gli agenti: il filtro tra il cantante e la sua professione

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gli agenti: il filtro tra il cantante e la sua professione

Messaggioda MatMarazzi » dom 10 feb 2008, 15:12

Su suggerimento della nostra amata "primadonna di Operadisc" apriamo questo argomento scottante.
Gli agenti di canto.
Sarà interessante provare ad affrontarlo senza i soliti luoghi comuni (gli agenti sono tutti cattivi, sono la causa di tutti i mali, ecc...), ma nemmeno con peli sulla lingua.

A voi la parola!

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Messaggioda tatiana » lun 11 feb 2008, 0:56

Ecco qua il thread apperto. Adesso mi tocca parlare. Ma è ora tarda e se mi ci metto in questo momento va a finire che non dormo più. Allora rimando per un orario più tranquillo. Ma dovete dire anche la vostra però... Suppongo che conosciate i meccanismi delle agenzie.

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Messaggioda Alberich » lun 11 feb 2008, 1:02

Io non ne so nulla, dunque sarebbe interessantissimo sentire il tuo parere. Però ho letto e sentito spesso delle affermazioni tragicomiche da parte di cantanti che parlano di una sorta di grande complotto ai loro danni.
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Messaggioda tatiana » lun 11 feb 2008, 12:36

Alberich ha scritto:Io non ne so nulla, dunque sarebbe interessantissimo sentire il tuo parere. Però ho letto e sentito spesso delle affermazioni tragicomiche da parte di cantanti che parlano di una sorta di grande complotto ai loro danni.


Forse è meglio allora tentare di spiegare al pubblico che cosa è un agenzia e come funziona oggi.
Dunque provo, per adesso senza pareri personali. E solo una spiegazione.
Dovete sapere che nella maggior parte dei casi, quasi la totalità, un cantante non può avere un contatto personale con le direzioni artistiche - grandi o piccoli che siano i teatri. Anche se tenta di scrivere o parlare al telefono, rimane senza risposta o se per caso riceve una risposta è una risposta generica. Ma in genere non riceve risposta. Per essere presentato alle audizioni o avere un contatto il cantante deve per forza essere presentato da un agente. Dunque la prima cosa da fare per un cantante che vuole lavorare è trovarsi un agente. Altrimenti le direzioni artistiche non lo prendono in considerazione. E qui cominciano le estenuanti audizioni nelle agenzie. Le agenzie molto grosse poi molte volte non fanno audizioni o non rispondono alle richieste dei cantanti per avere un'audizione con loro e io ancora non sono riuscita a capire come scelgono i loro cantanti. Quando si riesce ad avere un'agente lui ti manda a fare le audizioni nei teatri. E qui bisogna vedere se questo agente ha peso nel teatro dove ti manda oppure no. In poche parole molte volte è più importante chi manda a fare l'audizione, cioè l'agente e non il cantante stesso. Dunque un cantante lavora bene se il suo agente è capace di farlo lavorare. Parlo di oggi. Una volta era un po' diverso, almeno così mi dicono cantanti che cantavano in anni diversi.
Questa è la prima parte della serie a puntate. Ci sono ancora delle spiegazioni che devo dare, per adesso senza pareri personali.

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Messaggioda VGobbi » lun 11 feb 2008, 21:12

Alberich ha scritto:Io non ne so nulla, dunque sarebbe interessantissimo sentire il tuo parere.

Anch'io ne sono profondamente interessato, anche perche' e' un argomento che in un forum di lirica e' poco sviscerato.
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Messaggioda MatMarazzi » lun 11 feb 2008, 23:36

tatiana ha scritto:Dovete sapere che nella maggior parte dei casi, quasi la totalità, un cantante non può avere un contatto personale con le direzioni artistiche - ....Per essere presentato alle audizioni o avere un contatto il cantante deve per forza essere presentato da un agente.


