SPAZIO ALLE INTERVISTE

problemi estetici, storici, tecnici sull'opera

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Re: SPAZIO ALLE INTERVISTE

Messaggioda MatMarazzi » mar 18 mar 2008, 19:53

Pruun ha scritto:Ammazza... e se a loro facciam questo... alla Tourangeau che le facciamo?? :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:


Lei la perdoniamo! :)
Aveva una vocalità talmente stramba e stridente, che può piacere anche a chi, come noi, ...ODIA CHI HA UNA BELLA VOCE! ;)

... piuttosto mi piacerebbe molto approfondire questo discorso di Bellini e Wagner, perché credo che comparandoli proprio sulla libertà d'uso del verso (uhé Mat, tu l'hai messa in mezzo eh!) e sull'armonia possa venire fuori un discorso molto intrigante...


Perché no? Parliamone.
Non credo che a livello armonico possa venire fuori qualcosa di molto interessante... lì davvero non penso possa intravedersi alcuna filiazione... nemmeno con tutta la fantasia da filo-belcantisti incalliti desiderosi di trovare Rossini anche nei Beatles! :D
A livello metrico-prosodico se ne può parlare.
Ma la libertà ritmica di Wagner a me pare tutt'altra cosa, rispetto alle melodie "lunghe" di Bellini.
Quando Wagner addenta un ritmo, lo fa aderendo scrupolosamente al verso (pensa al "Wintersurme" o allo stesso Liebestod).
Il fatto è che, nella maggior parte dei casi, non lo addenta, mantenendo il suo declamato su una libertà più "recitativa" (se mi passi l'immagine) che melodica.
Comunque, perchè no? Parliamone! :)


o anche parlando dei famosi trilli che sarebbero presenti nella parte di Bruhnilde! (Lo lessi da qualche parte ma per inefficienza mai controllai in partitura... :oops: :oops: :oops: )


Eccoci! :D :D
Mi chiedevo proprio quanto tempo sarebbe passato prima che qualcuno tirasse fuori i due trilli di Bruennhilde (uno nell'hoiotoho, l'altro nel duo con Siegfried), come prova del fatto che Wagner è un autore per soprani di coloratura! ;)
Scherzi a parte... il trillo non è solo un exploit virtuosistico: è un tradizionalissimo e antichissimo accidente musicale, una (diciamo così) figura retorica musicale che serve a sottolineare qualcosa, per esempio l'arrivo di una tonica particolarmente "enfatica" (esattamente come avviene nei due casi di Bruennhilde appena citati).
Detto questo, non pensi che due trilli nella Tetralogia siano un po' pochini per farci affermare che un secolo e mezzo di cantanti wagneriani ha sbagliato tutto? Non pensi che sarebbe meglio vedere cosa avviene nelle restanti venti ore di musica?
:)
Ok, la Sutherland avrebbe fatto quei trilli meglio della Moedl (o della Nilsson e della Flagstad, che li spianano completamente), ma come avrebbe reagito al resto della sua parte?

Mat, Mat, Mat... non ti devo certo dire che l'aria di Oroveso fu il classico troppo amore che uccide il bene amato, vero? Un pò come l'orchestrazione dell'Ifigenia in Aulide, no?


:) è vero!
Però, a parte tutto, le affinità tra Wagner e Gluck balzano agli occhi, anche per il tipo di tecnica che è richiesto ai cantanti.
L'avevo anche detto (in un thread dedicato alla Medea di Cherubini) che il declamato wagneriano a me pare la semplice evoluzione del recitativo francese.
Ma quelle tra Wagner e Bellini proprio non le vedo...
Posso sorprenderti? Piuttosto sento evidentissimi i lasciti di Meyerbeer in Wagner, per quanto contro quest'ultimo Wagner si sia sempre espresso con la massima asprezza.

Cmq è vero.
Siamo totalmente off topic! :)
Speriamo che il moderatore non si arrabbi troppo! ;)

Matteo
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Re: SPAZIO ALLE INTERVISTE

Messaggioda Pruun » mar 18 mar 2008, 20:30

Ma se sei tu il moderatore!! RUFFFFFFFFIANO!

