Teatro alla Scala tra passato, presente e futuro

problemi estetici, storici, tecnici sull'opera

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Re: Teatro alla Scala tra passato, presente e futuro

Messaggioda beckmesser » mar 18 mar 2014, 20:08

teo.emme ha scritto:Il caso di Gardiner è differente: non sarebbe stata l'ospitata di un teatro, ma di un direttore con la sua orchestra di specialisti di un certo repertorio.


A parte che non capisco esattamente che tipo di problema ci sarebbe stato, se lo si fosse voluto, ad invitare un’orchestra per alcune recite di un’opera. Ma, in ogni caso, dal 1997 Gardiner dirigeva opera alla ROH con l’orchestra del teatro: dato che non mi sembra che l’orchestra del Covent Garden abbia una qualche particolare specializzazione filologica, non vedo che problemi ci sarebbero stati a dirigere l’orchestra della Scala… Semplicemente, non fu invitato: nulla di illecito, una legittima scelta gestionale, che però consente adesso legittime valutazioni. E le valutazioni, da parte mia, sono che se, in vent’anni, non s’è ascoltato altro Mozart che quello di Muti (tranne Sawallisch nel Ratto: guarda caso l’unica opera del Mozart maturo mai affrontata da Muti), altro Verdi che quello di Muti (tranne solo, mi sembra, Gavazzeni in Stiffelio: vedi sopra), altro Gluck che quello di Muti (direi senza eccezione alcuna), altro Wagner che quello di Muti (tranne, a memoria, un Hollander e un Tannhauser agli Arcimboldi, quando ormai il disastro del Ring credo precludesse qualsiasi altro tentativo…), sorge spontaneo il sospetto che ci fosse una… diciamo “propensione”, a considerare una larghissima fetta del repertorio come territorio esclusivo del direttore musicale. Ancora: nulla di illecito, ma altrettanto lecito è trarne le valutazioni conseguenti…

teo.emme ha scritto:ho visto Sinopoli (a dirigere Strauss e Puccini in allestimenti impegnativi), ho visto Chung, ho visto Davis, ho visto Chailly (puoi dire tutto di quell'Angelo di Fuoco, ma non che fosse un allestimento "tirato via")


Ma guarda che ho detto anch’io che ci furono grandi risultati, e proprio io ho citato Sinopoli: ma mai nessuno in Verdi, mai nessuno in Mozart, mai nessuno in Wagner, ecc. Gli altri si spartissero pure Prokofiev e Ciajkowsky, ma lì nessuno poteva mettere piede.

teo.emme ha scritto:Oggi l'orizzonte qual'è?


Però questo è un altro discorso: io contestavo il fatto che nella gestione Muti venissero offerte grandi occasioni a grandi direttori, e credo che i fatti dicano che non è così. Nell’era Lissner non noto questa forma di “protezionismo” di un nome solo: grandi titoli del grande repertorio sono stati offerti (e in occasione di inaugurazioni di stagioni) a Barenboim, Chailly, Harding, Gatti. Non ci sono state “esclusive” di autori per nessuno. Che poi i risultati siano stati a volte (poche) grandiosi, a volte (diverse) pessimi ed a volte (moltissime) mediocri, è altro discorso.

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Re: Teatro alla Scala tra passato, presente e futuro

Messaggioda teo.emme » mar 18 mar 2014, 20:09

Su Harding sono d'accordissimo...tanto per fare un esempio verificabile da tutti: perché non impiegarlo in Don Giovanni al posto del bolso Barenboim? Invece hanno preso Harding come un tappabuchi di lusso per la sinfonica e un jolly per la stagione operistica, da mettere quando non si sa bene a che direttore affidare un titolo...
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Re: Teatro alla Scala tra passato, presente e futuro

