settimane che nell'aria (blog vari, chiacchiere, ecc) si sentiva odore di sangue su Kaufmann. Il tipico atteggiamento da "ma come? si azzarda a venire in Italia? ora gliela facciamo vedere noi". Eppure, Kaufmann è l'unico ad avere ricevuto un trionfo. E non perché gli inquisitori si siano ricreduti: i vari blog abbondano delle solite geremiadi sui centri ingrossati artificialmente, gli acuti afoni, eccetera. E' solo che davanti ad una prestazione che (immagino) notevole, non c'é stato nulla da fare, si sono dovuti zittire. Eppure la vocalità di Kaufmann non è così semplice da capire ed accettare per chi dovrebbe essere cresciuto a pane e Corelli...

Lo stesso, ne sono certo, avverrebbe anche sul fronte registico, se solo certi spettacoli venissero fatti. Anche in questo, la "politica" di Lissner mi sembra particolarmente miope. Se vuoi convincere la Scala della grandezza di Carsen, portare due spettacoli vecchi di 10 e 15 anni è controproducente, per il semplice fatto che la fetta di pubblico (che c'è, ed è grande) che ama Carsen non si sposterà per una malinconica ripresa di un'Alcina leggendaria, e lascerà il teatro semivuoto in balia di coloro che fischiano perché Handel senza pennacchi e mantelli non è Handel. E il messaggio che passa è ancora "la Scala non ama Carsen, non capisce, ecc.". Se invece di quell'Alcina monsieur Lissner avesse programmato un nuovo allestimento, pensato, costruito con coraggio e intelligenza, si sarebbero mosse carovanate di gente per vederlo: e quando hai le code ai botteghini, le riviste specializzate che ne parlano per settimane, ecc., i fischi di un turibolo di integralisti non producono nulla.

Qualche settimana fa sono sceso a Firenze per la volpe astuta di Janacek. Recita pomeridiana esaurita, con gente che mi offriva prezzi maggiorati per il mio biglietto di galleria. Folle amore per Janacek, o forse Ozawa e Pelly c'entravano qualcosa? Era pubblico italiano, che si sposta e capisce: se c'è qualcosa da capire...

Saluti,

Beck
beckmesser
 
Messaggi: 332
Iscritto il: gio 03 mag 2007, 9:10

Re: Carmen alla Scala

Messaggioda dulceluna » dom 27 dic 2009, 13:56

beckmesser ha scritto:Secondo me, no, il problema non è il pubblico, e la Carmen scaligera (che peraltro non ho ancora visto né sentito) lo conferma. Erano settimane che nell'aria (blog vari, chiacchiere, ecc) si sentiva odore di sangue su Kaufmann. Il tipico atteggiamento da "ma come? si azzarda a venire in Italia? ora gliela facciamo vedere noi". Eppure, Kaufmann è l'unico ad avere ricevuto un trionfo. E non perché gli inquisitori si siano ricreduti: i vari blog abbondano delle solite geremiadi sui centri ingrossati artificialmente, gli acuti afoni, eccetera. E' solo che davanti ad una prestazione che (immagino) notevole, non c'é stato nulla da fare, si sono dovuti zittire. Eppure la vocalità di Kaufmann non è così semplice da capire ed accettare per chi dovrebbe essere cresciuto a pane e Corelli...


Ho assistito alla rappresentazione del 20, prenotata (con enorme fortuna) il 6 novembre da un'amica carissima (che sapeva quanto ci tenessi) come regalo di Natale. Sono partita da Roma sfidando la neve e il gelo con un'altra amica, trascinata suo malgrado!
Ho già chiarito nel mio messaggio di presentazione la mia completa ignoranza e il mio metodo di approccio all'opera (pura emozione) e quello che posso dire è che il mio battesimo alla Scala è stato più che gradito, soprattutto grazie al suddetto Jonas Kaufmann che ha tutte le caratteristiche per incantare e affascinare le profane :wink:
Voce bella, sicuramente potente e notevole presenza scenica, non solo per il fatto di essere affascinante ma anche perché molto in parte.
Lo avevo già visto in DVD nell'edizione della RHO e mi aveva anche lì convinto, però vederlo dal vivo mi ha confermato l'ottima impressione già maturata precedentemente. Per lui l'unico applauso a scena aperta, dopo l'aria del Fiore e alla fine ben dieci minuti di applausi per lui e i suoi compagni.
Lei mi ha convinto meno, ha una voce notevole ma la sua Carmen più che sensuale mi è parsa un "vorrei ma non posso" (essere sexy, intendo) e dopo aver visto la ACA lei mi è piaciuta ben poco.
Sulla regia ho poco da dire che non sia già stato detto, l'aggettivo discutibile è quello che riassume meglio la mia idea: troppi simboli religiosi senza significato (io almeno non li ho capiti), troppe immagini forti, alcune anche interessanti (specie alla fine, ma anche nel duetto tra José e Micaela nel I atto), ma nel complesso non ho mai pensato che per far parlare di sé bisogna per forza colpire e scandalizzare.
Non so molto di regia d'opera però vista la Dante adesso sono curiosa di sapere cosa farà Nekrosius del Faust, opera per me sconosciuta, ma da vedere almeno per la messa in scena del lituano e per interrogarsi sull'opportunità di trapiantare all'opera gente magari anche talentuosa ma che dirige opere di prosa :roll:
dulceluna
 
Messaggi: 17
Iscritto il: mer 09 set 2009, 19:04
Località: Roma

Re: Carmen alla Scala

Messaggioda marco » dom 27 dic 2009, 16:25

dulceluna ha scritto:Non so molto di regia d'opera però vista la Dante adesso sono curiosa di sapere cosa farà Nekrosius del Faust, opera per me sconosciuta, ma da vedere almeno per la messa in scena del lituano e per interrogarsi sull'opportunità di trapiantare all'opera gente magari anche talentuosa ma che dirige opere di prosa :roll:


Cara dulceluna le mie esperienze di Nekrosius regista d'opera sono state abbastanza deprimenti e sulla carta trovo questo Faust scaligero accuratamente da evitare, tra un Mefistofele già oltre la fine della carriera, un Faust molto appesantito dal repertorio affrontato ultimamente e una Margherita accettabile ma niente di che.
Spero di venire smentito
Marco
marco
 
Messaggi: 203
Iscritto il: dom 08 apr 2007, 12:18

Re: Carmen alla Scala

Messaggioda dulceluna » dom 27 dic 2009, 17:44

Non sapevo che Nekrosius si fosse già cimentato in opere, ho visto molte sue cose a teatro, alcune veramente notevoli, quindi sarei curiosa di sapere come si approccia a un'opera lirica piuttosto che al Bardo o a Cechov.
Da cosa nasce il tuo giudizio sulle sue regie? Sono curiosa :)
dulceluna
 
Messaggi: 17
Iscritto il: mer 09 set 2009, 19:04
Località: Roma

PrecedenteProssimo

Torna a visto a teatro

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 10 ospiti