Guarda su Meyerbeer sono stra d'accordo: l'influsso mi sembra evidente non solo nei lavori giovanili (troppo facile citare Rienzi). Non mi sorprendi perché son lasciti che, a mio avviso, sono chiari anche a un ascolto superficiale.

Su Bellini io non ho basi per disquisirne, almeno non autorevoli quanto le vostre (Wagner è un autore che sto assimilando piano, pur conoscendolo), per questo chiedo a voi, ma è una suggestione che ho avvertito spesso, specialmente in molti passaggi di Elisabeth e Elsa.

Bye bye
G.
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Re: SPAZIO ALLE INTERVISTE

Messaggioda teo.emme » mar 18 mar 2008, 22:08

MatMarazzi ha scritto: Però, a parte tutto, le affinità tra Wagner e Gluck balzano agli occhi, anche per il tipo di tecnica che è richiesto ai cantanti.
L'avevo anche detto (in un thread dedicato alla Medea di Cherubini) che il declamato wagneriano a me pare la semplice evoluzione del recitativo francese.
Ma quelle tra Wagner e Bellini proprio non le vedo...
Posso sorprenderti? Piuttosto sento evidentissimi i lasciti di Meyerbeer in Wagner, per quanto contro quest'ultimo Wagner si sia sempre espresso con la massima asprezza.


AAAAAAAAAAAAAH! Ma qui "casca l'asino"!!!! Ora tutto è chiaro. Aspettavo con ansia questa affermazione. Lo confesso.

Questa pretesa affinità tra Gluck e Wagner (che non vedo affatto evidente) infatti, è argomento tra i più stantiti di chi, in una linea estetico-musicale del tutto obsoleta, vuole affermare la superiorità del dramma musicale. E in questa assoluta tensione ideologica non si cura di banalizzare e accomunare due approcci alla musica affatto differenti.

Innanzitutto questa pretesa affinità è più voluta (da Wagner e seguaci) che reale, e ha portato, tra l'altro, ad una eccessiva sopravvalutazione dell'importanza di Gluck (visto dalla scuola germanica, come l'iniziatore e il fondatore - seppur inconsapevole - di quella linea estetica che porterà, INELUTTABILMENTE e con hegeliana certezza, al wort-ton-drama).

Cosa poi, un autore come Gluck, esponente del classicismo più aulico (parlo delGluck viennese, quello della riforma, quello che piace ai teteski, che curiosamente, è il Gluck italiano....mentre quello francese, sconfessando la propria Riforma, segna il ritorno all'opera ballo, celebrativa, corale, a numeri e fondata anche sull'esibizionismo vocale degli interpreti), della bellezza ideale canoviana, avrebbe in comune con un autore imbevuto di romanticismo e di temperie umorali come Wagner, dovresti proprio spiegarmelo.

Diversi, oltre agli esiti, sono i presupposti filosofici e musicali.

Se si legge la prefazione all'Alceste, si comprenderanno appieno i motivi della Riforma, innanzitutto il riferimento alla tragedia greca (in linea con il classicismo dell'epoca, del tutto antitetico al romanticismo wagneriano), alla sua scansione interna, al ruolo rivestito dai suoi cori, nonchè alle regole già enunciate nella Poetica di Aristotele (unità di spazio, tempo e luogo). E poi il ridimensionamento del ruolo del cantante, non più libero di improvvisare, ma contenuto entro la scrittura autoriale, che si spoglia dei troppi abbellimenti, che elimina il recitativo secco e che introduce una sinfonia che richiami l'atmosfera dell'opera. Tuttavia questo deriva dall'ossequio al culto della forma, della purezza e della perfezione entro cui viene risolto ogni contrasto, ogni affetto, ogni caratterizzazione interpretativa. Del tutto diverso il dramma musicale wagneriano, dove non è dettaa perfezione formale o la pulizia estetica il fine dell'autore, bensì è quello di tramutare in musica un mondo interiore fatto di contrasti e abbandoni, di furia e di tempeste, attraverso i richiami dei leitmotive, non certo attraverso la rigida adesione all'estetica del Bello Ideale (a cui il Gluck viennese resterà incrollabilmente fedele).