Messaggioda vivelaboheme » mer 19 mar 2014, 10:49

Al di là della mia personale stima per Daniele Gatti, penso che, per gli anni a venire, proprio Daniel Harding - perfetto anche come età, alle soglie dei 40 anni - sarebbe stato forse il direttore musicale ideale di un teatro che avesse voluto qualificarsi come "stimolante". La sua direzione di Cavalleria Rusticana è stata, nell'opera, probabilmente la più sorprendente, nuova, "stimolante" appunto, nell'arco dell'intera era-Lissner. Harding ha dimostrato di attraversare con intelligenza un repertorio vasto e articolato (a questo punto, un suo Puccini sarebbe stato degno della massima curiosità). Si è preferita, per i prossimi anni, una soluzione comoda-routinier-scontata e VECCHIA (interpretativamente parlando: per carità, d'un certo valore, ma abbondantemente risaputa, vecchia appunto, oltreché ultimamente rumorosa, Chailly "suona" sempre forte negli ultimi anni, e l'orchestra della Scala lo fa già di suo) in nome di una presunta "italianità" e forse del desiderio di tenere accontentati certi ambienti milanesi. Ma non sono sicuro che si sia fatto il bene della Scala.

Certo non è stato un bene che Pereira abbia dovuto prender atto, al suo arrivo, di un teatro nel quale TUTTE le prime vengono programmaticamente fischiate. Un po' più di senno e serenità non avrebbe guastato. Ci beccheremo Nello Santi e simili, per "prudenza"? Non mi parrebbe un gran risultato. Staremo a vedere.


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Re: Teatro alla Scala tra passato, presente e futuro

Messaggioda flipperinodoc » mer 19 mar 2014, 10:57

ma prima di strapparsi i capelli (per chi ne ha....) non sarebbe il caso di attendere almeno che le cose abbiano inizio?
avremo tempo di criticare, valutare, decidere...... ma almeno diamo tempo al tempo.
o sbaglio?
non respira! .... sarà all'ottavo piano!
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Re: Teatro alla Scala tra passato, presente e futuro

Messaggioda DottorMalatesta » mer 19 mar 2014, 11:20

flipperinodoc ha scritto:ma prima di strapparsi i capelli (per chi ne ha....) non sarebbe il caso di attendere almeno che le cose abbiano inizio?
avremo tempo di criticare, valutare, decidere...... ma almeno diamo tempo al tempo.
o sbaglio?


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Re: Teatro alla Scala tra passato, presente e futuro

Messaggioda vivelaboheme » mer 19 mar 2014, 11:22

Anch'io ho (per scelta: mi rapo quasi a zero) poco da strapparmi. Però visto che l'argomento è questo, se ne parla. Poi è chiaro, tutti speriamo per il meglio.


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Ultima modifica di vivelaboheme il mer 19 mar 2014, 12:13, modificato 1 volta in totale.
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Re: Teatro alla Scala tra passato, presente e futuro

Messaggioda DottorMalatesta » mer 19 mar 2014, 11:25

vivelaboheme ha scritto:Anch'io ho (per scelta: mi rapo quasi a zero) poco da strapparmi. Però visto che l'argomento è questo, se ne parla. Poi è chiaro, tutti (?) speriamo per il meglio.


marco vizzardelli



Togli pure il punto interrogativo.

Ciao!

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Re: Teatro alla Scala tra passato, presente e futuro

Messaggioda Alberich » gio 20 mar 2014, 10:40

Notizia di oggi, Pereira, come un Galliani qualsiasi, dice agli hooligan di non contestare in campo perchè si rischiano sanzioni: http://milano.repubblica.it/cronaca/201 ... -81403202/

Sull'interessante discussione Muti-nonMuti, io ho iniziato ad andare alla Scala nel 1996, e ricordo molti spettacoli imbarazzanti, soprattutto verso il finale del periodo, ma anche molti spettacoli 'ok'. La cosa drammatica era la totale assenza di stimoli interessanti: Muti dirigeva tutto e sempre il suo repertorio. Le regie erano, in media, roba vecchia (come idea) di 20 anni. I cast, soprattutto nella fase finale, male assortiti. Il risultato è stato che abbiamo avuto un Wagner da profonda provincia per 20 anni, e un Verdi (dove forse avremmo potuto 'indicare la via') che oltre ad essere spesso brutto, era del tutto inutile. Una riproposizione del Verdi anni '70/'80, quando andava bene con i divi anni '80 con le rughe, quando andava male, con gli emuli dei divi anni '80: tonsille al vento, le 'belle voci italiane che ci invidiano nel mondo' e via dicendo. Per dire: il cubo di Vick fu una ventata di nuovo.
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Re: Teatro alla Scala tra passato, presente e futuro