Già!
Questo che ci dici corrisponde alle mie piccolissime esperienze in merito.
Nell'occasione di cui ti parlavo nel thread del pubblico, avevo proprio potuto constatare che il direttore artistico rinunciava praticamente a scegliere i cast. Ne affidava in pieno l'organizzazione agli agenti.

Ti confesso che la cosa mi sorprendeva moltissimo, perché per me (come per la quasi totalità degli appassionati, credo) era proprio quello il sale della professione.
Nella mia fantasia tutto la fatica e gli stress di un direttore artistico era riscattata da quel momento splendido che doveva essere l'elaborazione di un cast (da cui tutto dipende, secondo me: il successo dell'allestimento come la carriera di un artista).

Non resta che chiederci come mai, per lo meno da noi, l'agente ha potuto conquistare tanto potere.

Io credo per due ragioni.
La prima è che i direttori artistici (o molti di loro) non ne sanno mezza.
O non se intendono oppure sono vecchi cellettiani arroccati alle posizioni dei nostri nonni...
Sono infinitamente più profondi i discorsi che sento fare in questo forum, di quelli che sentivo durante il mio stage, benché fossi nell'ufficio di uno dei principali direttori artistici che ci fossero allora in Italia.

La seconda è che gli agenti "ricattano" i direttori artistici: se vuoi pinco pallino, ti sciroppi anche altri dieci dei miei! Ma questo ricatto, secondo me, è possibile solo perché i nostri teatri sono talmente svalutati che agenti e primedonne (maschili e femminili) possono permettersi di accampare pretese che altrove non sarebbero nemmeno prese in considerazione.

Le agenzie molto grosse poi molte volte non fanno audizioni o non rispondono alle richieste dei cantanti per avere un'audizione con loro e io ancora non sono riuscita a capire come scelgono i loro cantanti.


Io però faccio un'osservazione di economia.
Se c'è tanta offerta (di voci) e così poche agenzie (tanto che possono permettersi di rifiutare le audizioni), non vorrà dire che c'è spazio per altre agenzie? Perché secondo te ci sono così poche agenzie in Italia?
Perché non ne sorgono altre, magari con criteri e professionalità maggiore?

E già che ci sono pongo un'altra domanda.
A parte i problemi connessi con lo strapotere degli agenti e la debolezza delle direzioni artistiche, secondo voi la figura dell'agente è veramente importante o se ne potrebbe fare a meno?

Sono davvero affascinato da questi problemi e attendo con impazienza i commenti di tutti.

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Messaggioda tatiana » mar 12 feb 2008, 11:34

MatMarazzi ha scritto:Non resta che chiederci come mai, per lo meno da noi, l'agente ha potuto conquistare tanto potere.


L'agente ha potuto conquistare tanto potere dapertutto. Nel resto dell'Europa, credo anche negli USA, le agenzie hanno un'albo professionale e sono regolate da precise regole e leggi. Sul contratto appare il nome dell'agenzia e la percentuale che dobbiamo pagare all'agente - ufficialmente 10% del cachet - ci viene trattenuta direttamente e alla luce del sole. In Italia la situazione è diversa. Un sindacalista tempo fa ( per correttezza non dico il nome) ha fatto in modo di mettere fuori legge le agenzie. Solo che le agenzie non solo che esistono sotto altre spoglie - come mediatori - ma questa cosa ha permesso l'invasione in Italia di agenzie straniere ben regolamentate e in ordine con le leggi dei loro paesi d'origine. Dunque questa azione del sindacalista che in partenza era lodevole, si è trasformata subito in un cattivo affare.

MatMarazzi ha scritto:La seconda è che gli agenti "ricattano" i direttori artistici: se vuoi pinco pallino, ti sciroppi anche altri dieci dei miei! Ma questo ricatto, secondo me, è possibile solo perché i nostri teatri sono talmente svalutati che agenti e primedonne (maschili e femminili) possono permettersi di accampare pretese che altrove non sarebbero nemmeno prese in considerazione.