Vero è che questo equivoco fu largamente avallato da Wagner stesso, il quale si sentirà sempre il continuatore dell'opera di Gluck (del resto i teteski, senza una missione affidata loro dal destino e dalla storia, non riescono proprio a stare...meglio questo, tuttavia che la successiva costruzione del reich millenario :D ) portandolo a veri e propri scempi, quali la maldestra riorchestrazione e rielaborazione delle sue opere, dove la lineare purezza originale viene pasticciata e complicata da inutili pesantezze, in un pietoso intento migliorativo e correttivo (pure Strauss fu vittima degli stessi pregiudizi, quando si accinse, nel tentativo di migliorarlo, alla rielaborazione dell'Idomeneo di Mozart..questo tanto per dire come tale concezione non sia affatto la novità qui spacciata, ma risieda in pregiudizi assai risalenti nel tempo).

La portata di tale pretesa affinità, poi, arrivò all'assurdo risultato di ritenere Gluck compositore superiore e più importante (nell'economia dello sviluppo della musica operistica) di Mozart stesso. Nulla di più falso ovviamente, laddove è chiaro che il primo, pur ponendosi come rivoluzionario, non fece altro che tradurre in musica un approccio estetico ormai imperante e invasivo (portato dall'Illuminismo), attraverso un astratto recupero di una purezza formale che alla lunga, nella sua intransigenza (penso all'Alceste, opera di noia micidiale), diviene arida e sterile; mentre il secondo, pur restando uomo ancorato al suo tempo (non credo nei rivoluzionari e nelle rivoluzioni) ha spinto la musica oltre il suo secolo, aprendole nuovi orizzonti che la Riforma gluckiana non avrebbe neppure intravisto. Tra i tanti l'approccio non ideologico alla vocalità, senza rifiutarla per partito preso, nè lasciandola alle cure esclusive dell'interprete, ma piuttosto affidandole un ruolo altamente espressivo (si pensi allo schiacciante confornto tra le due "Popoli di Tessaglia").
teo.emme
 

Re: SPAZIO ALLE INTERVISTE

Messaggioda teo.emme » mar 18 mar 2008, 22:55

MatMarazzi ha scritto:Mi spiace: volevo rispondere al precedente messaggio e invece l'ho corretto.
Scusate dell'errore.


Figurati....solo che mi faceva specie discutere con me stesso, come Cherubino "parlo d'amor con me"!
teo.emme
 

Re: SPAZIO ALLE INTERVISTE

Messaggioda teo.emme » mar 18 mar 2008, 22:58

Ps: sul Liebesverbot, ovvio che non vi è comunanza tematica..... La storia della musica la conosco. Era solo per mostrare che Wagner, subì il fascino di Bellini e si entusiasmò per i Capuleti e Montecchi oltre che per Norma.
teo.emme
 

Re: TOP 100

Messaggioda gustav » mer 11 giu 2008, 14:34

Dato che Abbado con le sue incisioni di Mozart (ma anche il nostro pilastro nazionale Pollini) è entrato nella classifica dei dischi posto 74, concedetemi di postarvi una bella intervista :

http://www.abbadiani.it/guppy2/articles ... it&pg=1086<br



P.s. non amo le classificazioni, quindi non chiamatemi abbadiano; è che se parlo spesso di lui, il motivo è la grandissima passione che mi trasmette questo uomo un tantino speciale... :D Anche perchè se dovessi elencare tutti gli artisti cui sono affezionato...

Inoltre, anche quando gli argomenti erano il suo Mozart o il Macbeth quello che mi era più a cuore non era difendere le ragioni della sua esecuzione in modo aprioristico, ma capire dove effettimente stiano i pregi e i difetti...
Per questo ringrazio nuovamente chi mi ha dato risposta e il nostro boss Matteo per il confronto Verrett/Gencer...
Anzi ne auspico di nuovi...
Pichè arrivo tardi per fare gli auguri al sito non mi resta che scrivere


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