Messaggioda DottorMalatesta » gio 20 mar 2014, 10:49

Alberich ha scritto:Notizia di oggi, Pereira, come un Galliani qualsiasi, dice agli hooligan di non contestare in campo perchè si rischiano sanzioni: http://milano.repubblica.it/cronaca/201 ... -81403202/



Ho letto, grazie della segnalazione!! : Thumbup :
Francamente non capisco il senso dell´operazione. Penso che come "captatio benevolentiae" serva a ben poco. Pure come tentativo di dissuasione. E allora? Mi dicono che Pereira sia una vecchia volpe, attento al rapporto con il suo pubblico.
Boh... Voi come giudicate la cosa?
Qualcuno ha qualche dettaglio in piú per poter giudicare meglio il senso di questo incontro? Mattioli, amico del loggione, tu non c´eri?

:mrgreen:

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Re: Teatro alla Scala tra passato, presente e futuro

Messaggioda mattioli » gio 20 mar 2014, 11:02

Sì che c'ero. Pereira ha fatto l'imbonitore con arte consumata.
Ha esortato a farla finita con la guerra di religione sulle regie, spiegando che gli spettacoli non si dividono in antichi e moderni, ma in belli e brutti. Poi ha chiesto una tregua dei fischi delle prime, sostenendo (a ragione) che i cantanti non vogliono più mettere piede alla Scala.
Il punto è che gli Amici del Loggione sono tutt'altro che dei sovversivi (uno si è anche lamentato che alla Scala non si fa il Moses und Aron da una vita, e senza dire che va cantato con la voce bella alta in maschera). Più divertente mi sembra l'appuntamento di oggi alla Scala, con un'altra infornata di loggionisti, questa volta organizzato dall'Accordo.
In realtà, ho l'impressione che i fischiatori seriali non ci fossero ieri e non ci saranno oggi. Il problema c'è ma, ne abbiamo già parlato, è a mio modo di vedere insolubile, a parte forse con l'intervento di un buon strizzacervelli.

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Re: Teatro alla Scala tra passato, presente e futuro

Messaggioda DottorMalatesta » gio 20 mar 2014, 11:41

Gli Hooligans non sono una categoria di persone particolarmente sveglia. Ma magari ci arrivano pure loro a capire che alle prime il regista non si presenta per gli applausi (?) finali…
E allora? Diserteranno le prime per scatenarsi in occasione delle seconde?

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Re: Teatro alla Scala tra passato, presente e futuro

Messaggioda michele cesareo » dom 23 mar 2014, 16:04

Caro DM, Cari Amici,
è impensabile che non ne siate già a conoscenza ...e chissà da quanto tempo.
Ma, nel dubbio, ( immaginate un rabdomante che naviga e procede negli ancora sconosciuti meandri di questo splendido nostro Sito....) segnalo varie edizione di Les Troyanes, da You Tube, trovate con il mio attrezzo del mestiere.
Sto vedendo quella dal MET (Levine,Melano,Domingo,Norman...etc.) per farne uso propedeutico ( anzi, maieutico...)
Ammirazione e interesse per tutto quel che bolle in pentola e per quel che rosola/ cuoce sulla griglia di questa nostra cucina/fucina.
Grazie e cordialità a Tutti.
Michele
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Re: Teatro alla Scala tra passato, presente e futuro

Messaggioda DottorMalatesta » dom 23 mar 2014, 19:52

michele cesareo ha scritto:Caro DM, Cari Amici,
è impensabile che non ne siate già a conoscenza ...e chissà da quanto tempo.
Ma, nel dubbio, ( immaginate un rabdomante che naviga e procede negli ancora sconosciuti meandri di questo splendido nostro Sito....) segnalo varie edizione di Les Troyanes, da You Tube, trovate con il mio attrezzo del mestiere.
Sto vedendo quella dal MET (Levine,Melano,Domingo,Norman...etc.) per farne uso propedeutico ( anzi, maieutico...)
Ammirazione e interesse per tutto quel che bolle in pentola e per quel che rosola/ cuoce sulla griglia di questa nostra cucina/fucina.
Grazie e cordialità a Tutti.
Michele


Grazie, Michele, dell'opportuna segnalazione!
Les Troyens sono un'opera che più ascolto e più amo!
E non vedo l'ora di godermela dal vivo!!!

