però nella inteerssante discussione che dico subito troverà sempre seguaci dell'una o dell'altra "scuola di pensiero" e anni di loggione scaligero me lo hanno insegnato, dimenticate un dato che forse può fare quadrare il cerchio...ovvero la "durata" di una voce o di un cantante.
La storia ci insegna che i cantanti che cantano in modo considerato convenzionalmente corretto "conservano" più a lungo la voce e quindi la loro carriera finisce con l'essere più "spesa" in cose belle che trascinata.
Esempi ticpici potrebbero essere fatti a iosa pensiamo a un Di Stefano che cantava come dire un pò troppo "naturalmente"...voce benedetta da Dio ed emozioni a non finire ci mancherebbe ma ben presto Di Stefano divenne lontano parente del miracoloso Di Stefano degli esordi, certo ha continuato a cantare e a mietere trionfi ma ben poco da un certo momento in poi merita ancora oggi di essere davvero salvato, è indubbio per restare tra i tenori che gente come Kraus, Bergonzi e Pavarotti abbiano invece lasciato fin quasi all'ultimo testimonianze sonore meritevoli di essere ancora oggi più che apprezzate ma loro cantavano seppur in modo diverso con una tecnica corretta.
Al paro tra le donne prendiamo il "caso" Suliotis voce di natura forse tra le ineguagliabili eppure.....eppure fu sostanziale meteora perchè già dopo 4 anni la Suliotis era diventata quasi inascoltabile e pensate anche alla diversa sorte di una Cossotto o di una Obratsowa, la seconda quando fece Don Carlos in Scala sembrò un fenomeno al cui confronto la Cossotto poteva fare da buona sostituta, eppure negli anni 80 io ho sentito con le mie orecchie una straordinaria Amneris in Arena e quando ormai la Obratsowa faceva russismi in patria.....
Cero la Freni ha potuto togliersi notevoli soddisfazioni fino all'ultimo ma perchè era arrivata alla maturità con voce integra grazie ad una emissione adamantina, non così la Ricciarelli (di natura forsde ancora più dotata) e tante altre, e fermo restando, ed anche questo è un dato storico, che alla fine della fiera quando si devono citare i grandi soprani del dopoguerra ricorrono sempre quei nomi lì...Tebaldi, Callas, Sutherland, Caballè, Scotto, Freni, Gencer.....tutta gente che aldilà delle emozioni e dei gusti personali sapevano cosa volesse dire cantare.
In sintesi: va benissimo fregarsene della tecnica finchè un cantante "arriva" ugualmente al pubblico ma occhio perchè a breve quell'incanto se la tecnica è periclitante potrà finire e questo vale in tutti i mestieri della vita e anche nello sport, chi ha sentito in Scala il giovane Carreras nella forza del bicentenario non potrà avere provato le stesse sensazioni quando solo sei anni dopo venne a fare il sostituto di Domingo nel Don Josè inaugurale.....