Questo purtroppo succede davvero, ma in tutto il mondo, non solo da voi. Ma non tutte le agenzie se lo possono permettere, solo quelle molto potenti.


MatMarazzi ha scritto:Io però faccio un'osservazione di economia.
Se c'è tanta offerta (di voci) e così poche agenzie (tanto che possono permettersi di rifiutare le audizioni), non vorrà dire che c'è spazio per altre agenzie? Perché secondo te ci sono così poche agenzie in Italia?
Perché non ne sorgono altre, magari con criteri e professionalità maggiore?


Matteo, non puoi immaginare il numero enorme e spropositato di agenzie che ci sono in giro!!! Sono davvero tante. Troppe. E c'è una concorrenza spietata fra loro. Questo è veramente un male per i cantanti.

MatMarazzi ha scritto:E già che ci sono pongo un'altra domanda.
A parte i problemi connessi con lo strapotere degli agenti e la debolezza delle direzioni artistiche, secondo voi la figura dell'agente è veramente importante o se ne potrebbe fare a meno?


Bella domanda! Secondo me se ne potrebbe fare benissimo a meno. Ma ormai lo spettacolo si regola così e non si può eliminare la figura dell'agente. Dobbiamo tenercelo.

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Messaggioda MatMarazzi » mer 13 feb 2008, 21:52

tatiana ha scritto:
MatMarazzi ha scritto:Un sindacalista tempo fa ( per correttezza non dico il nome) ha fatto in modo di mettere fuori legge le agenzie. ... Dunque questa azione del sindacalista che in partenza era lodevole, si è trasformata subito in un cattivo affare.


Eh no, cara Tatiana! :)
Quel sindacalista di cui parli (e di cui tutti noi conosciamo il nome: non lo citiamo solo perché porta sfortuna) non ha fatto una azione lodevole nemmeno in partenza.
Era un'azione cretina, come tutto quello che quel sindacalista ha fatto.
Ricorderai che quel sindacalista aveva anche proposto (e ottenuto) che i cantanti "stranieri" scritturati in Italia fossero solo una ridotta percentuale.

Tutti noi siamo d'accordo che la rappresentanza degli artisti è oggi mal gestita: per lo strapotere delle agenzie e la fragilità delle direzioni artistiche, e chi ne fa le spese sono proprio gli artisti.
E' un problema che va risolto: questo è vero.
Ma non è facendo leggi bolsceviche come questa che si può sperare di risolvere i problemi.

La figura dell'agente, dell'intermediario, del procacciatore è necessaria in ogni ambito professionale. E secondo me è necessario anche in ambito artistico.
L'artista dedichi il suo tempo a studiare, ad ascoltare, ad approfondirsi, non a cercare contatti, contratti e audizioni!

Io personalmente credo che se il mercato crea problemi, spetta al mercato di risolverli.
Perché ad esempio nel mondo dell'opera non ci sono agenzie private di "casting" (come nel cinema, ad esempio)?
Ossia strutture intermedie fra gli agenti e i teatri che si occupino di elaborare cast adatti per le produzioni?
Si, certo... i teatri grandi hanno il loro uffici-casting, ma quelli piccoli no!
Io vedo nella realtà di Ferrara (ma immagino anche in migliaia di tantissimi piccoli teatri in tutta europa) che i cast sono scelti da perfetti incompetenti che, probabilmente, sarebbero ben felici di cedere il compito a specialisti che - per professione - fanno cento audizioni al giorni.


Matteo, non puoi immaginare il numero enorme e spropositato di agenzie che ci sono in giro!!! Sono davvero tante. Troppe. E c'è una concorrenza spietata fra loro. Questo è veramente un male per i cantanti.


Non lo sapevo. Pensavo che fossero poche, visto che sento sempre dire (anche da te) che è tanto difficile riuscire a farsi rappresentare.
Ma evidentemente, anche se sono tante, non sono abbastanza, visto che i cantanti penano tanto ad ottenere persino un'audizione.
Non trovi?