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Re: Teatro alla Scala tra passato, presente e futuro

Messaggioda vivelaboheme1 » mer 24 dic 2014, 6:52

La potenziale pericolosità dell’attuale dirigenza scaligera non è stata ancora messa a fuoco. Speriamo che se ne vadano presto.Le illegalità sono e saranno all’ordine del giorno. La vicenda Die Soldaten è emblematica: andrà in scena senza che il teatro ne abbia i diritti. Alagna è stato emblematico: "sistemato" in qualche modo. I forfeit degli artisti a casaccio sono emblematici. Il flop sull’orario d’inizio è emblematico. E non è solo questo. La Scala è su una china micidiale. Il Sindaco non interverrà, con Expo alle porte, ma dovrebbe farlo al più presto perché, quando si accorgeranno, saranno guai grossi. Può darsi che l’anno Expo copra le evidenti magagne. Poi dovranno, per forza saltar fuori. Esattamente come a Salisburgo che si è affrettata a sistemar le cose. Fossi chi ci lavora sarei seriamente preoccupato. Una Scala commissariata mi sembra un orizzonte – non so quanto lontano, forse abbastanza vicino – tutt’altro che impossibile.


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Re: Teatro alla Scala tra passato, presente e futuro

Messaggioda teo.emme » mer 24 dic 2014, 20:55

Ma sei lo stesso Vizzardelli che pochi mesi orsono inneggiava all'arrivo di Pereira come "salvator della patria"? Lo stesso che a fronte del pasticcio coi giochi di bilancio e il conflitto d'interesse con Salisburgo invitavi lui e la bella moglie a mandarci a fanchiulo tutti quanti perché non degni di tanta benevola grandezza? Lo stesso che scriveva (cito):
"Pereira è "solo" uno che, avendo preso in mano per alcuni anni l'opera di Zurigo ne fece, per bellezza di programmazione, il miglior teatro lirico del mondo. Un appassionato apriva il programma ad inizio stagione... e contava il numero delle trasferte, magari in "doppia" (due titoli favolosi nello steso giorno). Tant'è vero che Zurigo post-Pereira ha fatto, immediatamente, un bel tonfo qualitativo!
Naturalmente, con classica spocchia milanese - ma io direi "milanota", fusione lessicale di milanese e idiota - qui, in questa città, ci si diverte a farlo passare per "inadeguato" (patetica l'assessora nonmiricordocomesichiama, pateticissimo Maroni, pilatesco finora il sindaco di Milano) o, con favolosa ipocrisia nella patria di Penati, Formigoni e delle meraviglie di Dell'Utri, della Moratti-Expo. ecc., si fa i moralisti sull'acquisto di spettacoli probabilmente convenientissimi al teatro, di cui Scala e Milano dovrebbero esser grati. Confermo il mio parere pubblicato dal Corriere: fossi Pereira me ne andrei sbattendo la porta e rinfacciando ai milanesi la loro insipienza. Poi, i Micheli e quant'altro, e le meraviglie della massoneria locale comincino pure le loro grandi manovre: è una città davvero piccola (mentalmente) e provinciale (nel continuo questionare sul nulla). Fossi Pererira non aspetterei il parere del (pur degno) giurisvalorista Ichino. Girerei i tacchi, sottobraccio alla bella moglie, previe lunghe pernacchie, una per parte, ad entrambi gli edifici posti in Piazza della Scala. Questo meritano, loro e la città. Invoco l'arrivo di Meli sovrintendente, Fogliani direttore musicale. Degni di Milano."

Ti sei accorto ora dell'inadeguatezza? Meglio tardi che mai...o forse non aver scelto un certo direttore d'orchestra è peccato mortale?
Matteo Mantica
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