E poi, potresti spiegarmi meglio perché, secondo te, un così grande numero di agenzie e la loro concorrenza sarebbe un male per i cantanti?

Secondo me se ne potrebbe fare benissimo a meno. Ma ormai lo spettacolo si regola così e non si può eliminare la figura dell'agente. Dobbiamo tenercelo.


Tatiana, io invece credo (ma parlo da non addetto ai lavori) che in teoria un agente è utile. E' il sistema che funziona male e che occorrerebbe migliorare.
tu dici che non è proprio possibile?

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Messaggioda Alberich » mer 13 feb 2008, 22:02

Come già detto non conosco il campo. Ma che un artista abbia bisogno di un agente mi pare indubbio: a Milano si dice "ofelee fa il to mestee" (pasticcere fai il tuo lavoro). La divisione dei ruoli è salutare ed è cosa buona e giusta, generalmente. E non credo che l'artista debba mettersi a "spedire curriculum" per trovare lavoro, così come Gianni Agnelli non scriveva il bilancio della Fiat.
Come spesso accade le cose funzionano se esiste una comunità professionale forte che ti spinge a lavorare nel modo giusto e "restando nel tuo". La comunità degli artisti lirici probabilmente esiste. Quella degli agenti pure. A quanto sembra di capire dai vostri discorsi, mancano dei manager pubblici all'altezza (e la cosa non mi stupisce).
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Messaggioda tatiana » mer 13 feb 2008, 22:42

Matteo e Alberich,

Per favore, non createmi altre figure di mezzo come managers e company!!! Aiutooooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!! Sarebbe ancora peggio!!!!!!!!!!!!! :evil: Allora il cantante per arrivare all'agente che lo porterà al teatro avrebbe bisogno anche dal manager che lo dovrebbe portare all'agente. Ri-aiutoooooooooooooooooooooooooooo!!!!! E non ditemi che devono nascere altre agenzie. Credetemi, sono troppe e nascono altre come i funghi.
Sarebbe auspicabile invece che i direttori d'orchestra riprendano il loro potere di scelta dei cast senza dipendere da agenti che molto spesso non sono musicisti. Allora al cantante servirebbe un semplice segretario per sbrigare le cose burocratiche.
E non capisco cosa c'è di male e di strano se un cantante manda un curriculum da solo a un direttore artistico.

E poi, un cantante non sempre rende a un'auduzione. Oppure rende bene in audizione ma non rende in scena. E sbagliato scegliere i cantanti solo con audizione. Bisogna che qualcuno lo veda in scena - o in concerto o in recita. Quando secoli fa Mahler era direttore artistico dell'Opera di Vienna, dava al cantante che lo interessava tutta una prova con scene e costumi. E solo dopo decideva se dargli un contratto oppure no. Kleiber andava a sentire di nascosto la recita o il concerto di chi lo interessava e poi decideva se lavorare con lui. E ci sono altri esempi. Si dovrebbe ritornare a questo sistema. Ma i direttori devono essere liberi di scegliere.

Tatiana

P.S. Matteo, per la legge sui stranieri io stessa non ho potuto cantare per anni in Italia, pur vivendo in Italia. E questo per me è stato molto male
Ultima modifica di tatiana il mer 13 feb 2008, 22:47, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda Alberich » mer 13 feb 2008, 22:45

Nooooo, riscrivo tutto :D
Gli intermediari sarebbero gli agenti.
Per manager pubblici intendo le "sfere alte" dei teatri: sovrintendenti, direttori artistici e simili. :wink:
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Messaggioda tatiana » mer 13 feb 2008, 22:48

Alberich ha scritto:Nooooo, riscrivo tutto :D
Gli intermediari sarebbero gli agenti.
Per manager pubblici intendo le "sfere alte" dei teatri: sovrintendenti, direttori artistici e simili. :wink:


Ah, ok! :wink:
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